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domenica, Giugno 8, 2025
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Lombardia arancione da domenica ? Fontana: ‘Da noi dati sempre corretti’ Basta calunnie dal governo !

fontana speranza
fontana speranza

I tecnici della Regione dovrebbero trasmettere al ministero della Salute i nuovi dati, ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt nell’ultimo monitoraggio. Il ministro Speranza potrebbe dunque firmare la nuova ordinanza con il cambio di fascia già da domenica .

Ma il Presidente Fontana non ci sta e replica alle accuse mosse dal Governo :

“La Lombardia deve essere collocata in zona arancione.
Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette.
A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze.”
La Lombardia ha intenzione di chiedere di nuovo al Governo di tornare in zona arancione. È quanto riporta il Corriere della Sera, secondo cui i tecnici della Regione dovrebbero trasmettere al ministero della Salute i nuovi dati, ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt nell’ultimo monitoraggio. Il ministro Roberto Speranza, una volta ricevuta la valutazione da parte della “cabina di regia”, potrebbe così firmare l’ordinanza che cambia la fascia, permettendo alla Lombardia di tornare arancione già a partire da domenica

I PARAMETRI DELL’ INDICE RT

In settimana, Il governatore Attilio Fontana ha fatto sapere di aver presentato ricorso al Tar contro la zona rossa disposta dall’ultima ordinanza ministeriale. Decisione assunta in quanto l’indice Rt comunicato nell’ultimo monitoraggio era superiore a 1,25, soglia che, in base ai nuovi criteri, fa scattare automaticamente la fascia più restrittiva. La Lombardia, però, ritiene che il dato non sia veritiero per quanto riguarda la situazione attuale, in quanto “in ritardo rispetto al contagio”.

Stando a quanto apprende l’ANSA, con una nota nella giornata di ieri, la Regione ha fatto sapere di aver inviato una serie di “dati aggiuntivi” per “ampliare e rafforzare i dati standard trasmessi nella settimana precedente”. In base all’ultimo monitoraggio, la Lombardia ha un Rt medio a 0,82 (0,78-0,87).

Intanto si aspetta il bollettino odierno per conoscere i nuovi dati .

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I Koala sono stati decimati dai numerosi incendi in Australia, allarme rischio estinzione .

koala rischio estinzione
koala rischio estinzione

Gli incendi dello scorso anno in Australia hanno distrutto 19 milioni di ettari di foreste e oltre 1 miliardo di animali sono stati uccisi dalle fiamme.

Abbiamo già perso il 95% dei Koala! Entro il 2050 potrebbero scomparire per sempre
Ora i koala sopravvissuti non hanno più una casa. Delle foreste che li ospitavano è rimasta solo cenere.

Una stagione terribile per i koala quella degli incendi che hanno devastato l’Australia dalla metà del 2019 fino a febbraio 2020. Un comitato governativo incaricato delle ricerche ha stabilito che sono morti oltre 60mila piccoli marsupiali e ne rimangono tra i 15 e 20 mila, molto meno di quanto si pensava con le prime stime. L’allarme estinzione, lanciato anche dal Wwf è chiaro: spariranno entro il 2050 se non si correrà urgentemente ai ripari con misure drastiche, Da molto tempo i koala vivevano in una situazione difficile malnutriti e disidratati per la siccità e le sempre più frequenti ondate di calore, con gli incendi poi la situazione è precipitata.  

Il report

Secondo il report del Wwf le peggiori perdite di koala si sono registrate a Kangaroo Island, con 40.000 individui potenzialmente colpiti e nelle foreste di Victoria, dove vivevano 11.000 di questi preziosi marsupiali. Altre importanti popolazioni di koala sono state messe in ginocchio dal fuoco nel New South Wales, dove si stima che 8.000 koala siano rimasti coinvolti negli incendi, quindi uccisi o feriti.

Il programma per salvare il koala

Per il Wwf un mondo senza koala non è immaginabile: per questo, all’interno del piano di rinascita “Regenerate Australia”, ha creato il progetto Koalas forever, che ha l’obiettivo di raddoppiare il numero di koala sulla costa orientale dell’Australia entro il 2050, supportando la ripresa delle popolazioni residue della specie all’interno del “Triangolo dei Koala”. Oltre alla costruzione di nuove cliniche veterinarie, in grado di fornire le cure agli animali selvatici feriti, il progetto prevede il ripristino dell’habitat del koala e l’utilizzo di cani per il rilevamento dei koala feriti. Per accudire ogni animale servono tempo e pazienza, e il Philip Island Nature Parks continuerà a monitorare e a garantire che la salute e il benessere dei koala siano una priorità assoluta. wwf.it/adottaunkoala

 

ECCO QUALCHE CURIOSITA’

 

Solo il 5% dei koala è ancora in vita

Gli incendi dello scorso anno hanno decimato le foreste australiane e gli animali che le abitavano.

I koala sono ancora sofferenti e hanno perso la loro casa.

Aiutaci a curarli nei nostri Centri di Recupero e a piantare 1 milione di alberi per ripristinare il loro habitat.
Adotta ora e aiutaci a proteggere i koala e salvarli dall’estinzione. Qui tutte le info : wwf.it/adottaunkoala

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MANFREDI: “A FEBBRAIO Università in modalità mista,con presenza al 50%”

esami uni
esami uni

Al termine del periodo dedicato agli esami, a febbraio la didattica università ripartirà “in modalità mista, con presenza al 50% in aula”.

L’annuncio arriva dal ministro dell’Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, che spiega di aver “sollecitato i rettori a predisporre piani per la riapertura dell’attività”

Dopo il consueto periodo di esami, “la ripresa della didattica universitaria avverrà dalla seconda metà di febbraio: ho sollecitato i rettori a predisporre piani per la riapertura dell’attività a febbraio. Il nuovo Dpcm consente di poter tornare secondo lo schema settembre” dunque con “didattica mista con presenza al 50% in aula”. Così Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della ricerca, durante una videoconferenza dell’ateneo di Bologna. “Ovviamente ci sarà una valutazione con i comitati regionali perché l’Università impatta molto sul sistema dei trasporti”.

Università, Manfredi: “Disponibili a proroga anno accademico”

Il ministero è disponibile: se ci sarà una richiesta da parte della conferenza dei Rettori di operare una proroga, questo sicuramente sarà in attenzione del ministero e provvederemo di conseguenza. Credo che sarà una decisione dei prossimi giorni”. Così Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della ricerca, durante una videoconferenza dell’ateneo di Bologna, risponde a una domanda su una eventuale proroga dell’anno accademico.

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La Statale di Milano è la prima università in Europa per studi-ricerche sul covid-19

coronavirus farmaco artrite gratis
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Ricerca sul Covid : l’Università di Milano prima in Europa e quarta al mondo per ricerca

L’Università Statale di Milano è il primo ateneo in Europa ed in quarto al mondo, preceduta dalle due università di Wuhan e dalla Harvard Medical School, per articoli scientifici sul Covid-19. Ben 287 paper e questo ha portato l’Italia ad una posizione di vertice internazionale. Lo ha certificato la rivista Science, che ha riportato la graduatoria delle istituzioni che hanno maggiormente contribuito alla ricerca su Covid-19 in termini di articoli pubblicati nel primo semestre del 2020. Allargando la classifica anche agli istituti di ricerca, la Statale scala di un solo posto, cedendolo a INSERM in Francia, l’Istituto Nazionale per la Salute e la ricerca biomedica.

«Un riconoscimento eccezionale – commenta la prorettrice a Ricerca e Innovazione Maria Pia Abbracchio -. Considerando le sole istituzione accademiche e che l’Inserm è in realtà costituita da 34 distinte Unità di ricerca sparse sul territorio francese, la produzione scientifica della Statale di Milano la porta, con l’Italia, ai vertici»

Nell’articolo di Science, la produzione scientifica mondiale sulla pandemia viene ripercorsa sulla base temporale di come il virus si è propagato nel mondo, evidenziando come, al di là di teorie complottistiche e speculazioni politiche, gli scienziati cinesi abbiano cercato, fin dalla comparsa dell’infezione, di condividere le loro conoscenze sul nuovo virus con i ricercatori e i medici degli altri paesi, con prime pubblicazioni nel gennaio 2020 che si sono poi diradate a partire da marzo, mentre la pandemia si acuiva in Europa.

«Al di là del numero delle pubblicazioni scientifiche, la rilevanza del contributo della Statale risiede nell’ampiezza e importanza delle tematiche studiate, che spaziano dalle origini e modalità di circolazione del virus, agli avanzamenti forniti alle procedure per la diagnosi, il tracciamento e la cura dell’infezione e delle sue conseguenze a lungo termine, fino alla recente retro-datazione dell’inizio della pandemia a settembre-novembre 2019, ben prima della comparsa ufficiale del virus» conclude la Prorettrice Abbracchio.

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Misure anti smog in tutta la regione : stop alla circolazione delle auto Euro 4 Diesel e regolazione temperatura edifici

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Da venerdì 22 gennaio scattano le misure anti smog in tutta la regione

Saranno costrette a fermarsi le auto Euro 4 Diesel dalle 8.30 alle 18.30 e la temperatura all’interno degli edifici non potrà superare i 19 gradi. La decisione arriva da Pirellone che continua a incoraggiare i lavoratori allo smartworking.

Considerato il perdurare dei superamenti delle concentrazioni di PM10, da venerdì 22 gennaio sono attive le misure temporanee antinquinamento di primo livello in tutte le province della Lombardia.

Le misure temporanee entrano in vigore nei Comuni sopra i 30.000 abitanti e in quelli aderenti su base volontaria.

Le misure di limitazione temporanee di primo livello si applicano a:

– veicoli fino a euro 4 diesel (NB: dall’11 gennaio 2021 sono sottoposti a limitazioni anche se con FAP idoneo),

– riscaldamento domestico (riduzione di 1 grado delle temperature nelle abitazioni),

– agricoltura (divieto di spandimento liquami zootecnici),

– combustioni all’aperto (divieto assoluto di: accensione fuochi, falò, barbecue, fuochi d’artificio).

Si raccomanda inoltre la massima adozione dello smartworking.

Oltre allo stop degli Euro 4, in regione scatta anche il divieto assoluto di combustioni all’aperto e il limite delle temperature all’interno degli edifici a 19 gradi. Un divieto che, in questo caso, si applica a tutti i Comuni interessati, non solo ai più grandi. E ancora: dal Pirellone fanno sapere che “è convalidato anche il divieto di spandimento dei reflui zootecnici, salvo iniezione diretta o interramento immediato”.

 

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La street art colora le piazze di Milano

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Guai a dire che Milano è una città grigia! E’ vero il tempo a volte la fa proprio apparire così, ma ormai il colore è sparso in tutta la città! L’ultima novità? La street art dai muri arriva alle pizze di Milano e in particolare in zona Loreto e Isola grazie alla street artist Camilla Falsini.

La street art colora le piazze di Milano

Camilla Falsini, insieme all’agenzia Jungle, si è aggiudicata il bando comunale Piazze Aperte. Grazie ad esso ha potuto riempire di colore due piazze di Milano: Piazzale Loreto e Piazza Tito Minniti in zona Isola.

Nella prima pizza l’opera d’arte che ha preso vita è una ricreazione della parola Loreto attraverso forme geometriche e una ridisegnazione delle strutture urbane. Una piccola città a colori insomma.

Lo stesso concept è stato ripreso in piazza Minniti. Qui la parola Isola racconta la storia del quartiere dove la I diventa un grattacielo che simboleggia la parte più avveniristica della zona mentre la A una casa. Il tutto, ovviamente, con colori decisamente sgargianti.

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ONLYFANS: durante la pandemia chi perde il lavoro rivende online le proprie foto erotiche

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Onlyfans, durante la pandemia boom dell’Instagram senza censura. Anche i Vip senza veli (ma su abbonamento)

ONLYFANS,una piattaforma online che è letteralmente esplosa durante la pandemia e consente agli utenti di vendere le proprie foto intime, nudi o in lingerie, ad altri utenti che abbiano sottoscritto un abbonamento mensile. La storia di come questa “invenzione” venga usata da sempre più persone in USA e sta spopolando anche in Italia..

Non solo TikTok, dunque, il 2020, caratterizzato dalla pandemia, ha sancito l’esplosione anche di un altro social network: OnlyFans.

Complice la crisi economica e lavorativa, l’anno appena trascorso ha fatto i conti con un vero boom di iscrizioni: se nel 2019 i “creator” erano 120mila, il 2020 si è chiuso superando il milione. Gli iscritti, invece, sarebbero 90 milioni in tutto il mondo. Ma cos’è OnlyFans? Semplice: si tratta di una piattaforma “pay-per-view”. Se vuoi vedere, devi pagare. Come? Attraverso un abbonamento.

La piattaforma ha avuto una crescita esponenziale durante il lockdown: 30 mln di iscritti. Ci sono da Bella Thorne a Rocco Siffredi. Anche Cardi B, Elena Morali e il suo fidanzato Favoloso e Malena…

Pare che anche Alberto Genovese, l’imprenditore di Facile.it, reclutasse tante ragazze delle sue feste attraverso questa piattaforma.

COME FUNZIONA ONLYFANS

Ogni “content creator” (si fanno chiamare così) imposta un abbonamento mensilesolo chi si iscrive può vedere i contenuti pubblicati – foto e video.

L’abbonamento ti permette di parlare in privato con il creator e, attraverso l’uso dei “tips”, puoi persino “sbloccare” dei contenuti premium, esclusivi.

 

Il prezzo mensile dell’abbonamento viene deciso in maniera autonoma da chiunque decida di mettersi in vetrina, mentre OnlyFans trattiene solo il 20% di ogni abbonamento.

Se un ragazzo imposta quindi a 10€  il prezzo dell’abbonamento ed ha 10 fan, di 100€ guadagnati in un mese ne intasca 80€.

 

Quanto guadagnando le star di questo social?

Potenzialmente tanto. Anzi, tantissimo. L’italiana più seguita, tale Martina Vismara, arriverebbe a guadagnare anche 100mila dollari al mese (numeri, questi, mai confermati ma nemmeno smentiti).

L’influencer Naomi De Crescenzo è diventata famosa grazie al programma “Ex On the Beach” e oggi è la seconda italiana più seguita sulla piattaforma. A Giornalettismo ha raccontato”: “Un americano molto famoso mi aveva proposto 100mila dollari al mese per pubblicare contenuti con lui, ma ho rifiutato”.

A proposito di contenuti. OnlyFans è diventato famoso per ospitare contenuti sessualmente espliciti: nudi integrali o pornografici per qualcuno, “vedo/non vedo” per qualcun altro.

Ma se c’è si è iscritto a OnlyFans soltanto per business, le storie di chi si è iscritto alla piattaforma per sbarcare il lunario, complice la pandemia, aumentano di ora in ora. Le raccontano la BBC, il New York Times, l’Huffington Post.

Sono persone toccate dalla crisi, senza lavoro, licenziati. “Molti sono arrivati su questo sito spinti dalla disperazione”, ha raccontato Angela Jones, professore associato di sociologia alla State University of New York at Farmingdale. E quindi ecco Mark, un ragazzo che ha perso il lavoro a causa della pandemia: “OnlyFans ha pagato il mio affitto, ha pagato il mio cibo, ha letteralmente pagato ogni necessità della mia vita”.

Ma anche Savannah Benavidez, una 23enne che ha dovuto lasciare il lavoro per dedicarsi al figlio di 3 anni: da giugno a dicembre ha guadagnato 64mila dollari.

TikTok dichiara guerra ai sex worker (a chiunque usi OnlyFans)

Diverse tiktoker sono state bannate in una “grande purga” per il semplice fatto di avere sul loro profilo un link che rimandava al loro OnlyFans. Ma vip come Bella Thorne possono farlo senza conseguenze…

Insomma su TikTok va sempre fatta attenzione ai contenuti, comparendo nei video sempre solo in felpa o in pigiama, evitando lingerie.  “Lì bisogna fare balletti con le amiche e roba del genere”.

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Giornata della Memoria 2021: in streaming su Cineteca Milano

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Il 27 gennaio si avvicina e nonostante il periodo che stiamo vivendo, stanno cominciando a circolare attività e incontri per onorare come ogni anni la Giornata della Memoria 2021. Tra questi vi è anche la Cineteca Milano che ha deciso di proporre due film in streaming.

Giornata della Memoria 2021 alla Cineteca Milano

In occasione della Giornata della Memoria 2021 la Cineteca di Milano propone in streaming Se questo è amore di Maya Sarfaty (2020) e The German Doctor di Lucía Puenzo (2013).

In Se questo è amore la regista israeliana Maya Sarfaty ricostruisce la paradossale storia d’amore tra una prigioniera e il suo carceriere. E’ una giovane donna ebrea Helena Citron quando viene deportata ad Auschwitz, dove si salverà per la protezione di un ufficiale delle SS innamorato di lei. Trent’anni dopo, al processo contro i nazisti, dovrà scegliere: aiuterà l’uomo che l’ha salvata ma che ha distrutto tante vite?  🎟️ Visione film € 7,90

Presentato al festival di Cannes nel 2013 nella sezione Un Certain Regard, il film The German Doctor ripercorre invece una delle tappe della fuga di Josef Mengele, un medico delle SS sotto falso nome, nell’Argentina degli anni Sessanta. L’agghiacciante vicenda, tratta da una storia vera, viene narrata dalla regia ipnotica e mai banale di Lucía Puenzo 🎟️ Visione film € 5,00

I contenuti sono visibili da venerdì 22 gennaio in streaming sul sito previa registrazione.

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Quore Italiano apre il suo quinto locale a Milano

Vetrina   Quore Italiano
Vetrina Quore Italiano

Nuovo concept, mood contemporaneo e un menù ispirato alla cucina regionale italiana: così si presenta Quore Italiano all’alba del 2021. In un momento difficile per il mondo della ristorazione l’imprenditore Marcello Rizza mette a segno un progetto ambizioso inaugurando a due passi da Piazza Gae Aulenti la quinta location milanese dell’insegna, che dal 2013 fa della pasta fresca e della pizza il “quore” della propria offerta.

Quore Italiano apre il suo quinto locale a Milano

Un opening diverso, senza grandi festeggiamenti, ma, nel pieno rispetto del periodo storico che stiamo attraversando, con un focus sul delivery, in attesa di poter aprire al pubblico.

Il nuovo Quore Italiano, al civico 2 di via Vincenzo Capelli, è caratterizzato da un look che rispecchia il fermento del quartiere. Moderno e accogliente, il locale presenta imponenti vetrate che rendono quasi impercettibile lo stacco in&out, lasciando intravedere l’atmosfera interna. Tutte caratteristiche che, una volta aperto, lo candidano a diventare un punto di riferimento per coloro che vogliono concedersi un momento di pausa dal lavoro o dallo shopping.

Nel frattempo, il nuovo menù creato dall’Executive Chef Francesco De Marco è già disponibile a pranzo e a cena in modalità delivery e ha tra i suoi punti di forza la pasta fresca, la pizza e i salumi emiliani con lo gnocco fritto. A capo della brigata di cucina Tymur Isayev, ex Dry Milano, realizza piatti che rendono omaggio alla tradizione gastronomica italiana, ma con un twist più contemporaneo.

Classiche o alla pala, realizzate con un impasto di farina semi-integrale biologica macinata a pietra e lasciate lievitare per almeno 72 ore, le pizze di Quore Italiano rappresentano invece una naturale prosecuzione della lista dei primi piatti e sono caratterizzate da un’ampia varietà di topping per un’esperienza di cucina autentica.

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Vaccino Pfizer risulta efficace contro la variante inglese in laboratorio

10 tamponi andrea crisanti ansa scaled
10 tamponi andrea crisanti ansa scaled

Per gli esperti, invece, le varianti sudafricana e brasiliana vanno ancora monitorate 

Il colosso farmaceutico Pfizer ha annunciato che il vaccino anti COVID “BNT162b2” sviluppato in collaborazione con la società di biotecnologie BioNTech è efficace contro la variante inglese del coronavirus SARS-CoV-2. In un test di laboratorio condotto con gli anticorpi ottenuti dal plasma di 16 pazienti vaccinati, è stato dimostrato che la capacità neutralizzante contro una “replica” della variante inglese è la stessa ottenuta contro il ceppo originale del virus.

“I nostri risultati suggeriscono che la maggior parte delle risposte ai vaccini dovrebbe essere efficace contro la variante b.1.1.7”, riferisce un team internazionale di ricercatori di università britanniche e olandesi. In uno studio preliminare separato, un team di ricercatori di Biontech-Pfizer è giunto a conclusioni simili. Preoccupa invece la mutazione portata dalle varianti sudafricana e brasiliana per l’efficacia dei vaccini, quindi vanno ancora “monitorate”.

Il bollettino Oms

L’Oms nel suo bollettino quotidiano fa sapere che la “variante inglese” del nuovo coronavirus risulta diffusa in almeno 60 Paesi. La contagiosa mutazione risulta presente in 10 nazioni in più rispetto alla settimana precedente. La “variante sudafricana” risulta invece diffusa in 23 nazioni, 3 in più rispetto allo scorso bollettino. La scorsa settimana, sottolinea l’Oms, è stato registrato un record di morti con 93mila decessi, mentre i nuovi casi segnalati sono stati 4,7 milioni.

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SCALA: in diretta su Rai5, a febbraio, una nuova riproduzione di Salome

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SCALA: in diretta su Rai5, a febbraio, una nuova riproduzione di Salome

La Scala di Milano sta preparando uno spettacolo assolutamente nuovo. O meglio, uno spettacolo di cui aveva iniziato le prove ma che il lockdown dello scorso febbraio ha impedito di mettere in scena.

Salome di Richard Strauss nell’allestimento di Damiano Michieletto sarebbe dovuto andare in scena dall’8 al 31 marzo 2020: le prove erano già avanzate quando, il 23 febbraio, l’attività dei teatri è state interrotta dalla prima ordinanza di contenimento della pandemia. A un anno di distanza, sabato 20 febbraio 2021 alle 20 (inizio del collegamento ore 19.50), Rai Cultura trasmette Salome in diretta su Rai5: lo spettacolo è la prima nuova produzione scaligera dopo il lockdown e la seconda opera rappresentata in forma scenica dopo la ripresa dello storico Così fan tutte con la regia di Michael Hampe: il teatro si ripresenta al pubblico con la sua storia e il suo presente. Una scelta di forte significato simbolico ma dettata anche da ragioni pratiche e di responsabilità: Salome prevede pochi personaggi e non pone particolari problemi al distanziamento. L’allestimento conta sulle scene di Paolo Fantin, sui costumi di Carla Teti, sulle luci di Alessandro Carletti e sulla coreografia di Thomas Wilhelm.

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DECRETO RISTORI 5: indennizzi a tutti i codici Ateco per chi avuto una forte perdita nel 2020

Premier Conte insieme al Ministro Gualtieri scaled 1
Premier Conte insieme al Ministro Gualtieri scaled 1

Dopo la battaglia di ieri 19 gennaio a Palazzo Madama, oggi alle Camere è arrivata la richiesta di nuovo deficit. Che ha messo d’accordo tutti, anche Italia Viva e il centrodestra. Il «sì» ai 32 miliardi di disavanzo aggiuntivo (1,8% del Pil) era la condizione necessaria per approvare il decreto Ristori 5: necessaria ma non sufficiente, perché le tante incognite tecniche e politiche che circondano le misure in preparazione fanno slittare il provvedimento almeno alla fine della settimana prossima.

Al ministero dell’Economia si corre, perché l’obiettivo è di allungare nuovamente la sospensione delle cartelle, fermate al momento fino al 31 gennaio.

Sul tema dei «ristori», che darà il nome anche al nuovo decreto Ristori 5 nonostante i molti temi del provvedimento da finanziare con i 32 miliardi di deficit, l’idea è di cambiare strada rispetto alla catena degli interventi 2020.

La prima novità sarà offerta dal criterio per definire la platea delle attività da aiutare.

Addio al parametro delle perdite di aprile 2020, che dovrebbe lasciare il posto a una base di calcolo semestrale. In pratica, secondo le ipotesi allo studio, i nuovi ristori dovrebbero essere riservati a imprese e autonomi che hanno subito una perdita di almeno il 33% del fatturato nel secondo semestre dell’anno scorso.

Ma in pista restano anche strade alternative: un calcolo su base annuale, che permetterebbe di non escludere per esempio le attività a forte carattere stagionale, oppure una soglia più alta, legata a un calo del giro d’affari di almeno il 50%, se i calcoli sulle risorse dovessero imporlo.

Ristori estesi indipendentemente dal codice Ateco

A uscire di scena saranno anche gli elenchi dei codici Ateco.

Perché l’obiettivo è di estendere i sostegni alle imprese delle filiere colpite non da obblighi diretti di chiusura o limitazione dell’attività, ma dalle ricadute del freno tirato al commercio dalle restrizioni anti-Covid.

Nella nuova platea, nelle intenzioni del governo, rientreranno anche i professionisti.

A tutte queste attività andrebbe un aiuto parametrato sui costi fissi sostenuti nel corso del periodo di riferimento e non oggetto di altri aiuti. In questo modo la disciplina italiana si allineerebbe al Temporary Framework Ue, che su questo terreno alza da 800mila a 3 milioni di euro il tetto per gli aiuti di Stato. Una via seguita in Francia, dove il governo ha appena annunciato sostegni fino al 70% dei costi fissi per le imprese che fatturano oltre un milione nei settori più colpiti.

Tempi più lunghi

Tra le poche certezze che per ora circondano il nuovo sistema, invece, c’è il fatto che il calendario verso il bonifico sarà inevitabilmente più lungo.

Il cambio di parametro imporrà prima di tutto un nuovo invio di dati da parte delle imprese e degli autonomi che si candidano all’aiuto. Dati che potrebbero essere autocertificati, ma che in ogni caso dovranno essere certificati dai responsabili dell’impresa o dai professionisti che li assistono. Con le complicazioni facili da immaginare, dal momento che i numeri ufficiali delle imprese arriveranno solo con i bilanci a partire di giugno.

Lavoratori autonomi, proroga a tutto il 2021 per l’esonero sui contributi

La legge di Bilancio ha previsto l’istituzione presso il ministero del Lavoro di un Fondo con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro, per l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti nel 2021 dai lavoratori autonomi e dai professionisti che abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo fino a 50mila euro e abbiano subìto un calo del fatturato (o dei corrispettivi) nel 2020 non inferiore al 33% rispetto al 2019.

La legge di Bilancio rinvia poi ad uno o più decreti del ministro del lavoro, da emanare entro il 1° marzo, la definizione dei criteri e delle modalità per il riconoscimento dell’esonero. Il beneficio però è temporaneo, e per assicurare a tutta la platea interessata lo sconto per l’intero 2021, la dote del fondo sarà incrementata di 1,5 miliardi.

BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

Il blocco dei licenziamenti trova spazio anche nel decreto Ristori 5 come già annunciato dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

Recenti indiscrezioni in merito, in attesa che il Parlamento, al momento preso dalla crisi di governo, approvi lo scostamento di bilancio da 32 miliardi, parlano di un blocco dei licenziamenti che non sia per tutti, ma solo per alcune aziende, come anche le 18 settimane di cassa integrazione in più previste.

I sindacati, che hanno incontrato la ministra Catalfo la scorsa settimana, hanno chiesto che dei paletti siano eliminati. Il blocco dei licenziamenti, lo ricordiamo, al momento è previsto fino al 31 marzo 2021 come prescritto dalla Legge di Bilancio.

Quanto al blocco dei licenziamenti, Misiani ha spiegato che se da una parte “non possiamo permetterci un’ondata di licenziamenti” dall’altra “non possiamo nemmeno andare avanti con la logica esclusivamente di emergenza. Credo che il blocco dei licenziamenti debba essere prorogato per i settori maggiormente in crisi mentre chi ha recuperato i livelli del 2019 credo che debba lavorare ritornando progressivamente alla normalità”. Parole in linea con quanto ha poi spiegato Gualtieri in audizione, dove ha parlato si “selettività” e con la proroga in alcuni settori e ritorno “alla normalità in settori meno impattati”.

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Smog e aria inquinata : Bergamo e Brescia hanno il tasso di mortalità più alto in Europa

bergamo e brescia capitale della cultura 2023
bergamo e brescia capitale della cultura 2023

Il Comuni provano a smentire ” dati vecchi di dei anni”

 Secondo i dati elaborati dai ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero, tra le prime dieci città ci sono anche Vicenza (al quarto posto) e Saronno (all’ottavo). Per quanto riguarda le morti premature per NO2, invece, ci sono Torino (al terzo posto) e Milano (al quinto)

 Proprio l’istituto spagnolo ha portato avanti una ricerca, stimando per la prima volta gli impatti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei cittadini delle singole città europee, concentrandosi sui dati che riguardano la mortalità. È stato utilizzato un algoritmo che ha tenuto conto dei tassi di mortalità, della percentuale di mortalità prevenibile e degli anni di vita persi a causa di ciascun inquinante atmosferico per le singole città e, alla fine, il team di ricerca ha stilato due classifiche sulla base dei risultati: una per il Pm 2,5 e una per il NO2. Le città al primo posto sono quelle con i peggiori dati sulla mortalità legati all’inquinamento atmosferico.

COSA DICONO I COMUNI

Sia dal Comune di Brescia sia da Palazzo Frizzoni arrivano però alcune precisazioni: «Lo studio si avvale di dati vecchi di diversi anni, almeno 6 anni, visto che si riferisce al database del 2015 — è scritto in una nota del Comune di Bergamo —. Il trend della qualità dell’aria ha registrato costanti miglioramenti negli anni successivi e il 2015 è inoltre ricordato come un anno particolarmente problematico nel periodo autunnale, con un periodo di assenza di precipitazioni di durata notevolmente sopra la media».

«La qualità dell’aria di Bergamo — prosegue la nota del Comune — non è certamente esente da critiche: ma i recenti monitoraggi sulla qualità dell’aria eseguiti dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente hanno evidenziato il miglioramento progressivo e costante, dei dati relativi il territorio di Bergamo, fatto confermato dal recente “tavolo aria” indetto da Regione Lombardia. Lo stesso tavolo Aria ha mostrato come i dati del 2020, pur nella sua unicità in termini di mobilità personale, non siano diversi dal trend storico a riprova del fatto che il tema del particolato sia collegabile a molti fattori concorrenti (non solo trasporti, ma anche riscaldamento, agricoltura, industria). Il Comune di Bergamo è dunque parte attiva insieme alle Regioni e al Governo nell’elaborazione di una strategia integrata, a 360 gradi, multisettoriale, che deve essere applicata alla scala territoriale del bacino padano intero, come l’accordo in essere tra le regioni ha definito. Crediamo sia fondamentale dare applicazione il prima possibile, compatibilmente con la gestione della pandemia, a tutte le forme di incentivi e disincentivi volte a favorire una transizione ambientale ampia».

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Roc Milano: la rosticceria virtuale di Contraste

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Giusto l’altro giorno vi abbiamo raccontato della nuova apertura Empanadas del Flaco. Oggi invece vogliamo raccontarvi di un nuovo locale, per così dire, aperto sempre dal trio Matias Perdomo, Thomas Piras e Simon Press, che a Milano vantano anche una stella Michelin da Contraste.

Roc Milano rosticceria virtuale

La principale differenza di Roc Milano con Empanadas del Flaco è che il primo non ha un indirizzo o perlomeno non ha un locale aperto al pubblico. E’ quella che si potrebbe definire dark kitchen pensata e nata solo ed esclusivamente per il delivery.

Attenzione, abbiamo detto delivery. Anche il menù infatti va visionato online e no non potrete raggiungere l’indirizzo per osservare curiosi il bancone e scegliere quello che più attira il vostro sguardo. A guidarvi nella scelta del vostro piatto saranno solo le parole e il vostro istinto!

Nel menù vi sono i grandi classici ma fatti con le abili mani di chi già si è conquistato una stella Michelin: lasagne, cheviche di ombrina, guancia di vitello, tartare di manzo e molto altro!

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Tornano i tour virtuali alle Abbazie vicino Milano

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Ancora in zona rossa Milano e la Lombardia non può muoversi da casa nemmeno per visitare le meraviglie nei dintorni della città. Ecco allora che arrivano a farci compagnia i tour virtuali nelle due abbazie nei dintorni di Milano, Mirasole e Chiaravalle.

Tour virtuali alle Abbazie vicino Milano

Le due abbazie di Mirasole e Chiaravalle avranno presto nuovi visitatori almeno nel mondo virtuale. Saranno presto disponibili infatti tour virtuali e immersivi ricchi di filmati, interviste e maggiori informazioni che sarà possibile scaricare per poterle sempre consultare.

Infine, a breve verrà caricato sul sito anche un calendario di visite guidate in streaming durante le quali una guida porterà i visitatori connessi alla scoperta delle meraviglie e della storia delle due Abbazie nei dintorni di Milano.

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Ristorazione: 3 delivery di cucine dal mondo a Milano

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Decidere cosa mangiare non sempre è facile, soprattutto in una città come Milano e in un momento così dove non sai bene cosa è aperto per il delivery e cosa no. Ecco allora che noi vogliamo proporvi tre delivery di ristoranti con piatti dal mondo a Milano!

Vasiliki kouzina

Pite, in tutti i modi e con ogni salsa, prima fra tutta la tzatiziki ovviamente, moussakas, feta e antipastini di ogni genere…Ovviamente greco! Se anche voi siete amanti della cucina greca quindi questo è l’indirizzo perfetto. Il delivery è gestito direttamente da loro o con Glovo o JustEat.

Albufera

La Spagna è approdata a Milano in via Settembrini dove questo locale vuole rappresentare tutti i gusti e sapori di uno dei paesi più calienti dell’Europa. Nel menù ovviamente la paella di mare, con gamberoni, alla valenciana, al nero di seppia e vegetariana. Ad accompagnarla non potevano mancare le tapas! Delivery gestito direttamente in casa o con Deliveroo.

El Paso de Los Toros

In questo locale argentino in via Lazzaro Palazzi 7 a Milano, la carne è la regina della tavola. Così come vuole la cucina tipica dell’Argentina infatti il menù prevede controfiletto, tagliata, diaframma, costolette tutte rigorosamente grigliate. Il delivery è gestito direttamente da loro o con Glovo, JustEat o Deliveroo.

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Ristoranti: 4 delivery di cucina tipica italiana a Milano

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Decidere cosa mangiare non sempre è facile, soprattutto in una città come Milano e in un momento così dove non sai bene cosa è aperto per il delivery e cosa no. Ecco allora che noi vogliamo proporvi quattro delivery di ristoranti con cucina tipica italiana a Milano!

Dispensa Emilia

Tortellini o tagliatelle al ragù? Gnocco fritto o le tigelle belle ripiene tipiche dell’Appennino Reggio-Modenese? Questo e molto altro è quello che troverete nel locale di recente apertura Dispensa Emilia in piazza XXV Aprile al civico 12. I prezzi si aggirano attorno ai 20/30 euro per tre portate circa ed effettua consegne a domicilio con JustEat, UberEats e Deliveroo.

Slow Sud

Il tempio della cucina tipica siciliana si trova in via Asole al civico 4. Nel menù solo i grandi classici dalla parmigiana di melanzane alla pasta alla norma fino, ovviamente agli immancabili cannoli! La proposta comprende anche dei menù fissi e le consegne sono gestite direttamente da loro!

Sciatt à porter

Dalla montagna con amore arrivano in tavola pizzoccheri, salumi, brasato, polenta e formaggi di ogni genere. Per il delivery, anche in questo caso gestito direttamente, però non aspettatevi di trovare gli amati Sciatt perché il fritto è buono solo se mangiato subito!

Garghet

Ovviamente non potevamo non concludere citando la nostra amata cucina lombarda… D’altronde siamo a Milano! Nel menù dunque risotto giallo alla milanese, mondeghili, rognone, trippa e cassoeula! Per il delivery gli ordini sono gestiti direttamente in casa!

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Report Coronavirus Ats Bergamo : “Parametri quasi da zona bianca”

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In una settimana un numero di 54 nuovi contagi su 100mila abitanti, contro i 370 di media nazionale, una percentuale di positivi al Covid rispetto al numero dei tamponi del 5%, contro il 9% lombardo e il 10,7% a livello nazionale, e un numero totale di persone attualmente positive di 1496, dunque 134 ogni 100mila abitanti, un quarto rispetto alla media nazionale di 578. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel report dell’Ats di Bergamo ora all’attenzione del Cts nazionale, come ha riportato L’Eco di Bergamo. Si tratta di dati ben lontani da quelli che definiscono la zona rossa (da cui Bergamo vorrebbe essere esclusa), piuttosto sono vicini a quelli per la zona bianca, che ha fra i requisiti non più di 50 contagi ogni centomila abitanti

Numeri sotto la media nazionale

Stando al report, in una settimana si sarebbe registrato un numero di 54 nuovi contagi su 100 mila abitanti, contro i 370 di media nazionale: una percentuale di positivi ai tamponi pari al 5%, contro il 9% lombardo e il 10,7% nazionale. Il numero di persone attualmente positive è inoltre di 1.496134 ogni 100 mila abitanti, cioè un quarto rispetto alla media nazionale di 578.

Le valutazioni del Cts

Dati lontani, dunque, da quelli che definiscono la zona rossa, e che sono al contrario vicini a quella bianca, che fra i requisiti ha non più di 50 contagi ogni centomila abitanti. Anche sull’occupazione dei posti in ospedale «i livelli di saturazione – sottolineano dall’Ats – appaiono entro i limiti del livello 1». Nel Cts si sta pensando a una deroga: secondo quanto affermato da Franco Locatelli, membro del Comitato e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, è «possibile fare una valutazione a riguardo».

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MILANO: traffico in tilt in centro e periferia nonostante la zona rossa

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Altro che zona rossa. Da via Broletto alla circonvallazione, ieri mattina, sembrava un giorno feriale qualsiasi nell’era pre-Covid. Automobilisti in coda, ciclisti e pedoni costretti alla gimkana.

E lo smog, complice la mancanza di pioggia e il riscaldamento ininterrotto delle abitazioni, è alle stelle ormai da giorni.

Perché il respiro è vita, ma può uccidere lentamente se nell’aria i livelli di smog sono esagerati. Ridurli sotto la soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe prevenire più di 50mila morti all’anno in mille città europee prese in considerazione, tra cui una novantina italiane.

È il dato che emerge da uno studio che stima il numero di decessi prematuri dovuti a due ‘ingredienti’ dell’inquinamento atmosferico: le polveri sottili (Pm2,5) e il biossido di azoto (NO2).

Pubblicato su ‘The Lancet Planetary Health’, il lavoro segnala anche un triste primato italiano. Per il particolato fine Pm2,5 Brescia è risultata prima: 232 decessi prevenibili sotto la soglia Oms.

Ma la città lombarda non è la sola italiana nella parte critica della graduatoria: altre due città della Pianura Padana, cioè Bergamo e Vicenza, tra le prime 5 con rischi per la salute da Pm2,5.

Mentre per il biossido di azoto le peggiori cinque sono Madrid (206 morti prevenibili ai livelli Oms), Anversa, Torino, Parigi e Milano.

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GIORGIO ARMANI VINCE IL PREMIO PARETE 2020: “senza memoria non può esserci futuro”

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GIORGIO ARMANI VINCE IL PREMIO PARETE 2020: “senza memoria non può esserci futuro”

 “La pandemia in corso è un monito per tutti noi, per rivedere quello che non va, imparando dagli errori. Per immaginare una società meno individualista e, grazie alla conoscenza e alla consapevolezza di quel che è stato, costruire un diverso presente e un futuro migliore”:

è il pensiero espresso in un contributo audio da Giorgio Armani, cui oggi è stato conferito, in diretta streaming dall’Università Bocconi di Milano, il Premio Parete 2020. Il riconoscimento dedicato alla memoria del finanziere abruzzese Ermando Parete, superstite del campo di sterminio nazista di Dachau, è stato assegnato ad Armani “per la sua personalità straordinaria che ha fissato un’inconfondibile impronta su un’epoca e che, ancora oggi, lo rende l’icona italiana per eccellenza nel mondo”.

“Ermando Parete – ha commentato Armani – rappresenta il coraggio e la Memoria, qualità fondamentali, soprattutto oggi, che si tende a dimenticare e a voltare spesso lo sguardo altrove di fronte ai problemi e alle ingiustizie. Ma sappiamo bene che senza Memoria non può esserci futuro e nemmeno innovazione.
Senza ricordo di quello che è stato non si può costruire nulla, perché ci vogliono le fondamenta o tutto crolla”.

Alla cerimonia hanno partecipato – tra gli altri – Gianmario Verona, Rettore dell’Università Bocconi e Donato Parete, promotore del Premio nonché figlio di Ermando che, fino al 2016, ha testimoniato da sopravvissuto la tragedia della Shoah nelle scuole e nelle università.

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