A seguito del parere favorevole espresso da EMA, che lo ha giudicato sicuro ed efficace, oggi alle ore 15, riprende la somministrazione del vaccino AstraZeneca da parte dell’Ospedale San Giuseppe – Gruppo MultiMedica presso lo Spazio Olona del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, con l’obiettivo di contribuire ad accelerare la campagna di immunizzazione contro il SARS-CoV-2.
Museo della Scienza e Tecnologia riparte con le vaccinazioni
Fino a venerdì 30 aprile, MultiMedica e il Museo, con i suoi spazi, si metteranno a disposizione per agevolare l’accesso della cittadinanza alla profilassi, secondo le indicazioni ministeriali e la normativa vigente, offrendo ad ATS Città Metropolitana un presidio in più presso il quale sottoporre la popolazione milanese al vaccino.
L’area museale, allestita e presidiata dal personale medico-sanitario di MultiMedica, è lo Spazio Olona, ingresso da Via Olona 6.
È possibile somministrare 500 vaccinazioni al giorno, con la disponibilità ad aumentare il numero secondo le indicazioni della ATS Città Metropolitana.
Il target coinvolto è esclusivamente quello degli insegnanti e del personale scolastico.
L’erogazione del vaccino nello Spazio Olona si terrà dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17.20.
Per accedere alla campagna vaccinale anti-Covid, gli insegnanti e il personale scolastico dovranno registrare la propria adesione sul portalehttps://vaccinazionicovid.servizirl.it/oppure in farmacia o dal proprio medico di famiglia.
In un secondo momento, il Servizio Sanitario Regionale contatterà direttamente i cittadini per comunicare giorno, ora e sede presso cui recarsi. Non sarà possibile presentarsi al Museo senza prenotazione né chiamare MultiMedica.
Dopo il via libera di Ema, anche in Lombardia si torna a vaccinare con AstraZeneca. Le somministrazioni riprendono dalle 15 di oggi, venerdì 19 marzo. A Milano tornano in attività anche con il vaccino anglo-svedese i centri all’ospedale di Baggio, al Parco Trenno e al Museo della Scienza e Tecnologia. Letizia Moratti: “Le rassicurazioni che abbiamo avuto sono fondamentali”
Calendari confermati
“Abbiamo fatto delle simulazioni ipotizzando degli overbooking e confidiamo di poter recuperare entro una settimana gli oltre 30.000 appuntamenti rinviati nei tre giorni di sospensione. Sempre a partire da domani saranno inviati gli sms di riprogrammazione degli appuntamenti rinviati che saranno inseriti gradualmente nel calendario”.
Conclusione positiva
“Sono soddisfatta per la conclusione positiva – aggiunge Moratti – e siamo pronti a ripartire. Lo facciamo con fiducia e ci auguriamo che questo sia il sentimento di tutti i nostri cittadini. Le rassicurazioni che abbiamo avuto su AstraZeneca sono fondamentali perché la vaccinazione della popolazione lombarda entro l’estate non può prescindere dalla disponibilità di tutti i vaccini”.
“In ottemperanza alle indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco – rimarca Letizia Moratti – lunedì abbiamo dato disposizione di sospendere in via assolutamente cautelare la somministrazione del vaccino anti-Covid AstraZeneca su tutto il territorio regionale in attesa di ulteriori determinazioni da parte degli organi competenti. In queste ore abbiamo avuto rassicurazioni da Oms e dalla stessa Ema, oltre che dal mondo scientifico italiano ed internazionale. È il momento di ripartire con rinnovata fiducia. Abbiamo intrapreso una fase fondamentale di questa battaglia contro la pandemia, adesso è determinante il convincimento di tutti. Un approccio psicologico positivo nei confronti dei vaccini da parte di ognuno di noi può essere decisivo per vincere il Covid”.
La vicepresidente apprezza le posizioni emerse nella conferenza stampa dell’Ema attraverso la voce della direttrice dell’Agenzia, Emer Cooke.
Un vaccino sicuro
“Dalle sue parole – ha aggiunto – ci è stato ribadito che il vaccino AstraZeneca è sicuro, efficace, i benefici sono superiori ai rischi e vengono escluse relazioni tra casi di trombosi e la somministrazione dei sieri. Vincere il Covid è fondamentale per permettere al nostro Paese di superare la crisi sanitaria, consentire la ripartenza economica, riappropriarci della nostra vita a livello sociale. I vaccini sono la nostra principale arma contro il coronavirus, non possiamo fermarci proprio ora che abbiamo a disposizione le armi per vincere questa guerra”.
I sintomi da riferire al medico
“Affanno, dolore al petto o allo stomaco, gonfiore o sensazione di freddo a un braccio o una gamba, mal di testa grave o in peggioramento o visione offuscata dopo la vaccinazione, sanguinamento persistente, piccoli lividi multipli, macchie rossastre o violacee o vesciche di sangue sotto la pelle: in presenza di questi sintomi”, dopo la vaccinazione anti Covid con il siero di AstraZeneca, “cerca immediatamente assistenza medica e riferisci di essere stato vaccinato di recente”, spiega l’Ema.
“Il vaccino Covid-19 di AstraZeneca – riporta l’ente regolatorio Ue nelle informazioni rivolte ai pazienti, dopo la valutazione effettuata sul prodotto dell’azienda anglo-svedese – non è associato a un aumento del rischio complessivo di disturbi della coagulazione del sangue”. Tuttavia “ci sono stati casi molto rari di coaguli di sangue insoliti, accompagnati da bassi livelli di piastrine (componenti che aiutano il sangue a coagulare), dopo la vaccinazione. I casi segnalati erano quasi tutti in donne sotto i 55 anni”. Il messaggio chiave resta che “poiché Covid-19 può essere così grave e è così diffuso, i benefici del vaccino nel prevenirlo superano i rischi degli effetti collaterali”.
In un momento così non c’è niente di meglio che sognare un mondo diverso. E perchè non un mondo di giocattoli? E tra poco a Milano sarà più facile farlo passeggiando tra gli scaffali di Fao Schwarz.
Fao Schwarz apre a Milano
E’ ufficiale dunque, entro la fine del 2021 sotto la Madonnina arriverà il paradiso dei giocattoli Fao Schwarz.
A portarlo in Italia è Prénatal. L’accordo firmato parte dal nostro Paese con Milano ma proseguirà anche in altre zone dell’Europa.
Il primos tore italiano arriverà in piazza Cordusio proprio accanto ai recenti Starbucks e Uniqlo. Un mondo tutto nuovo e immenso tanto da occupare circa 600 metri quadri su tre piani. D’altronde dobbiamo fare concorrenza a quello presente al Rockfeller Plaza!
Uber garantirà ai suoi 70.000 autisti britannici lo status di dipendenti, in quella che è una prima mondiale per l’app di autonoleggio con conducenti.
Gli autisti avranno diritto, fra l’altro, al salario minimo e alla pensione. La decisione di Uber segue il verdetto della Corte Suprema del Regno Unito che ha stabilito che gli autisti di Uber sull’isola vanno considerati dipendenti, non collaboratori ‘autonomi’
Cosa cambia
Gli autisti di Uber riceveranno almeno il salario minimo nazionale di 8,72 sterline all’ora a partire da domani 17 marzo. Questo sarà il minimo che gli autisti possono guadagnare, in quello che Uber ha descritto come un “piano di guadagno, non un tetto di guadagno”.
Uber non ha specificato quanto costerà la riclassificazione, ma ha detto che non si aspetta di cambiare le sue previsioni di guadagno per il trimestre o l’anno.
I cambiamenti sono limitati al Regno Unito, il più grande mercato europeo di Uber, ma sollevano domande se l’azienda è disposta a considerare l’adattamento del suo modello di business in altri paesi.
L’azienda di San Francisco deve affrontare sfide legali nel suo stato natale della California, così come la pressione dei politici europei per migliorare le condizioni dei lavoratori della gig-economy.
«Questo è un giorno importante per gli autisti nel Regno Unito», ha detto Jamie Heywood, direttore generale regionale di Uber per l’Europa settentrionale e orientale. «Gli autisti di Uber riceveranno una garanzia di guadagno, il pagamento delle ferie e una pensione, e manterranno la flessibilità che attualmente apprezzano».
La sentenza della Corte Suprema
In una sentenza del mese scorso, la Corte Suprema del Regno Unito ha respinto all’unanimità le argomentazioni di Uber secondo cui gli autisti non erano lavoratori dipendenti, dando all’azienda poca scelta se non quella di offrire maggiori benefici.
Da allora, Uber ha mantenuto il riserbo sui suoi piani futuri per il business uvwdel Regno Unito, mentre ha effettuato una consultazione con i suoi autisti.
Secondo i cambiamenti annunciati oggi 16 marzo, il salario minimo sarà applicato dopo aver accettato le richieste di viaggio sull’app. Gli autisti saranno premiati con ferie basate sul 12,07% dei loro guadagni, pagate ogni due settimane.
I lavoratori saranno anche automaticamente iscritti a un piano pensionistico che includerà contributi del 3% dei guadagni di un autista da Uber. Questo si aggiunge all’assicurazione – che copre malattia, infortunio e congedo parentale – che è disponibile dal 2018.
I costi aggiuntivi per l’azienda verranno principalmente dal pagamento delle ferie e dai contributi pensionistici, piuttosto che dal salario minimo.
In media, gli autisti Uber guadagnano già 17 sterline all’ora a Londra e 14 sterline nel resto del paese, ha detto la società.
DECRETO SOSTEGNI: nel pomeriggio il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri alle 16, al termine conferenza stampa Draghi.
È quanto prevede l’ultima bozza del decreto, risalente alla serata di giovedì 18 marzo. Il testo si compone di 44 articoli.
E conferma le anticipazioni delle prime versioni: sono previste cinque fasce di ricavi con percentuali differenziate dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi.
La bozza è di 44 articoli ed è attesa sul tavolo del Consiglio dei ministri: la riunione a Palazzo Chigi è stata convocata per le 16. Al termine dell’incontro, alle 18:30, il presidente del Consiglio Mario Draghi terrà una conferenza stampa.
Allo stato attuale non c’è ancora l’accordo sulla proroga dello stop dei licenziamenti e sullo stralcio delle cartelle. Si cercherà di trovare la quadra su entrambi i dossier in Consiglio dei ministri.
Undici miliardi previsti dal Decreto Sostegni per il sostegno alle imprese, 3,3 per il rifinanziamento della cassa Covid fino a fine anno e la stessa cifra per Regioni ed enti locali, aiuti a fondo perduto per 800mila professionisti, cinque miliardi per la campagna vaccinale.
Sono solo alcune delle cifre del decreto Sostegniche oggi alle 15.00 andrà in Consiglio dei ministri.
Le cartelle – Sul tavolo in primis la questione dell’azzeramento delle vecchie cartelle fiscali: l’ipotesi contenuta nelle prime bozze del Decreto Sostegni e portata avanti finora era quella di cancellare gli importi fino a 5mila euro affidate alla Riscossione dal 2000 fino al 2015.
Sono cinque le fasce di percentuali per il contributo, al 60% per le imprese fino a 100mila euro, al 50% tra 100mila e 400mila, 40% tra 400mila e 1 milione, al 30% tra uno e milioni e 20% tra 5 e 10 milione.
Blocco licenziamenti e bonus baby sitter – Sul tavolo anche la scadenza del blocco dei licenziamenti, che sarà prorogato a fine giugno, e dovrebbe essere rimosso in maniera graduale fino a fine anno per chi usufruisce della cassa Covid. Mentre sul fronte welfare la ministra Elena Bonetti, supportata da tutta Iv, insiste per l’estensione anche ai lavoratori dipendenti in smartworking e agli operatori sanitari del bonus baby sitter per occuparsi dei figli piccoli che frequentano le scuole dell’infanzia e primarie.
Gli aiuti alle imprese – La parte più corposa del decreto – finanziato con i 32 miliardi di scostamento di bilancio autorizzato a gennaio – è destinata agli aiuti alle imprese che hanno subito a cause delle chiusure imposte per l’emergenza Covid perdite di almeno il 30% del fatturato, senza più l’indicazione dei codici Ateco.
Sono cinque le fasce di percentuali per il contributo, al 60% per le imprese fino a 100mila euro, al 50% tra 100mila e 400mila, 40% tra 400mila e 1 milione, al 30% tra uno e milioni e 20% tra 5 e 10 milione. I pagamenti dovrebbero scattare a metà aprile con una procedura accelerata garantita da una piattaforma che sarà messa in piedi da Sogei e Agenzia delle entrate e dovrà essere pronta entro fine mese.
Per 800mila autonomi e professionisti iscritti agli ordini dovrebbe arrivare un bonus da 3mila euro, mentre per i lavoratori stagionali è prevista un’indennità una tantum di 2.400 euro. Al settore sciistico, che ha perso la stagione, dovrebbe andare un fondo da 600 milioni. Ristori anche per il sistema fieristico, a quello del wedding (cui andrebbero 100 milioni), turismo, sport, cultura e spettacolo (un altro miliardo) e la scuola (300 milioni).
I pagamenti dovrebbero scattare a metà aprile con una procedura accelerata garantita da una piattaforma che sarà messa in piedi da Sogei e Agenzia delle entrate e dovrà essere pronta entro fine mese.
Sempre sul fronte lavoro dovrebbe ammontare a 3,3 miliardi lo stanziamento previsto per la cassa integrazione con causale Covid cui le aziende potranno accedere fino alla fine del 2021 uscendo dunque dalla logica delle settimane utilizzata finora, mentre i contratti per i navigator- che scadevano a fine aprile – dovrebbero essere prorogati fino al 31 dicembre 2021.
1,5 miliardi per esonero contributi autonomi
Nella bozza è previsto un miliardo e mezzo di euro per sovvenzionare l’esonero dei contributi previdenziali dovuti da lavoratori autonomi e professionisti che «abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro e abbiano subito un calo del fatturato, o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33%, rispetto a quelli dell’anno 2019». Beneficiari della misura saranno gli iscritti alla gestione separata dell’Inps, gli associati agli Enti di previdenza privati e privatizzati e gli iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (Assicurazione generale obbligatoria).
Cinque miliardi andranno per il potenziamento del piano vaccini e il potenziamento delle cure anti Covid. E 500 milioni sono riservati alle modifiche parlamentari: dopo le polemiche degli ultimi decreti approvati in fretta e furia – ai tempi del precedente governo, l’esecutivo Draghi ha assicurato che ci saranno tre letture piene per consentire a deputati e senatori di intervenire.
Enti locali – A Regioni ed enti locali vanno altri 3,3 miliardi. Nello specifico 100 milioni a province e città metropolitane e 900 milioni ai comuni; 260 milioni vanno alle Regioni a statuto speciale; un miliardo alle Regioni, 200 milioni per il ristoro della tassa di soggiorno, 800 milioni per il Trasporto pubblico locale.
Venerdì 12 Marzo 2021 è arrivata la decisione da parte della Federazione Internazionale, che i mondiali 2025 di Canoa Kayak si terranno a Milano, e più precisamente all’Idroscalo.
Battuta la concorrenza delle altre tre candidate: Montemor o Velho (Portogallo), Poznan (Polonia) e Plovdiv (Bulgaria). A dieci anni di distanza dall’ultimo Mondiale ospitato nel 2015 proprio a Milano e a novant’anni dalla prima gara internazionale svoltasi all’Idroscalo, la Federazione Italiana Canoa Kayak torna al centro della scena internazionale anche del punto di vista organizzativo.
LE DICHIARAZIONI DELLA FEDERAZIONE ITALIANA KAYAK
La Federazione Italiana Canoa Kayak ha dichiarato: “Diversi i punti di forza della candidatura italiana riconosciuti dai membri dell’Icf: le caratteristiche tecniche del bacino che garantiscono condizioni di gara uguali per tutti i concorrenti e la totale assenza di onde, una collocazione logistica eccellente per trasporti e alloggio ma soprattutto la possibilità unica di ospitare l’evento iridato in un palcoscenico d’eccezione come Milano”.
Hanno dato il loro prezioso sostegno alla candidatura italiana il Presidente del CONI Giovanni Malagò, il Presidente del CIP Luca Pancalli, l’Amministratore Delegato di Sport e Salute Vito Cozzoli, il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, la Città Metropolitana di Milano, il Sindaco di Segrate Paolo Micheli, l’Istituzione Idroscalo e le due icone della canoa italiana e mondiale Antonio Rossi e Josefa Idem.
Diversi i punti di forza della candidatura italiana riconosciuti dai membri dell’ICF: le caratteristiche tecniche del bacino che garantiscono condizioni di gara uguali per tutti i concorrenti e la totale assenza di onde, una collocazione logistica eccellente per trasporti e alloggio ma soprattutto la possibilità unica di ospitare l’evento iridato in un palcoscenico d’eccezione come Milano.
I mondiali di canoa kayak si disputano ogni anno, tranne nell’anno delle Olimpiadi.
Quest’anno, 2021 si svolgeranno a Duisburg, in Germania.
Si svolgerà da mercoledì 7 a domenica 11 aprile, a Bergamo, la 15esima edizione di IFF – Integrazione Film Festival: il concorso cinematografico internazionale per cortometraggi e documentari dedicati a intercultura, identità, inclusione; opere che sappiano raccontare esperienze positive di integrazione tra diverse appartenenze culturali e provenienze nazionali.
IFF – Integrazione Film Festival
Il Festival si terrà in streaming e in presenza presso la sala Auditorium di Bergamo, se consentito e nel rispetto dei protocolli di sicurezza. In programma cinque giornate di proiezioni: 15 i film in concorso, di cui 10 cortometraggi di finzione e 5 documentari, a cui si aggiungono due film fuori concorso.
Tra i film in concorso quattro anteprime italiane assolute: il pluri-premiato Dolapo is Fine di Ethosheia Hylton (UK, 2020) – selezione e premi ai festival African Diaspora International Film Festival, American Black Film Festival, LA Shorts International Film Festival, London Film Festival, Leeds International Film Festival; Ind i varmen di Morten Schmidt e Thomas Diepeveen (Danimarca, 2020); Wait For Me di Hamza Akin (Turchia, 2020) e Razas primer acto di Alex Ygoa (Spagna, 2020).
In concorso anche il documentario Kufid di Elia Moutamid, regista bresciano di origini marocchine da tempo amico di IFF.
IFF è sempre più internazionale: i film in programma arrivano quest’anno da Francia, Italia, Gran Bretagna, Danimarca, Spagna, Turchia e Malesia.
Due i premi in palio in denaro: Miglior Cortometraggio e Miglior Documentario, a cui si aggiungono i Premi del Pubblico, che potrà votare sia on line che in sala, e un Premio Basso Sebino (luogo di nascita del Festival). Le premiazioni sono previste nella serata di sabato 10 aprile all’Auditorium di Bergamo.
L’attico di Gucci di Milano è stato acquistato da un magnate indiano. Come riportato dal Correre della Sera, l’appartamento in San Babila è diventato di proprietà dell’indiano Rishal Shah, fondatore e proprietario della società Jekson Vision, con una multinazionale con sede in diversi Paesi.
Il superattico è stato protagonista della vita di Maurizio Gucci e la moglie Patrizia Reggiani prima del trasferimento in via Palestro. Un appartamento di 1.800 metri quadrati tra il nono e il decimo piano.
L’appartamento da oltre 20 milioni di euro è una mega residenza di tre piani con attico a vista totale sulla città di Milano.
Il nono piano ha 37 finestre che si affacciano sulle tre vie, al decimo c’è il terrazzo e un’altra parte dell’abitazione, mentre sul tetto di 800 mq è stato realizzato un giardino piantumato con piscina, bar, barbecue e cucina. L’appartamento è dotato di quattro ascensori padronali e due di servizio servono la residenza.
Dopo un anno chiusi in casa senza poter andare mai al ristorante siamo tutti un pò stufi di alzarci la mattina e pensare a cosa cucinare la sera. Per fortuna ci sono i delivery! Se anche voi dunque siete alla ricerca di idee su cosa ordinare, ecco tre hamburger imperdibili a Milano!
Hamerica’s
Non c’è niente di più buono che un grande e intramontabile classico. D’altronde si sa, l’America è la regina degli Hamburger e quindi un panino preso da Hamerica’s poteva non essere ottimo? E se non ci credete basti pensare che in città ci sono ben otto locali!
Flower Burger
Se invece volete un burger un pò più alternativo, non potete che optare per Flower Burger con i suoi panini vegani super colorati. Insomma non solo buoni e sani ma anche perfetti per i social.
Al Mercato Steaks & Burgers
Infine, se volete un burger un ò diverso e gourmet Al Mercato Burger Bar è quello che fa per voi. La specialità della casa, neanche a dirlo, è la carne, in tutte le sue varianti. Insomma, impossibile sbagliare!
BEPPE SALA – Nuovo stadio a San Siro, si profila uno stop nel progetto portato avanti da Milan e Inter.
Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, a margine della cerimonia per omaggiare le vittime del Covid in piazza della Scala, rispondendo a chi gli chiedeva se la Giunta si esprimerà sul progetto del nuovo stadio entro la fine del mandato.
“Ai milanesi voglio dire con chiarezza che non stiamo parlando soltanto dello stadio – ha spiegato il primo cittadino -, ma sul tavolo abbiamo un progetto in cui la metà dell’investimento è sullo stadio e la metà è su altre cose che portano a comporre il futuro di quell’area. Il che vuol dire che ci saranno, presumo, 5 o 6 anni di lavoro”. Sala ha poi aggiunto: “Io non è che possa affidare un quartiere della città, per un così lungo periodo, a realtà di cui non è certa la proprietà futura. Parlo con rispetto di Zhang, però devono necessariamente chiarire il futuro della società. Fino ad allora, credo che sia logico fermarsi”.
Nelle scorse settimane, i club, raccogliendo una richiesta da parte di Palazzo Marino, avevano inviato alla Giunta nuova documentazione sul progetto. Nella nota del Comune era inserita la necessità di opportuni chiarimenti rispetto alla quantità e alla qualità degli spazi che rimarranno a uso pubblico (verde, aree pedonali, piazze, servizi). Erano inoltre sollecitate precisazioni sulle funzioni di intrattenimento da convenzionare con il Comune e integrazioni in merito alle valutazioni che supportano il piano economico finanziario.
OLIMPIADI INVERNALI 2026 -La Regione Lombardia acquisterà altri 46 treni in aggiunta ai 176 già previsti dalla commessa approvata dalla Giunta precedente, quella guidata da Roberto Maroni.
L’ulteriore iniezione di convogli è stata deliberata ieri dall’esecutivo lombardo per una spesa di 351 milioni di euro, soldi attinti dal Piano Lombardia.
E si tratta di treni con vista sulle Olimpiadi Invernali del 2026, quelle del lombardo-veneto, quelle di Milano e Cortina d’Ampezzo.
La consegna è infatti prevista per il 2025 e le tratte sulle quali entreranno in servizio sono quelle strategiche per la missione a cinque cerchi, vale a dire quelle che collegano il capoluogo lombardo alla Valtellina e agli aeroporti di Malpensa e di Orio Al Serio.
Nel dettaglio, il mandato di acquisto riguarda 26 treni modello Caravaggio, un treno ad alta capacità, e 20 treni modello Donizetti, a media capacità.
Venti di questi convogli entreranno in servizio sulla direttrice Milano-Sondrio-Tirano, altri 16 sulla direttrice Milano-aeroporto di Orio Al Serio e 10 sulla direttrice Milano-aeroporto di Malpensa. «I 46 nuovi treni saranno consegnati entro il 2025 – conferma il presidente della Regione, Attilio Fontana –: in tempo dunque per le Olimpiadi del 2026.
L’obiettivo è efficientare il trasporto ferroviario sulle tratte interessate dal flusso di turisti che visiteranno la Lombardia in occasione dell’evento olimpico». «I nuovi convogli – aggiunge l’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi – saranno quindi impiegati anche sulla futura ferrovia che collegherà Bergamo all’aeroporto di Orio.
I 351 milioni investiti derivano dalle risorse del Piano Lombardia e fanno parte degli investimenti messi in campo dalla Regione in ottica Olimpiadi. L’investimento complessivo della Regione per rinnovare la flotta – prosegue Terzi – sfiora ora i 2 miliardi di euro per 222 treni nuovi, se consideriamo che il programma di immissione di 176 nuovi convogli attualmente in corso è stato finanziato con 1,6 miliardi di euro».
Dei 176 treni ordinati con la precedente commessa, ne sono entrati in servizio solo 21.
L’Accademia della Scala si trasforma in università
Il progetto è quello di trasformare la Scuola di Arti e Mestieri del Piermarini in ateneo, creando un’università di alto perfezionamento per ogni settore dello spettacolo (artistico e tecnico).
Un’idea ambiziosa, per valorizzare ancor di più una vera e propria eccellenza del nostro Paese, in un periodo storico difficile. Inoltre, potrebbero servire nuovi spazi: l’attuale sede in via Santa Marta sarebbe troppo stretta. L’idea sarebbe di creare una Cittadella dello Spettacolo, con tanto di campus per ospitare gli studenti e un Auditorium.
Sarà la prima di questo tipo in Italia» annuncia Giuseppe Vita, neo presidente dell’Accademia diretta da Luisa Vinci. Manager di alto livello internazionale, già presidente della Schering tedesca, di Axel Springer e di Unicredit, Vita ha accettato l’incarico con l’entusiasmo e la determinazione di chi inizia un nuovo, affascinante, percorso.
«Questa Accademia è un’eccellenza del nostro Paese, attira studenti e docenti da tutto il mondo. Di solito accade il contrario, per specializzarsi si va all’estero. Qui invece si fa la fila per essere ammessi, e la selezione è molto severa. Un simile patrimonio, ci siamo detti, deve avere nuove prospettive. La formazione va ampliata, i corsi attualmente annuali tranne che per il Ballo, devono diventare triennali o quinquennali».
Sala: “Troppa Dad, sulla scuola abbiamo esagerato”
“Abbiamo esagerato con la didattica a distanza, si stanno sviluppando patologie gravissime da disagio. Non si può ignorare che stiamo chiedendo un po’ troppo” ai ragazzi e ai bambini. Queste le parole del sindaco di
Milano, Beppe Sala, nel corso di un evento online con il leader di Azione, Carlo Calenda. Per il primo cittadino di Milano” Abbiamo un po’ sottovalutato, non possiamo non vedere il disagio: si stanno sviluppando patologie gravissime da disagio. Io da sindaco me la prendo ogni tanto con i gruppi di ragazzi fuori dai locali, ma stiamo chiedendo troppo”.
Sulla campagna vaccinale Sala ha sottolineato: “siamo degli europeisti ultra convinti ma se si guarda intorno vediamo gli Usa e la Gran Bretagna in uno stato avanzatissimo, poi ci sono esempi di Paesi piccoli come Israele molto avanti, non si può dare un giudizio positivo sull’Europa rispetto a quello che sta succedendo sui vaccini”. “Su questo stop di AstraZeneca è difficile dare un giudizio, i possibili decessi per trombosi sono stati pochi, tre quattro giorni di stop creano altri morti o no?”, ha concluso.
Commissione Ue presenta il certificato verde digitale, per tornare a viaggiare in Europa .
Bruxelles – Un Certificato verde digitale (Digital Green Certificate) è il piano della Commissione Europea per facilitare gli spostamenti dentro lo spazio Schengen in vista della stagione estiva. La Commissione ha presentato oggi la sua proposta legislativa per un certificato in versione digitale o cartacea (a discapito del nome) che dimostrerà se una persona è stata già vaccinata (e e con quale vaccino), o in alternativa se ha un test recente negativo al Covid-19 (sia molecolari PCR che rapidi dell’antigene) o ancora sulla presenza di anticorpi che indicano la guarigione dalla malattia.
DOVE SARA’ VALIDO ?
Sarà valido in tutti gli Stati membri dell’Ue e “aperto” anche all’Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, che sono parte dell’area di libera circolazione Schengen perché il fine è quello di facilitare la libera circolazione in Europa. Per ora il certificato non riguarda i viaggi fuori UE. La Commissione istituirà uno sportello per garantire che tutti i certificati possano essere verificati e riconosciuti reciprocamente in tutta l’Unione. “Ammettendo” tre diverse tipologie di controlli (vaccini, test, anticorpi) l’Ue cerca di tutelarsi dalle accuse di poter creare possibili discriminazioni ai viaggi nei confronti di coloro che per varie ragioni (o anche per scelta) ancora non hanno avuto accesso alle vaccinazioni.
Quali vaccini potranno rientrare nel certificato? Bruxelles precisa che l’obbligo dovrebbe riguardare solo i vaccini autorizzati alla commercializzazione in tutta l’UE (finora Moderna, Biontech-Pfizer, AstraZeneca e Johnson&Johnson) ma gli Stati membri hanno la libertà di “decidere di accettare anche altri vaccini in aggiunta”. Potrebbe essere il caso del russo Sputnik V e cinese Sinopharm, che sono stati autorizzati individualmente dalla Ungheria. Agli Stati rimane inoltre la responsabilità di decidere quali restrizioni alleviare ai viaggiatori anche se viene specificato che dovranno essere uguali per tutti i possessori del certificato verde.
Nella comunicazione, Bruxelles specifica che il certificato sarà solo una misura temporanea.
Entrambe le versioni, sia cartacea che digitale, avranno infatti un Codice QR con le principali informazioni e con la firma del titolare per garantirne l’autenticità. Altre critiche mosse alla Commissione nei giorni scorsi riguardavano la privacy dei cittadini comunitari, a cui Bruxelles cerca di rispondere dicendo che nel certificato saranno contenute solo informazioni essenziali e dati personali saranno al sicuri. Soprattutto saranno dati limitati: nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni pertinenti sul vaccino/test/guarigione e un identificatore unico del
certificato.
Il certificato digitale verde si inquadra in una più ampia nuova comunicazione per chiedere agli Stati un approccio coordinato per l’allentamento graduale delle restrizioni, che sarà discusso la prossima settimana. Previsti nuovi orientamenti su strategie di test supplementari, come il monitoraggio delle acque reflue per tracciare le varianti del Coronavirus, investimenti nella diagnostica e nei trattamenti.
MANESKIN: “Zitti e buoni” che ha vinto il Festival di Sanremo arriverà senza imprecazioni e tagliata.
Tagliare alcune parti del brano “Zitti e buoni” per partecipare all’Eurovision?
“Non ci ha fatto piacere, l’abbiamo fatto perché altrimenti ci avrebbero squalificato. Abbiamo tolto una parolaccia, è stata una scelta di buon senso. Bisogna anche rendersi conto della realtà dei fatti, siamo ribelli, ma non scemi”.
Così Damiano ha spiegato la scelta di censurare le “parolacce” dal brano con cui i Maneskin hanno vinto il Festival di Sanremo.
Maneskin, via le parolacce da ‘Zitti e buoni’ per partecipare all’Eurovision
“Non ci ha fatto piacere cambiare il testo, ma c’è un discorso buonsenso nelle cose – proseguono – Noi diciamo che non ci facciamo cambiare, ma il regolamento è così, Abbiamo pensato fosse più importante partecipare che tenere una parolaccia nel testo che lascia il tempo che trova”.
“Zitti e buoni” arriverà all’Eurovision modificata, sia perché accorciata a 3 minuti, sia perché verranno cambiati due versi: “Vi conviene toccarvi i coglioni” diventerà “vi conviene non fare più errori” e “non sa di che c…o parla” sarà “non sa di che cosa parla”. Il regolamento dell’Eurovision prevede infatti che i brani durino non più di tre minuti e non contengano imprecazioni o linguaggi inaccettabili.
Il “corpo sanitario italiano” è stato candidato al premio Nobel per la Pace
“Medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti – scrive la Fondazione Gorbachev – che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza Covid-19 con straordinaria abnegazione, molti dei quali sacrificando la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia”. La Fondazione Gorbachev si occupa in particolare dell’organizzazione dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, h
«Medici, infermieri e operatori sanitari italiani sono stati ufficialmente candidati al Premio Nobel per la Pace 2021. Un importante riconoscimento per il loro grande impegno, la dedizione e i sacrifici, costanti in tutto questo difficile anno di emergenza». Così il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti via Facebook sostiene la candidatura al Nobel per la Pace dei sanitari italiani in prima linea nella lotta contro il covid. «Tutta Italia non vi ringrazierà mai abbastanza ed è pronta a fare il tifo, ma comunque vada per noi avete già vinto», aggiunge.
Covid Lombardia, bollettino martedì 16 marzo: 4.235 contagi e 81 morti, quasi 300 nuovi ricoveri
Aumentano i casi di Coronavirus in Lombardia: sono 4.235 i nuovi contagi. Nelle ultime 24 ore sono stati purtroppo registrati altri 81 decessi, per un totale dall’inizio della pandemia di 29.380 morti. Aumentano ancora sia i ricoveri in ospedale (più 276 per un totale di 6.474) sia il numero di persone ricoverate in terapia intensiva: sono 765 (più 37 rispetto a ieri). Ecco il bollettino con i dati di martedì 16 marzo sui contagi Covid in Lombardia.
Il lavoro con la settimana corta di 4 giorni e lo stesso stipendio non è un’utopia perché la Spagna si prepara ad avviare la sperimentazione con un progetto pilota che migliorerebbe la qualità della vita dei lavoratori e anche la produttività.
“Con la settimana di 4 giorni di lavoro, ci stiamo lanciando nel vero dibattito della nostra era. Il tempo per realizzare l’idea è arrivato.”
Questo l’annuncio di Errejón su Twitter. In Spagna la sinistra quindi vuole ridurre la settimana lavorativa a 32 ore sfidando le 35 ore dei lavoratori francesi.
In Francia la settimana lavorativa corta è stata portata da 39 ore settimanali a 35 ore. Nel 1997 l’idea fu dell’allora presidente Jacques Chirac, ma divenne legge solo qualche anno dopo nel 2002.
Da quella data in Francia si lavora 4 ore in meno a settimana, mentre in Italia siamo ancora fermi alle 40 ore settimanali.
Ora in Spagna si segue l’esempio francese cercando di trarre benefici da una settimana ancora più corta di 32 ore. E quali sarebbero, secondo i fautori della misura, questi benefici? Nel dettaglio:
il maggior benessere dei lavoratori che aumenterebbero, a fronte delle minori ore di lavoro settimanali, la produttività oraria;
una riduzione dell’inquinamento;
più tempo per la formazione dei lavoratori specie nel campo delle nuove tecnologie;
mantenere alto il potere d’acquisto dei lavoratori e quindi la domanda interna permettendo così di dare una risposta al dilagare dell’intelligenza artificiale impiegandola nelle mansioni ripetitive
Settimana lavorativa corta di 4 giorni: il progetto spagnolo
Il progetto sperimentale della settimana lavorativa corta di 4 giorni in Spagna durerà tre anni e riguarderà solo un certo numero di imprese.
Il governo metterebbe 50 milioni di euro per le imprese disposte ad abbracciare il progetto pilota e lo stato coprirebbe i costi delle stesse:
al 100% nel primo anno;
al 50% nel secondo;
al 33% nel terzo anno.
Le imprese dopo i tre anni con la settimana di 32 ore con l’aiuto del governo, dovrebbero poi valutare se la produttività è aumentata e se questa sia effettivamente fattibile.
Una prova dunque quella che la Spagna, un’utopia forse per l’Italia dove la settimana lavorativa è ancora di 40 ore e forse lo sarà ancora per un po’.
Via libera di Montecitorio alla proposta di istituire una Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19.
Giovedì 18 Marzo 2021 ricorre la Giornata in memoria delle numerose vittime del covid 19. In tale occasione diverse saranno le commemorazioni sia civili che religiose che coinvolgeranno il nostro territorio.
La foto della colonna di camion militari che trasportava i morti Covid di Bergamo fuori dalla città, tra le più colpite dalla prima diffusione del virus, scattata di notte da un balcone, un’immagine sgranata che è diventata una presa di coscienza collettiva.
La Camera ha approvato la proposta di istituire una Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19 per il 18 marzo.
In questa Giornata è previsto che nei luoghi pubblici e privati si osservi un minuto di silenzio per chi, colpito da questa tragedia, non è più con noi. Lo Stato, le regioni e province possono organizzare cerimonie, manifestazioni o iniziative anche in coordinamento con le associazioni interessate in particolare rivolte ai giovani.
Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado nello specifico si adoperano per favorire il ricordo di chi è rimasto vittima del virus e la comprensione dell’impegno internazionale per contrastarlo. Nell’ambito della ricorrenza si rimette alla società concessionaria del servizio pubblico televisivo, radiofonico e multimediale, secondo le disposizioni del contratto di servizio, il compito di assicurare adeguati spazi a temi connessi alla Giornata.
In particolare ogni parrocchia è invitata a suonare le campane “a morto” alle ore 20.00 di giovedì 18 Marzo. Il suono delle campane raggiungerà tutti ovunque si trovino, nelle case, negli ospedali, nei luoghi di lavoro e sarà un invito a sostare in un breve momento di preghiera e di ricordo per le numerose vittime della pandemia.
Entra nel vivo il piano Full Electric di Atm, che sta contribuendo a condurre la città verso una mobilità sempre più sostenibile, confermando le scelte strategiche assunte tre anni fa a favore della transizione ambientale, attraverso l’investimento nelle nuove tecnologie.
Uno sforzo non solo economico, ma la conferma che l’Azienda — anche in un momento di difficoltà e indeterminatezza dovute alla pandemia — prosegue per sostenere il cambiamento di Milano. Una sfida che si rende ancora più necessaria per il futuro ritorno alla normalità del trasporto pubblico locale quale protagonista della mobilità sostenibile cittadina.
I nuovi charger hi-tech per i bus Atm
In questi giorni sono in fase di installazione i primi charger hi-tech in viale Zara. Sono postazioni evolute ad alto contenuto tecnologico che, attraverso un comando Wi-Fi, attivano il pantografo che carica in pochi minuti i bus elettrici. Nelle prossime settimane i primi e-bus a testare la nuova tecnologia saranno quelli delle linee 51, 60 e 82.
Entro il 2021 saranno 14 questi sistemi di ricarica rapida in città: sei in Viale Zara, quattro in piazza IV Novembre, quattro in piazza Bottini a Lambrate. La posa di queste strutture innovative in città è indispensabile per consentire la necessaria autonomia e durata del servizio giornaliero a tutti i bus elettrici che progressivamente entreranno nella flotta Atm, sostituendo quelli tradizionali.
Come funzionano i charger di viale Zara
La ricarica avviene in modo semplice: il bus si posiziona sotto il pantografo che, attraverso il comando Wi-Fi, si connette al mezzo per effettuare il “rifornimento” in 5/8 minuti.
Tali ricariche rapide, unitamente alla possibilità dei mezzi di essere ricaricati di notte nei depositi con le tradizionali colonnine, garantiscono ai bus autonomia pari a 200 chilometri, vale a dire la distanza percorsa in media al giorno.
Un singolo charger ha una potenza istantanea pari a 200 kW e può ricaricare velocemente più autobus durante il giorno. Per il posizionamento in strada i charger sono stati studiati anche nell’aspetto grafico, a rappresentare la sostenibilità e l’impatto zero: le strutture sono allestite con decorazioni di alberi verdi, simbolo d’eccellenza della tutela dell’ambiente e dell’aria.
Il piano Full Electric di Atm
Già oggi il 70% del servizio complessivo della rete di trasporto Atm viene svolto con mezzi a trazione elettrica.
Entro il 2030 è previsto il completo rinnovo della flotta con 1.200 bus elettrici. Questo porterà a una riduzione del consumo di gasolio pari a 30 milioni di litri e delle emissioni di CO2 pari a 75.000 tonnellate all’anno
Il piano prevede un investimento di 1,5 miliardi di € per veicoli e infrastrutture
3 nuovi depositifull electric con spazi verdi in superficie e servizi per il territorio
Adriano Celentano su Instagram ha scritto a Fabrizio Corona. Il Molleggiato, ancora una volta, si è speso per il “re dei paparazzi“. Il suo pensiero si racchiude in poche e semplici parole: “Forse è ora che la politica, anziché intraprendere affari con quei paesi che fanno sparire le persone tagliandole a pezzi, dica qualcosa sull’arrangiamento-giustizia“. Proprio così Celentano ha voluto esprimere ciò che pensava dopo essersi commosso dal racconto fatto da Massimo Giletti a Non è l’Arena su quanto accaduto negli ultimi giorni.
Adriano Celentano si spende per Corona: le sue parole
Dopo aver visto quanto andato in onda domenica scorsa a Non è l’Arena su La7, all’interno del programma di Massimo Giletti, Adriano Celentano si è pronunciato sulla nuova carcerazione di Fabrizio Corona.
Nella lettera – un lungo post su Instagram – Celentano ha espresso tanta commozione per la vicenda umana di Corona, sottolineando di essersi commosso soprattutto per il dolore della madre dell’uomo.
L’artista ha usato parole veramente forti:
“Tu hai fatto tante STRONZATE nella vita, la più grossa e direi la più PERICOLOSA, è quella di aver indotto i GIUDICI a darti una punizione SPROPOSITATA. Con la scusa di sommare le tue colossali CAZZATE, cioè ogni cazzata una punizione, ti hanno dato 14 anni di prigione.
E qui, secondo me, sta la grande INGIUSTIZIA della giustizia italiana. Si danno 14 anni ad uno come te, che ha fatto sì, cose punibili dalla legge, ma non a tal punto da equiparare i tuoi madornali errori di vita a chi uccide una persona. Non si contano i casi di individui che hanno assassinato una o più persone e, solo dopo 5 o 6 anni di buona condotta, escono di prigione“.
Per concludere Celentano ha lanciato un appello a Corona dicendo: “Solo tu puoi aggiustare il sentiero, non solo della tua vita, ma quella di tutte quelle persone che aspettano un tuo segnale, comprese le migliaia di persone che ti seguono su Internet. Io ho un idea!!“.
Fabrizio Corona, Rita Dalla Chiesa: “Lui ha già fatto tanti anni di galera”
L’opinione pubblica, quella televisiva compresa, è dunque schierata su due fronti opposti per quanto riguarda l’ultima vicenda giudiziaria e umana di Fabrizio Corona. Nella puntata di oggi de La vita in diretta, per esempio, Rita Dalla Chiesa è andata un po’ controcorrente schierandosi dalla parte dell’ex Re dei paparazzi. Questo il suo pensiero:
PIANTONATO IN OSPEDALE
Fabrizio è piantonato in ospedale, dove si trova per un trattamento sanitario obbligatorio: si era tagliato i polsi e aveva distrutto con un pugno il finestrino dell’ambulanza andata a prenderlo. Qui ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame e della sete finché non gli sarà concesso di parlare con qualcuno del tribunale di sorveglianza. Il suo legale, Ivano Chiesa, è preoccupato e ha chiesto di aumentarne la sicurezza nonostante sia piantonato da tre agenti: “Fabrizio non sta sicuramente bene, tagliandosi il braccio ha rischiato di uccidersi, e per le ferite che si è procurato al braccio gli sono stati messi 14 punti di sutura”.
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