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venerdì, Maggio 9, 2025
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Ministro Franceschini : “A maggio potranno riaprire musei e siti archeologici”

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Coronavirus, la Fase 2 della cultura. Franceschini: «I primi musei riapriranno a maggio». Tempi lunghi per cinema e teatri

Il Ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini intervistato dal quotidiano la Repubblica ha dichiarato che “a maggio, non dal 4 ma più avanti, potranno riaprire quei musei e siti archeologici in grado di rispettare le prescrizioni di sicurezza indicate dal comitato scientifico”, come ad esempio Pompei o il Colosseo. Sullo spettacolo che vive una profonda crisi, riflette: “Stiamo discutendo con gli esperti, ma gli ultimi saranno inevitabilmente i luoghi in cui tante persone dovrebbero stare in uno spazio limitato, al chiuso o all’aperto.

Vorrei fosse comunque chiaro che nessun teatro, nessun cinema, nessun artista, verrà lasciato solo. Siamo partiti con le prime risorse straordinarie proprio dai più indifesi, quelli con i redditi più bassi”. Quanto al progetto tipo Netflix della cultura, “stiamo lavorando con Cassa depositi e prestiti – ha confermato il ministro – a una piattaforma in cui offrire, a pagamento, ciò che non si può, per ora, proporre nelle sale. Così la produzione potrà continuare e le entrate da biglietti non si fermeranno”.

Il Ministro annuncia un piano per promuovere il turismo, “Viaggio in Italia”,perchè “dal primo giorno mi batto per spiegare che il turismo è il settore più colpito – sottolinea il ministro – per questo chiedo nei tavoli di governo misure specifiche e straordinarie nel prossimo decreto, dai crediti d’imposta per locazioni e per compensare le perdite di fatturato, alle risorse sia per l’adeguamento e la sanificazione delle strutture che per la promozione”. Franceschini conferma che si sta lavorando alla ipotesi di un bonus “per aiutare le persone con figli a carico e con reddito medio basso ad andare in vacanza”, ma “è presto per dire se saranno 500 euro a famiglia o una cifra più bassa ma a persona”.

“L’ idea del bonus è quella di uno strumento per aiutare le persone con figli a carico e con reddito medio basso ad andare in vacanza, mettendo a loro disposizione una somma da spendere in strutture turistiche, dagli alberghi agli stabilimenti balneari. Un modo per aiutare imprese e famiglie insieme. Per quanto riguarda i paventati aumenti dei biglietti di treni, traghetti e aerei, spiega: “Non ci dovranno essere aumenti e noi puntiamo a un turismo accessibile a tutti”. Sulle risorse aggiunge: “Sono convinto che il Consiglio dei ministri considererà la specificità della crisi del turismo.

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FASE 2: si riparte mascherine e guanti nei luoghi pubblici, ecco le migliori offerte online!

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Coronavirus, fase 2: la ripartenza. Termoscanner non solo nelle grandi stazioni e negli hub aeroportuali, ma in tutte le stazioni e gli aeroporti del paese.

È una delle misure che dovrebbe entrare nelle linee guida per i trasporti che verranno allegate al prossimo dpcm per la ripartenza. Tra le altre misure dovrebbe inoltre essere previsto l’obbligo su tutti i mezzi di trasporto collettivo (dai treni alle navi, dagli aerei a bus e metro) del distanziamento sociale e della mascherina, che non saranno quindi in alternativa.

Dal 4 maggio, data prevista per la prima ripartenza, si potrà andare a trovare amici e parenti a casa anche in mancanza di un’urgenza. Saranno sempre vietate feste o cene affollate, ma dopo due mesi di chiusura, o lockdown,  gli italiani torneranno dal vivo a fare due chiacchiere e bere un aperitivo insieme e non attraverso lo schermo di un cellulare. Questa rappresenta una delle nuove regole della fase 2 che venerdì sera è stata al centro di una riunione a Palazzo Chigi fino a tarda notte.

Permettere gli spostamenti anche fuori dal proprio Comune e all’interno delle singole Regioni dal 4 maggio, lasciando però in vigore i limiti alla mobilità intra-regionale. E’ l’ipotesi, a quanto si apprende da diverse fonti, sul tavolo del governo. Niente di deciso, viene spiegato, ma questo sarebbe al momento l’orientamento prevalente.


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Coronavirus : accertata la presenza nel particolato atmosferico, lo smog può trasportarlo nell’aria

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Le particelle dello smog trasportano il coronavirus nell’aria

E’ certa la presenza del coronavirus nel particolato atmosferico . Lo smog, quindi, può trasportare e diffondere il patogeno nell’aria. Ciò, tuttavia, non significa che si tratti di una carica virale sufficiente a scatenare l’infezione; dovrà essere dimostrato da studi ad hoc.

E’ quanto emerge da una ricerca condotta dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) con le università di Trieste, Bari, Bologna e l’Ateneo di Napoli “Federico II”. “Possiamo confermare di aver dimostrato la presenza di RNA virale del SARS-CoV-2 sul particolato atmosferico rilevando la presenza di geni specifici, utilizzati come marcatori molecolari del virus, in due analisi genetiche parallele”, afferma Leonardo Setti, coordinatore del gruppo di ricerca. “Le prime evidenze relative alla presenza del coronavirus sul particolato – spiega Setti – provengono da analisi su 34 campioni di PM10 in aria ambiente di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti dal 21 febbraio al 13 marzo”.

Alla luce di queste considerazioni, gli autori dello studio sottolineano la grande importanza nell’indossare la mascherina chirurgica “da parte di tutta la popolazione” e di mantenere il distanziamento sociale. I livelli di particolato sottile, inoltre, in futuro potrebbero essere usati come indicatori precoci per verificare la possibile ricomparsa del coronavirus, dandoci il tempo di prendere tutte le misure necessarie per evitare la nascita di nuovi focolai.

 

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 Proposta del Comune per la fase 2: creazione di una pista ciclabile da piazza San Babila a Sesto Marelli

pista ciclabile san babila sesto marelli
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LA PROPOSTA LANCIATA OGGI

Ridurre la carreggiata a una sola corsia in corso Buenos Aires, a Milano, per lasciare più spazio ai cittadini che si muoveranno in bicicletta con spazi regolarmente adibiti. Questa è l’ultima delle idee proposte dapprima dai Genitori Antismog, con il supporto dell’assessore Pierfrancesco Maran, e poi dal sindaco Beppe Sala, per la fase 2 dell’emergenza Coronavirus di Milano.

Il progetto: pista ciclabile da San Babila a Sesto Marelli

L’idea è quella di, innanzitutto, limitare il traffico nella fase 2 e conseguenti assembramenti sui marciapiedi, oltre a cogliere l’occasione per “una mobilità dolce ed elettrica”, come suggerito dal primo cittadino milanese. Così facendo, Sala ha proposto la creazione di una “ciclabile con segnalazione orizzontale” che vada da piazza San Babila sino a Sesto Marelli, passando per corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza. In alternativa, sempre su suggerimento del sindaco di Milano, si potrebbero adibire i controviali da Lagosta al Parco Nord con Fulvio Testi. In tali aree, i cittadini in sella alle proprie biciclette o monopattini non potranno superare il limite di velocità di 30 chilometri orari. Per realizzare il progetto, però, Sala ha chiesto un intervento da parte dello Stato per il finanziamento dell’acquisizione di tali mezzi di trasporto e sgravi per tutta la popolazione, oltre a una limatura della burocrazia per procedere nel minor tempo possibile così da non farsi cogliere impreparati alla riapertura. Dalle Opposizioni, intanto, il consigliere del Municipio 3 della Lega ha chiesto che “il presidente Caterina Antola si attivi quanto prima per acquisire il progetto” in modo tale da avviare “una discussione che coinvolga i cittadini e le attività produttive”.

La dichiarazione dell’assessore Pierfrancesco Maran

La Strategia del Comune di Milano per la fase2 è online e da lunedì sarà possibile per tutti mandare idee e contributi.
Non sappiamo quando decideranno di riaprire, non spetta a noi, ma in ogni caso dovremo essere pronti sulle cose da fare quando accadrà.
Uno dei punti centrali è la dimensione di quartiere, la Milano raggiungibile a piedi in 15 minuti da casa.
Siamo 1.400mila in 88 quartieri: cioè in media 15mila persone a quartiere, ognuno un comune di medie dimensioni.
Significa che la piazza centrale del quartiere, gli spazi pubblici possono servire, quando sarà possibile (i tempi li fissa il Governo) per creare spazi di socialità, avere luoghi per fare spettacoli musicali o teatrali con adeguato distanziamento, aiutare con più spazi esterni i bar, i ristoranti e i negozi.
Restituire pezzi di città ai bambini, non solo cittadini di domani ma di oggi.
Dobbiamo fare in modo che l’economia urbana e la nostra qualità della vita resistano a questa crisi e nel documento trovate varie proposte operative.

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Carrelli della spesa igienizzati in 5 secondi, ecco i nuovi strumenti dei supermercati per dare massima sicurezza

Hygienic CART carrelli disinfettati
Hygienic CART carrelli disinfettati

Hygenic Cart sarà uno dei dispositivi messo a servizio da alcuni supermercati

Quando l’emergenza aguzza l’ingegno. Sono molti gli imprenditori e gli artigiani che per fare fronte alla pandemia da Covid-19 cercano di diversificare la propria produzione anche per rispondere a nuovi bisogni che nascono proprio dall’emergenza. Non solo produttori di maglieria che modificano le macchine per realizzare mascherine. O produttori di componenti in plastica che sfornano le ormai richiestissime barriere in plexiglass che fungono da separatori. Nuove soluzioni proposte giornalmente per ridurre dai rischi del contagio.

Solo cinque secondi. Questo il tempo che Hygenic Cart, un innovativo dispositivo per l’igienizzazione, impiega per sanificare un carrello della spesa. Lo strumento, scelto dalla catena di supermercati Iperal per offrire ai clienti un’ulteriore garanzia per la tutela della saluta pubblica, è già stato installato fuori dal punto vendita di Cassina de’ Pecchi, comune milanese alle porte della Brianza.

Grazie a un automatismo esclusivo il dispositivo consente all’utente di sanificare integralmente e personalmente il carrello in pochi secondi, assicurando che i locali commerciali e gli utenti non vengano contaminati e garantendo l’abbattimento al 99% della carica batterica e virale.

ECCO IL VIDEO PROVA 

Posted by Hygienic CART on Wednesday, 22 April 2020

 

Anche la Wippy Idea, società di Polcenigo costituita circa cinque anni fa per la produzione di pannelli fotocatalitici per igienizzare gli ambienti, ha sviluppato anche una macchina in grado di sterilizzare i carrelli della spesa dei supermarket. Si tratta di una sorta di “mini-autolavaggio” di gradevole design, all’interno del quale vengono fatti passare i carrelli prima dell’ingresso nei negozi: utilizzando la tecnologia dei raggi Uvc, in grado di uccidere batteri e virus, il carrello viene sterilizzato.

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PISCINE COMUNALI: ipotesi di contingentare gli ingressi con apertura fino alle 23.00

PISCINA ROMANO
PISCINA ROMANO

Contingentare gli ingressi, aumentare l’offerta, prolungare gli orari del servizio, cambiare abitudini e modalità di utilizzo.

Anche per le piscine milanesi varranno i principi di massima che orienteranno la nuova vita di treni, tram e metropolitane nella fase 2 di maggio. Per gli impianti sportivi i punti di domanda sono però, se possibile, ancora più ingombranti di quelli che gravano sulla ripartenza del trasporto pubblico.

Per ora i dirigenti di Milanosport hanno soprattutto un obiettivo: «Provare a salvare l’estate». Chiara Bisconti, a capo della società che gestisce gli impianti cittadini (dopo essere stata assessora nella giunta Pisapia), si limita a indicare le linee guida di una possibile riapertura delle attività. «Non consociamo né date né protocolli, ma non vogliamo farci cogliere impreparati e stiamo quindi ragionando intorno a ipotesi e possibili scenari nel caso ci fosse consentito di riapre gli impianti questa estate».

Intanto si proverà a tenere aperte più piscine. «Nei mesi caldi di norma vengono chiuse le piscine al coperto. Se ci fosse concesso, vorremmo invece tenere aperte anche quelle per aumentare l’offerta delle vasche e contingentare così gli ingressi nei singoli impianti», spiega Bisconti.

Soprattutto, l’idea è di prorogare, magari fino alle 23, l’orario di apertura per diluire l’utenza ed evitare quindi assembramenti in acqua nelle ore di punta. «Ci sono piscine poi che godono di un giardino attiguo e di un solarium. Lì si potrebbe pensare di installare delle docce e di montare dei divisori per sostituire almeno in parte gli spogliatoi». E anche in vasca si dovranno rivedere le regole. Addio a una parte delle corsie negli impianti al chiuso, a favore di un concetto di piscina «meno sportivo e più ludico».

Quanto ai protocolli sanitari, i dirigenti di Milanosport sono ovviamente in attesa di direttive dai livelli superiori. Rimane l’obiettivo di fondo: garantire, laddove possibile, un servizio «diverso ma comunque importante nell’estate milanese».

Intanto a proposito di impianti, il Comune sta preparando una delibera che consentirà di prorogare le concessioni alle società che gestiscono i 105 impianti sportivi di proprietà comunale. Un modo per andare incontro agli operatori colpiti dalla crisi. «La proposta è di estendere al 30 giugno 2022 e comunque al termine della stagione sportiva del 2021/2022 la validità delle convenzioni relative all’affidamento degli impianti sportivi», ha detto l’assessore allo Sport, Roberta Guaineri in commissione consiliare.

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Piscine Milanesi ipotesi di aperture con orari fino alle 23 e ingressi contingentati

PISCINE ALLAPERTO
PISCINE ALLAPERTO

Si prova la ripartenza degli impianti comunali. Bisconti: un piano per provare a salvare la stagione

Anche per le piscine milanesi varranno i principi di massima che orienteranno la nuova vita di treni, tram e metropolitane nella fase 2 di maggio. Per gli impianti sportivi i punti di domanda sono però, se possibile, ancora più ingombranti di quelli che gravano sulla ripartenza del trasporto pubblico.

Per ora i dirigenti di Milanosport hanno soprattutto un obiettivo: «Provare a salvare l’estate». Chiara Bisconti, a capo della società che gestisce gli impianti cittadini (dopo essere stata assessora nella giunta Pisapia), si limita a indicare le linee guida di una possibile riapertura delle attività. «Non consociamo né date né protocolli, ma non vogliamo farci cogliere impreparati e stiamo quindi ragionando intorno a ipotesi e possibili scenari nel caso ci fosse consentito di riapre gli impianti questa estate».

Milanosport ha anche offerto a Palazzo Marino per la Summer School gli spazi all’aperto di altri centri. E qui le vacanze dei piccoli si incrociano con quelle dei grandi. La società sta immaginando diversi scenari, ma la riapertura delle piscine potrebbe paradossalmente iniziare da quelle che proprio d’estate vanno in ferie: “Le piccole piscine coperte, e stiamo parlando di almeno quindici indirizzi di quartiere, sono quelle che potremmo gestire subito con i minori problemi di affollamento” continua Bisconti. Luoghi come il Lido, per dire, avrebbero bisogno di piani di sicurezza ingenti e di un numero di addetti elevato. L’esempio migliore, invece, “è la Carella Cantù appena ristrutturata a Quarto Oggiaro: ha una vasca di 25 metri e una più piccola poco profonda, entrambe affacciate sul giardino. Ecco, magari eliminando le corsie e usando gli spazi esterni, potremmo trasformare questi luoghi in qualcosa di meno sportivo, ma più ludico”.

Intanto si proverà a tenere aperte più piscine. «Nei mesi caldi di norma vengono chiuse le piscine al coperto. Se ci fosse concesso, vorremmo invece tenere aperte anche quelle per aumentare l’offerta delle vasche e contingentare così gli ingressi nei singoli impianti», spiega Bisconti. Soprattutto, l’idea è di prorogare, magari fino alle 23, l’orario di apertura per diluire l’utenza ed evitare quindi assembramenti in acqua nelle ore di punta. «Ci sono piscine poi che godono di un giardino attiguo e di un solarium. Lì si potrebbe pensare di installare delle docce e di montare dei divisori per sostituire almeno in parte gli spogliatoi». E anche in vasca si dovranno rivedere le regole. Addio a una parte delle corsie negli impianti al chiuso, a favore di un concetto di piscina «meno sportivo e più ludico». Quanto ai protocolli sanitari, i dirigenti di Milanosport sono ovviamente in attesa di direttive dai livelli superiori. Rimane l’obettivo di fondo: garantire, laddove possibile, un servizio «diverso ma comunque importante nell’estate milanese».

Tra le misure allo studio, anche gli ingressi contingentati, la possibilità di prenotare online, aperture straordinarie serali. E non solo: “Stiamo cercando di inventare modi nuovi di accesso: oltre a gestire i flussi, potremmo togliere la distinzione tra gli spogliatoi maschili e femminili, chiedere a tutti di arrivare già con il costume indosso e aumentare le docce all’aperto”.

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DECRETO CURA ITALIA: tutte le novità in vigore per mutui, bollette e affitti

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In attesa del nuovo Decreto di Aprile, ecco le misure approvate il 17 marzo a sostegno dei nuclei familiari coprono diversi ambiti per cercare di rispondere alle necessità emerse in seguito all’emergenza Covid-19.

Sono infatti previsti congedi retribuiti per genitori e per chi deve assistere parenti malati, bonus baby-sitter sconti per l’acquisto di beni di prima necessità, sospensione delle rate dei mutui e del pagamento delle bollette. Di seguito tutte le misure di cui possono beneficiare le famiglie spiegate nello specifico.

Permessi straordinari per i genitori – È possibile richiedere un congedo al 50% dello stipendio se entrambi i genitori lavorano. Ne può beneficiare uno dei due genitori se i figli sono minori di 12 anni e se l’altro genitore non è disoccupato o senza lavoro (con Naspi o altre forme di sostegno al reddito). È riconosciuto anche se il lavoro viene svolto in modalità smart.

Possono fare domanda lavoratori dipendenti del settore privato, iscritti alla gestione separata e autonomi per un massimo di 15 giorni (anche non continuativi) da utilizzare durante la sospensione dell’attività scolastica. A partire dal 1° aprile è possibile presentare la domanda tramite portale Inps, contact center e patronati. La richiesta può comprendere anche periodi di astensione antecedenti alla data di presentazione, purché non anteriori al 5 marzo.

La misura è potenziata per chi ha dei figli diversamente abili. L’indennità è pari al 50% della retribuzione o del reddito giornaliero. È possibile fare richiesta anche se si hanno figli dai 12 ai 16 anni, ma in questo caso non si avrà l’indennità.

Voucher baby-sitter – In alternativa al congedo parentale, i genitori con gli stessi requisiti, possono fare domanda per un voucher baby-sitter da massimo 600 euro per nucleo, indipendentemente dal numero di figli. L’importo sale a mille euro per il personale sanitario (medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica, operatori sociosanitari) e del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Non sono previste soglie di reddito e si può fare richiesta anche in caso di smart working.

Dal 1° aprile è aperto il canale Inps per richiedere i voucher erogati tramite libretto famiglia. Sia la famiglia che la baby-sitter devono registrarsi nell’apposita sezione delle prestazioni occasionali e il bonus andrà utilizzato entro 15 giorni dall’accoglimento della domanda. Si calcola che la dote massima copra circa 60 ore di servizio. Se la collaboratrice domestica è già contrattualizzata, il libretto potrà essere utilizzato solo per ore aggiuntive.

Astensione dal lavoro per i soggetti fragili – Si estendono inoltre per due mesi i permessi previsti dalla legge 104 per i lavoratori diversamente abili e per coloro che assistono un familiare con disabilità, con il passaggio da tre giorni al mese a 15 giorni al mese per il periodo di marzo e aprile. Per questi lavoratori è previsto anche un criterio di precedenza per l’accesso allo smart working.

Sono previste tutele anche per chi è in sorveglianza attiva, cioè obbligato all’isolamento domiciliare, che avrà il periodo di assenza dal lavoro conteggiato come malattia e quindi pagato come tale ma escluso dal periodo di comporto. Saranno protetti anche i lavoratori con malattia oncologica riconosciuta o immunodepressi che potranno stare a casa con il periodo considerato come ricovero ospedaliero.

Sospensione mutui 2020

 La possibilità di interrompere momentaneamente il pagamento delle rate del mutuo è prevista dal Fondo di Solidarietà. Il decreto legge Cura Italia lo ha rifinanziato con 400 milioni di euro in modo da allargare la platea di possibili beneficiari, comprendendo anche:

– lavoratori che hanno subito una sospensione o una riduzione di almeno il 20% dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni (es. cassa integrazione)

– lavoratori autonomi e liberi professionisti che dopo il 21 febbraio 2020 hanno registrato una riduzione del fatturato superiore al 33% rispetto a quello dell’ultimo trimestre 2019 a seguito della chiusura o della restrizione della propria attività.

Nel primo caso la proroga arriva fino a 18 mesi, mentre nel secondo a 9 mesi. Il mutuo deve essere acceso da almeno un anno e su una casa non di lusso, dal valore superiore ai 250 mila euro. Per usufruire del servizio è necessario compilare la domanda, disponibile sul sito ufficiale del Dipartimento del Tesoro, e inviarlo per via telematica alla propria banca, allegata alla certificazione del datore di lavoro, o autocertificazione in caso di attività propria, sul fatturato.

Sospensione dei contributi per il lavoro domestico – Il pagamento dei contributi Inps per attività lavorative di colf, badanti e baby sitter, che scadono tra il 23 febbraio e il 31 maggio 2020, sarà rimandato al prossimo 10 giugno. All’operazione non sarà applicata nessuna sanzione o interesse.

Il datore di lavoro, in questo caso la famiglia, può scegliere tra diverse opzioni: mettere in ferie o in permesso non retribuito il lavoratore, continuare a pagare la retribuzione considerando l’assenza come sospensione di lavoro extra feriale o procedere con la risoluzione del rapporto di lavoro, tramite la corrispondenza del Tfr.

Stop delle bollette per 11 comuni di Lombardia e Veneto – L’Autorità per l’energia (Arera) ha stabilito che luce, gas, acqua e rifiuti sono sospese fino al 30 aprile nella ex zona rossa, ovvero le prime aree del Nord Italia colpite dell’emergenza Coronavirus. Vengono sospese anche le fatture relative ai consumi effettuati fino a quella data, anche se saranno emesse successivamente. Inoltre, nel primo trimestre del 2020, il costo dell’energia si è abbassato di 18,3% per l’elettricità e di 13,5% per il gas. La riduzione è legata al decremento dei prezzi all’ingrosso, essendosi manifestata una contrazione dei consumi a causa della chiusura di fabbriche e uffici, ma non si tratta di una misura a lungo termine.

Dopo l’espansione a zona cosiddetta arancione a tutta Italia, lo stop previsto per le bollette non è stato ampliato su scala nazionale.

Carta famiglia estesa a tutti – Il portale per il rilascio www.cartafamiglia.gov.it è online dal 18 marzo. Ma, a causa dell’emergenza Covid-19 in corso, dal 31 marzo lo strumento pensato solo per le famiglie numerose (con almeno tre figli) è stato esteso a tutti i nuclei familiari con figli conviventi minori di 26 anni, anche adottivi.

Sul sito al momento sono solo 196 i negozi che hanno aderito all’iniziativa, offrendo sconti maggiori di quelli solitamente praticati sul mercato. Non si trovano grandi catene o marchi, ma ci sono molte farmacie, negozi di articoli per bambini e attività locali.

Nuove patenti – Per tutta la durata dell’emergenza Coronavirus saranno sospesi gli esami per conseguire la patente di guida.

Proroga carta di identità – Al fine di limitare le uscite ed evitare assembramenti di persone negli uffici pubblici, il decreto stabilisce che i documenti in scadenza dal 18 marzo 2020 rimarranno validi fino al 31 agosto prossimo. Sono compresi documenti di identità, patenti di guida e patente nautica.

Revisioni auto o motori – Tutte le revisioni che sulla carta di circolazione presentano una scadenza compresa entro il 31 luglio 2020 sono rimandate fino al 31 ottobre. Nel caso sia strettamente necessario, è possibile continuare a circolare con il proprio mezzo senza incorrere in sanzioni.

Rc auto – Secondo il decreto, il periodo tra la scadenza dell’Rc auto e la sottoscrizione della nuova polizza assicurativa è allungato a un mese.

Proroga pagamento multe – Il dl Cura Italia concede più tempo per pagare le multe con sconto per infrazione del Codice della strada: anziché gli abituali cinque, fino alla fine di maggio, i giorni per saldare la sanzione con una riduzione del 30% salgono a 30 da quando si riceve la notifica di multa. La forma scontata di pagamento avrà inizio dopo la scadenza del periodo di sospensione dai pagamenti, fissato per il 3 aprile (da cui andranno calcolati i 30 giorni). L’agevolazione riguarda i verbali notificati o contestati fino al 31 maggio.

Sfratti e altre disposizioni sugli affitti 

Il provvedimento stabilisce una proroga degli sfratti, abitativi e non, fino al 30 giugno 2020. Sugli affitti non c’è alcun obbligo di riduzione del canone, ma ci si può accordare con il locatario.

Fino ad oggi non esiste una norma di legge che riconosce un diritto per gli inquilini o un obbligo per i proprietari di rivedere l’ammontare del canone. Nessuna agevolazione per pensionati, studenti fuori sede tornati in famiglia, né per chi ha lasciato la casa nella sede di lavoro e effettua smart working altrove.

È tuttavia possibile per inquilini e proprietari accordarsi per una riduzione del canone, per evitare di pagare le imposte sui canoni non riscossi è necessario che l’accordo sia registrato entro 30 giorni. La possibilità di ridurre il canone in caso di difficoltà di pagamento da parte dell’inquilino è ammessa a prescindere dalla tipologia di locazione. L’accordo, quindi, è possibile sia nel caso di locazione di immobili per uso abitativo che nel caso di locazione di immobili commerciali.

Quando si scrive l’accordo, occorre fare riferimento al contratto in essere, indicando i dati di locatore e inquilino, riportare il canone annuale inizialmente stabilito, l’ammontare ridotto sul quale ci si è accordati e il numero di mesi per i quali l’inquilino pagherà l’importo più basso. Per evitare spostamenti è possibile scambiarsi l’atto via mail e poi scannerizzarlo.

Registrando l’accordo il proprietario pagherà le imposte solo su quanto effettivamente riscosso. Sarà possibile in questo modo ridurre anche l’ammontare delle imposte da pagare in acconto con la prossima dichiarazione dei redditi.

Per la registrazione occorre compilare il Modello 69, reperibile sul sito delle Entrate. In questo modulo devono essere riportati i dati del contratto di locazione e i relativi codici di registrazione riportati sul modello RLI. Si dovrà poi allegare l’accordo e inviare tutto allo stesso Ufficio presso il quale era stata fatta la registrazione a suo tempo.

Se invece l’inquilino non è più in condizione di pagare l’affitto, può dare disdetta per giusta causa. Il contratto però va rispettato, quindi è dovuto il pagamento del preavviso.


NUOVO DECRETO APRILE 2020: Tutte le ipotesi allo studio del Governo

Così come accaduto a marzo con il bonus di 600 euro, anche ad aprile, con un Decreto che dovrebbe arrivare giovedì 30 Aprile dovrebbe esserci un bonus per i lavoratori autonomi che hanno avuto una riduzione dei ricavi in seguito alla pandemia.

Secondo quanto scritto da “Il Messaggero”, la misura potrebbe riguardare solo chi nel 2018 aveva dichiarato fino a un fatturato massimo di 35000 euro, pertanto vi sarebbe una selezione delle partite IVA e dei lavoratori (riguardanti tutte le casse) rispondenti a tale criterio.

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Un asteroide di 4 Km diretto verso la Terra, ecco quando si potrà vedere

asteroide sfiore la terra 2020
asteroide sfiore la terra 2020

Il 29 Aprile,un asteroide di circa 4 Km di diametro sfiorerà la Terra. Lo rivelano Nasa e Cneos. 

Sono state catturate le prime immagini dell’asteroide 1998 OR2 dal diametro di circa un chilometro e mezzo che si prevede saluterà la Terra il 29 aprile, ma dalla distanza di sicurezza pari a 16 volte quella che separa il nostro pianeta dalla Luna.

Nessun rischio di collisione e una grande opportunità: quella di poterlo osservare facilmente, anche con piccoli telescopi (10 12 cm di apertura) o binocoli e soprattutto con più strumenti, da quelli ottici, termici fino ai radar: “Questo concerto di strumenti e tecniche osservative – spiega Masi – permette di fare un identikit completo delle proprietà fisiche dell’oggetto, ovvero dimensioni, periodo di rotazione e la percentuale di luce che riflette di quella che riceve dal sole”. Per esempio le osservazioni radar aiuteranno a definire le dimensioni reali dell’asteroide, che ora sono stimate fra 1,8 a 4,1 chilometri, e la presenza di eventuali satelliti: su questo ci sono già i primi dati, “le recenti immagini radar dell’Osservatorio di Arecibo a Porto Rico – ha spiegato Masi – stanno evidenziando un diametro di almeno un chilometro e mezzo”.

L’asteroide continuerà a essere visibile dall’Italia anche nella fase di massimo avvicinamento: la sera migliore per osservarlo, secondo Masi “è quella tra il 28 e il 29 di aprile quando si troverà tra le stelle dell’Idra, a Sud della costellazione del Leone, mentre l’orario ideale sarà tra le 21,30 e 22,00, quando l’asteroide si troverà a 25 gradi di altezza in direzione sud sud ovest e basterà anche un piccolo telescopio o buon binocolo per poterlo osservare”. Sarà un’occasione da non perdere perché la prossima volta che il sasso cosmico si avvicinerà alla Terra sarà nel 2079, quando passerà a 1,8 milioni di chilometri.

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RSA: la straziante lettera di addio di un anziano prima di essere ucciso dal Covid-19

anziani mani
anziani mani

«ADDIO, IN QUESTA PRIGIONE DORATA NON È MI MANCATO NULLA SE NON LE VOSTRE CAREZZE»

Su Interris.it è stata pubblicata la straziante lettera di un anziano che viveva in un Rsa e prima di essere ucciso dal Covid-19. Un commovente addio e una forte denuncia sulle condizioni in una Rsa. Ecco il testo integrale della lettera

Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L’ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. È l’unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po’ di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano.

Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella “prigione”. Si, così l’ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di “prigioni dorate”. Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così…manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno “come stai nonno?”, gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l’attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l’odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme.

In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell’infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. E poi, il giorno della laurea e della mia prima arringa in tribunale. Quanti “grazie” dovrei dire, un’infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l’assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie. Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti… e magari a tutti quelli del mondo.

Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione.

«Se potessi tornare indietro direi a mia figlia di farmi restare a casa»

Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell’uomo delle pulizie mi disse all’orecchio: “Sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?”. Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta.

Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le Rsa, le “prigioni” dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all’ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso. Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco…l’altro giorno l’infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no.

La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego…non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c’è un’altra cosa ancora più grave che uccide: l’assenza del più minimo rispetto per l’altro, l’incoscienza più totale.

E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi.

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FASE2: piscine e palestre, quando potrebbero riaprire?

fitactive busto arsizio palestra economica fitactive
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FASE2: palestre e piscine resteranno chiuse all’inizio della cosiddetta fase 2 dell’emergenza Coronavirus, che partirà il prossimo 4 maggio!

La famosa fase 2 dell’emergenza Coronavirus, con l’allentamento delle misure restrittive per contenere il diffondersi del contagio, è vicina. Il 4 maggio, infatti, stando a quanto previsto nell’ultimo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte, comincerà la graduale riapertura delle attività chiuse due mesi fa per effetto del lockdown. Ripartiranno per prime quelle che presentano un basso rischio, come stabilito dalla task force scelta dal governo per la pianificazione delle aperture. Ciò vuol dire, però, che piscine e palestre, considerate invece luoghi ad alto rischio, resteranno ancora chiuse. Nessuna buona notizia, dunque, per gli amanti dello sport, circa 20 milioni di italiani, che dovranno accontentarsi di parchi e ville comunali sotto casa, che invece riapriranno tra due settimane regolarmente, per rimettersi in forma con l’esercizio fisico.

I requisiti per la riapertura delle palestre
Piscine e palestre, infatti, sono luoghi dove è facile creare assembramenti, non potendo garantire il famoso distanziamento sociale, unica arma al momento per combattere il contagio da Coronavirus. Non è escluso, tuttavia, che possano ripartire da settembre, ma solo dopo aver preso tutte le precauzioni necessarie a salvaguardare la salute degli utenti. Addirittura, altri, più ottimisti, hanno fatto circolare come possibile data per la ripartenza dei centri fitness l’8 giugno, anche se pare abbastanza improbabile. Al momento, dunque, si tratta solo di ipotesi, la ripresa di queste attività non è stata calendarizzata e gli esperti sono ancora al lavoro per decidere il da farsi, ma è certo che come requisiti per riaprire palestre e piscine dovranno avere: poche persone negli spazi, con il rispetto della distanza di sicurezza e ingressi contingentati, con conseguente divieto delle attività e delle lezioni di gruppo, igienizzanti all’ingresso, pulizia costante di locali, attrezzi e spogliatoi. Da sciogliere, poi, ancora il nodo se si dovranno indossare mascherine e guanti monouso durante l’attività fisica.

Palestre e centri fitness chiusi, come farsi rimborsare

In attesa di notizie più certe sulla riapertura di palestre e centri fitness, è sorta l’esigenza da parte dei consumatori di farsi rimborsare l’abbonamento già versato per un mese o un intero anno di sport di cui, purtroppo, non potranno usufruire. La maggior parte delle palestre sta proponendo ai propri clienti di ‘congelare’ gli abbonamenti, per poi ricominciare a godere delle settimane o dei mesi rimanenti una volta terminata l’emergenza. Ma non è l’unica possibilità. Come ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, l’Unione nazionale consumatori, “il cliente è libero di accettare o meno l’opzione dello stop momentaneo. Se il contratto prevede un numero di ingressi da usare senza scadenze di tempo, è ragionevole che possa servirsene una volta finita l’emergenza. Ma in caso di abbonamento mensile o annuale, con ingresso libero, ha sempre diritto al rimborso della parte di quota della quale non potrà usufruire”. Dunque, il diritto al rimborso è previsto dalla legge (articolo 1463 del Codice Civile) soprattutto se il servizio erogato viene interrotto per impossibilità sopravvenuta e senza colpa del cliente.

In piscina a piccoli gruppi, ma la riapertura è ancora lontana
Anche per la riapertura in sicurezza delle piscine sono state avanzate una serie di ipotesi: contingentare gli ingressi, aumentare l’offerta, prolungare gli orari del servizio, cambiare abitudini e modalità di utilizzo. Questo per le vasche al coperto, utilizzate dagli sportivi. Tuttavia, in vista dell’estate potrebbero essere riaperte quelle all’aperto, come valida alternativa al mare. Anche perché, come ha sottolineato a Fanpage.it Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, “l’acqua di norma è clorata, e quindi se lo è uccide tutto, anche i virus. Il problema è l’ambiente caldo-umido degli spogliatoi, soprattutto delle piscine al coperto, che facilitano il mantenimento in aria dell’aerosol. E anche le zone umide dello “sputazzo” vicino al bordo della vasca e simili. Ovviamente devono essere in qualche modo ben gestite”. A conferma di ciò sono intervenuti anche i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie: “Non ci sono evidenze che Covid-19 possa essere diffusa all’uomo attraverso l’uso di piscine, vasche idromassaggio o spa o parchi giochi acquatici – scrivono i CDC -. Il corretto funzionamento, la manutenzione e la disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine, vasche idromassaggio o spa e parchi giochi acquatici dovrebbero inattivare il virus che causa la COVID-19″, conclude l’ente statunitense. Mantenendo il distanziamento sociale ed evitando che troppe persone usino contemporaneamente gli impianti, dunque, le piscine di questo tipo dovrebbero poter essere riaperte regolarmente. Ma anche su questo punto non c’è alcuna certezza.

 

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Giornata mondiale del libro, Milano lancia un’offerta di ebook gratuiti per tutti

fiera dei libri e cultura indipendente milano compressed
fiera dei libri e cultura indipendente milano compressed

Proclamata come ogni anno per il 23 aprile, è ormai un appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni culturali italiane e internazionali

Quest’anno si celebra la 25esima Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Proclamata come ogni anno per il 23 aprile, è ormai un appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni culturali italiane e internazionali. Patrocinata dall’Unesco, è un tributo mondiale a libri e autori e incoraggia tutti a scoprire il piacere della lettura. In tale occasione in tutto il mondo si svolgono flash-mob, incontri, iniziative di ogni genere con il coinvolgimento di migliaia di biblioteche, autori e lettori. Quest’anno, per via del particolare momento storico che stiamo vivendo a causa dell’emergenza coronavirus, le celebrazioni saranno virtuali.

Tra le città protagoniste non poteva mancare Milano, che propone “Milano da leggere“.

Anche Milano celebra questa giornata: è stata avviata un’iniziativa gratuita il cui obiettivo primo è valorizzare il piacere dei libri e della lettura. Si tratta di “Milano da leggere“, protagoniste dieci donne e dieci letture, tutte dedicate al capoluogo lombardo.

Le opere – pubblicate ogni mercoledì fino al 17 giugno – sono scaricabili gratuitamente visitando,cliccando QUI  e resteranno online fino a martedì 30 giugno.

 

 

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RYANAIR contraria alle nuove regole per la fase 2, così non si volerà

RYANAIR
RYANAIR

ll proprietario di Ryanair Michael O’Leary boccia in maniera secca le regole che si vanno delineando per il settore dei trasporti nella fase 2 dell’emergenza coronavirus: “L’obbligo di tenere vuota la fila centrale degli aerei è un’idea idiota, così non riprenderemo a volare affatto”. Il vettore low-cost, inoltre, ha fatto sapere agli scali italiani che, nel riprendere il servizio, “darà priorità” a chi assicurerà vantaggi sulle tasse aeroportuali.

Intervistato dal Financial Times, il numero uno della compagnia low cost irlandese ha infatti sottolineato che “non possiamo guadagnare con una riduzione del 66% di carico” per garantire la distanza di sicurezza tra i passeggeri e ha spiegato di puntare a tornare a livelli di traffico più normali nell’estate del 2021, “trainati dal crollo delle compagnie aeree rivali”. Con il governo irlandese, ha aggiunto, “ho chiarito che, se intenderà adottare la regola della fila centrale vuota, o pagherà per il posto libero oppure non si volerà”.


Coronavirus, trasporti e Fase 2

Niente più controlli dei biglietti in treno, guanti e mascherine per chi viaggia in aereo. Sono alcune delle misure previste nella bozza del ministero dei Trasporti per regolamentare gli spostamenti pubblici nella Fase 2. In aereo sarà misurata la temperatura dei passeggeri all’arrivo e alla partenza e saranno inoltre predisposte le sanificazioni degli spazi, mentre nelle stazioni si pensa a percorsi a senso unico.

Sui mezzi pubblici – Distanziamento, percorsi separati per ingresso e uscita dai mezzi pubblici e anche dalle stazioni, con la creazione di percorsi “a senso unico”, dispenser con igienizzanti, ma anche l’eliminazione, per quanto possibile, dei biglietti cartacei sostituiti da quelli elettronici. Sono alcuni dei punti inseriti nella bozza di lavoro del ministero dei Trasporti per pianificare la ripartenza.

Il mancato rispetto delle norme può portare all’interruzione del servizio – Sempre sui mezzi pubblici, previsti anche annunci e cartelli che spieghino come si devono comportare i viaggiatori “con la prescrizione che il mancato rispetto potrà contemplare l’interruzione del servizio, per motivi di sicurezza sanitaria”. C’è anche la possibilità di utilizzare la “leva tariffaria”, cioè il diverso prezzo dei biglietti per evitare ogni tipo di assembramento nel trasporto pubblico. L’obiettivo è proprio quello di evitare ogni tipo di assembramento, e dunque, con una “eventuale applicazione di leve tariffarie per distribuire la domanda”, con tariffe diverse a seconda dell’orario, appunto.

In metro sistemi intelligenti per monitorare i flussi – Ci saranno dei marker, cioè dei segni, sui mezzi pubblici per indicare i posti dove non ci si potrà più sedere in modo da garantire il distanziamento. Nel caso delle metropolitane, inoltre, la bozza  prevede flussi di entrata ed uscita separati e il mantenimento delle giuste distanze sia in banchina sia sulle scale mobili. Anche per questo si chiede di “predisporre idonei sistemi” per segnalare “il livello di saturazione stabiliti” e sistemi di telecamere intelligenti per monitorare i flussi.

Come cambia viaggiare in aereo – Cosa dovrà fare invece chi dovrà viaggiare in aereo? E’ probabile che sia per i passeggeri in partenza sia per quelli in arrivo venga prevista la misurazione della temperatura con il termoscanner (con l’ipotesi di farlo al terminal partenze e alla discesa del velivolo). Tra le misure previste anche l’obbligo del rispetto del distanziamento anche sull’aereo, dove i viaggiatori dovranno tenere mascherina e guanti, e sanificazione (in base al traffico) di tutti gli spazi negli aeroporti cercando di separare nettamente arrivi e partenze.

E in taxi – Nel caso dei servizi di trasporto non in linea, come taxi e noleggio con conducente, si pensa alla possibilità di far viaggiare massimo due passeggeri, o uno solo se non ha la mascherina. E’ previsto, infatti, il divieto di sedersi accanto al conducente (che dovrà utilizzare i dispositivi di protezione) con la possibilità di trasportare nei sedili posteriori al massimo due persone con i “dispositivi di sicurezza idonei”, solo uno in mancanza di questi.

Inail: “Mascherine sui mezzi pubblici” – L’Inail ha poi pubblicato il documento tecnico sulla Fase 2 con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile sottolinea, tra le altre cose, che la mascherina è “raccomandata” in ogni caso anche all’interno dei mezzi pubblici oltre al distanziamento sociale.

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Non solo corsa e bici, vicini alla ripartenza anche gli sport individuali

corsa al parco coronvirus
corsa al parco coronvirus

Non solo jogging e bicicletta. Mentre i runner si preparano già fin dal 4 maggio a riconquistare le lunghe distanze, fin qui frenate dalla corsetta “in prossimità dell’abitazione”, milioni di praticanti di altri sport all’aperto scalpitano in attesa di poter ricominciare. E all’esame dei tecnici che in questi giorni stanno lavorando all’allentamento delle restrizioni in vista della Fase 2 anche delle cosiddetti libertà personali c’è anche l’allargamento delle attività motorie consentite.

I criteri sono già ben definiti: Assolutamente no a sport di squadra e di contatto ( dal calcio al basket, dalla pallavolo alla pallanuoto alle arti marziali), no naturalmente a qualsiasi attività sportiva al chiuso (dalle palestre alle scuole di danza alle piscine), ma sì a discipline individuali, all’aria aperta, meglio ancora se in zone ( dalla montagna al mare o alla campagna) dove il distanziamento ambientale oltre che sociale è garantito.


Resta un grande interrogativo che in queste ore attanaglia migliaia di sportivi: si sarà obbligati a indossare la mascherina? Sembra di no, troppo faticoso e anche pericoloso per la respirazione fare attività sportiva con una barriera parafiato anche se chi invece spinge per l’obbligo di mascherina obietta che proprio durante l’attività l’emissione di droplet potrebbe essere più alta. Proprio per questo il criterio su cui non si transige è che lo sport sia individuale o comunque a distanza di almeno due metri.

Tra le prime attività ad essere autorizzate ci saranno tutte le declinazioni della bicicletta in solitario, dalla semplice passeggiata alle mountainbike su piste fuori città. In un primo momento dovrebbero rimanere vietate invece le corse su strada di gruppi di ciclisti. Analogo discorso per le moto da cross.

Sì presto anche agli sport di mare, forti anche del parere degli scienziati secondo cui in acqua un’eventuale carica virale si disperderebbe. Nessun problema per le nuotate in solitarie, per le uscite singole o al massimo in due ( a distanza) in barca a vela e canoa, per il windsurf. Prudenza invece per la riapertura delle piscine, anche quelle scoperte dove è comunque tutto da organizzare l’accesso e le modalità di sicura fruizione. Dovrebbero tornare consentiti, naturalmente, passeggiate e arrampicate in montagna, sempre con il rispetto delle distanze di sicurezza, e ancor di più parapendio o sport similari.

Hanno più di una chance anche i tennisti. I circoli sono in attesa di istruzione. Consentendo l’accesso ai campi di non più di due persone alla volta, e solo all’aperto, la pratica garantirebbe abbondantemente tutte le condizioni di sicurezza.

Più complessa la ripresa per le discipline di atletica leggera che scontano una non semplice riorganizzazione degli spazi e naturalmente l’attività delle palestre che potrebbero però riprendere in parte anche prima dell’estate ma soltanto con postazioni in sala molto distanziate e lezioni individuali o in piccolissimi gruppi.

Task force del Politecnico di Torino assieme al Coni per studiare la ripresa delle attività sportive. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, avrebbe chiesto all’ateneo di corso Duca degli Abruzzi di applicare l’approccio del documento «Imprese aperte, lavoratori protetti», in vista della “Fase 2”,  all’analisi per condurre in sicurezza in futuro le diverse attività sportive. Entro una settimana dovrebbe arrivare qualche ulteriore elemento di novità.

I DATI SUI CONTAGI

Ecco gli ultimi dati aggiornati a Mercoledì 22 Aprile, divisi per regione, riguarda i casi totali (numero di persone trovate positive dall’inizio dell’epidemia: include morti e guariti). Nella foto in alto è visibile quello dei soggetti attualmente positivi. La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore.

Lombardia 69.092 (+1.161, +1.7% ; ieri erano stati +960)
Emilia-Romagna 23.434 (+342, +1.5%; ieri erano stati +225)
Veneto 16.738 (+334, +2%; ieri erano stati +277)
Piemonte 22.739 (+784, +3.6%; ieri erano stati +606)
Marche 5.924 (+47, +0.8%; ieri erano stati +51)
Liguria 6.918 (+154, +2.3%; ieri erano stati +95)
Campania 4.185 (+50, +1.2%; ieri erano stati +61)
Toscana 8.700 (+97, +1.1%; ieri erano stati +96)
Sicilia 2.883 (+48, +1.7%; ieri erano stati +76)
Lazio 5.975 (+80, +1.4%; ieri erano stati +80)
Friuli-Venezia Giulia 2.817 (+25, +0.9%; ieri erano stati +17)
Abruzzo 2.733 (+66, +2.5%; ieri erano stati +55)
Puglia 3.730 (+108, +3%; ieri erano stati +55)
Umbria 1.357 (+4, +0.3%; ieri erano stati +4)
Bolzano 2.416 (+6, +0.2%; ieri erano stati +16)
Calabria 1.060 (+13, +1.2%; ieri erano stati +9)
Sardegna 1.247 (+11, +0.9%; ieri erano stati +8)
Valle d’Aosta 1.095 (+2, +0.2%, ieri +5)
Trento 3.646 (+32, +0.9%; ieri erano stati +24)
Molise 284 (+2, +0.7%; ieri erano stati +1)
Basilicata 354 (+4, +1.1%; ieri +8)

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PRESTITI 25 MILA: Intesa Sanpaolo calcolerà gli interessi annuali all’1,13%

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Sarà possibile rivolgersi a più banche per ottenere i 25 mila euro di finanziamento, fermo restando il rispetto del vincolo del 25% dei ricavi.

Questa l’indicazione fornita ieri dal Mediocredito centrale con una guida operativa. Nello stesso giorno Intesa Sanpaolo ha reso disponibile il sistema di calcolo del tasso di interesse per accedere al finanziamento (ammonta all’1,13%).

Finanziamenti da più soggetti

La lettera m), comma 1, articolo 13 del decreto legge 8 aprile 2020, n.23 ha introdotto una procedura semplificata e di immediato accesso alla garanzia del Fondo per permettere a chi svolge attività d’impresa di reperire la liquidità necessaria per far fronte all’attuale emergenza sanitaria.

La misura prevede il rilascio, da parte del Fondo di garanzia, di una copertura pari al 100%, sia in garanzia diretta che in riassicurazione, sui nuovi finanziamenti concessi in favore di piccole e medie imprese e di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19. Come emerge dalla guida operativa del Mediocredito centrale, che gestisce il Fondo, il finanziamento richiesto deve avere un importo non superiore al 25% dei ricavi dell’ultimo bilancio o ultima dichiarazione e comunque fino ad un massimo di 25 mila euro.

Il limite di 25 mila euro fa riferimento all’ammontare complessivo che può ottenere un singolo soggetto beneficiario finale; nel computo dei 25 mila euro devono essere considerati anche tutti gli altri finanziamenti ottenuti ai sensi della stessa lettera m) del dl liquidità.

Quindi, potranno essere richiesti anche più finanziamenti, eventualmente anche concessi da più soggetti finanziatori, fino al limite massimo complessivo dei 25 mila euro e fermo restando il rispetto del vincolo del 25% dei ricavi. La durata complessiva del finanziamento non può essere superiore a 72 mesi. Sono ammissibili sia le operazioni con piano di ammortamento, sia le operazioni senza piano di ammortamento, tuttavia il rimborso del capitale non può mai avvenire prima dei 24 mesi. Come previsto dal dl liquidità, è possibile presentare richiesta anche per operazioni già perfezionate dal soggetto finanziatore da non oltre tre mesi dalla data di presentazione della richiesta e, comunque, in data successiva al 31 gennaio 2020.

Il calcolo del tasso di interesse

Ammonta all’1,13% il tasso di interesse annuo nominale che le imprese e i professionisti sono chiamati a pagare per accedere ai finanziamenti fino a 25 mila euro interamente garantiti previsti dal dl liquidità (23/2020).

Una impresa può rivolgersi a più banche per arrivare all’ importo massimo che può richiedere. Nessun obbligo di recarsi in banca.

Le imprese e i professionisti possono compilare il modulo che si trova sul sito internet della banca Intesa San Paolo, inserendo i dati richiesti è possibile fare le simulazioni e capire quale rata rimborsare e quale tasso viene applicato. Ad esempio, su un finanziamento da 25 mila euro durata di 72 mesi e con 24 mesi di preammortamento, il foglio di calcolo, applicando un Tan dell’1,13%, prevede una rata mensile di preammortamento di circa 23 euro e una rata mensile di ammortamento di circa 532 euro. Oltre a diffondere il foglio di calcolo, Intesa Sanpaolo fornisce indicazioni dettagliate su come procedere operativamente per accedere al finanziamento fino a 25 mila euro.

Le imprese e i professionisti possono richiedere il finanziamento, senza andare in filiale, inviando tutti i documenti richiesti alla casella di posta certificata dedicata . In particolare, sono richiesti la copia del documento di riconoscimento in corso di validità del richiedente del finanziamento, l’ultimo bilancio depositato oppure ultimo modello unico certificato disponibile oppure autocertificazione per le imprese nate dopo l’1 gennaio 2019, nonché l’iscrizione all’Albo o all’Ordine professionale riconosciuto se trattasi di libero professionista.

Al modulo di richiesta dell’agevolazione, contenente tutte le autocertificazioni necessarie, oltre alla predetta documentazione, dovrà essere allegata anche la proposta contrattuale contenente il calcolo del finanziamento.

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Coronavirus, tracce nelle acque di scarico a Milano e Roma.

acqua inquinata coronavirus
acqua inquinata coronavirus

Le analisi dell’Iss scoprono l’Rna del Covid-19 negli scarichi fognari. Nessun problema per la salute

Il materiale genetico del virus Sars-Cov-2 può essere trovato nelle acque di scarico, permettendo quindi di usare questo tipo di campionamenti come «spia» della presenza di un focolaio epidemico. Lo suggerisce uno studio condotto a Roma e Milano dal gruppo guidato da Giuseppina La Rosa del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute Del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che sarà pubblicato a breve.

«Abbiamo selezionato e analizzato per la ricerca del virus, un gruppo di 8 campioni di acque di scarico raccolti dal 3 al 28 febbraio a Milano e dal 31 marzo al 2 aprile a Roma», spiega La Rosa. «In 2 campioni raccolti nella rete fognaria della zona Occidentale e Centro-orientale di Milano è stata confermata la presenza di RNA del nuovo coronavirus. Nel caso di Roma, lo stesso risultato positivo è stato riscontrato in tutti i campioni prelevati nell’area orientale della città», aggiunge. L’Iss sta ora estendendo la ricerca ad altri campioni di acque di scarico provenienti da una rete di raccolta in diverse regioni, costruita negli anni nell’ambito di un progetto finanziato dal Centro Nazionale di prevenzione e Controllo delle Malattie (CCM) del ministero della Salute.

«Il ritrovamento – sottolinea Luca Lucentini, direttore del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute dell’Iss – non ha nessun rischio. Il risultato rafforza le prospettive di usare il controllo delle acque in fognatura dei centri urbani come strumento non invasivo per rilevare precocemente la presenza di infezioni nella popolazione. Nella fase 2 la sorveglianza potrà essere utilizzata per monitorare in modo indiretto la circolazione del virus ed evidenziare precocemente una sua eventuale ricomparsa, consentendo quindi di riconoscere e circoscrivere più rapidamente eventuali nuovi focolai epidemici. Una strategia che viene già usata per altri virus, come quello della polio. Aver trovato RNA virale, che quindi non necessariamente rappresenta un virus infettivo, nelle acque di scarico è un risultato che non sorprende e non implica alcun rischio per la salute umana. Come evidenziato in un recente documento pubblicato dall’Istituto, il ciclo idrico integrato, cioè il processo che comprende potabilizzazione delle acque e sistemi di fognatura e depurazione, è certamente sicuro e controllato rispetto alla diffusione del virus responsabile di Covid-19, come anche di altri patogeni». Conclude il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: «Il risultato potrebbe essere d’aiuto nel controllo della pandemia. I nostri risultati si associano a quelli di altri gruppi di ricerca che, in Olanda, Massachusetts, Australia e Francia, hanno ad oggi rinvenuto tracce del virus negli scarichi»

 

I dati Regione per Regione sulla situazione contagi

Il dato fornito aggiornato a martedì 22 aprile, è quello dei casi totali (numero di persone trovate positive dall’inizio dell’epidemia: include morti e guariti). Nella foto in alto è visibile quello dei soggetti attualmente positivi. La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore.

Lombardia 67.931 (+960, +1.4% ; ieri erano stati +735)
Emilia-Romagna 23.092 (+225, +1%; ieri erano stati +307)
Veneto 16.404 (+277, +1.7%; ieri erano stati +192)
Piemonte 21.955 (+606, +2.8%; ieri erano stati +292)
Marche 5.877 (+51, +0.9%; ieri erano stati +57)
Liguria 6.764 (+95, +1.4%; ieri erano stati +141)
Campania 4.135 (+61, +1.5%; ieri erano stati +45)
Toscana 8.603 (+96, +1.1%; ieri erano stati +135)
Sicilia 2.835 (+76, +2.8%; ieri erano stati +42)
Lazio 5.895 (+80, +1.4%; ieri erano stati +60)
Friuli-Venezia Giulia 2.792 (+17, +0.6%; ieri erano stati +30)
Abruzzo 2.667 (+55, +2.1%; ieri erano stati +91)
Puglia 3.622 (+55, +1.5%; ieri erano stati +38)
Umbria 1.353 (+4, +0.3%; ieri erano stati +1)
Bolzano 2.410 (+16, +0.7%; ieri erano stati +14)
Calabria 1.047 (+9, +0.9%; ieri erano stati +3)
Sardegna 1.236 (+8, +0.7%; ieri erano stati +13)
Valle d’Aosta 1.093 (+5, +0.5%, ieri nessun nuovo caso)
Trento 3.614 (+24, +0.7%; ieri erano stati +58)
Molise 282 (+1, +0.4%; ieri erano stati +2)
Basilicata 350 (+8, +2.3%; ieri nessun nuovo caso)

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La futura mamma 28enne incinta guarisce dal Coronavirus con la plasmaterapia . È il primo caso a livello mondiale

mamma pamela ospedale
mamma pamela ospedale

La notizia di un altra vittoria sul coronavirus

La plasmaterapia funziona. È questa la notizia più importante di giornata, certificata dalla guarigione della prima paziente sottoposta al trattamento di infusione di sangue contenente plasma iperimmune prelevato da soggetti guariti dal Coronavirus. La paziente guarita dal Covid è Pamela, 28enne di Mantova incinta che, secondo quanto riferito dall’ospedale del capoluogo di provincia lombardo, è il primo caso al mondo di paziente in dolce attesa a sconfiggere il virus tramite plasmaterapia. Pamela è stata ricoverata lo scorso 9 aprile al nosocomio mantovano dove nel giro di 24 ore il suo quadro clinico si era aggravato a tal punto da essere trasferita nel reparto di Pneumologia. “Il plasma mi ha fatto rinascere”, ha commentato la futura mamma, rientrata oggi a casa.

Che cos’è?

La plasma terapia si fonda sull’iniezione di plasma nei pazienti. Il plasma è un componente del sangue, costituito al 92% da acqua, la restante parte sono proteine e sali minerali. La separazione del plasma dal sangue, avviene attraverso un separatore cellulare. Il prelievo di sangue si esegue nei pazienti che hanno contratto il coronavirus e che sono, poi, guariti. Questo tipo di trattamento non è nuovo nell’ambito medico. Fu già sperimentato per la Sars del 2003, per la pandemia influenzale H1N1 del 2009, per la Mers del 2012 e per l’Ebola. Le esperienze precedenti hanno dato buoni risultati, ma resta da verificare se sia valida anche per il covid-19 e tutte le sue mutazioni, quindi si rendono necessari ulteriori studi clinici. Come anticipato, in Cina la plasma terapia diede buoni risultati, sebbene i medici sottoposero solo 5 pazienti al trattamento.

I pazienti, in seguito alla guarigione sviluppano anticorpi, che risiedono proprio nel plasma. Una volta guariti dal coronavirus, i volontari per la donazione del sangue devono effettuare il test due volte in 24 ore ed entrambe le volte deve risultare negativo. Prima di procedere alla trasfusione nel paziente affetto da coronavirus, il campione di plasma del donatore viene esaminato per verificare che contenga anticorpi (detti neutralizzanti). In laboratorio valutano anche la quantità di anticorpi presenti nel plasma. Tali considerazioni servono a capire se gli anticorpi siano in grado di annientare il virus.

I primi due volontari per la donazione di plasma sono stati due medici del nord Italia, che hanno contratto il virus all’inizio della pandemia e sono poi guariti. Fortunatamente, in seguito all’appello del direttore del Servizio di immunoematologia dell’ospedale San Matteo di Pavia, Cesare Perotti, diverse persone, una volta guarite, sono tornate in ospedale per donare.

Perché la plasma terapia?

Il vantaggio della plasma terapia è l‘assenza di effetti collaterali. Inoltre, può affiancare altre cure in corso, senza interferire con le stesse. Gli unici rischi sono quelli legati ad un’ordinaria trasfusione di sangue, che esistono in una minima percentuale. Neanche i donatori sono a rischio: globuli bianchi, rossi e piastrine sono ri-trasfusi nel donatore e in un paio di settimane la condizione plasmatica si ristabilizza.

Il farmacologo Garattini sottolinea un ulteriore aspetto vantaggioso: “Quindi chi ha presenza di anticorpi avrebbe la possibilità di essere rimesso in circolazione e in attività perché è guarito, ha sviluppato le difese e non può contagiare né essere contagiato”.

I medici devono adottare la plasma terapia ad un preciso stadio dell’infezione, ovvero quando il paziente giunge ad avere problemi respiratori, ma non è ancora intubato. Una volta che il virus raggiunge le vie respiratorie non c’è tempo da perdere, poiché il covid-19 in molti casi peggiora le condizioni del paziente nel giro di poche ore.

 

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FASE 2: dagli uffici agli aperitivi, cosa potrebbe cambiare dal 4 maggio

mascherina obbligatoria lombardia
mascherina obbligatoria lombardia

La riorganizzazione della fase 2 terrà conto di tutti i suggerimenti che provengono dai vari gruppi di lavoro e saranno inseriti nel decreto del governo.

Per garantire il rispetto delle norme aziende e negozi dovranno compilare un modulo che autocertifica il rispetto delle prescrizioni imposte su dotazioni dei dispositivi di sicurezza personale, sanificazione, presenza del medico e tutte le altre regole che saranno diversificate a seconda delle filiere. Dovranno essere in ogni caso garantiti turni diversificati per i lavoratori e privilegiato lo smart working.

Diverso è il discorso per i bar e i ristoranti, dove la riapertura appare ancora lontana rispetto all’inizio della fase 2. Le tabelle Inail assegnano infatti a questi luoghi di ritrovo un livello di rischio elevato. Dunque si sta valutando la possibilità di concedere, oltre alle consegne a domicilio che già vengono effettuate, il servizio da asporto. In questo caso l’ingresso sarà scaglionato, così come già avviene per tutti gli altri negozi già aperti, e calcolato sulla base della metratura dei locali. La misura rimane quella di 40 metri quadri fissata nell’ultimo decreto dove possono entrare due dipendenti e un cliente.

Più articolato il piano per il trasporto pubblico, che dovrà tenere conto delle esigenze delle Regioni e soprattutto dei Comuni più grandi. Su autobus e metropolitane i passeggeri potranno stare soltanto seduti e comunque mantenendo la distanza, dunque su posti alternati rendendo inevitabilmente ridotta la capienza. Ecco perché si sta valutando la possibilità di aprire le zone a traffico limitato favorendo così il trasporto privato. L’alternativa sarebbe aumentare il numero delle corse. Ma anche creare aree di scambio dove si possa lasciare il proprio mezzo e utilizzare il servizio sharing di auto e bici.

Nella gestione dell’entrata e dell’uscita dei lavoratori dagli uffici devono essere favoriti orari scaglionati e laddove possibile, prevedere una porta di entrata ed una di uscita dedicate”. Vanno “limitati al minimo indispensabile gli spostamenti all’interno dell’azienda, non sono consentite le riunioni in presenza, favorendo il collegamento a distanza o, se le stesse sono necessarie, possono avvenire garantendo un adeguato distanziamento e riducendo al minimo il numero di partecipanti. L’accesso di fornitori esterni potrà avvenire secondo modalità, percorsi e tempistiche ben definite dall’azienda; per le attività di carico e scarico si dovrà rispettare il distanziamento.

Il rapporto Inail raccomanda che per gli spazi comuni, comprese le mense aziendali, i punti di ristoro e gli spogliatoi, i servizi igienici, deve essere prevista una ventilazione continua degli ambienti, una turnazione nella fruizione nonché un tempo ridotto di permanenza all’interno degli stessi, naturalmente con adeguato distanziamento. Devono essere limitati al minimo indispensabile gli spostamenti all’interno dell’azienda.

Nel tempo libero si potrà tornare a passeggiare anche lontano da casa ma da soli, massimo in due se non si tratta di conviventi e mantenendo la distanza. Mascherina e guanti serviranno anche per spostarsi a casa dei familiari quando non si può stare ad almeno un metro uno dagli altri. Ma con queste precauzioni sarà possibile tornare a incontrarsi. Il divieto di assembramento rimane – sia al chiuso, sia all’aperto – e servirà a proteggere soprattutto i giovani.

E’ probabile che il divieto di circolazione da un Comune all’altro non venga rimosso subito, ma se davvero scenderà l’indice di contagio si potrà andare anche in altre regioni. E questo favorirà una ripartenza del turismo. Molto dipenderà però dalla sicurezza che gli amministratori locali riusciranno a garantire rispetto alla tenuta del sistema sanitario.

La febbre a 37,5

Gli esperti evidenziano come «nella fase di transizione, va considerato il rischio di una riattivazione di focolai nei luoghi di lavoro». Per questo dovranno esserci termoscanner all’ingresso «e se la temperatura risulterà superiore ai 37,5° C, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherine, non dovranno recarsi al pronto soccorso o nelle infermerie di sede ma contattare il proprio medico curante». In caso di «sintomi di infezione e tosse lo dovrà dichiarare immediatamente all’ufficio del personale e si dovrà procedere al suo isolamento».

Avvisi e dispenser

«Nelle aziende devono essere affissi poster e locandine sulle misure di igiene personale e l’azienda metterà a disposizione idonei mezzi detergenti per una raccomandata frequente pulizia delle mani». I tecnici ritengono «opportuno, soprattutto nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di Covid-19 prevedere, alla riapertura, una sanificazione degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni. In ogni caso va garantita la pulizia giornaliera dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni nonché la sanificazione periodica».


Coronavirus fase 2: come si valuta il rischio

Il rischio integrato è un indice che, tenendo conto di diversi fattori riguardanti il modo in cui i lavoratori devono svolgere il loro lavoro, quantifica la possibile esposizione al coronavirus. La lista dei 97 settori produttivi interessati da questo studio, compilata dall’INAIL in base ai codici Ateco e validata dal Comitato tecnico Scientifico, è stata quindi in tre fasce di rischio: basso rischio (verde), medio rischio (giallo) e alto rischio (rosso).

Basso rischio

Ben 49 attività su 97 sono state valutate come a basso rischio integrato. Tra queste troviamo: la pesca, l’agricoltura, le attività minerarie, le imprese edili e tutta l’industria manifatturiera, che comprende anche quella alimentare, chimica, tessile, metallurgica, del legno, della pelle e della carta. Incluse anche la fabbrizione di computer, auto arredi, così come l’editoria, l’industria cinematografica, le agenzie immobiliari e di viaggio e le biblioteche. Data questa valutazione di basso rischio, queste attività potrebbero essere tra le prime a riaprire.

Rischio medio

Passando alle attività a medio rischio troviamo quasi tutti i settori commerciali, come la ristorazione, le attività sportive (palestre), i luoghi di istruzioni (scuole, università), i trasporti (bus, treni, navi). Anche tutti i lavoratori impegnati nella manutenzione di reti fognarie, nell’assistenza sociale residenziale, nei servizi alla persona e alla casa (bandanti, collaboratori domestici) e nel gioco d’azzardo rientrano in questa categoria.

Rischio alto

A più alto rischio sono invece il trasporto aereo e l’assistenza sociale sanitaria non residenziale. Queste attività, per quanto non siano state sospese neanche durante la ‘fase 1’, sono comunque state riconosciute come ad alto rischio e quindi da riguardare in maniera particolare.

Link al PDF completo con la lista di tutte le attività e i rischi associati

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RIAPERTURA: Sala “Resterà aperta area B e gratis area C”

beppe sala musei milano coronavirus
beppe sala musei milano coronavirus

RIAPERTURA: Il sindaco torna sul tema della ripartenza parlando anche dei cantieri della M4

Terremo aperta l’area b e l’area c rimarrà gratis, però bisogna migliorare, andare avanti: mi batterò perché venga finanziata la mobilità elettrica e perché si possano continuare i progetti sulle metropolitane”. Questo il commento del sindaco Beppe Sala che nel suo videomessaggio quotidiano ha parlato della mobilità a Milano nella fase 2.

“Sono proprio le linee del métro a fare la differenza in una città – ha aggiunto il primo cittadino -. Richiedono anni di lavori e sono costose ma cambiano il modo di muoversi e la socialità. Per questo dobbiamo andare avanti sulla M4 e procedere con i progetti di prolungamento della M1 fino a Baggio e della M5 fino a Monza”.

Nel suo intervento su Facebook il sindaco si è mostrato anche nel cantiere della M4 della stazione De Amicis, dove Guido Mannella, presidente del consorzio costruttori ha spiegato: “Abbiamo ripreso le attività il 6 aprile dopo una breve sosta per l’emergenza Covid. Oggi sono circa 750 le persone al lavoro sui nostri 50 cantieri, presenti in tutto il territorio comunale. Ieri è ripartito lo scavo meccanizzato delle gallerie con la talpa e la prossima settimana ne partirà una seconda”.

“Purtroppo – ha aggiunto Mannella – durante gli scavi è stata rinvenuta una struttura di epoca medievale realizzata con blocchi lapidei di epoca romana, che ci ha rallentano un po’ nelle operazioni. Ma adesso stiamo lavorando per rimetterci in carreggiata”.

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LAVORO: appello per la raccolta delle fragole nei campi

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«A Verona 140 mila quintali di fragole da raccogliere: servono 3 mila lavoratori»
„A dirlo è Cia – Agricoltori Italiani Verona: «Mancando molta manodopera dall’Est europeo, a causa dell’emergenza Covid-19, è necessario avere da subito la certezza della reperibilità di braccianti»“

“Abbiamo bisogno di manodopera per la raccolta delle fragole“. E’ l’allarme lanciato a “Mattino Cinque” da un coltivatore nel Veronese che lamenta la mancanza di “braccia” per il raccolto nella sua serra: “Le frontiere sono chiuse e i nostri collaboratori non possono raggiungere l’Italia”.

L’imprenditore spiega che da 22 anni si serve della manodopera di un gruppo di lavoratori di nazionalità polacca e le disposizioni previste, a causa dell’emergenza coronavirus, non permettono loro di tornare nel nostro Paese per lavorare. “Abbiamo tamponato fino ad ora con la manodopera locale – conclude il racconto il coltivatore – ma si tratta di persone che fanno un lavoro diverso e non sono formate per questo”.

Questo tipo di raccolta avviene ogni anno in un ambito di tempo ristretto tra i 20 e i 25 giorni, che partono da metà-fine aprile fino al 20 maggio circa.

Secondo Cia – Agricoltori Italiani Verona, sono 140.000 i quintali da raccogliere in una sola provincia e la manodopera necessaria è di circa tremila persone.

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