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mercoledì, Agosto 27, 2025
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Inghilterra: in migliaia alle mezze maratone di Bristol e Liverpool

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Correre o non correre?

Detto che da noi, da soli, è possibile (il Decreto del Presidente del Consiglio lo consente) ma ricordato che tutte le manifestazioni competitive sono ovviamente sospese, in Inghilterra invece procedono ancora in ordine sparso e, permettetecelo, irresponsabile.

Così capita che la London Marathon del prossimo aprile (una delle sei maratone più importanti al mondo) venga sospesa e posticipa in autunno mentre la mezza di Bristol e quella di Liverpool si corrano regolarmente.

Stamattina, nonostante molti appelli da parte di medici, politici e appassionati, si sono infatti tenute la Bath half marathon di Bristol e la mezza di Liverpoool che hanno richiamato sulle strade delle due città inglesi quasi diecimila corridori e ancor più spettatori.

Meno del previsto perché in tanti hanno corso sui propri tapis roulant una gara virtuale (gli organizzatori di entrambe le manifestazioni avevano predisposto una apposita app) macomunque troppi. Troppi e irresponsabili.

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Medici di base: “sono una marea i casi sommersi sintomatici a Milano”

coronavirus test afp scaled
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Esistono pazienti affetti da Covid-19 “sconosciuti”?

Secondo due medici di base, con studio in zona San Siro e Lambrate, intervistati dal Corriere della Sera, sì. E quanti saranno? Risposta del primo medico di base: “Una marea. Stanno male nelle loro case. Con le loro famiglie, che stanno infettando. Il numero vero non lo sapremo mai”. Un secondo medico aggiunge: “Se i pazienti non arrivano a una crisi respiratoria grave, non entrano ospedale. E così non saranno mai registrati. Ma hanno il coronavirus, questo è certo”.

Entrambi sostengono: “Sono certezze che vengono dall’esperienza. Là fuori, in città, esiste un numero enorme di malati di coronavirus che se la “sfangheranno” da soli. Noi li sentiamo al telefono, sono tanti”.

Eccoli, i “malati sommersi” di Milano. Non si tratta di pazienti “asintomatici”: i sintomi ci sono, ma il servizio sanitario è saturo, quindi, secondo le linee guida diffuse ai medici di famiglia, con una decisione dettata dalla necessità, si sta scegliendo di tenere il più possibile i malati a casa.

I «sommersi» esistono perché il servizio sanitario, già stremato, non potrebbe occuparsene. Spiega una dottoressa: “Le indicazioni dell’Ats sono chiare. Se avete pazienti con sintomi da Covid-19, trattateli come tali, considerateli “positivi”, monitorateli, stiano isolati come da legge. Ma segnalateli solo se hanno avuto con certezza contatti con un contagiato. Ma molte persone non lo sanno neppure se hanno avuto un contatto “a rischio”, e dunque stanno passando giorni e giorni in casa con la febbre a 39, con il terrore di peggiorare. Questo sento nella loro voce, quando li chiamo ogni mattina, il terrore”.

I malati entrano in ospedale soltanto quando sono in condizioni gravi, “in alcuni casi vicini al punto di non ritorno — riflette un altro medico di zona Ripamonti —. A quel punto il sistema si attiva col massimo sforzo, ma ormai può essere troppo tardi”.

Un’altra dottoressa intervistata dal Corriere della Sera, con studio in centro, ha avuto anche la controprova che molti malati “sommersi” siano casi di coronavirus che il sistema non intercetterà mai.

“Ho una dozzina di pazienti con sintomi identici, febbre alta e tosse. Cinque di loro prima del decreto di chiusura sono andati in Engadina e lì sono rimasti. Hanno chiesto di fare il tampone, in Svizzera pagando è possibile. Per tutti e cinque, l’esito è stato quel che per me era già scontato: “positivi””.

I casi che emergono, dunque, sono solo la punta dell’iceberg. La pensa così anche Irven Mussi, altro medico di base, con studio in via Palmanova.

“Il tampone ora si fa praticamente solo a chi va in ospedale perché già grave. Ma noi medici di base sentiamo tanti pazienti con sintomi più sfumati, che potrebbero essere malati di Covid-19. I numeri dei malati quindi non sono reali. Senza contare i portatori sani. Già a gennaio avevamo notato uno strano aumento di polmoniti interstiziali, anche a Milano. Noi medici stiamo ancora aspettando una nuova fornitura mascherine e guanti. Mi ha appena chiamato un collega, che ha la polmonite e dovrà stare a casa”.

Anche il professor Massimo Galli, responsabile Malattie infettive del Sacco, si è espresso a proposito del problema dei sommersi.

“Difficile dire quanti sono i positivi al virus non conteggiati. Se si tiene come riferimento il numero di morti in Lombardia e lo si confronta con quello di altri posti dove sono stati fatti tamponi a tappeto, ci immaginiamo che ci siano tante persone con infezione che non abbiamo registrato e che stanno contribuendo a diffondere il virus. Magari sono già stati malati e guariti. Il punto sarebbe poter ricostruire i contatti degli infetti almeno nelle zone ancora non sconvolte dall’epidemia, per cercare di circoscrivere il contagio. Penso alle altre Regioni, ma anche a Milano, per poter vincere la battaglia in città. Aprire più laboratori e fare più tamponi? Per Milano è un problema che va preso in considerazione”.

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SALA: arrivate mascherine protettive dalla Cina per medici e ospedali

mascherine coronavirus milano
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Sindaco,arrivate prime mascherine e PoliMi ha fatto liquido igienizzante da distribuire

sala mascherine

Dopo l’annuncio della chiusura dei parchi recintati e la sanificazione delle strade,il sindaco di Milano torna ad annunciare tramite video gli aggiornamenti sull’andamento dell’emergenza.

Ecco le parole Beppe Sala :

Da sempre Milano mantiene ottimi rapporti con le principali città cinesi: nei giorni scorsi ho fatto un po’ di telefonate alla ricerca di mascherine, e la risposta non si è fatta attendere. Ieri sera è arrivato un primo carico: le distribuiremo ai medici di base, agli ospedali e al personale del Comune al lavoro per assicurare i servizi. Nei prossimi giorni ne attendiamo alcune centinaia di migliaia: le metteremo a disposizione dei cittadini, cominciando dalle fasce più deboli.

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COVID19: commercio in ginocchio, guida ai negozi che restano aperti

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COVID19: Ecco la guida per fare la spesa nella Milano diventata improvvisamente a porte chiuse!

Un aiuto per individuare i servizi che resistono in questi giorni bui nelle strade di periferia. Ma anche i consigli utili per trovare in città i negozi risparmiati dalla paralisi scatenata dal coronavirus.

Le lavanderie: ecco dove si trovano le vetrine ancora accese

Trovare una lavanderia aperta sta diventando sempre più difficile. “Non c’è lavoro e ogni giorno è sempre peggio”, spiegano dalla lavanderia del centro commerciale di Bonola. Ma in pochissimi resistono e garantisco il servizio. Alcuni con variazioni di orario, come la tintoria Buozzi in via Piacenza 20 e la lavanderia “Impronta pulita” in via Vittadini 5, che lavorano soltanto la mattina. La lavanderia Nardella in via Carlo Torre 45 resta aperta fino alle 18. Lava&stira&ripara in via Schiaparelli 14 riduce il suo orario di esercizio dalle 8 alle 18, invece che alle 20, perché “dopo le 18 non c’è più in giro nessuno”. Resiste con qualche piccola variazione di orario la lavanderia Medeghino in via Medeghino 15. Aperte regolarmente la lavanderia i Faraoni in via Bertieri 2, la lavanderia-tintoria Buonocore in via Rucellai 4, la Giustoprezzo in via Imbonati 56.Operativa anche Lavarapido Ok in via Crispi 5: “Può capitare che qualche mattina apro un po’ in ritardo perché i mezzi pubblici passano con meno frequenza”, si scusa in anticipo la proprietaria. La lavanderia Borsieri (al civico 7) assicura sulla sua pagina Facebook che resta aperta, offrendo anche consegna e ritiro a domicilio. Poi ci sono gli incerti, quegli esercizi che oggi lavorano ma domani non sanno se varrà la pena restare aperti. Si tratta ad esempio della lavanderia stireria Silva in via Silva 29, della tintoria San Cristoforo in via Sforza 5 e del lavasecco Nicoletta in via Scalvini 8. Per il lavaggio fai-da-te restano aperte le “All wash” in via Imbonati e via Mercantini.

Gli hotel: aperti ancora in pochi e i prezzi precipitano

Delle classiche 35 mila stanze di hotel di cui è dotata Milano, dalla prossima settimana ne resteranno a disposizione solo un migliaio. Lo spiega Maurizio Naro, presidente dell’associazione albergatori di Milano, affiliata a Confcommercio. È una stima, aggiunge, «perché la situazione è fluida ma si va verso uno stop generale: stanno venendo meno anche le clientele fisse, penso ad esempio a quella di chi lavora con le compagnie aeree». Le grandi catene per adesso stanno dislocando tutta la clientela rimasta su un solo hotel, i piccoli invece hanno già chiuso battente. Qualche esempio di albergo ancora in servizio: il Marriott in zona Fiera, il Novotel a Linate, lo Starhotels alla stazione Centrale, il Brunelleschi in centro. Su Booking la disponibilità online sembra ancora ampia ma bisogna prestare attenzione, perché laddove c’è la scritta “una sola camera rimasta a disposizione sul nostro sito” — e sono a decine che hanno la dicitura, facendo quasi pensare al pienone — si tratta in realtà di hotel chiusi che piuttosto che “disconnettersi” dalla piattaforma hanno preferito utilizzare questa scorciatoia, così da restare comunque in buona posizione nella ricerca. I prezzi delle stanze intanto sono crollati: si trovano stanze matrimoniali anche a 45 euro in alberghi a tre stelle, un terzo del solito. “Molti di noi — aggiunge Naro — approfitteranno per fare quei lavori di manutenzione che nel pieno delle attività si tende sempre a rimandare. Cerchiamo così di farci trovare al meglio quando torneremo alla normalità”.

I tabaccai: tutte le zone rifornite “Qui l’autocertificazione”

“Il servizio è garantito in tutta Milano, oltre l’80 per cento delle attività è aperto”. Così Emanuele Marinoni, presidente provinciale della Federazione italiana tabaccai rassicura sul funzionamento dei punti vendita, che, sottolinea, sono “circa mille in città”. Le tabaccherie sono tra le attività commerciali autorizzate a rimanere aperte dal governo. La scelta di sollevare o meno la saracinesca spetta al titolare, ma il fatto che i giorni di chiusura, ad oggi, vengano considerati “di ferie” e che la procedura per chiudere sia piuttosto complessa, spingono i gestori a resistere. “Le persone, anche se meno numerose, continuano a venire — spiega Alessandro, dipendente di Tabacchi 88, in corso Vercelli — . Qui intorno siamo aperti solo noi e il supermercato”. Lo stesso accade nel Centro commerciale San Giuliano, in via Lorenteggio, dove l’unica attività aperta (insieme alla farmacia) è la Tabaccheria Cristina. Del resto molti sono negozi di quartiere e forniscono servizi alla comunità, dal pagamento delle bollette alla ricarica dei telefoni cellulari e non solo. “Ieri, per esempio, diverse persone sono venute per stampare l’autocertificazione per poter circolare”, aggiunge Carmine Gagliardi, titolare della Tabaccheria Cimarosa, nell’omonima via.

La richiesta maggiore, però, è di sigarette. “Tante persone comprano stecche per fare scorta, sia per uscire di meno sia perché temono che le misure possano inasprirsi e che anche i tabaccai siano obbligati a chiudere”, sottolinea Norina, dipendente della Tabaccheria 569, in piazzale Piola, dove — come negli altri esercizi — il bar interno non è in funzione.

Via Lorenteggio: autofficina aperta, l’ottico consegna a casa

La chiusura degli esercizi commerciali risparmia le attività che forniscono servizi di primaria importanza. Non solo alimentari e farmacie, ma anche officine, tintorie, edicole e non solo. In via Lorenteggio è aperto il negozio di telefonia al civico 35 e, spiega il commesso Alberto, “la gente continua a venire da noi”. Lo stesso vale per la Tintoria Azzurra, poco distante. Perché a tutti i cittadini è chiesto di non uscire, ma chi deve continuare a farlo ha bisogno comunque di servizi. Lo sa bene il titolare del Supermercato del pneumatico: “Ha chiamato un medico per sapere se siamo aperti — racconta — . Le ruote si bucano anche durante l’emergenza e il nostro contributo può servire per i mezzi di soccorso”. Pensa lo stesso anche Aldo, gestore dell’Autofficina Midas al 264 di via Lorenteggio, che ha iniziato la giornata con la macchina di un farmacista. Tra gli alimentari, oltre ai supermercati, lavorano le attività di quartiere come Bontà più e il caseificio Tentazioni del latte, nella vicina via Tolstoi, da cui — spiega una dipendente — “passano meno persone, ma acquistano di più”. Resta aperta anche la macelleria di Giovanni Baragiola, in via Vespri siciliani, dove «si entra uno alla volta». Chi può, poi, si organizza. Come l’Ottica dei portici, che è chiusa al pubblico ma accetta prenotazioni. “I clienti ordinano per telefonano i prodotti che possono essere consegnati a casa o ritirati in negozio su appuntamento”, spiega il titolare Lorenzo Miniotti. E lavora anche l’edicola di Maria Loffreda, che chiude “un po’ prima la sera”, ma continua “a offrire un servizio ai clienti affezionati”.

Viale Monza: al mercato comunale si compra senza ressa

Lungo viale Monza, percorrendo gli oltre cinque chilometri da piazzale Loreto a Sesto San Giovanni, i negozi rimasti aperti sono una cinquantina. Circa un decimo delle serrande normalmente aperte. Nove minimarket gestiti da stranieri con prodotti internazionali, nove tra panifici, panettieri, pasticcerie e pastifici, ma anche tre fruttivendoli e così via. Solo per fare qualche esempio, al civico 32 resta aperta alla clientela la macelleria Bottani, una caffetteria e insieme tabaccheria al 116; al semideserto mercato coperto comunale, nella prima metà venendo da Milano del lungo viale (civico 54), restano in servizio tre macellerie, un pastificio con servizio bar, una salumeria e un fruttivendolo. Non è detto che avverrà lo stesso anche la prossima settimana perché — spiegano qui — la clientela è veramente ridotta al minimo. Poi ci sono i supermercati, rimasti tutti in servizio: un Carrefour, una Sma, un Lidl al civico 224, un ex Auchan, un discount Penny. Piccola e ulteriore annotazione per gli amanti degli animali: in zona c’è un Arcaplanet — civico 289 — e il “Maxi zoo animali”, al 162. I bar tabaccherie con la serranda aperta sono cinque, un solo alimentari classico, una pizzeria da asporto, la “Alfa”, civico 104. Aperte tutte le farmacie e così anche le filiali degli istituti di credito. Al 191 resiste un ferramenta. Nota a margine per i cittadini: sono almeno due i posti di blocco delle forze dell’ordine fissi all’ingresso di Sesto, uno in entrata e uno in uscita.

Via Imbonati: panifici, market, macellai e gli acquisti per gli animali

Via Imbonati è un deserto di poche anime, tutte con le mascherine e una borsa della spesa in mano, che camminano rapide verso casa dopo le commissioni di prima necessità. Il pane, il latte, le sigarette. È quasi tutto chiuso: un susseguirsi di negozi che hanno tirato giù le serrande. Tutti i ristoranti, le pizzerie, i centri estetici, i parrucchieri e la sala giochi sono chiusi. Qualcuno desiste, ma intervengono due pattuglie della polizia per far chiudere subito: gli agenti non se ne vanno finché il proprietario del negozio di parrucchiere arabo non tira giù la serranda. C’è un unico bar aperto, La Torre, ma all’ingresso c’è un cartello di scuse ai clienti perché non si potrà effettuare servizio bar, ma soltanto tabacchi. Niente caffè e brioche al banco per la colazione. Saracinesche abbassate per i kebab e i minimarket cinesi. Gli unici negozi che restano aperti sono i minimarket arabi e indiani. Le edicole sono aperte, così come i panifici e le macellerie arabe. In una di queste c’era un gruppo di clienti che aspettava di entrare, rispettando poco la distanza di un metro forse per paura di perdere il turno. Aperti i negozi che vendono prodotti per la pulizia della casa, come Acqua & Sapone e IperSoap. Garantisce l’apertura la farmacia al civico 55 e resta aperto anche il Vitaminstore che vende integratori. Il negozio con più coda per entrare è l’Arcaplanet, che vende prodotti e cibo per gli animali. Aperti regolarmente anche i negozi di telefonia e la lavanderia Giustoprezzo. Da qui i supermercati più vicini sono l’Esselunga ad Affori e il Carrefour in via Farini.

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GALLERA: in Lombardia 13.272 casi,+1587 da ieri e 1218 morti (+252 da ieri)

coronavirus milano
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“I decessi in Lombardia legati al coronavirus sono saliti a 1218 unità, 252 unità in più di ieri”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

In Lombardia “i positivi sono 13.272, più 1.587, i ricoverati in ospedale sono 4.898, più 602 rispetto a ieri, c’è una crescita costante ma non esponenziale.

In terapia intensiva aumentano solo di 25, 757 in totale, un dato molto più ridotto rispetto alla media di 45 ma non cantiamo vittoria, anche perché i decessi sono 1.218, con una crescita di 252″

A MILANO e provincia si contano 1750 persone contagiate 


IN ITALIA SUPERATI I 20 MILA CONTAGIATI

TABELLA AGGIORNATA 15 MARZO

Protezione civile: superati i 20mila malati (+2.853), 368 decessi da ieri

Superati i 20mila malati di coronavirus in Italia: gli attualmente positivi sono complessivamente 20.603, con un incremento rispetto a sabato di 2.853, mentre il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 27.747.

Le vittime sono salite a 1.809, 368 in un solo giorno.

Le persone guarite 2.335, 369 più di ieri.

SITUAZIONE CONTAGI PROVINCIA PER PROVINCIA


Guerini: “In arrivo a Bergamo 20 medici militari”

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini,  ha annunciato l’arrivo, a partire dalla serata di oggi, di altri 20 medici militari per dare supporto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. L’immediato invio è stato possibile grazie allo stretto e tempestivo coordinamento con lo Stato Maggiore della Difesa che ha individuato, tra le Forze Armate, il personale militare sanitario.


Viminale: 20mila denunciati in 4 giorni

Sono state 550.589 le persone controllate dalle forze dell’ordine tra l’11 e il 14 marzo, in seguito ai decreti con le misure per il contenimento del coronavirus: 20.003 i denunciati per inottemperanza degli ordini dell’autorità, 493 per dichiarazione falsa a pubblici ufficiali. Gli esercizi commerciali controllati in quei quattro giorni sono stati 253.837: 982 i titolari denunciati. Questi i dati resi noti dal Viminale.


Germania chiude frontiere con Francia, Svizzera e Austria

Il governo tedesco ha annunciato che da domani alle 8 chiuderà le frontiere con Francia, Svizzera e Austria per fermare la diffusione del coronavirus. Secondo quanto riportato dalla Bild, la circolazione delle merci dovrebbe essere garantita così come gli spostamenti dei pendolari. Al momento in Germania ci sono 5.072 casi di Covid-19.


Stop ai collegamenti con la Sardegna

Rispondendo a una richiesta del presidente della Regione Sardegna per l’emergenza coronavirus, il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato un decreto con il quale vengono sospesi i collegamenti e i trasporti ordinari delle persone da e per la Sardegna. Si vola solo tra Roma Fiumicino e Cagliari, mentre sulle navi potranno viaggiare solo le merci. Il trasporto delle persone su traghetti e velivoli può avvenire soltanto su autorizzazione della Regione e per dimostrate e improrogabili esigenze.


In Puglia si estende la quarantena a “chiunque torni”

Da oggi chiunque rientri in Puglia, “da ogni parte d’Italia o del mondo”, dovrà autosegnalarsi e restare in isolamento a casa per almeno 14 giorni. Lo stabilisce una nuova ordinanza del governatore Michele Emiliano dopo il continuo esodo in treno al Sud.

Il provvedimento estende gli obblighi che finora erano previsti solo per chi tornava dal Nord e da zone con focolai di coronavirus. D’ora in avanti, anche chi rientrerà dall’estero o da qualsiasi zona dell’Italia, dovrà avvisare l’Asl e restare in quarantena nella propria abitazione. Inoltre dovrà rimanere raggiungibile per attività di sorveglianza e, in caso di comparsa di sintomi, dovrà avvertire il medico.

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Milano riaccende l’Albero della Vita di Expo in versione tricolore

albero della vita expo milano coronavirus
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Milano riaccende l’Albero della Vita in versione tricolore

Milano riaccende uno dei simboli di Expo, l’Albero della Vita.

La notizia è riferita dall’agenzia Agi. Alto 37 metri e costruito in legno e acciaio, venne finanziato da un consorzio di 19 imprese di Brescia, oggi una delle città più prostrate dal coronavirus. La decisione di riaccenderlo in versione tricolore, in un momento difficile per la città e il Paese, è stata presa dalla società Arexpo nell’area che ospitò i padiglioni e che oggi si chiama Mind ( Milano Innovation District )

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Un po di storia dell’albero

L’Albero della Vita, all’interno di Expo 2015, fu il simbolo del Padiglione Italia. Alto 37 metri e costruito in acciaio e legno .

Nato da un’idea del direttore artistico del Padiglione Italia e progettato dallo studio Giòforma, fu finanziato e realizzato dal Consorzio Orgoglio Brescia, costituito da 19 imprese bresciane.

L’opera svolge contemporaneamente i ruoli di scultura, installazione, edificio e monumento, con chiari rimandi al Rinascimento Italiano e alla struttura pavimentale di piazza del Campidoglio a Roma creata da Michelangelo nel XVI secolo.

Durante Expo 2015 l’Albero della Vita fu protagonista, offrendo uno spettacolo con giochi di luce, acqua e musica ad ogni ora. Gli spettacoli tenuti in ore diurne duravano circa 5 minuti ed erano accompagnati da canzoni e musiche iconiche della cultura italiana, mentre quelli notturni duravano circa 15 minuti ed avevano come sottofondo i brani della Tree of Life Suite, scritti dal compositore Roberto Cacciapaglia appositamente per questo show.

Nei sei mesi di Expo, furono 14 milioni le persone che assistettero agli spettacoli dell’Albero della Vita, i due terzi dei visitatori totali.

Al termine di Expo 2015, il 31 ottobre 2015, l’Albero della Vita è rimasto nella collocazione originaria a causa delle evidenti difficoltà logistiche e dei costi elevati richiesti da un eventuale smontaggio e trasferimento in altro luogo. Attualmente nell’area che fu di Expo 2015 è sorto il parco MIND (Milano Innovation District), presso il quale l’Albero della Vita offre tuttora spettacoli.


 

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GRAN BRETAGNA: concerti strapieni, Boris Johnson ha deciso di andare avanti così

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Mentre in quasi tutto il mondo, dall’Italia agli Stati Uniti, a causa dell’emergenza coronavirus si sospendono tour, annullano concerti e vietano assembramenti di ogni tipo, in Gran Bretagna la vita prosegue come sempre. Lo dimostrano i concerti di alcuni artisti molto noti, come Morrissey e gli Stereophonics, che ancora in questi giorni radunano migliaia e migliaia di fan.

Hanno colpito in particolare in queste ore i tweet degli Stereophonics, impegnati nel loro tour britannico, entusiasti per il pienone alla Manchester Arena, un palazzetto da 21mila posti, stipato come un uovo.  Nella stessa Gran Bretagna, dove comunque il premier Boris Johnson ha deciso di andare avanti senza prendere provvedimenti di emergenza e quindi senza annullare o vietare manifestazioni pubbliche, i tweet della band hanno sollevato più di una critica.

gran bretagna coronavirus

Ma gli Stereophonics non sono certo gli unici ad andare avanti come nulla fosse. Anche Morrissey va avanti per la sua strada: sabato sera si è esibito alla Wembley Arena di Londra, e ha iniziato il concerto entrando sul palco sulle note di “The End of The World“. Insomma, pare dire, se fine del mondo deve essere tanto vale affrontarla cantando…

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MI SCUSI dona pasta alla norma, parmigiane e cannoli agli ospedali di Milano

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Coronavirus, pasta alla Norma e cannoli siciliani: l’omaggio dei ristoratori agli ospedali di Milano

Cento paste alla Norma, 50 parmigiane e 100 cannoli. E’ quanto si è visto consegnare il personale dell’ospedale Sacco di Milano, da parte di un ristorante come gesto di riconoscimento e di supporto in un momento drammatico che vede medici e infermieri impossibilitati a fermarsi per mangiare, se non ai distributori automatici dopo turni di 12 ore spesi nei reparti interessati dall’emergenza coronavirus.

Il gesto solidale del ristorante MI SCUSI ha spinto decine di ristoratori a riaprire le cucine e aderire all’iniziativa, raccogliendo così più di 2000 porzioni che verranno distribuite anche ad altre strutture nel corso della prossima settimana.

Consegnati pasti caldi, oltre al Sacco, anche agli ospedali San Raffaele e Policlinico.

A Milano hanno già aderito: i ristoranti Miscusi, Muu Muzzarella, Li Mastri e Fancytoast, la pizzeria Loredani, il kebab Star Zagros Kebabbar e la gelateria Gnomo.

Nei prossimi giorni, oltre al Sacco dove i primi pasti sono stati donati oggi, verrà distribuito cibo anche al San Raffaele, Fatebenefratelli, Policlinico, San Carlo, San Giuseppe e Bassini di Cinisello.

In risposta alla chiamata su RistoratoreTop, si sono mobilitate attività di Bergamo, Cremona, Torino e Roma e si è potuto apprendere come in diverse zone d’Italia alcuni si fossero già mossi in questa direzione.

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LOMBARDIA: situazione vicina al punto di non ritorno, serve l’ospedale in Fiera Milano

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Dopo Bergamo e Brescia, la frontiera del focolaio di Covid-19 avanza verso Milano. Qui il contagio cresce inesorabile e costante con 1983 contagiati.

«Stiamo facendo di tutto perché il virus non conquisti la città», afferma il professor Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive al Sacco. Le disposizioni di distanziamento sociale si intensificano, dopo scuole, uffici e negozi chiudono i parchi. «Ricordiamoci che i casi diagnosticati riguardano persone sintomatiche, che sono solo una parte del reale», avverte Galli.

VICINI AL PUNTO DI NON RITORNO

E già così la Lombardia è allo stremo delle forze, con 11.685 positivi (1865 in più in un giorno), 4.898 pazienti ricoverati di cui 732 in terapia intensiva. E i morti sono quasi mille. Per capire la portata del dramma basti pensare che sull’Eco di Bergamo ieri c’erano udici pagine di necrologi, che il Comune di Milano ha messo a disposizione cento posti all’obitorio e ha cambiato il regolamento riducendo da trenta a cinque i giorni per decidere dove seppellire i defunti.

SCOPRI I  NUOVI DATI AGGIORNATI AL 16 MARZO 

Un’emergenza che ha spinto il governatore Attilio Fontana a una scelta drastica: reclutare Guido Bertolaso come «consulente» per reperire «sul mercato internazionale monitor e respiratori» destinati a un nuovo ospedale alla Fiera.

Perché i presidi di tutta la regione, avverte l’assessore al Welfare Giulio Gallera, «sono vicini al punto di non ritorno. Abbiamo pochissimi posti liberi nelle terapie intensive, ormai siamo nell’ordine di quindici, venti a disposizione. Se ogni giorno arrivano 85 persone in terapia intensiva e ne escono due o tre, è evidente che tutto questo non è sufficiente». Non ci sono ambulanze abbastanza per smistare i pazienti tra i vari ospedali e soprattutto mancano i medici, tanto che la regione ha lanciato una campagna di assunzioni internazionali. «Avremo personale dal Venezuela, dalla Cina, da Cuba, a cui daremo ovviamente anche una casa.Chiediamo solo che siano iscritti all’albo nel Paese di provenienza».

L’unico dato positivo rispetto a un quadro sempre più preoccupante arriva a livello nazionale: a quasi un mese dall’inizio dell’emergenza il numero dei guariti dal coronavirus fa registrare l’incremento più alto, 527 persone in un solo giorno, il 36,7% in più rispetto a venerdì scorso.

Fontana: “Vicini a non avere più posti letto in terapia intensiva”

“I numeri continuano a crescere: siamo vicini al momento in cui non avremo letti di rianimazione”: lo ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana spiegando che il problema principale è recuperare respiratori.

Sono infatti l’elemento essenziale per la costruzione di un ospedale da 500 posti nei padiglioni della Fiera di Milano. Nel frattempo, ha aggiunto, si cerca di recuperare altri letti negli ospedali. “E spero che riescano ancora per qualche giorno a compiere questi miracoli”, ha detto.

Se arrivano i mezzi e i medici, per la Regione Lombardia e la Fondazione Fiera in sette giorni “siamo pronti”


Anestesista di Bergamo: “Reggeremo pochissimo”

“Se il trend dell’epidemia continuerà con questo ritmo, Bergamo reggerà ancora per pochissimo: gli ospedali sono saturi ed anche i posti in Regione Lombardia si stanno esaurendo”.

E’ la testimonianza di Ivano Riva, anestesista e rianimatore all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e vice presidente dell’Associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani Aaroi-Emac Lombardia. “Ormai intubiamo in terapia intensiva anche più di 7 persone al giorno e lavoriamo senza sosta, con in media un turno di riposo ogni 14 giorni”, aggiunge.

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Atm taglia il 40% delle corse causa coronavirus, ecco i nuovi orari

ATM
ATM

Coronavirus, nuovi orari mezzi Atm a Milano

Come evidenziato in una nota, è prevista una riduzione fino al 40 per cento, con metro, bus e tram che seguiranno gli orari dei giorni festivi o del sabato. Atm ha poi tenuto a precisare a proposito delle misure di sicurezza«Stiamo svolgendo pulizie straordinarie quotidiane dei mezzi in circolazione, dai sostegni ai sedili a tutte le superfici di contatto. La collaborazione di ogni cittadino è fondamentale per fronteggiare l’emergenza. Sul sito del Ministero della Salute trovate le regole di comportamento da seguire e le risposte alle domande».

In sostanza, almeno fino al 25 marzo, gli orari saranno molto simili a quelli delle domeniche d’inverno.

Atm comunque garantirà che il nuovo servizio permetterà di mantenere la distanza di sicurezza tra i passeggeri, anche perché è già stato registrato un calo di affluenza di circa il 70% tra i viaggiatori.

Come riporta Atm,  le metropolitane – dal lunedì al sabato – seguono l’orario festivo con treni aggiuntivi in ora di punta. Il servizio inizia alle ore 6. Per quanto riguarda bus filobus e tram, dal lunedì al sabato seguono l’orario festivo. Azienda Trasporti Milanesi ha poi annunciato che le linee suburbane 130, 132, 140, 352, 423, 424, 431, 705, 707, 783, 901 dal lunedì al sabato seguono l’orario del sabato, mentre la linea Milano-Limbiate dal lunedì al sabato svolge il servizio con bus. Novità degna di nota per ciò che concerne la rete notturna: sospese sia le linee in servizio da domenica a giovedì (NM1, NM2, NM3, N25, N26, N90, N91) sia quelle in servizio nelle notti di venerdì e sabato (N42, N50, N57, N80, N94, N15, N24, N27). Infine, domenica servizio festivo sull’intera rete, sospese le linee notturne della notte precedente.

REGIONE LOMBARDIA

ll Presidente della Regione ha disposto un’ordinanza per la riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico e dei servizi non di linea sul territorio regionale per contrastare l’emergenza sanitaria dovuta al virus COVID-2019

Il provvedimento ordina la soppressione e la riduzione straordinaria dei programmi di servizio per garantire:

  • un livello di servizio pubblico adeguato agli spostamenti casa-lavoro delle persone impiegate nelle attività essenziali;
  • il rispetto della distanza interpersonale a bordo dei mezzi e l’effettuazione degli interventi di sanificazione dei mezzi.

Raccomandiamo a tutti di controllare gli avvisi pubblicati sui siti internet e sulle applicazioni delle singole aziende di trasporto prima di mettersi in viaggio. Le principali applicazioni per calcolare i percorsi di viaggio (travel planner) potrebbero contenere orari non ancora aggiornati.

Oltre alla rimodulazione del servizio, l’ordinanza dispone la soppressione dei seguenti servizi:

  • linea ferroviaria Milano Cadorna – Malpensa;
  • servizi di collegamento aeroportuale con bus; la soppressione del collegamento tra Bergamo – Orio al Serio e Linate è disposta a partire dal giorno di chiusura al traffico aereo passeggeri degli aeroporti;
  • servizi finalizzati e di gran turismo; 
  • servizi di noleggio con conducente con autobus; 
  • servizi effettuati tramite funicolare e funivia, fatta eccezione per gli impianti di Brunate (CO), Margno Pian delle Betulle (LC) e Selvino (BG)
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Coronavirus, in Lombardia arriva Guido Bertolaso: consulente personale di Fontana

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Guido Bertolaso è il super consulente della Lombardia a costo zero

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha chiesto all’ ex capo della protezione civile Guido Bertolaso  di affiancarlo come consulente personale per la realizzazione del progetto riguardante la costruzione di un ospedale dedicato ai pazienti Covid presso le strutture messe a disposizione della Fondazione Fiera di Milano al Portello. Fontana ha ringraziato Bertolaso per aver accettato l’incarico per il quale riceverà un compenso simbolico pari ad un euro.

Bertolaso affiancherà quindi il governatore lombardo per affrontare l’emergenza coronavirus

Ecco la prima dichiarazione di Guido Bertolaso 

“Come potevo non aderire alla richieste del presidente della Lombardia Attilio Fontana di dare una mano nella epocale battaglia contro il Covid-19 se la mia storia, tutta la mia vita è stata dedicata ad aiutare chi è in difficoltà e a servire il mio Paese?
Peraltro se ho aperto l’ospedale Spallanzani vent’anni fa ed ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di ebola forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo.
Il mio pensiero va ai medici -quelli veri- agli infermieri ed ai tecnici sanitari e ai farmacisti che da settimane danno l’anima rischiando ogni istante per combattere e vincere questa battaglia.”

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Continuano le donazioni : CAMPARI sceglie l’ospedale Sacco con un contributo di 1 milione di euro

campari dona 1 milione di euro
campari dona 1 milione di euro

IL GRUPPO CAMPARI DONA 1 MILIONE DI EURO ALL’ISTITUTO SANITARIO PUBBLICO  SACCO DI MILANO PER L’EMERGENZA DEL CORONAVIRUS

 

Campari e Milano: un legame che ha origine 160 anni fa a pochi passi dal Duomo.

Con il tuo spirito aperto e cosmopolita, hai ispirato il nostro concetto di convivialità, socializzazione, stare insieme. Hai ispirato un rituale, l’aperitivo, che abbiamo portato orgogliosamente in giro per il mondo nel corso degli anni, come simbolo della nostra città natale.

Milano, sei un motore dello sviluppo economico e sociale. Behind You è una storia lunga e unica, mentre da sempre sei sempre stato in anticipo sui tempi sulla scena culturale e incanalando sempre le più grandi energie del nostro paese.

Oggi, sei colpito da un’emergenza che sta mettendo a dura prova tutta l’Italia e il mondo intero. Ma non ti arrendi.

Sei il simbolo di una regione e di un paese in cui team appassionati di medici e operatori sanitari lavorano instancabilmente con professionalità e dedizione estrema per guarire le ferite profonde che l’emergenza del Coronavirus sta causando a tutti noi.

L’attuale emergenza ci obbliga a fermare tutte le forme di aggregazione sociale e convivialità.

In attesa del rimbalzo insieme, desiderosi di lasciarci tutto alle spalle, vogliamo mostrarvi la nostra simpatia e gratitudine facendo quello che sentiamo come un dovere di milanesi e italiani.

Per questo motivo, il Gruppo Campari ha deciso di donare 1 milione di euro all’istituto sanitario pubblico ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano , centro di eccellenza nazionale nella ricerca e cura di malattie altamente contagiose e pericolose, punto di riferimento per i pazienti gravemente colpiti da Covid- 19. La somma verrà utilizzata per finanziare un’unità operativa di terapia intensiva per ricoverare pazienti positivi a Covid-19 e nelle condizioni più critiche, nonché per fornire un sistema di pressioni negative dotato di 10 kit di rianimazione.

Ma non ci fermiamo qui e invitiamo tutti i nostri Camparisti, i nostri clienti e i nostri consumatori sempre fedeli a partecipare facendo la loro donazione con un deposito sul conto bancario ASST Fatebenefratelli Sacco:

IBAN: IT 57 W 03111 01603 000000009130

Scopo del pagamento: Campari sostiene Sacco per l’emergenza Covid-19.

Milano, Campari Group è al tuo fianco in questi tempi difficili.

Non vediamo l’ora di festeggiare insieme a te e tutta l’Italia la fine di questa emergenza, quando la sicurezza e la serenità saranno ripristinate.

#StrongerTogether

Davide Campari Milano SpA insieme ai suoi 4.200 Camparisti in tutto il mondo

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GALLERA: in Lombardia 11.685 casi,+1865 da ieri e 966 morti (+76 da ieri)

coronavirus milano
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“I decessi in Lombardia legati al coronavirus sono saliti a 966 unità, 76 unità in più di ieri”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Nella regione Lombardia quasi 5mila persone sono in ospedale e i morti sono finora 966, 76 in più rispetto a ieri. Sono 732 i pazienti in terapia intensiva. Nuovo esodo dal Nord, si temono nuovi focolai.


IN ITALIA

Coronavirus, 17.750 positivi (+2.795), 1.441 morti in tutto, 1.518 contagiati in terapia intensiva (10%) | 1.966 guariti ma 175 morti nelle ultime 24 ore


Poi i numeri: i casi positivi positivi in Lombardia sono 11.685, con una crescita di 1095.

732 le persone in terapia intensiva (85 più di ieri).

Coronavirus, in Lombardia altre 85 persone in terapia intensiva e i presidi medici sono in grande difficoltà. Lo denuncia l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, sostenendo che alcuni presidi sono in situazione di grande difficoltà.


Stop ai collegamenti con la Sardegna

Rispondendo a una richiesta del presidente della Regione Sardegna per l’emergenza coronavirus, il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato un decreto con il quale vengono sospesi i collegamenti e i trasporti ordinari delle persone da e per la Sardegna. Si vola solo tra Roma Fiumicino e Cagliari, mentre sulle navi potranno viaggiare solo le merci. Il trasporto delle persone su traghetti e velivoli può avvenire soltanto su autorizzazione della Regione e per dimostrate e improrogabili esigenze.


In Puglia si estende la quarantena a “chiunque torni”

Da oggi chiunque rientri in Puglia, “da ogni parte d’Italia o del mondo”, dovrà autosegnalarsi e restare in isolamento a casa per almeno 14 giorni. Lo stabilisce una nuova ordinanza del governatore Michele Emiliano dopo il continuo esodo in treno al Sud.

Il provvedimento estende gli obblighi che finora erano previsti solo per chi tornava dal Nord e da zone con focolai di coronavirus. D’ora in avanti, anche chi rientrerà dall’estero o da qualsiasi zona dell’Italia, dovrà avvisare l’Asl e restare in quarantena nella propria abitazione. Inoltre dovrà rimanere raggiungibile per attività di sorveglianza e, in caso di comparsa di sintomi, dovrà avvertire il medico.

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Legacoop Lombardia: 40 taxi gratis a disposizione degli anziani in caso di necessità

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Taxi gratis agli anziani che devo uscire di casa per necessità

Quaranta taxi di Milano a disposizione degli anziani per agevolarli negli spostamenti improrogabili in un momento di difficoltà senza precedenti, con l’invito a evitare di uscire rivolto a tutta la cittadinanza. E’ l’iniziativa lanciata da Legacoop Lombardia, a cui partecipano tassisti di Taxiblu 024040 e Autoradiotassi 028585, con il supporto dell’assessorato alle politiche sociali e abitative del Comune di Milano.

Il progetto nasce da uno spirito di servizio e di solidarietà dei tassisti cooperatori milanesi che, in maniera totalmente gratuita e volontaria, intendono aiutare gli anziani, confinati nelle loro abitazioni a causa delle misure emergenziali vigenti, nei movimenti e negli approvvigionamenti presso le loro abitazioni.

“I tassisti che hanno deciso di aderire all’iniziativa non torneranno a casa ma saranno a disposizione per i cittadini più fragili, dimostrando di rappresentare non solo una categoria economica ma una comunità sociale e umana che non vuole spegnere i motori in un momento così critico e mutevole per l’intero Paese”, si legge nella nota diffusa da Legacoop Lombardia.

Ricoordiamo che il Sindaco Sala ha anche comunucato che  area B e area C per il momento non saranno a pagamento, quindi saranno disattivate le telecamere .

Saranno anche liberi i parcheggi di superficie sia per le strisce gialle (riservate ai residenti), e su quelle blu, di solito a pagamento .

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ESSELUNGA: vola la spesa online, ma per le consegne i tempi si allungano a Milano

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esselunga a casa spesa domicilio 1289263

Amazon Prime e il servizio di spesa a domicilio di Esselunga, così come tutte le principali piattaforme web del settore, sono state letteralmente presi d’assalto dai milanesi, costretti in quarantena dall’emergenza coronavirus, che cercano di acquistare beni di prima necessità, con tempi d’attesa che vedono la consegna schedulata anche dieci giorni dopo il clic.

Già nelle scorse settimane gli accessi in contemporanea avevano fatto saltare i principali portali dell’e-commerce e Nielsen, nella prima settimana dell’emergenza ha stimato che i prodotti di largo consumo venduti online siano aumentati dell’81 per cento.

Il giorno in cui fu decisa la zona rossa a Codogno e negli altri comuni del Lodigiano, il servizio Amazon Prime di consegna della spesa a domicilio aveva subito un brusco rallentamento a causa delle moltissime richieste: assalto virtuale che era andato di pari passo con quello reale e lo svuotamento degli scaffali nei supermercati. Da allora, acquistare online per evitare il super è diventato sempre più complesso. Chi giovedì scorso, anche dall’hinterland, ha ordinato la spesa sul sito di Esselunga non l’ha ancora ricevuta e dovrà attendere fino a venerdì. Ieri mattina invece chi si collegava al sito Esselungaacasa. it, non riusciva a ottenere una consegna prima di giovedì 19 marzo per una spesa da 120 euro. In serata era difficile pure accedere alle piattaforme, tanto era il numero di accessi. Per quanto riguarda Esselunga, a Milano città si va mediamente dai 5-7 giorni di attesa laddove prima ne servivano due. Tuttavia, assicurano dall’azienda, il servizio è in fase di potenziamento.

Anche sul sito di Carrefour ieri sera fare la spesa era un’impresa: “a seguito del numero eccezionale di richieste potrebbero verificarsi ritardi nella consegna e indisponibilità di alcuni prodotti”, si leggeva sul portale. Sul sito Supermercato24 le consegne sono ormai calendarizzate a dopo il 15 marzo.

Il portale Winelivery, che consegna a casa in trenta minuti bottiglie di vino, ha registrato un aumento delle vendite del 50 per cento a Milano con clienti che fanno acquisti più sostanziosi, anche per fare scorta.


L’ecommerce sarà potenziato: potrebbero esserci criticità in area Milano

Per quello che riguarda l’e-commerce, il ceo Sami Kahale precisa: “Abbiamo registrato un’esplosione della domanda. Il mercato online alimentare in Italia vale complessivamente circa l’1% del totale. I mercati più avanzati in Europa e nel mondo si attestano tra il 4% e l’8%. In Esselunga siamo al 4% e le richieste ricevute in questi giorni ci portano sopra al 20%, cinque volte il livello attuale.

È evidente che nessuno può soddisfare un balzo percentuale del genere. I tempi di consegna si stanno assestando sulle due settimane. Per questo abbiamo definito un limite di una spesa per cliente per settimana e sono già in atto potenziamenti di natura straordinaria sulle preparazioni delle spese e sulla logistica. Vista l’eccezionale situazione, abbiamo avuto, e non escludiamo di avere nei prossimi giorni, delle criticità nell’area di Milano”.

 
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STAZIONE CENTRALE: treni per il Sud affollati vista impossibilità di voli

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Come riporta il sito la Repubblica.it, assalto agli ultimi treni diretti al Sud, una remake in scala ridotta della fuga di sabato notte della scorsa settimana, quando si diffusero le prime notizie sul decreto che avrebbe isolato la Lombardia.

Questa sera alla stazione centrale pieni il Milano-Siracusa-Palermo delle 20,10 e, soprattutto il Milano-Lecce delle 20,50. “Non ci sono più voli, Linate è stato chiuso quindi l’unica soluzione per lasciare la città di Milano  questa”, diceva un giovane viaggiatore diretto in Sicilia, a Palermo.

In fila, a debita distanza l’uno dall’altro, alcuni studenti fuorisede di Statale e Cattolica. Strapieni anche i notturni dei giorni scorsi, nel timore della soppressione di quel tipo di treno, come già  successo per il Milano-Lecce delle 19,50.

Il personale viaggiante però  denuncia: “Non ci sono garanzie di sicurezza sanitaria, la gente è disposta a viaggiare tutta la notte con persone sconosciute, nella promiscuità obbligata degli spazi di un vagone letto, cioè tre posti, e delle cuccetta a quattro posti”. Inoltre, lamenta la mancanza di sicurezza igienica sia per sé  che per i viaggiatori: “Noi del personale viaggiante abbiamo un solo paio di guanti e una mascherina per il viaggio di andata e per il ritorno”.

Stretti i controlli della polizia ferroviaria sugli accessi, gli agenti fanno mantenere rigorosamente le distanze di sicurezza e esigono l’autocertificazione.  Ma come diceva uno di loro, “non si capisce perché  tutta questa gente possa partire, visto che l’ultima ordinanza ha fermato l’Italia”.

FONTE: LaRepubblica.it

Anche dalla pagina Facebook del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano viene ricordato per l’ennesima voltadi evitare di tornare in Puglia e in caso fosse strettamente necessario di rispettare tutte le regole imposte

Ecco Il messaggio  :

“Di nuovo ondate di pugliesi che tornano in Puglia dal nord. E con loro arrivano migliaia di possibilità di contagio in più.
Avrete probabilmente esibito ai soldati alla stazioni le vostre legittime autocertificazioni sulla motivazione del vostro ritorno, spero che abbiate le mascherine e che teniate la distanza di un metro l’uno dall’altro in treno.
Fatto sta che ci state portando tanti altri focolai di contagio che avremmo potuto evitare.
In pochi giorni migliaia e migliaia di persone hanno fatto rientro in Puglia aggravando la nostra già drammatica situazione.
Vi ricordo che appena arrivate dovete richiudervi in casa e che dovete stare lontani da genitori, fratelli, nipoti, amici, nonni e malati che rischiano di morire se contagiati. Dovrete rimanere in casa almeno per altri 14 giorni e comunque per tutto il tempo di durata del decreto del Presidente del Consiglio.
E dovete anche dichiarare la vostra presenza sul sito della Regione Puglia.

Come da me disposto con ordinanza la cui violazione determina il reato di cui all’art.650 cp.”

 

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Brusaferro: “Ci aspettiamo anche al Sud nel weekend nuovi casi dopo aperitivi e sciate”

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Brusaferro: “Ci aspettiamo nuovi casi dopo foto al mare,aperitivi e sciate in montagna”

L’incubazione media è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. Speriamo di essere smentiti dai fatti”.

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Timore per boom di contagi nel weekend al Centrosud

“Possiamo aspettarci dei casi nel weekend e una parte potrebbe essere legata a comportamenti assunti negli scorsi weekend”. Lo spiega il presidente Iss, Silvio Brusaferro, in conferenza stampa. “Ci sono state scene di persone al mare, a sciare o a mega-aperitivi: sono luoghi in cui il virus potrebbe essere circolato, alcuni potrebbero risultare positivi – aggiunge -. Lo diciamo con dispiacere, ma dobbiamo dare atto da qualche giorno che gli italiani hanno colto come comportamenti sbagliati finiscano per ritorcersi contro e vadano evitati”.

Il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha spiegato che una parte di queste persone “avrà della sintomatologia e potrà risultare positiva“. E lo dice “con dispiacere“, poiché in questi giorni sono stati molti gli appelli lanciati “alla consapevolezza“. Da qualche giorno gli italiani “hanno colto come comportamenti di questo tipo finiscano per ritorcersi contro e vadano assolutamente evitati. È un piccolo sacrificio da fare tutti insieme“.

Successivamente ha parlato della situazione in Italia di quella che definisce “una crisi globale“, il cui antidoto è rappresentato dalla condivisione di dati ed esperienze: “Credo che la presenza di colleghi cinesi sia una grande opportunità per confrontarci e scambiarci le esperienze“. L’età media dei pazienti deceduti e positivi è di 80.3 anni, prevalentemente maschi, le donne solo il 25.8%: “L’età media dei deceduti è significativamente più alta rispetto agli altri positivi“. Le fasce d’età più colpite sono dai 70 anni in poi, con un picco tra 80 e 89 anni; anche la letalità – il numero di morti tra i malati – è più elevata nelle persone oltre gli 80 anni: “La maggioranza è portatrice di patologie croniche, solo 2 persone non sono risultate al momento portatici di patologie, ma sono cartelle cliniche che non abbiamo ancora analizzato nel dettaglio“.

Picco a metà mese?

In queste ore l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sta analizzando le evidenze e sta deliberando la possibilità di avviare delle sperimentazioni del farmaco per artrite, normalmente usato per l’artrite reumatoide, utilizzato a Napoli con effetti positivi nel contrastare gli effetti del Coronavirus: “Questo farmaco ora è registrato per un altra patologia, il meccanismo d’azione però potrebbe risultare efficace per delle manifestazioni cliniche che ha il Coronavirus: dal punto di vista scientifico, occorre avere delle valutazioni definite, con un campione di soggetti definito, e credo che l’Aifa stia lavorando a questo“. Dunque è da intendersi come “una promessa, un’opportunità che va studiata” al fine di avere i parametri per poi dire che “il meccanismo di azione è effettivamente efficace per tutti i pazienti avvetti dal Coronavirus“.

Brusaferro infine ha risposto a una domanda sulla stima presente in una relazione allegata ad un documento del governo sul possibile picco di casi di Covid-19 a metà mese in Italia: “Premesso che non ho visto la relazione, posso dire che i modelli di questo tipo tengono conto di un valore detto R0, che indica quante persone un contagiato infetta e dal tempo medio tra il contatto e i primi sintomi“. Va comunque considerato che gli scenari “sono molto influenzati dalla capacità di aderire alle misure raccomandate“.

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COVID19: Nga Nguyen presente allo show di Gucci e YSL risulta positiva

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COVID19: Figlia di un magnate dell’acciaio, Nga Nguyen ha assistito agli show di Gucci e Saint Laurent. Disattivati gli account social a causa degli insulti

Il 18 febbraio scorso la socialite vietnamita, Nga Nguyen, ha assistito alla sfilata di Gucci a Milano insieme alla sorella ed è rimasta nel capoluogo lombardo 48 ore, prima di volare a Parigi (sempre con la sorella), dove il 25 era fra gli invitati allo show di Saint Laurent. Durante il periodo trascorso in Italia e in Francia le due ragazze, figlie di un magnate dell’acciaio e grande appassionate di moda, non hanno accusato alcun sintomo, tanto che Nga ha continuato ad andare in palestra e a lavorare come sempre, ma poi il 2 marzo è cambiato tutto. Qualche colpo di tosse, un po’ di febbre e alla fine la diagnosi che la Nguyen non si sarebbe mai aspettata: positiva al Coronavirus. E stesso responso anche per la sorella. Da quel giorno Nga è in quarantena, ma la sua presenza alla sfilata milanese di Gucci e a quella parigina di Saint Laurent non solo non è passata inosservata, ma ha pure spinto molti organi di stampa a ritenerla responsabile di aver diffuso il virus (coincidenza sfortunata ha voluto che il 21 febbraio sia stato confermato il primo caso di Coronavirus in Lombardia), trasformandola così in una sorta di «paziente zero» della moda. «Quando mi hanno dato la notizia della positività, ero davvero confusa – ha raccontato la Nguyen al New York Times – perché mi sono subito chiesta “come e quando è successo?”. In rete hanno scritto di tutto: c’è chi mi ha accusata di essere tornata a casa e chi sostiene che sapevo già di essere malata quando ho partecipato alle sfilate, ma nessuna delle due cose è vera; c’è chi dice che sono viziata, che il virus è stato attratto da me perché ho mostrato la scollatura in una foto e che è arrivato il momento che le persone avide del mondo fashion si fermino a pensare».

 

Allertati tutti i contatti

Vista la campagna d’odio nei suoi confronti, non stupisce che la ragazza abbia deciso di disabilitare tutti i suoi account social e non intenda partecipare al Met Gala 2020 di maggio. «Posso assolutamente capire le reazioni estreme della gente – ha detto ancora la socialite – perché il mondo è in preda all’isteria per via di questa epidemia, ma per quanto riguarda il mio caso, penso sia in gran parte basato su ipotesi legate a una sequenza di eventi». Subito dopo la diagnosi la Nguyen ha ovviamente avvisato familiari, amici, truccatore e fotografo e, al momento, nessuno di loro ha mostrato sintomi del virus. Al tempo stesso la ragazza ha anche allertato i suoi contatti da Gucci e Saint Laurent. «Sebbene siano passati 21 giorni dalla nostra sfilata, non appena siamo stati informati della positività della signora Nguyen, abbiamo avvisato tutti gli ospiti che erano seduti accanto a lei durante lo show – ha spiegato un portavoce di Gucci alla rivista People – e tutti ci hanno assicurato di stare bene». Lunedì prossimo la socialite dovrà sottoporsi a degli ulteriori controlli: la speranza è che i nuovi esami di laboratorio le dicano che il virus non c’è più, sebbene resterà in ospedale per ripetere successivamente i test, così da essere completamente sicura della guarigione. «Per ora resto lontana dai social media – ha concluso la Nguyen – ma una volta guarita e tornata normalità, riprenderò anche la vita social».

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Coronavirus: a Roma e Milano parchi e ville chiusi. In Italia già 4.000 denunce

PARCO SEMPIONE
PARCO SEMPIONE

CORONAVIRUS: la sindaca di Roma Virginia Raggi è pronta a firmare un’ordinanza per la chiusura dei parchi cittadini.Da questa mattina a Milano

Si tratta di un modo per impedire che il contagio nelle aree verdi, affollate in questi giorni. Nella lista dell’ordinanza fanno parte tutte le aree verdi recintabili. Come Villa  Pamphili, Villa Lazzaroni, Villa Sciarra, il parco dell’EsquilinoVilla Borghese sarà invece presidiata dai vigili urbani perché non è recintata.

La decisione in Campidoglio è maturata questa mattina dopo la relazione informale dei vigili urbani che ieri hanno registrato nei parchi e nelle ville di Roma pericolosi assembramenti che possono favorire il contagio del virus.

Sala chiude parchi recintati a Milano. Il sindaco Giuseppe Sala firmerà un’ ordinanza per chiudere i parchi recintati della città da domani mattina. L’annuncio è stato dato via Facebook dal primo cittadino di Milano. «È necessario farlo», ha dichiarato Sala, spiegando che ‘ovviamente i parchi non recintati non saranno chiusi, ma invito tutti a un comportamento in linea con le regole stabilitè. Sala ha anche detto che ‘da oggi Amsa sta sanificando le piazze e le vie della citta«. In più ha dichiarato che ‘ogni sera ogni singolo mezzo dell’Atm verrà sanificatò. Ha ringraziato il personale sia di Amsa, sia di Atm. Il primo cittadino di Milano ha infine dichiarato che ieri è stato lanciato un Fondo di mutuo soccorso. ‘Il comune metterà una parte di fondi, ma chiamiamo a raccolta le istituzioni finanziare, le imprese e i milanesi più abbientì. Del resto, ha ricordato Sala, dopo l’emergenza sanitaria Milano dovrà fare fronte a un’ emergenza economica e sociale e dovrà pensare a chi è in difficoltà. ‘Chiamo tutti alla generosita», ha concluso, preannunciando che poi chiarirà meglio come funzionerà L Fodo e quali saranno le destinazioni.

La situazione in Italia. Nella prima giornata di stop totale in Italia, sono state denunciate 4.000 persone sulle oltre 130 mila controllate dalle forze dell’ordine. Denunce anche per 369 esercizi commerciali che non hanno rispettato le disposizioni previste dal dpcm. Nel Senese, per esempio, una coppia è stata denunciata dai carabinieri mentre andava alle terme ad 80 chilometri di distanza da casa. Niente a che vedere con i motivi di lavoro, di salute o di necessità previsti dal documento del governo. Si susseguono, in molte città del Paese, le raccomandazioni dei sindaci ai cittadini a restare a casa. E così a Parma Federico Pizzarotti ha inviato un messaggio telefonico a tutti i parmigiani, annunciando anche la chiusura dei parchi. Da domani niente passeggiate immersi nel verde anche a Milano e Roma, così come a Rimini, Bari o Pordenone. Saranno chiusi anche i cancelli di numerosi cimiteri, dove saranno consentite, invece, solo le tumulazioni.

 

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GALLERA: in Lombardia 9820 casi,+1095 da ieri e 890 morti (+146)

coronavirus milano
coronavirus milano
“I decessi in Lombardia legati al coronavirus sono saliti a 890,146 in più di ieri”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Il virus si diffonde in Europa: Vienna chiude la valle di Paznaun, scuole chiuse in Svizzera. Emergenza in Spagna, dove la regina è in quarantena. Trump pronto a dichiarare lʼemergenza nazionale negli Usa

Giulio Gallera nella consueta diretta pomeridiana ha parlato del decreto approvato dal Governo: «Va nella direzione giusta – ha commentato – ma lo volevamo più rigido». Poi i numeri: i casi positivi positivi in Lombardia sono 9820, con una crescita di 1095.650 le persone in terapia intensiva (45 più di ieri) 4435 i ricoverati non intensivi.
Crescono anche i dimessi, a quota 1.198, e decessi salgono a 890, 146 in più. Bergamo resta la provincia con il maggior numero di casi: 2.136, con un aumento di 321 contagiati. «Abbiamo aperto 120 posti di terapia intensiva in più in un giorno» ha evidenziato Gallera, e «per i prossimi giorni ne saranno aperti altri». «Da tre giorni non c’è un aumento esponenziale, ma una crescita costante», ha evidenziato l’assessore, aggiungendo che le persone il terapia intensiva sono 560 e i posti disponibili ad oggi sono 610.
Le vittime in maggioranza hanno oltre 80 anni e hanno due-tre patologie pregresse. La curva epidemica sembra quindi dare i primi segnali di appiattimento che dimostrerebbero come le misure restrittive stiano dando risultati. Intanto il contagio sta dilagando nel resto d’Europa, e anche gli altri Paesi cominciano a prendere provvedimenti per bloccare l’infezione. Vienna ha annunciato l’isolamento della valle Paznaun e del centro sciistico St.Anton, la Svizzera chiude tutte le scuole, la Spagna (la cui regina è in quarantena) ha dichiarato l’emergenza. Trump: dichiarerò lo stato d’emergenza negli Usa
Coronavirus, in Lombardia altre 45 persone in terapia intensiva e i presidi medici sono in grande difficoltà. Lo denuncia l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, sostenendo che alcuni presidi sono in situazione di grande difficoltà.

Ad essere sotto pressione soprattutto i presidi dell’area bergamasca: il Papa Giovanni è quasi saturo, dice Gallera, sostenendo che ogni giorno la regione cerca di aprire nuovi posti di terapia intensiva, paventando l’ipotesi di aprire un centro medico dedicato proprio alla terapia intensiva nell’area della Rho -fiera.

Gallera: «Ospedale in Fiera? Si può fare in 6 giorni»

Un ospedale nei capannoni della Fiera di Rho a Milano che garantisca 500 posti di terapia intensiva «può essere pronto entro 6 giorni, a patto che ci siano i respiratori e il personale, Aspettiamo una risposta della protezione civile».

Lo ha detto l’assessore al Welfare della regione Lombardia Giulio Gallera. «Abbiamo già predisposto il progetto con la protezione civile e la Fiera, ha aggiunto. Al netto di questa struttura provvisoria la Lombardia potrà metter in campo altri 200 posti di terapia intensiva nei prossimi 5-7 giorni, ha precisato Gallera, «utilizzando ogni spazio possibile, anche gli scantinati se serve, arrivando così al massimo della sua capacità espansiva». In Lombardia resta centrale il tema degli approvvigionamenti: «Stiamo lottando assieme alla Protezione civile per gli approvvigionamenti di materiale sanitario ancora insufficienti. Il numero delle mascherine che abbiamo a disposizione non è ancora sufficiente a dare tutto quello che è necessario».

L’assessore è intervenuto poi sul nuovo decreto: «Alcune aperture potrebbero fare discutere» ma nei nuovi provvedimenti contro la diffusione del coronavirus è contenuto «un segnale forte».


IN ITALIA – DATI AGGIORNATI 13 MARZO

Si aggrava, intanto, il bilancio in Italia:

i contagiati sono 14.955, 1.439 i guariti e 1.266 Le vittime.

Nuovo bollettino sull’epidemia da coronavirus in Italia, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli parla di 14.955 malati, 1.439 guariti e 1.266 morti. Le vittime in maggioranza hanno oltre 80 anni e hanno due-tre patologie pregresse. La curva epidemica sembra quindi dare i primi segnali di appiattimento che dimostrerebbero come le misure restrittive stiano dando risultati. Intanto il contagio sta dilagando nel resto d’Europa, e anche gli altri Paesi cominciano a prendere provvedimenti per bloccare l’infezione. Vienna ha annunciato l’isolamento della valle Paznaun e del centro sciistico St.Anton, la Svizzera chiude tutte le scuole, la Spagna (la cui regina è in quarantena) ha dichiarato l’emergenza. Trump: dichiarerò lo stato d’emergenza negli Usa


DENUNCIATE 2.162 PERSONE IN TUTTA ITALIA

Sono 2.162 le persone che sono state denunciate fino ad ora per violazione delle restrizioni disposte dai provvedimenti per l’emergenza Coronavirus.
Il bilancio è stato pubblicato dal Viminale sul sito del ministero. Le persone complessivamente controllate sono state 106.659 mentre le verifiche negli esercizi commerciali sono state 18.994.
Tra i denunciati ci sono anche 113 titolari di esercizi commerciali mentre 35 sono le persone denunciate per aver indicato nell’autocertificazione motivi non veri per gli spostamenti.
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