putin coronavirus
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Sarà prodotto anche in Italia a partire da giugno il vaccino russo Sputnik V sul quale però l’Agenzia europea del farmaco (Ema) continua ad avere forti perplessità.

«Abbiamo bisogno di documenti che si possano verificare e al momento non abbiamo elementi sulle persone vaccinate, sugli effetti collaterali». Secondo quanto ha riferito la vicepresidente della regione Lombardia Letizia Moratti, che ha denunciato la lentezza dell’Ema, solo ai primi di aprile partirà una missione di scienziati per verificare in Russia la fabbricazione. (qui i test dello Spallanzani sull’efficacia)

Il Fondo russo che commercializza lo Sputnik (Rdif) ha concluso un accordo con la Adienne Pharma, che produrrà dieci milioni di dosi del vaccino russo. «A partire da giugno-luglio nello stabilimento di Caponago, vicino Monza», ha detto al Corriere il presidente della Adienne Antonio Di Naro. Il numero uno di Rdif, Dmitriev ha affermato che «molte regioni italiane vogliono realizzare il farmaco» e che, sempre da giugno, anche in diverse altre fabbriche potranno essere sfornate «decine di milioni di dosi».

LA PRODUZIONE IN RUSSIA

Produrre milioni di flaconi di vaccino in tempi record, ma garantendo la massima affidabilità. Era questo il punto di partenza della società russa Biocad per produrre in tempi record a San Pietroburgo il vaccino Sputnik. Il punto di svolta i manager russi lo hanno trovato nella Packaging Valley emiliana e nelle linee di produzione, l’automazione digitale, sviluppate dal Marchesini Group di Pianoro sull’appennino bolognese.

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«Il vaccino russo viene prodotto in un’azienda a San Pietroburgo sulle nostre linee» ha spiegato Valentina Marchesini direttore delle risorse umane, della Beauty Division, del reparto Marketing&Communications e membro del consiglio di amministrazione del Marchesini Group.

A rendere vincente in tutto il mondo la tecnologia made in Italy di casa Marchesini è la Corima, azienda senese specializzata nelle macchine automatiche per il riempimento di flaconi di vetro, fiale e sirighe con prodotti iniettabili. I vaccini appunto che escono pronti all’uso al ritmo di 200 flaconi al minuto.

 

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