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venerdì, Novembre 14, 2025
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GOVERNO: cosa succede dopo le dimissioni di Conte di questa mattina

02desk1 dentro apertura speranza conte
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IL COLLE – Quando il Presidente della Repubblica riceve le dimissioni del presidente del Consiglio può decidere, dopo consultazioni dei gruppi parlamentari, di conferire un mandato esplorativo a un personaggio istituzionale (nel 2018 Mattarella lo conferì ai presidenti di Camera e Senato), o dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio uscente (che accetterebbe con riserva), oppure direttamente avviare proprie consultazioni al Quirinale: con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

Le consultazioni gli servono per constatare la situazione e, di conseguenza, assumere decisioni sulla nomina di un nuovo presidente del Consiglio o, eventualmente, sul conferimento di un altro mandato esplorativo. L’ultima ratio, in caso di impossibilità accertata di formare un nuovo esecutivo, è che decida di sciogliere le Camere per andare a elezioni.

GLI AFFARI CORRENTI – Con le dimissioni, e fino al giuramento di un nuovo esecutivo nelle mani del Capo dello Stato, il governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli affari correnti. Tra questi rientra l’eventuale emanazione di decreti legge in casi di necessità e urgenza.

IL PARLAMENTO – In mancanza del rapporto fiduciario, con la crisi di governo si ferma tutta l’attività parlamentare, eccetto che per gli atti urgenti come la conversione dei decreti legge in scadenza. L’attività ordinaria delle Camere riprende solo dopo che il nuovo esecutivo avrà incassato la fiducia da entrambe le Camere.

LA RELAZIONE SULLA GIUSTIZIA – In base alla riforma della legge sull’Ordinamento giudiziario del 2005, entro il ventesimo giorno dalla data di inizio di ciascun anno giudiziario, il ministro della Giustizia rende comunicazioni (cui segue un voto) alle Camere sull’amministrazione della giustizia nel precedente anno. La relazione (in calendario alla Camera per mercoledì 27 gennaio) è di fatto propedeutica alla inaugurazione dell’Anno Giudiziario in Cassazione.

Tuttavia, si registrano due precedenti di relazioni presentate ma non votate. Il primo è stato nel 2008, quando l’allora Guardasigilli Clemente Mastella si recò in Aula a Montecitorio per tenerla a poche ore dall’arresto (ai domiciliari) della moglie Sandra Lonardo. Mastella parlò alla Camera e andò a dimettersi, per cui non ci fu un voto sulla relazione. L’unico precedente di relazione tenuta durante un governo dimissionario risale, invece, all’epoca di Mario Monti nel 2013. Si decise in quella occasione di dare per assolto l’obbligo con la semplice trasmissione della relazione alle Camere senza svolgere le comunicazioni in Aula.

QUINDI COSA POTREBBE ACCADERE?

Il presidente del Consiglio Conte ha annunciato ai suoi ministri le sue dimissioni in un Consiglio dei Ministri, fissato per questa mattina alle 9. Poi salirà al Colle. L’accelerazione si è resa necessaria in vista del voto in Parlamento di mercoledì 27 gennaio sulla relazione sulla Giustizia del ministro Bonafede.

L’esecutivo, a differenza di quanto avvenuto per il voto di fiducia della scorsa settimana, rischia di andare sotto. È possibile infatti che Conte non abbia i numeri, e non riesca ad allargare la sua maggioranza, accogliendo eventuali responsabili, prima del test in Aula.

A quel punto l’ipotesi più probabile sarebbe quella di un reincarico, dopo brevi consultazioni. Sia Pd sia M5s blindano infatti ‘l’avvocato del popolo’, che potrebbe provare a formare un nuovo governo, con una squadra di ministri rinnovata: sarebbe la nascita del Conte ter.

Non si fermano in queste ore le trattative serrate con pezzi di Italia Viva, e con esponenti di Forza Italia. Anche se il leader azzurro Silvio Berlusconi ha ribadito che il suo partito è compatto e ha smentito le indiscrezioni: “Nessuna trattativa è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica”.

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Vaccini covid-19 in Farmacia : firmato l’accordo in Lombardia

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La Regione corrisponderà 6 euro per ogni dose somministrata.

C’è l’accordo per somministrare i vaccini Covid nelle farmacie lombarde. La giunta regionale ha siglato il 25 gennaio 2021 l’intesa con Federfarma Lombardia, Assofarm e la Federazione regionale ordini dei farmacisti per disciplinare le modalità di partecipazione alla campagna vaccinale. La Lombardia si affianca, in questo senso, al Piemonte che aveva già siglato un’intesa simile a inizio gennaio.

L’accordo

La stretta di mano tra le parti dà il via alla fornitura di dosi vaccinali ai presidi territoriali da parte di Ats e Asst e alla somministrazione sotto la supervisione dei medici (affiancati da infermieri o personale qualificato). La Regione riconoscerà sei euro alle farmacie per ogni dose somministrata. “Sulle vaccinazioni in farmacia è auspicabile che accada quello che è successo per i test e tamponi rapidi per la ricerca del Sars-Cov-2, ovvero che pian piano verranno estese a tutte le regioni”. A sottolinearlo il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, commentando l’accordo sottoscritto da Federfarma Piemonte e Assofarm con la Regione (trovando però anche l’allineamento sull’impiego dei medici di famiglia) l’8 gennaio sul sito nazionale della federazione.

Le farmacie, inoltre, si impegnano a partecipare in via sperimentale alla chiusura della campagna antinfluenzale 2020-21, previa autorizzazione Aifa per la somministrazione dei vaccini anti-influenzali.

Ogni farmacia riconosce il centro vaccinale della Asst del distretto come riferimento per la gestione delle casistiche complesse ovvero della necessità di vaccinazione in ambiente protetto.

 

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PhotoFestival: annunciate le date per l’edizione 2021

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La sedicesima edizione di Photofestival, la rassegna milanese di fotografia d’autore promossa da AIF – Associazione Italiana Foto & Digital Imaging tradizionalmente programmata nei mesi primaverili, si terrà per la seconda volta nel periodo autunnale, dal 16 settembre al 31 ottobre 2021 (con inaugurazione il 15 settembre).

Photofestival 2021

Dopo la difficile prova del 2020 quando, a dispetto delle criticità create dall’emergenza sanitaria, l’organizzazione, insieme a tutti gli interlocutori coinvolti, è riuscita a dare vita a un’edizione del festival in qualche modo storica (130 le mostre confermate), si è deciso, visto il perdurare dello stato di incertezza, di collocare anche Photofestival 2021 in autunno, confinando nella possibilità di riaprire i palazzi, gli spazi istituzionali ed espositivi, le gallerie, gli studi fotografici e ritrovare tutti insieme la magia dell’incontro tra le persone, lo scambio culturale, la voglia di viaggiare attraverso la forza delle immagini fotografiche.

La nuova edizione assumerà il titolo significativo “La natura e la città. Segni di un tempo nuovo”. Un tema che vuole stimolare la riflessione sui nuovi paradigmi che si stanno proponendo nei rapporti tra le attività umane e il mondo naturale, con la crescita della consapevolezza che solo la tutela della biodiversità all’interno di un profondo ripensamento del rapporto tra il volume del costruito e le superfici verdi e rinaturalizzate può salvare il nostro futuro. Temi ancora più rilevanti alla luce dei vasti programmi di riqualificazione di interi quadranti della città in via di definizione..

L’edizione “fisica” sarà arricchita e completata da uno spazio virtuale, grazie a un nuovo sito web che consentirà di proporre i contenuti anche in forma digitale, amplificando ulteriormente la possibilità di fruizione da parte del pubblico. Come sempre Photofestival proporrà accanto alle esposizioni un calendario di eventi collaterali che includono workshop, incontri, presentazioni, lettura portfoli.

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Fuorisalone Design City Edition: l’edizione 2021 torna ad aprile

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Il Fuorisalone è pronto a tornare a Milano e, come anticipato lo farà in due fasi separate. La prima si terrà ad aprile con un format che unisce la presenza fisica e quella online mentre il secondo appuntamento sarà a settembre in concomitanza col Salone del Mobile di Milano.

Fuorisalone 2021

Il primo appuntamento col Fuorisalone sarà dunque dal 12 al 18 aprile 2021 con Fuorisalone Design City Edition.

Il tema proposto per questa prima parte dell’evento più atteso di Milano ha come tema le “Forme dell’Abitare”. L’idea è quella di riflettere sugli spazi abitativi, che inevitabilmente hanno assunto centralità nelle nostre vite, e come si evolveranno in futuro. Ma sarà anche un’occasione per allargare la riflessione ai temi dell’ambiente, della città e delle sue relazioni, e di come stanno cambiando alla luce del delicato momento storico che stiamo vivendo. Il concetto dell’Abitare contemporaneo nelle sue diverse forme è al centro di questo delicato scenario, ormai stravolto nelle regole e abitudini, e viene indagato tra design, arte, architettura e antropologia, con particolare attenzione ai temi del design circolare, della sostenibilità e del wellbeing.

Durante la settimana che va dal 12 al 18 aprile, accanto ai momenti di incontro, non mancherà la presenza online con preview di prodotti, tavole rotonde, virtual events, webinar che prenderanno forma grazie al supporto dei partner coinvolti.

Successivamente il Fuorisalone tornerà con la sua Design Week Edition a settembre, dal 4 al 10 in concomitanza con Salone del Mobile Milano.

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Burghy ritorna a Monza anche se solo momentaneamente

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Chi è nato prima degli anni ’90 lo ricorderà sicuramente: Burghy, il brand dai panini e patatine fritte italiano. Ora, dopo anni di assenza è ricomparso a Monza dove alcune vetrine hanno riportato il logo del brand. Ma la triste realtà purtroppo è diversa da come appare.

Burghy a Monza

Le vetrine di Corso Milano a Monza hanno lasciato ben sperare in un grande revival di uno dei brand più amati comprato poi dall’americano McDonald’s. In realtà purtroppo non ci sarà nessuna riapertura di Burghy ne a Monza ne altrove ma si tratta solamente di una trovata pubblicitaria.

Le vetrine di Corso Milano 11 che riportano il logo non sono altro che una trovata per nascondere i lavori di ristrutturazione del locale in vista dell’apertura di Burgez. L’idea è stata dello stesso fondatore Simone Ciaruffoli che ha dichiarato “il mio è stato solamente un atto d’amore”. Atto d’amore o no, sicuramente ha avuto un notevole impatto mediatico, a riprova che la nostalgia è davvero una canaglia!

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TOKYO 2021: Italia verso l’esclusione dalle Olimpiadi per colpa di un decreto

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Si va verso l’esclusione dall’Italia dalle Olimpiadi: è questa la decisione del Cio che verrà ufficializzata mercoledì alle 17:30.

Senza un decreto legge in 24 ore che risolva la questione dell`autonomia del Coni la figuraccia sarà globale.

Gli atleti come Federica Pellegrini o Gregoria Paltrinieri, giusto per citarne due, potranno gareggiare solo come atleti indipendenti senza bandiera e inno come successo alla Bielorussia di Lukashenko e la Russia degli scandali doping.

Una figuraccia mondiale anche in ottica di Milano-Cortina 2026 e vorrebbe dire anche la sospensione dei finanziamenti del Cio all’Italia.

Insomma, una situazione delicatissima che solo il governo potrebbe sbloccare in extremis perché a Losanna hanno tutto pronto per ratificare l’esclusione dell’Italia dalle prossime Olimpiadi. Un caso politico senza precedenti visto che il decreto per dare autonomia al Coni è pronto, ma non viene ancora approvato.

TOKYO 2021, smentita la cancellazione. Ipotesi a porte chiuse

La “bomba mediatica” sganciata dal Times alcuni giorni fa, relativamente a una cancellazione dei Giochi Olimpici di Tokyo, ha avuto delle immediate reazioni.

Da parte dell’asset governativo nipponico è arrivata una secca smentita, sostenendo che vi sia la determinazione e la volontà di organizzare le Olimpiadi, tenendo conto della situazione complicata a causa del Covid-19. Nello stesso tempo, dal CIO è stato emanato un comunicato nel quale si è detto con forza che quanto riportato dall’autorevole testata britannica fosse assolutamente falso.

Un contesto difficile quello giapponese, con un numero di casi crescente, 11 delle 47 prefetture del Paese in stato di emergenza fino al 7 febbraio e un’opinione pubblica molto preoccupata per gli effetti della pandemia.

Ecco che un pensiero è stato espresso dal presidente della IAAF Sebastian Coe che, in un’intervista alla BBC, ha chiarito il suo punto di vista in merito, ritenendo che ci siano possibilità che i Giochi si possano tenere a porte chiuse: “Mi piacerebbe avere gli appassionati, ma se l’unico modo per garantire sicurezza è quello delle porte chiuse, penso che lo si possa accettare“, le parole di Coe che ha aggiunto: “Non credo che la cancellazione delle Olimpiadi sia una cosa realistica“, in merito a quanto detto precedentemente.

Da questo punto di vista, per il n.1 della IAAF si tratta di una sfida che si può vincere: “Ci sono due differenze davvero grandi rispetto al 2020: uno è il vaccino e l’altro aspetto riguarda gli atleti che si stanno allenando, avendo accesso alle aree preposte per la preparazione, e gareggeranno“.

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VACCINO PFIZER: l’azienda spiega “C’è fraintendimento, ridotto il numero di fiale, non di dosi”

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VACCINO PFIZER: l’azienda spiega “C’è fraintendimento, ridotto il numero di fiale, non di dosi”

“Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime”. Lo ha ribadito l’azienda stessa contattata da Sky TG24. La società farmaceutica statunitense ha anche specificato che “dall’8 al 18 Gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c’è stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso. Quello che sta accadendo è frutto di un fraintendimento nel conteggio delle dosi che non è il conteggio delle fiale”.

Ma il Commissario straordinario per l’Emergenza, Domenico Arcuri attacca le aziende produttrici di vaccini: “Stanno trattando 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l’Italia sia più penalizzata di altri. Queste aziende non producono bibite e merendine – ha proseguito Arcuri riferendosi alle case farmaceutiche che hanno annunciato i ritardi – Si sono impegnate a dare una certa quantità di vaccini che sono molto più importanti delle bibite e merendine. Se avessimo i vaccini che sono stati annunciati dalla aziende farmaceutiche – rincara – entro l’autunno potremmo vaccinare fino a 45 milioni di italiani, ma non credo a queste aziende. Io voglio vedere i vaccini. Ci possono essere delle asimmetrie, secondo cui le poche cose che si producono non per forza vadano nei luoghi dove devono andare” ha detto ancora il Commissario straordinario per l’Emergenza, alla domanda su dove finissero i vaccini non recapitati all’Europa.”Ovviamente questo non lo so”, ha aggiunto Arcuri, che in merito all’ipotesi che i vaccini non recapitati siano invece finiti in altri Paesi più ricchi, ha risposto: “Spero che questo non sia vero, so che all’Europa sono stati dati meno vaccini di quanto doveva riceverne e che con la vita delle persone non si gioca”.

Le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da AstraZeneca “faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione. Da domani le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari”. Così il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri a ‘Domenica In’ su Rai1. “Tra due settimane, se tutto va bene – ha aggiunto Sileri – avremo un mercato con i 3 vaccini: il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80”. “Questo tipo di rallentamento – ha poi concluso – coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato più avanti”. “Per ovviare ai problemi sulla linea produttiva servirebbe un accordo quadro a livello europeo – ha aggiunto Sileri – che consentisse di operare per conto terzi, realizzando una sinergia tra le compagnie oggi operative e altre realtà attualmente non impegnate nella produzione dei vaccini. Questo potrebbe aumentare in maniera incisiva la velocità di produzione”.

 

VACCINO PFIZER: l'azienda spiega "C'è fraintendimento, ridotto il numero di fiale, non di dosi"
VACCINO PFIZER: l’azienda spiega “C’è fraintendimento, ridotto il numero di fiale, non di dosi”

Intanto la Ue intende “fare rispettare i contratti firmati” dalla Pfizer sui vaccini, se necessario anche ricorrendo a mezzi legali. Lo ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ospite della trasmissione ‘Grand Rendez-vous’ della radio Europe 1. “Possiamo utilizzare a questo scopo tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione”, ha affermato Michel.

“È evidente che, se i vaccini non ci sono, slitta di qualche settimana o mese l’immunità di gregge. Non dipende da noi ma dalle aziende che forniscono i vaccini”, ha spiegato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a SkyTg24 confermando che i richiami saranno “fatti e garantiti” ma che il piano va rimodulato “in base ai numeri ridotti”. “Pretendiamo che quei numeri siano ripristinati” ha aggiunto, sottolineando che “se ci sono problemi produttivi” per i ritardi “devono spiegarceli” ma, “se i vaccini destinati all’Ue finiscono in altri continenti, è molto grave”.

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SILERI: il piano vaccinale Covid cambia, ritardo di 4 settimane per gli over 80 anni

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SILERI: Il governo al lavoro per correggere il piano presentato da Speranza il 2 dicembre: entro fine marzo meno di 15 milioni di dosi contro i 28 milioni delle previsioni iniziali.

Nei primi tre mesi 2021 saranno vaccinati solo 7 milioni di italiani: tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici.

Dopo i ritardi di Pfizer e di AstraZeneca il governo è costretto a rimettere mano al piano vaccini e a rivedere gli obiettivi. A subire ritardi nella vaccinazione saranno i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.

Lo stesso ministro delle Regioni Francesco Boccia deve ammettere che «slitterà di qualche settimana o mese l’immunità di gregge» ma verranno garantiti i richiami.

E il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri quantifica i ritardi: le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da AstraZeneca «faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione».

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Apertura palestre e piscine : ” Sì al passaporto vaccinale per riaprire velocemente “

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BASTA RIAPRIRE IN FRETTA, OK ANCHE A CERTIFICATI SANITARI

L’idea di un certificato di vaccinazione piace a piscine e palestre. “Sì al passaporto vaccinale e a qualsiasi strumento riconosciuto dai sanitari che consenta di riaprire presto e tornare alla normalità”, dice Giorgio Averni, presidente del circolo Antico Tiro a Volo, a Roma, al Messaggero. Gli fa eco Paolo Barelli, presidente Federazione Italiana Nuoto: “Il passaporto vaccinale sarebbe, certamente, un bel mezzo per riaprire le attività”. Della stessa opinione anche Marco Bisciaio, referente nazionale Parkour-Federazione Ginnastica d’Italia: “Ben venga il passaporto vaccinale. Chiudere le palestre è stato un errore”.

ECCO I PARERI

“Ricevo continuamente telefonate di persone che vorrebbero poter accedere agli impianti sportivi e nonostante sappia bene quanto, in particolare per alcune, sarebbe importante e utile, sono costretto a dire no”, spiega Averni al quotidiano. “Occorre che ci siano i vaccini. Stando alle stime dei tecnici, forse per luglio avremo una percentuale alta di vaccinati. Temo, però, che a quel punto molte piscine saranno fallite. Lo sport non è solo quello dei grandi campioni, è un elemento essenziale per il benessere psicofisico delle persone e mi pare che questo sia stato dimenticato dalla politica”.

“Lo sport rafforza le difese immunitarie ed è importante pure a livello psicologico. Inoltre, le varie strutture hanno lavorato per mettere in sicurezza i locali. Ci sono bimbi tra i 5 e i 7 anni, ad esempio nella ginnastica artistica, che stavano facendo attività preparatoria all’agonismo. Se non consentiamo loro di farla per un anno o due, i risultati li vedremo tra un paio di Olimpiadi. In altri Paesi, la preparazione è andata avanti”, dichiara Bisciaio.

“Da cittadina ammetto che il passaporto vaccinale mi pare una forzatura perché tocca la privacy ma è benvenuto se serve per far ripartire le attività, che ormai, in molti casi, sono al collasso economico e psicologico. Siamo chiusi da un anno e, con il Decreto Ristori, abbiamo ricevuto 4000 euro e poi altri duemila. Una somma insufficiente a coprire le spese. C’è chi non se ne cura e va avanti non pagando. E c’è chi, non riuscendo a mantenere gli impegni presi, giunge a gesti estremi”, racconta Laura Filipponi, responsabile Lungotevere Fitness.

“Sì al passaporto vaccinale e agli strumenti per riaprire in sicurezza. Da quando sono state chiuse le palestre, abbiamo dovuto sospendere l’insegnamento delle tecniche di difesa personale, le violenze però non si sono fermate, anzi, l’isolamento in casa ha peggiorato molte situazioni”, conclude Deborah Carravieri, istruttrice Difesa Donna presso Bono Academy-Sesto San Giovanni.

IL PUNTO SUI CONTAGI DATI DI DOMENICA 23 GENNAIO

I nuovi casi di Coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore sono stati 11.629 (ieri erano stati 13.331). Dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese i contagi sono 2.466.813.

Sono questi i dati che emergono dal bollettino di oggi, domenica 24 gennaio . I decessi Covid registrati in Italia nell’ultima giornata sono stati 299 (ieri erano 488), per un totale di 85.461 morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

 

 

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Lombardia ritorna in zona arancione, ecco i negozi e le attività che possono riaprire

zona rossa zona arancione 2
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A seguito dell’ordinanza del Ministro della Salute che pone la Regione Lombardia in zona ‘arancione’ a partire da domenica 24 gennaio .

Ancora da capire gli errori di questa settimana in zona rossa, dopo le dichiarazioni di ieri :

-Moratti : Il ministro della Salute, Roberto Speranza, “ha detto che non eravamo in zona rossa, ma pretendeva che dicessimo che era stato un errore nostro.
-Speranza: “La Lombardia ha trasmesso dati errati poi li ha rettificati”
I commercianti intanto hanno avviato una class action per chiedere risarcimento per questa settimana di chiusura a quanto pare senza motivo .

LE REGOLE DELLA ZONA ARANCIONE

Nella mia area sono aperti ristoranti, pizzerie, pasticcerie e altre attività di ristorazione? È consentito il consumo di cibi e bevande al loro interno?

In quest’area è sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze.
Dalle 5 alle 22 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, come segue:
– dalle 5 alle 18, senza restrizioni;
– dalle 18 alle 22, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina (e altri esercizi simili – codice ATECO 56.3) o commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25).
La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati.

A quali regole devono attenersi i commercianti, che svolgono attività diverse da quelle di ristorazione, e i gestori degli esercizi commerciali al dettaglio che sono aperti?

Non sono previste limitazioni alle categorie di beni vendibili. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Le attività commerciali al dettaglio si svolgono comunque a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni.

Cosa prevede il decreto per lo svolgimento delle funzioni religiose?

Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni.

È possibile andare in palestra/piscina o in altre strutture sportive per fare attività motoria/sportiva? 

Le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP. È consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli.

Quali sono le regole sugli spostamenti in vigore nella mia Regione? 

Fino al 5 marzo 2021, in area arancione, è consentito spostarsi all’interno del proprio Comune, tra le 5 e le 22, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate.
Gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Dal 16 gennaio 2021 è venuta meno l’esclusione delle cd. seconde case ubicate dentro e fuori regione dal novero delle proprie abitazioni cui è sempre consentito il rientro.

Gli spostamenti devono essere giustificati in qualche modo? È necessario produrre un’autodichiarazione? 

Dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio Comune. Per spostamenti verso altri Comuni, nonché dalle 22 alle 5 anche all’interno del proprio Comune, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti. Si ricorda poi che, ai sensi del Dpcm, sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
Sarà possibile attestare la legittimità dello spostamento anche mediante autodichiarazione, che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e alle polizie locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato. La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo, per esempio, adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata.

 

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Lombardia zona rossa ingiustamente, Fontana: chiederò al governo che ci siano risarcimenti

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Covid Lombardia, Fontana: chiederò ci siano risarcimenti

Continua lo scambio di accuse “sull’errore” che avrebbe portato l’Iss a inserire la Lombardia in zona rossa. “Se da domenica la Lombardia tornerà arancione lo deve esclusivamente al fatto che noi abbiamo contestato i conteggi del governo“, ha attaccato il presidente della Regione, Attilio Fontana, sottolineando, nel corso di una conferenza stampa con l’assessore al Welfare Letizia Moratti, che non rinuncerà al ricorso al Tar.

“Volevo anticipare che alla prossima riunione della conferenza delle Regioni avanzerò al governo la richiesta che nell’ambito del prossimo scostamento autorizzato dal parlamento venga inserita esplicitamente una somma che equivale a quello che è stato il danno che le nostre categorie hanno subito”: lo ha detto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in un punto stampa in Regione parlando dei risarcimenti danni che alcune categorie hanno già annunciato di voler chiedere.
“La cosa che mi ha fatto arrabbiare è che l’Istituto Superiore della Sanità, parlando con i tecnici dell’ispettorato al Welfare ci ha chiesto di implementare alcune nozioni. Noi non abbiamo mai sbagliato a dare i nostri dati, non abbiamo mai rettificato, abbiamo solo risposto ad una loro richiesta”. Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Lombardia, il presidente della Regione Attilio Fontana.

Moratti: “Speranza voleva che ci assumessimo colpa”

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, “ha detto che non eravamo in zona rossa, ma pretendeva che dicessimo che era stato un errore nostro. Non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le nostre imprese”. Lo ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, parlando del caso dei dati errati che avevano portato la Lombardia in zona rossa.

Fontana: “Avanti con ricorso al Tar”

Certamente – ha detto parlando del ricorso al Tar – salterà l’udienza di lunedì prossimo che era sulla sospensione dell’ordinanza di Speranza del 16 gennaio” che è già stata sospesa dallo stesso ministro, ma “andremo avanti perché la verità dei fatti sia acclarata” anche a livello giudiziario. Per questo la Regione intende impugnare anche “il verbale della Cabina di regia, del Cts e e l’ordinanza” del ministro Speranza nella parte in cui si dice che la Lombardia ha rettificato i dati.

Speranza: “La Lombardia ha trasmesso dati errati poi li ha rettificati

Non si è fatta attendere la risposta del ministro Speranza. “La relazione dell’Istituto Superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. Senza l’ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa”, ha fatto sapere Speranza con una nota.

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Rallentamento vaccini anche da AstraZeneca ,Conte: “Violazioni contrattuali. È inaccettabile”

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speranza conte

Ecco la dichiarazione del Premier Conte

“Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti.
Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi europei delle dosi di vaccino già programmate e questo sta penalizzando proprio i Paesi che, come l’Italia, stanno correndo più velocemente: le Regioni italiane sono costrette a rallentare le nuove somministrazioni per assicurare il richiamo alle persone già vaccinate. Ma ancora più preoccupanti sono le notizie di ieri diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è in attesa di essere presto distribuito anche nell’Unione Europea. Se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni.
Questa mattina il ministro Speranza e il commissario Arcuri hanno incontrato con urgenza i vertici di Astrazeneca Italia, che però hanno confermato il ridimensionamento della capacità produttiva.
Tutto questo è inaccettabile. Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea.
Questi rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia.
Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale.”
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Lombardia in zona arancione : Milano per la scuola . Firmata l’ordinanza sui nuovi tempi della città

banchi con divisori
banchi con divisori

A seguito dell’ordinanza del Ministro della Salute che pone la Regione Lombardia in zona ‘arancione’ a partire da domenica 24 gennaio, il Comune di Milano dà attuazione al ‘Patto Milano per la scuola’ attraverso un’apposita ordinanza firmata oggi dal sindaco Giuseppe Sala.

Il piano dei tempi della città, stabilito insieme alla Prefettura di Milano e condiviso da tutte le parti sociali, le istituzioni pubbliche, i gestori del trasporto, il commercio, le aziende e gli ordini professionali, è pensato per riorganizzare gli spostamenti tra le 7 e le 10 del mattino, la fascia oraria più congestionata del trasporto pubblico.

Nel dettaglio l’ordinanza vieta, dalle 6 alle 10,15, l’esercizio di attività commerciali al dettaglio non alimentare in sede fissa, sia negli esercizi di vicinato sia nelle medie e grandi strutture di vendita, compresi quindi mercati coperti, centri commerciali, gallerie e parchi commerciali.

Da questo divieto sono esclusi le edicole e i tabacchi, le farmacie e le parafarmacie.

Per le attività afferenti ai servizi per la persona, il divieto va dalle 6 alle 9.30. Sempre a partire dalle 9.30 sarà consentita l’apertura degli uffici pubblici (che dovranno operare preferibilmente previo appuntamento).

IL LAVORO

Per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, agli enti e alle aziende che erogano servizi al pubblico (come quelli di tipo bancario, finanziario e assicurativo) la raccomandazione a organizzarne l’apertura a partire dalle ore 9,30 e preferibilmente previo appuntamento.
Alle attività produttive di tipo manifatturiero si chiede l’impegno ad anticipare entro le ore 8 l’orario di inizio.
Ai professionisti e ai consulenti si raccomanda di ricevere su appuntamento a partire dalle 10.
A tutti i datori di lavoro si chiede di favorire lo smartworking, scaglionando gli ingressi del personale presente in servizio a partire dalle 9,30.

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Lombardia zona arancione: è stata indicata rossa per errore, da lunedì aprono i negozi e le scuole

fontana speranza
fontana speranza

ll ministro della Salute annulla gli effetti dell’ordinanza del 16 gennaio che aveva inserito in zona rossa la Lombardia. Una decisione presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla Regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla Cabina di regia”. Diventa arancione anche la Sardegna. Restano gialle 4 regioni più la Provincia autonoma di Trento: sono Campania, Basilicata, Molise e Toscana. Confermate rosse Sicilia e Bolzano .

La decisione, si legge nell’atto, è stata presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla Regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla Cabina di regia”. “La sfida contro il virus è ancora dura. Ma questa settimana, in Italia, abbiamo nuovamente Rt sotto 1. Dobbiamo continuare sulla strada della prudenza per resistere nelle prossime settimane e intensificare ancora la campagna di vaccinazione”, aveva scritto Speranza su Fb

In “zona arancione” bar e ristoranti sarebbero comunque rimasti chiusi, ma i negozi avrebbero potuto restare aperti, peraltro in un periodo cruciale come il mese dei saldi. Repubblica scrive che secondo alcune stime il danno per i circa 10mila negozianti costretti a chiudere domenica 17 gennaio siano stati di almeno 100 milioni di euro.

In un’intervista a Repubblica, la vicepresidente della Regione Lombardia e assessora al Welfare Letizia Moratti ha spiegato così la vicenda: «Nessuna rettifica, a seguito di un approfondimento relativo all’algoritmo dell’ISS, condiviso con lo stesso, per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, abbiamo inviato la rivalorizzazione di dati richiesta che ci auguriamo porti alla revisione dell’assegnazione di zona rossa».

L’annuncio del presidente Attilio Fontana :

“La Lombardia passa in zona arancio, è ufficiale.
Negozi aperti. Da lunedì scuole medie e superiori in presenza.
La sola presentazione del ricorso al Tar del Lazio contro decisioni inique, tutte romane, ha contribuito a raggiungere il risultato.
Ai professionisti della mistificazione, ribadisco ancora una volta che i ‘dati richiesti’ alla Lombardia sono sempre stati forniti con puntualità e secondo i parametri standard.
A Roma dovrebbe chiedersi come mai Regione Lombardia abbia dovuto segnalare il ‘mal funzionamento’ dell’algoritmo che determina l’Rt dell’ISS.
Chi, invece, sostiene il contrario lo dimostri con atti concreti e non manipolando la realtà a uso propagandistico contro la Lombardia.”

LE REGOLE DELLA ZONA ARANCIONE

Nella mia area sono aperti ristoranti, pizzerie, pasticcerie e altre attività di ristorazione? È consentito il consumo di cibi e bevande al loro interno?

In quest’area è sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze.
Dalle 5 alle 22 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, come segue:
– dalle 5 alle 18, senza restrizioni;
– dalle 18 alle 22, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina (e altri esercizi simili – codice ATECO 56.3) o commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25).
La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati.

A quali regole devono attenersi i commercianti, che svolgono attività diverse da quelle di ristorazione, e i gestori degli esercizi commerciali al dettaglio che sono aperti?

Non sono previste limitazioni alle categorie di beni vendibili. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Le attività commerciali al dettaglio si svolgono comunque a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni.

Cosa prevede il decreto per lo svolgimento delle funzioni religiose?

Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni.

È possibile andare in palestra/piscina o in altre strutture sportive per fare attività motoria/sportiva? 

Le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP. È consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli.

Quali sono le regole sugli spostamenti in vigore nella mia Regione? 

Fino al 5 marzo 2021, in area arancione, è consentito spostarsi all’interno del proprio Comune, tra le 5 e le 22, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate.
Gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Dal 16 gennaio 2021 è venuta meno l’esclusione delle cd. seconde case ubicate dentro e fuori regione dal novero delle proprie abitazioni cui è sempre consentito il rientro.

Gli spostamenti devono essere giustificati in qualche modo? È necessario produrre un’autodichiarazione? 

Dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio Comune. Per spostamenti verso altri Comuni, nonché dalle 22 alle 5 anche all’interno del proprio Comune, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti. Si ricorda poi che, ai sensi del Dpcm, sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
Sarà possibile attestare la legittimità dello spostamento anche mediante autodichiarazione, che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e alle polizie locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato. La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo, per esempio, adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata.

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Lombardia arancione da domenica ? Fontana: ‘Da noi dati sempre corretti’ Basta calunnie dal governo !

fontana speranza
fontana speranza

I tecnici della Regione dovrebbero trasmettere al ministero della Salute i nuovi dati, ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt nell’ultimo monitoraggio. Il ministro Speranza potrebbe dunque firmare la nuova ordinanza con il cambio di fascia già da domenica .

Ma il Presidente Fontana non ci sta e replica alle accuse mosse dal Governo :

“La Lombardia deve essere collocata in zona arancione.
Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette.
A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze.”
La Lombardia ha intenzione di chiedere di nuovo al Governo di tornare in zona arancione. È quanto riporta il Corriere della Sera, secondo cui i tecnici della Regione dovrebbero trasmettere al ministero della Salute i nuovi dati, ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt nell’ultimo monitoraggio. Il ministro Roberto Speranza, una volta ricevuta la valutazione da parte della “cabina di regia”, potrebbe così firmare l’ordinanza che cambia la fascia, permettendo alla Lombardia di tornare arancione già a partire da domenica

I PARAMETRI DELL’ INDICE RT

In settimana, Il governatore Attilio Fontana ha fatto sapere di aver presentato ricorso al Tar contro la zona rossa disposta dall’ultima ordinanza ministeriale. Decisione assunta in quanto l’indice Rt comunicato nell’ultimo monitoraggio era superiore a 1,25, soglia che, in base ai nuovi criteri, fa scattare automaticamente la fascia più restrittiva. La Lombardia, però, ritiene che il dato non sia veritiero per quanto riguarda la situazione attuale, in quanto “in ritardo rispetto al contagio”.

Stando a quanto apprende l’ANSA, con una nota nella giornata di ieri, la Regione ha fatto sapere di aver inviato una serie di “dati aggiuntivi” per “ampliare e rafforzare i dati standard trasmessi nella settimana precedente”. In base all’ultimo monitoraggio, la Lombardia ha un Rt medio a 0,82 (0,78-0,87).

Intanto si aspetta il bollettino odierno per conoscere i nuovi dati .

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I Koala sono stati decimati dai numerosi incendi in Australia, allarme rischio estinzione .

koala rischio estinzione
koala rischio estinzione

Gli incendi dello scorso anno in Australia hanno distrutto 19 milioni di ettari di foreste e oltre 1 miliardo di animali sono stati uccisi dalle fiamme.

Abbiamo già perso il 95% dei Koala! Entro il 2050 potrebbero scomparire per sempre
Ora i koala sopravvissuti non hanno più una casa. Delle foreste che li ospitavano è rimasta solo cenere.

Una stagione terribile per i koala quella degli incendi che hanno devastato l’Australia dalla metà del 2019 fino a febbraio 2020. Un comitato governativo incaricato delle ricerche ha stabilito che sono morti oltre 60mila piccoli marsupiali e ne rimangono tra i 15 e 20 mila, molto meno di quanto si pensava con le prime stime. L’allarme estinzione, lanciato anche dal Wwf è chiaro: spariranno entro il 2050 se non si correrà urgentemente ai ripari con misure drastiche, Da molto tempo i koala vivevano in una situazione difficile malnutriti e disidratati per la siccità e le sempre più frequenti ondate di calore, con gli incendi poi la situazione è precipitata.  

Il report

Secondo il report del Wwf le peggiori perdite di koala si sono registrate a Kangaroo Island, con 40.000 individui potenzialmente colpiti e nelle foreste di Victoria, dove vivevano 11.000 di questi preziosi marsupiali. Altre importanti popolazioni di koala sono state messe in ginocchio dal fuoco nel New South Wales, dove si stima che 8.000 koala siano rimasti coinvolti negli incendi, quindi uccisi o feriti.

Il programma per salvare il koala

Per il Wwf un mondo senza koala non è immaginabile: per questo, all’interno del piano di rinascita “Regenerate Australia”, ha creato il progetto Koalas forever, che ha l’obiettivo di raddoppiare il numero di koala sulla costa orientale dell’Australia entro il 2050, supportando la ripresa delle popolazioni residue della specie all’interno del “Triangolo dei Koala”. Oltre alla costruzione di nuove cliniche veterinarie, in grado di fornire le cure agli animali selvatici feriti, il progetto prevede il ripristino dell’habitat del koala e l’utilizzo di cani per il rilevamento dei koala feriti. Per accudire ogni animale servono tempo e pazienza, e il Philip Island Nature Parks continuerà a monitorare e a garantire che la salute e il benessere dei koala siano una priorità assoluta. wwf.it/adottaunkoala

 

ECCO QUALCHE CURIOSITA’

 

Solo il 5% dei koala è ancora in vita

Gli incendi dello scorso anno hanno decimato le foreste australiane e gli animali che le abitavano.

I koala sono ancora sofferenti e hanno perso la loro casa.

Aiutaci a curarli nei nostri Centri di Recupero e a piantare 1 milione di alberi per ripristinare il loro habitat.
Adotta ora e aiutaci a proteggere i koala e salvarli dall’estinzione. Qui tutte le info : wwf.it/adottaunkoala

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MANFREDI: “A FEBBRAIO Università in modalità mista,con presenza al 50%”

esami uni
esami uni

Al termine del periodo dedicato agli esami, a febbraio la didattica università ripartirà “in modalità mista, con presenza al 50% in aula”.

L’annuncio arriva dal ministro dell’Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, che spiega di aver “sollecitato i rettori a predisporre piani per la riapertura dell’attività”

Dopo il consueto periodo di esami, “la ripresa della didattica universitaria avverrà dalla seconda metà di febbraio: ho sollecitato i rettori a predisporre piani per la riapertura dell’attività a febbraio. Il nuovo Dpcm consente di poter tornare secondo lo schema settembre” dunque con “didattica mista con presenza al 50% in aula”. Così Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della ricerca, durante una videoconferenza dell’ateneo di Bologna. “Ovviamente ci sarà una valutazione con i comitati regionali perché l’Università impatta molto sul sistema dei trasporti”.

Università, Manfredi: “Disponibili a proroga anno accademico”

Il ministero è disponibile: se ci sarà una richiesta da parte della conferenza dei Rettori di operare una proroga, questo sicuramente sarà in attenzione del ministero e provvederemo di conseguenza. Credo che sarà una decisione dei prossimi giorni”. Così Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della ricerca, durante una videoconferenza dell’ateneo di Bologna, risponde a una domanda su una eventuale proroga dell’anno accademico.

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La Statale di Milano è la prima università in Europa per studi-ricerche sul covid-19

coronavirus farmaco artrite gratis
coronavirus farmaco artrite gratis

Ricerca sul Covid : l’Università di Milano prima in Europa e quarta al mondo per ricerca

L’Università Statale di Milano è il primo ateneo in Europa ed in quarto al mondo, preceduta dalle due università di Wuhan e dalla Harvard Medical School, per articoli scientifici sul Covid-19. Ben 287 paper e questo ha portato l’Italia ad una posizione di vertice internazionale. Lo ha certificato la rivista Science, che ha riportato la graduatoria delle istituzioni che hanno maggiormente contribuito alla ricerca su Covid-19 in termini di articoli pubblicati nel primo semestre del 2020. Allargando la classifica anche agli istituti di ricerca, la Statale scala di un solo posto, cedendolo a INSERM in Francia, l’Istituto Nazionale per la Salute e la ricerca biomedica.

«Un riconoscimento eccezionale – commenta la prorettrice a Ricerca e Innovazione Maria Pia Abbracchio -. Considerando le sole istituzione accademiche e che l’Inserm è in realtà costituita da 34 distinte Unità di ricerca sparse sul territorio francese, la produzione scientifica della Statale di Milano la porta, con l’Italia, ai vertici»

Nell’articolo di Science, la produzione scientifica mondiale sulla pandemia viene ripercorsa sulla base temporale di come il virus si è propagato nel mondo, evidenziando come, al di là di teorie complottistiche e speculazioni politiche, gli scienziati cinesi abbiano cercato, fin dalla comparsa dell’infezione, di condividere le loro conoscenze sul nuovo virus con i ricercatori e i medici degli altri paesi, con prime pubblicazioni nel gennaio 2020 che si sono poi diradate a partire da marzo, mentre la pandemia si acuiva in Europa.

«Al di là del numero delle pubblicazioni scientifiche, la rilevanza del contributo della Statale risiede nell’ampiezza e importanza delle tematiche studiate, che spaziano dalle origini e modalità di circolazione del virus, agli avanzamenti forniti alle procedure per la diagnosi, il tracciamento e la cura dell’infezione e delle sue conseguenze a lungo termine, fino alla recente retro-datazione dell’inizio della pandemia a settembre-novembre 2019, ben prima della comparsa ufficiale del virus» conclude la Prorettrice Abbracchio.

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Misure anti smog in tutta la regione : stop alla circolazione delle auto Euro 4 Diesel e regolazione temperatura edifici

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Da venerdì 22 gennaio scattano le misure anti smog in tutta la regione

Saranno costrette a fermarsi le auto Euro 4 Diesel dalle 8.30 alle 18.30 e la temperatura all’interno degli edifici non potrà superare i 19 gradi. La decisione arriva da Pirellone che continua a incoraggiare i lavoratori allo smartworking.

Considerato il perdurare dei superamenti delle concentrazioni di PM10, da venerdì 22 gennaio sono attive le misure temporanee antinquinamento di primo livello in tutte le province della Lombardia.

Le misure temporanee entrano in vigore nei Comuni sopra i 30.000 abitanti e in quelli aderenti su base volontaria.

Le misure di limitazione temporanee di primo livello si applicano a:

– veicoli fino a euro 4 diesel (NB: dall’11 gennaio 2021 sono sottoposti a limitazioni anche se con FAP idoneo),

– riscaldamento domestico (riduzione di 1 grado delle temperature nelle abitazioni),

– agricoltura (divieto di spandimento liquami zootecnici),

– combustioni all’aperto (divieto assoluto di: accensione fuochi, falò, barbecue, fuochi d’artificio).

Si raccomanda inoltre la massima adozione dello smartworking.

Oltre allo stop degli Euro 4, in regione scatta anche il divieto assoluto di combustioni all’aperto e il limite delle temperature all’interno degli edifici a 19 gradi. Un divieto che, in questo caso, si applica a tutti i Comuni interessati, non solo ai più grandi. E ancora: dal Pirellone fanno sapere che “è convalidato anche il divieto di spandimento dei reflui zootecnici, salvo iniezione diretta o interramento immediato”.

 

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La street art colora le piazze di Milano

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Guai a dire che Milano è una città grigia! E’ vero il tempo a volte la fa proprio apparire così, ma ormai il colore è sparso in tutta la città! L’ultima novità? La street art dai muri arriva alle pizze di Milano e in particolare in zona Loreto e Isola grazie alla street artist Camilla Falsini.

La street art colora le piazze di Milano

Camilla Falsini, insieme all’agenzia Jungle, si è aggiudicata il bando comunale Piazze Aperte. Grazie ad esso ha potuto riempire di colore due piazze di Milano: Piazzale Loreto e Piazza Tito Minniti in zona Isola.

Nella prima pizza l’opera d’arte che ha preso vita è una ricreazione della parola Loreto attraverso forme geometriche e una ridisegnazione delle strutture urbane. Una piccola città a colori insomma.

Lo stesso concept è stato ripreso in piazza Minniti. Qui la parola Isola racconta la storia del quartiere dove la I diventa un grattacielo che simboleggia la parte più avveniristica della zona mentre la A una casa. Il tutto, ovviamente, con colori decisamente sgargianti.

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Milano
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