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martedì, Maggio 6, 2025
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Fontana non cambia idea : “Contagi stabili. No a passeggiate inutili “, in Lombardia vale la nostra ordinanza

no passeggiate con bambini
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Il governatore della Lombardia ribadisce: “qui non cambia nulla”

“Da noi non cambierà nulla di quello contenuto nella mia ordinanza”. Così il presidente della Lombardia Attilio Fontana rispetto alle misure di distanziamento per evitare la diffusione del Coronavirus dopo la circolare emessa n dal Viminale. “La nostra ordinanza rimane in auge e vale fino al 4 aprile”.

Una gran confusione. La circolare del ministero dell’Interno sulla possibilità di far fare una passeggiata ai bambini, ha determinato uno stato di incertezza, tanto che in piena notte il Viminale ha fatto uscire una nota esplicativa. Che alla Lombardia non basta: “Speriamo che l’ordinanza venga revocata”.  Come non basta a moltissimi amministtratori da Nord a Sud. A Verona il sindaco Sboarina dice: “Da noi le passeggiate restano proibite. Resta in vigore la mia ordinanza”.  Deciso anche il no dei sindaci del Piacentino.

“Le regole sugli spostamenti – si legge – non cambiano. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di  spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute“.

Bisogna mandare messaggi chiari

«É una follia, un atto gravissimo». Così l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, riferendosi sempre alla circolare. «Abbiamo bisogno di mandare messaggi precisi e forti, ora stiamo vedendo un leggerissimo allentamento della pressione nei pronto soccorso, bisogna dare un messaggio come questo che rischia di essere devastante, se questo però arriva dagli organi del governo è un atto irresponsabile” chiosa Gallera.

Presidente Fontana, ecco la dichiarazione:

In Lombardia non cambia nulla rispetto a prima. Il contenuto dell’ordinanza regionale, che scadrà il 4 aprile, continua ad essere valida e fino ad allora i comportamenti che stiamo assumendo dovranno essere mantenuti. Ho parlato con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in merito alla circolare emanata nella serata di ieri e oggi, con una lettera ai sindaci, ho ribadito che nella nostra regione tutto resta immutato.

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Coronavirus : segnali positivi dagli ospedali lombardi, accessi in calo ai pronto soccorso

prontosoccorso coronavirus
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Segni positivi dagli Ospedali Lombardi,ma importante non abbassare la guardia

Coronavirus ospedali

Coronavirus, segnali positivi dagli ospedali di Lodi, Bergamo e Brescia
All’ospedale di Lodi, provincia del primo focolaio italiano, il quadro pare in lieve miglioramento. Non ci sono dati precisi a disposizione, ma la percezione degli operatori, secondo quanto verificato da Fanpage.it, è questa: gli accessi rimangono significativi, ma meno pesanti rispetto ai giorni scorsi. Una “tenuta” che fa ben sperare. Al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove nelle scorse settimane l’afflusso di pazienti con sintomi da coronavirus è stato enorme, così come il numero delle vittime, la pressione sembra essere calata. “Abbiamo avuto un miglioramento già alla fine delle scorsa settimana”, spiegano dall’ospedale, “ma è presto per rilassarsi. I reparti sono ancora molto pieni, è una malattia lunga e ci vorrà tempo”. Identica risposta arriva anche dal Civile di Brescia: anche qui è confermata la percezione di un calo degli ingressi al pronto soccorso. “Ma non cantiamo vittoria e soprattutto stiamo ancora a casa”, è l’invito dei medici della struttura.

A Crema e Cremona accessi in calo

Negli ospedali di Crema e Cremona, tra i primi a finire in “apnea” già negli ultimi giorni di febbraio per l’altissimo numero di malati, i numeri sono incoraggianti. Nelle ultime settimane la media di accessi era di 80-100 persone in coda. I presidi sono meno affollati, ma c’è anche un altro segnale confortante. Si sentono meno ambulanze. Prima ne sfrecciavano diverse ogni ora, adesso il passaggio è più diradato. “Ma non si deve abbassare la guardia. Le regole vanno rispettate e bisogna stare in casa. Il contagio ancora molto molto rischioso”, è la raccomandazione che arriva dal nosocomio cremonese.

Pavia, accessi al pronto soccorso in calo del 40 per cento in una settimana

Da lunedì scorso, 23 marzo al 30 marzo, nell’ospedale di Pavia si è registrato un calo del 40 per cento degli accessi. Lo conferma a Fanpage.it un portavoce dell’ospedale, spiegando che negli ultimi giorni si è verificato un calo della pressione sul presidio sanitario, dove rimangono moltissimi i malati in cura nei reparti di malattie infettive. I dati aggiornati relativi alla provincia di Pavia confermano la curva dei contagi in calo. Stando al bollettino di oggi, martedì 31 marzo, sono 2133 i casi confermati, in aumento di 97 rispetto ai 2036 del giorno precedente.

Milano resta sotto pressione, ma i numeri sembrano stabilizzarsi

Un po’ più delicata la situazione milanese. Il capoluogo è da ieri la provincia con più casi in Italia, avendo sorpassato anche Bergamo. In città e nell’hintlerand i casi aumentano in modo costante. Non c’è stata finora l’esplosione di contagi che si temeva nella metropoli, ma nemmeno un trend in calo. Un piccola luce però si intravede anche a Milano. All’ospedale di Niguarda, grande presidio a nord della città, da qualche giorno i numeri sono costanti. “Non c’è stata una diminuzione, ma dal fine settimana osserviamo una fase costante”, ha spiegato a Fanpage.it un portavoce dell’ospedale. “Sono numeri che vanno valutati a distanza di qualche giorno, è difficile dare una valutazione con una tempistica così breve. Era già successo che ci fosse un giorno o due con dati positivi, che hanno fatto ben sperare, ma poi il trend è peggiorato di nuovo”. Difficile dire se è stato superato il picco dei ricoveri, i reparti restano affollatissimi, ma anche a Milano le sensazioni degli operatori sono “moderatamente positive”. Una conferma arriva anche da un portavoce dall’ospedale Sacco: “Sì, dagli ultimi giorni un lievissimo calo c’è stato”. L’invito dei medici resta sempre lo stesso: ora più di prima, non abbassare la guardia e rimanere in casa

Gallera: circolare del Viminale mette a rischio sforzi fatti finora

Non nasconde la sua preoccupazione l’assessore della Regione Lombardia Giulio Gallera riguardo alle indicazioni del Viminale sulle attività motorie: “Non è questo il momento di abbassare la guardia. La circolare diffusa dal ministero dell’Interno rischia di creare un effetto psicologico devastante, vanificando gli sforzi e i sacrifici compiuti finora”.

“Il provvedimento ministeriale – secondo Gallera – potrebbe essere inteso come un segnale di allentamento delle misure di contenimento assunte finora. Misure rigide, importanti, che hanno però consentito di contenere la curva dei contagi del coronavirus”. Per l’assessore, “la luce in fondo al tunnel rischia di allontanarsi o di spegnersi del tutto nel momento in cui vengono trasmessi messaggi ambigui: l’indicazione utile per tutti deve essere quella di rimanere a casa, ancora per qualche settimana. Solo così riusciremo a sconfiggere questo nemico subdolo e invisibile”.

 

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INPS: BONUS 600 euro, ecco tutte le informazioni e la procedura per la richiesta

inps 600 euro
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Bonus 600 euro, quando e come si potrà inoltrare la domanda.

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Tra le misure contenute nel decreto Cura Italia, insieme al bonus baby sitter e al congedo parentale, c’è il bonus di 600 euro che il governo ha predisposto per le imprese e i lavoratori autonomi, cioè per tutti coloro che hanno partita Iva, in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus. Dopo svariate polemiche, la platea che avrà diritto all’aiuto economico è stata ampliata anche a libero professionisti, lavoratori iscritti a ordini professionali (architetti, ingegneri ecc.), co-co-co, iscritti alla gestione separata dell’Inps, artigiani, commercianti, agricoltori e coltivatori diretti, stagionali, addetti al turismo, lavoratori dello spettacolo.

Come fare domanda

Nel caso dei lavoratori iscritti a ordini professionali, può fare domanda direttamente alla propria cassa chi ha dichiarato fino a 35 mila euro di reddito esentasse ed è a totale carico del fondo ultima istanza. Il bonus lo riceverà anche chi dichiara un reddito tra 35 mila e 50 mila euro ma che può dimostrare di aver subito cali di attività di almeno il 33% nei primi tre mesi del 2020.

Dopo aver ottenuto il Pin, questa è la procedura da seguire: entrare in MyINPS con il Pin cittadino o lo Spid, accedere, procedere per Accesso servizi on line. Nella barra di ricerca selezionare “Domande per prestazioni al sostegno del reddito” e selezionare “Indennità COVID-19″

Per quanto riguarda gli iscritti all’Inps, la domanda può essere inviata in via telematica direttamente sul portale, a partire dalla mezzanotte di mercoledì 1° aprile.

Come richiedere il Pin durante l’emergenza Covid-19

La richiesta del PIN può essere effettuata attraverso il sito internet www.inps.it, utilizzando il servizio “Richiesta PIN”; oppure attraverso il Contact Center, chiamando il numero verde 803 164 (gratuito da rete fissa), oppure 06 164164 (a pagamento da rete mobile).

Una volta ricevute (via SMS o e-mail) le prime otto cifre del PIN, il cittadino le può immediatamente utilizzare in fase di autenticazione per la compilazione e l’invio della domanda on line per i bonus 600 euro previsti e per tutte le altre misure previste per l’emergenza Covid-19.

Con riferimento alla sola prestazione “bonus per i servizi di baby-sitting”, nell’ipotesi che la domanda sia stata inoltrata con il PIN semplificato, il cittadino dovrà venire in possesso anche della seconda parte del PIN, al fine della necessaria registrazione sulla piattaforma Libretto di Famiglia e dell’appropriazione telematica del bonus.

CHI PUO’ RICHIEDERLO :

L’indennità non viene riconosciuta ai percettori di reddito di cittadinanza.

Il decreto interministeriale estende il bonus a professionisti con cassa (previa domanda a quest’ultima) e reddito 2018 minore di 35mila. Fra 35 e 50 mila bisogna dimostrare un calo fatturato del 33%.

Liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi – liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo, iscritti alla Gestione separatadell’Inps; collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo alla predetta data del 23 febbraio 2020 e iscritti alla Gestione separata dell’Inps: non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria.

Lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (Artigiani – Commercianti – Coltivatori diretti, coloni e mezzadri) – non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto; non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria ad esclusione della Gestione separata Inps.

Lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali – devono aver cessato il rapporto di lavoro dal 1° gennaio 2019 alla data del 17 marzo 2020; non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono essere titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.

Lavoratori agricoli (operai agricoli a tempo determinato e altre categorie di lavoratori iscritti negli elenchi annuali) – possano fare valere nell’anno 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo dipendente; non siano titolari di pensione

Lavoratori dello spettacolo (lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo) – almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo; che abbiano prodotto nel medesimo anno un reddito non superiore a 50.000 euro; non siamo titolari di un trattamento pensionistico diretto, né di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.

Coronavirus, Inps: “Nessun click day per bonus 600 euro”

Nessun click day per il bonus di 600 euro per gli autonomi e per tutte le altre prestazioni previste dal decreto Cura Italia. Lo afferma il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. “Non ci sarà alcun ordine cronologico e le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al primo aprile – dice – collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato”.

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CORONAVIRUS: all’Hotel Michelangelo arrivano i primi ospiti in quarantena

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CORONAVIRUS:  i primi ospiti al Michelangelo, l’hotel a 4 stelle. Grazie a un accordo tra il Comune di Milano e il Gruppo Finleonardo sarà la prima struttura privata di accoglienza

“Il Comune di Milano sta lavorando senza sosta e talvolta al di là del proprio ambito di competenza per dare risposte concrete all’emergenza sanitaria in corso, perché prima di tutto viene la salute delle persone – dichiarano la vicesindaco Anna Scavuzzo e gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Politiche sociali e abitative) -. Con estrema rapidità e spirito di collaborazione abbiamo concordato con la Prefettura e le Autorità sanitarie la possibilità di studiare un progetto da sottoporre alla Protezione civile. Ringraziamo la proprietà che ha tempestivamente e generosamente messo a disposizione la struttura in un momento così delicato”.

Il Gruppo Finleonardo ha messo a disposizione gratuitamente l’immobile: nell’ambito dell’accordo con il Comune è previsto il solo rimborso delle spese vive durante il periodo del progetto.

Presso l’hotel potranno essere ospitati soggetti CoViD positivi o contatti stretti con quarantena obbligatoria che sono stati dimessi o non hanno avuto percorsi ospedalieri, che non hanno alloggi idonei alla quarantena, soggetti CoViD positivi o stretti contatti con quarantena obbligatoria appartenenti alle Forze dell’Ordine e che vivono in strutture collettive, CoViD positivi o contatti stretti con quarantena obbligatoria senza fissa dimora o alloggianti temporaneamente in strutture comunitarie.

Questa prima settimana vedrà l’avvio della struttura che allargherà la capacità di accoglienza almeno fino al 30 maggio, salvo eventuali proroghe. Le stanze dell’hotel a disposizione sono 290 distribuite su due corpi di fabbrica, uno di 4 e l’altro di 17 piani.

Il Comune di Milano gestirà la struttura per tutto il periodo necessario, effettuando gli interventi di pulizia, lavaggio e sostituzione biancheria, fornitura dei pasti in monoporzione termosaldata tramite Milano Ristorazione, manutenzione ordinaria e sanificazione.

La Protezione civile nazionale rimborserà le spese sostenute dal Comune di Milano per la gestione dell’immobile.

Il sistema sociosanitario regionale tramite ATS Milano metropolitana e ASST Milano nord garantirà per ciascun paziente ospitato la sorveglianza sanitaria e il controllo dell’attuazione da parte del paziente delle prescrizioni mediche per tutto il periodo di permanenza. ATS e ASST metteranno a disposizione operatori socio-sanitari 24 ore su 24, oltre a un presidio di medici afferenti all’Associazione medici volontari onlus e uno sportello telefonico di sostegno psicologico. Sarà inoltre compito delle Autorità sanitarie regionali eseguire i tamponi e/o gli esami necessari presso l’hotel per accertare la negativizzazione dei soggetti ospitati e dichiarare la fine della quarantena, autorizzandone il rientro al proprio domicilio. Saranno in carico ad ATS tutte le spese relative alla gestione della sorveglianza sanitaria che provvederà a propria rendicontazione.

La Prefettura di Milano provvederà infine alla sicurezza della struttura.

Oltre all’Hotel Michelangelo, il Comune è impegnato nella gestione di strutture di accoglienza collettive e per quanti hanno difficoltà abitative. Per far questo sta riorganizzando le strutture presso il Centro sportivo Saini, il complesso di appartamenti di via Carbonia 14 e le strutture allo Scalo Romana e all’Ostello Rotta al QT8.

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FIERA DI MILANO: “L’ospedale dopo il coronavirus potrebbe rimanere per future emergenze”

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FIERA DI MILANO: L’ospedale realizzato per l’emergenza coronavirus potrebbe rimanere come hub di rianimazione e punto di riferimento del Nord

L’ospedale realizzato nella Fiera di Milano per curare per persone positive al covid-19 potrebbe rimanere in modo permanente anche dopo l’emergenza. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, durante la conferenza stampa di presentazione della struttura che a pieno regime avrà 200 posti di terapia intensiva e altrettanti medici anestesisti, che dovrebbero arrivare a 220, con circa 500 infermieri. “Sarà il simbolo di una battaglia vinta contro il coronavirus e della ripresa della regione”, ha aggiunto il governatore.

Fontana: L’ospedale alla Fiera di Milano potrebbe rimanere come hub
“Dai colloqui che ho avuto con il ministro Speranza e il presidente Conte ci può essere la decisione di lasciare definitivamente questo hub di rianimazione come punto di riferimento del Nord”, ha detto il governatore lombardo rispondendo a chi gli chiedeva se la struttura sarà smontata. Fontana ha ricordato che Palazzo Chigi sta valutando l’apertura di tre grandi centri nazionali dedicati alle emergenze sanitarie “in previsione che eventi del genere si possano ripetere”. L’idea potrebbe essere quindi quella di “lasciare la struttura in difesa di eventuali estreme situazioni” ma sono “scelte che faremo insieme al governo”.

Pazzali (Fondazione Fiera): Non vedo l’ora di smontarlo

Ma sul futuro dell’ospedale sembrano esserci idee molto diverse. Il presidente della fondazione Fiera, Enrico Pazzali, alla stessa domanda ha espresso la speranza di poter smontare l’ospedale presto, perché significherebbe che la pandemia è finita. “Questa struttura rimarrà finché sarà necessario che sia una diga o un faro della speranza, non so quando finirà ma non vedo l’ora di smontarla, abbiamo già predisposto con il Policlinico lo smontaggio e lo stoccaggio in magazzino per riutilizzare i materiali”.

Da 1200 donatori 21 milioni per ospedale Fiera
Sono stati oltre 1200 i donatori che hanno contribuito alla costruzione dell’ospedale in Fiera Milano, ha spiegato Pazzali, ringraziando “la signora che ha dato 100 euro e chi ha dato 10 milioni”. È grazie a loro che “abbiamo raccolto 21 milioni di euro”. Il numero uno della Fondazione Fiera ha rivendicato che “abbiamo fatto in 10 giorni ciò che in maniera ordinaria si fa in qualche anno”.

Belleri: è la più grande terapia intensiva Italia
Quello realizzato nei padiglioni milanesi non è un ospedale da campo. “È una struttura ospedaliera a tutti gli effetti” e ospiterà “il più grande reparto di terapia intensiva d’Italia”, ha sottolineato Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano che gestirà i padiglioni. L’ospedale “rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la battaglia contro il covid”, ha aggiunto.

 

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SANITA’: in Lombardia dal 3 aprile la ricetta arriva via sms. Ecco le istruzioni

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SANITA’: Il servizio  è dedicato a tutti coloro che hanno un account per i servizi digitali regionali, ma sarà attivabile anche dagli altri cittadini

Per fronteggiare il coronavirus, la Sanità in Lombardia si evolve e diventa completamente digitale: ora è possibile ritirare i medicinali in farmacia senza la copia cartacea della ricetta, semplicemente presentando la tessera sanitaria e il codice della ricetta. E dal 3 aprile tutti coloro che hanno attivato il Fascicolo sanitario elettronico (e che hanno quindi fornito alla Regione i propri dati) riceveranno il codice via email e sul cellulare.

La Regione Lombardia ha informato i propri cittadini che la Sanità regionale “sta attivando il servizio di trasmissione automatica del codice della ricetta all’indirizzo e-mail e al numero di cellulare registrato sul sito del Fascicolo sanitario elettronico o su altri servizi digitali della Regione.

Dal 3 aprile 2020, pertanto, riceverà i codici ricetta (NRE, Numero Ricetta Elettronica) per le prescrizioni farmaceutiche sia tramite e-mail, sia tramite sms, qualora abbia reso disponibile anche un numero di cellulare”.

Inoltre, sempre dal 3 aprile, “se tra i suoi contatti è presente una persona che vorrebbe usufruire del servizio di notifica tramite SMS, ma non ha mai avuto modo di accedere ai servizi digitali di Regione Lombardia, questa persona potrà attivare il servizio di invio del codice della ricetta via SMS senza necessità di autenticarsi, bensì collegandosi semplicemente al sito www.fascicolosanitario.regione.lombardia.it e inserendo il proprio numero di cellulare”.

La Regione ha anche attivato un Contact Center al numero verde 800.030.606 o via e-mail all’indirizzo di posta elettronica .

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QUARANTENA probabile fino a metà aprile, poi la graduale riapertura

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Quarantena almeno fino a Pasqua. Poi, forse a riaprire i battenti per primi saranno gli artigiani. A seguire parrucchieri, centri estetici e palestre. In coda cinema e teatri. Concerti a rischio

Per dichiarare vinta la guerra al coronavirus serviranno ancora diverse settimane.

 ​​​​​La serrata totale durerà almeno fino a Pasqua, poi, se il numero dei malati continuerà a calare drasticamente, il governo valuterà una possibile riapertura graduale.

Ma prima di maggio niente passeggiate, né saranno aperti bar e ristoranti. Anche quando potremo di nuovo uscire, non solo per urgenze, bisognerà mantenere la distanza di almeno un metro e indossare SEMPRE la mascherina nei luoghi pubblici.


Le attuali restrizioni verranno prorogate?
Il nuovo provvedimento del governo entrerà in vigore sabato 4 aprile e durerà per due settimane, fino al 18 aprile. Quel che è certo già da ora, è che fino al 12 aprile ci saranno le attuali restrizioni, le più rigide.

Quali sono le attività che ripartiranno per prime e per ultime?

Nei giorni successivi, come riporta Il Corriere della Sera, potrà invece essere valutata la riapertura di alcune attività imprenditoriali collegate alla filiera alimentare e farmaceutica finora non comprese tra i servizi essenziali. Ad esempio le imprese di meccanica legata all’agroalimentare oppure quelle chimiche che dovranno comunque dimostrare di essere in regola con le norme sulla distanza di sicurezza tra i dipendenti e la dotazione dei dispositivi di protezione.

Si studiano aperture scaglionate a seconda della tipologia degli esercizi commerciali. E’ probabile, riferisce La Repubblica, che inizialmente verrà dato il via libera a chi non ha particolari contatti con i clienti, come chi fa riparazioni oppure certi artigiani. Potrebbero essere costretti ad aspettare un po’ di più estetisti e parrucchieri, così come le palestre.

Per quanto riguarda bar, pub e ristoranti, potrebbero essere rintrodotte le misure già individuate subito prima della chiusura. Si dovrà quindi assicurare il distanziamento dei tavoli ed evitare che le persone stiano a contatto davanti ai banconi. Dovrà essere rispettata la regola della distanza minima di un metro tra gli avventori.

Fanalino di coda, in fatto di riapertura, sono cinema e teatri, che dovranno comunque far rispettare le distanze di sicurezza agli avventori, come già imposto prima del blocco. Anche grandi eventi, come concerti e partite, dovranno essere attentamente valutati. Gli esperti restano preoccupati dai grandi assembramenti.

L’uso di test sierologici per tornare al lavoro

I tecnici ipotizzano la possibilità di utilizzare test sierologici per individuare chi ha avuto la malattia: chi è stato contagiato, infatti, almeno per un po’ non rischia di infettarsi di nuovo e quindi può riprendere immediatamente il lavoro. Si tratta però di un’operazione alquanto complessa, perché i test devono essere validati.

Non ci resta che aspettare il prossimo Decreto del Governo, che analizzerà assieme al comitato scientifico la situazione e il trend dei contagi nelle prossime settimane.

 

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Musica che unisce: stasera il Concerto Show con raccolta fondi, chi ci sarà

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Musica che unisce, ecco il cast su Rai 1, martedì 31 marzo 2020

Musica che unisce, la serata-evento in onda questa sera, martedì 31 marzo, dalle 20.30.

Un charity show per raccogliere fondi per la Protezione Civile, realizzato in collaborazione col Ministero della Salute e grazie alla partecipazione di decine di artisti che hanno inviato clip ed esibizioni realizzate a casa, legate tra loro grazie alla voce narrante di Vincenzo Mollica.

Il pensiero corre subito all’iHeart Living Room Concert, andato in onda domenisca scorsa su Fox condotto da Elton John per raccogliere fondi a sostegno di chi è in crisi per l’emergenza COVID e a sostegno dei primi soccorritori per l’infanzia: una serata pensata per rallegrare gli americani in quarantena e per fare del bene, cui hanno partecipato con momenti di spettacolo di alto profilo stelle hollywoodiane e leggende della musica.

Musica che unisce, ospiti ed esibizioni

Tra gli ospiti Virginia Raffaele e Roberto Bolle di nuovo impegnati in un balletto, questa volta virtuale, Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino daranno vita a un dialogo a distanza, Gigi Proietti declamerà “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori. Enrico Brignano cercherà di sollevare lo spirito, mentre Luca Zingaretti reciterà un suo monologo, scritto apposta per invitare a donare per la Protezione Civile.

Il cast musicale prevede:

    • Alessandra Amoroso,
    • Andrea Bocelli,
    • Brunori Sas,
    • Cesare Cremonini,
    • Diodato,
    • Elisa,
    • Emma,
    • Ermal Meta,
    • Fedez,
    • Francesca Michielin,
    • Francesco Gabbani,
    • Gazzelle,
    • Gigi D’Alessio,
    • Levante,
    • Ludovico Einaudi,
    • Mahmood,
    • Marco Mengoni,
    • Negramaro,
    • Paola Turci,
    • Riccardo Cocciante,
    • Tiziano Ferro,
    • Tommaso Paradiso,
    • Marco Masini,
    • Pinguini Tattici Nucleari e Il Volo,
    • Calcutta
    • Måneskin.

Presenti per il mondo dello sport Andrea Dovizioso, Bebe Vio, Federica Brignone, Federica Pellegrini, Roberta Vinci, Valentino Rossi e Gregorio Paltrinieri.

Tra gli esperti chiamati a parlare del COVID il Prof. Walter Ricciardi – Consigliere del ministro della Salute, il Prof. Giovanni Rezza – Direttore Dipartimento Malattie Infettive – Istituto Superiore di Sanità, il Prof. Giuseppe Ippolito – Direttore scientifico INMI Lazzaro Spallanzani Roma e la Dott.ssa Flavia Riccardo – Ricercatrice – Istituto Superiore di Sanità.

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Trump : l’America aiuterà l’Italia con 100 milioni di dollari . Conte : ” Grato per il supporto”

trump aiuti allItalia per 100 milioni
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TRUMP : aiuti sanitari all’Italia per 100 milioni di dollari

Gli Stati Uniti invieranno in Italia materiale sanitario per 100 milioni di dollari: lo ha detto il presidente americano Donald Trump spiegando anche che gli Usa stanno già fornendo respiratori all’Italia così come alla Spagna e alla Francia. “Giuseppe – ha aggiunto Trump riferendosi al presidente del consiglio Conte – era molto contento”

Trump aveva promesso di aiutare l’Italia, e puntale ieri ha parlato al telefono col premier Conte. I due leader hanno ribadito l’impegno a lavorare insieme per sconfiggere il coronavirus.

Nei giorni scorsi il presidente ha ordinato alla General Motors di produrre ventilatori, e ha detto che le macchine indispensabili per salvare le vite dei malati verranno mandate agli alleati che ne hanno più bisogno, come l’Italia. Questo è il primo atto concreto che potrebbe avvenire, insieme ad altri materiali come le maschere. Ieri infatti Trump ha detto di aver promesso a Conte l’invio di forniture mediche per circa cento milioni di dollari.

Gli Usa daranno pronti ad aiutare anche a Spagna e Francia.

Non si fanno attendere i ringraziamenti del Presidente Conte

 

conte ringrazia trump per gli aiuti all'italia

La situazione Coronavirus negli U.S.A

Negli Stati Uniti i numeri continuano a crescere molto rapidamente: l’ultimo bollettino parla di quasi 3mila vittime, di cui 486 nelle ultime 24 ore, mai così tanti dall’inizio dell’epidemia nel Paese. I casi accertati sono oltre 160mila. Anche per questo Tramp con il governo ha deciso di prorogare le misure di contenimento fino al 30 aprile. Nello Stato di New York i morti sono già più di mille in un mese. E nella Grande Mela diventata epicentro dell’epidemia in Usa, si sta montando un ospedale da campo nel mezzo di Central Park.

Il presidente Donald Trump deve rinunciare all’idea di riaprire gli Stati Uniti per Pasqua, annunciata qualche giorno fa, e prolunga le restrizioni per il contenimento del Coronavirus fino al 30 aprile.

Trump sembrerebbe aver abbandonato l’ottimismo passato,anche quando parla delle cifre del contagio e dei decessi provocati dal Covid-19: “Se potessimo limitarlo diciamo a 100.000 morti o meno, che comunque è un numero orribile”, ha detto il presidente, si potrebbe dire che si è fatto un “buon lavoro”.

Trump chiude guardando avanti, con un messaggio di speranza. “Per l’1 giugno saremo sulla strada della ripresa”. E, comunque, “sono pronto a fare tutto il necessario per salvare vite umane e l’economia”.

 

 

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Atterrati medici polacchi per supportarci nell’emergenza coronavirus : «Uniti ce la faremo»

medici polacchi in italia
medici polacchi in italia

Coronavirus, arrivati 15 medici polacchi, saranno operativi a Brescia

Dopo l’aiuto dell’Albania con l’invio dei medici e la dichiarazione di amore verso il nostro Paese da parte del Presidente Edi Rama, oggi con un volo umanitario è arrivato altro personale medico direttamente dalla Polonia.

Sono atterrati a Bergamo con un volo umanitario in arrivo da Varsavia . 15 medici polacchi aiuteranno i colleghi italiani nella lotta con il coronavirus.

«Siamo medici, abbiamo letto tutto il possibile sul coronavirus, nelle prossime ore inizieremo a lavorare» hanno detto i 15 medici appena sbarcati all’aeroporto di Orio al Serio. Lavoreranno con i colleghi degli Spedali Civili di Brescia.

«Tra loro — ha assicurato il console polacco Milano Adrianna Siennicka — ci sono anche specialisti in terapia intensiva, che sappiamo essere la priorità in questo momento ha Brescia».

La missione verrà interamente finanziata dalle risorse dell’Istituto Medico Militare polacco.  Come si legge nella nota dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia :” Inviando i suoi medici la Polonia vuole dare un ulteriore supporto concreto al personale sanitario italiano, stremato dalla mole gigantesca di lavoro a cui deve far fronte ogni giorno. Lo spirito di enorme sacrificio con cui medici e paramedici italiani stanno affrontando la situazione di crisi merita il massimo rispetto ed è un esempio per tutta l’Europa. Dobbiamo stare insieme. Uniti ce la faremo».

 

AIUTI ANCHE DALLA REPUBBLICA CECA

Sono arrivati, in donazione dalla Repubblica Ceca, 10 mila camici protettivi per i nostri operatori sanitari, saranno subito distribuiti .

aiuti mascherine polonia e repubblica ceca

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Frida Kahlo la mostra digitale di Google Arts con più di 800 opere disponibili

Frida Kahlo mostra online google
Frida Kahlo mostra online google

Musei sulla piattaforma di Google Arts. Si chiama “Faces of Frida” ed è accessibile gratuitamente e da qualsiasi parte del mondo 

Frida Kahlo mostra google

Musei chiusi e l’obbligo di restare a casa, nel rispetto delle norme attuate dal Governo per affrontare l’emergenza coronavirus, è l’arte che viene da noi. Si moltiplicano le iniziative di importanti musei nazionali e internazionali, che mettono a disposizione degli utenti tour virtuali gratuiti. Ed è il momento giusto anche per riscoprire progetti esistenti da tempo, come Faces of Frida, la meravigliosa retrospettiva interamente digitale dedicata a Frida Kahlo. Per entrare nella vita e nelle opere dell’artista messicana, tra le più amate del XX secolo, vi basta un pc o uno smartphone, al resto ci ha pensato Google Arts & Culture.

Un viaggio a 360 gradi

Un viaggio a 360 gradi nell’universo di Frida Kahlo. Insieme ai gioielli del Museo Dolores Olmedo, del Museo Frida Kahlo di Città del Messico o del Museum of Fine Arts di Boston, non mancano lavori provenienti da collezioni private raramente esposti al pubblico, come View of New York, autoritratto dell’artista mentre guarda fuori dalla finestra del Barbizon Plaza Hotel durante un viaggio del 1932. E poi fotografie personali e ritratti d’autore, pagine di diario e disegni che svelano i processi creativi alla base delle opere più celebri.

Una collaborazione con 33 musei di sette diversi paesi del mondo che, sulla piattaforma di Google, rendono accessibile gratuitamente e da qualsiasi luogo l’opera di una delle pittrici più amate di sempre

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VIMINALE: Sabato 5000 denunciati,così si rischia la proroga quarantena fino a maggio

polizia controllo coronavirus blocco stradale
polizia controllo coronavirus blocco stradale

Sabato 28 marzo è stata una giornata «nera». Perchè il primo sabato dopo l’entrata in vigore del decreto legge che prevede sanzioni da 400 a 3.000 euro per chi viola i divieti di spostamento decisi per contenere il contagio da Coronavirus, ben 4.942 persone sono risultate con autocertificazione non in regola.

Quasi il doppio del giorno precedente, nonostante siano stati fatti meno controlli. E tanto basta per confermare quella linea del governo che ha già stabilito una conferma delle chiusure fino al 18 aprile e una possibile nuova proroga fino a maggio. Troppo alto il rischio che – qualora si decidesse di allentare sia pur di poco le misure – ci sarebbero violazioni gravi rispetto alla necessità di mantenere la distanza e di stare protetti con le mascherine e gli altri dispositivi.

Questo, nonostante le previsioni di un azzeramento dei contagi entro fine aprile in diverse regioni di d’Italia.

Ecco perché la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha deciso di potenziare ulteriormente i posti di blocco in tutta Italia coinvolgendo anche gli agenti della polizia municipale con funzioni di pubblica sicurezza. E perché il decreto che sarà firmato il 3 aprile prossimo non dovrebbe contemplare alcuna concessione rispetto al lockdown attualmente in vigore.

Quasi 5.000 a spasso

Il 26 marzo scorso, primo giorno dopo il nuovo decreto che ha sostituito la denuncia penale con la sanzione amministrativa, in tutta Italia sono state controllate 183.578 cittadini e soltanto 1.515 non sono stati in grado di giustificare l’uscita da casa. Il giorno successivo, venerdì, i controlli sono stati 210.365 e le multe 2.783 con una percentuale che si è mantenuta costante. L’impennata è arrivata sabato quando i fermati sono scesi a 203.011 ma gli “irregolari” sono stati 4.942. Cittadini che, nonostante i divieti e forse attratti dalla bella giornata, hanno ignorato tutte le misure di contenimento e sono andati in giro in auto oppure a piedi. Hanno passeggiato con la scusa della spesa o di andare a trovare un parente anziano o malato.

E c’è addirittura chi – ne sono stati denunciati 50 – è uscito di casa nonostante fosse in quarantena perché trovato positivo al Covid-19 e adesso rischia di essere processato per epidemia colposa.

Giovedì erano stati addirittura 129 i malati che senza preoccuparsi minimamente del pericolo causato, erano in strada nonostante le norme prevedano il completo isolamento.

Ecco le giustificazioni più divertenti finora registrate in Italia.


Coronavirus, muore la donna positiva che prese due aerei e un taxi per tornare da Pavia a Modica.

Pur di tornare a casa, in Sicilia da Pavia, una settimana fa aveva preso due aerei e un taxi da Catania a Modica. Per questo era stata pure denunciata dal sindaco di Modica e indagata dalla procura di Ragusa. La notte scorsa è morta nell’ospedale Maggiore di Modica, stroncata dal coronavirus. La donna, 73 anni, già affetta da altre patologie, era stata ricoverata già poche ore dopo il suo rientro, in quei giorni in cui esplodeva l’ennesima polemica sulla «permeabilità» degli ingressi nell’isola.

Domenica scorsa da Pavia la donna aveva raggiunto l’aeroporto di Malpensa da dove si era imbarcata per Roma. Da lì aveva preso uno dei due voli giornalieri rimasti per Catania e, una volta sbarcata e superati i controlli allo scalo di Fontanarossa, con un taxi aveva raggiunto Modica. L’indomani, lunedì 23 marzo, era stata ricoverata in ospedale.

Ieri era stata trasferita in rianimazione per l’aggravarsi delle sue condizioni. Nella notte, intorno alle 3, è morta.

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Uniqlo dona 1 milione di mascherine e piumini al Comune di Milano

Coronavirus masherine uniqlo
Coronavirus masherine uniqlo

Uniqlo dona aiutando il comune di Milano : “Ricambiamo il vostro affetto”

Il colosso giapponese di abbigliamento Uniqlo dona un milione di mascherine al comune di Milano e 400 piumini ai volontari che prestano servizio in città, impegnati in queste settimane nell’emergenza coronavirus. Le mascherine saranno distribuite agli ospedali e ai centri con maggiore necessità, a tutela degli operatori comunali e dei volontari attivi sul territorio.

L’emergenza provocata dal covid-19 che ha travolto l’Italia ha reso infatti il reperimento delle mascherine estremamente difficile e per questo il marchio si è sentito in dovere di unirsi alla macchina della solidarietà che si è messa in moto negli ultimi giorni per far fronte alla difficile situazione in cui versa il Paese.

Fin dall’annuncio, poi concretizzato con l’apertura dello store di piazza Cordusio, Uniqlo ha instaurato un bel legame con la città. Infatti all’inaugurazione c’erano km di coda per assistere all’apertura dello store giapponese .

uniqlo dona mascherine comune di milano

«Vogliamo ricambiare il caldo benvenuto e il sostegno che i milanesi hanno dimostrato ad Uniqlo in questo suo primo anno a Milano, ed esprimere la nostra gratitudine prestando aiuto alla città sopperendo alla mancanza di mascherine di protezione e donando 400 piumini Ultra light down.  Un contributo tangibile che spero dimostri l’importanza, ora più che mai, di rimanere uniti», ha affermato Kohsuke Kobayashi,  chief operating officer di Uniqlo Italy.

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OSPEDALE FIERA MILANO: si lavora 24 ore al giorno, ecco quando sarà pronto

ospedale Fiera 29 marzo
ospedale Fiera 29 marzo

Ospedale Fiera Milano | Quando sarà pronto? | Quanti posti avrà?

Attilio Fontana, nel tardo pomeriggio, ha effettuato un sopralluogo presso il nuovo ospedale realizzato in Fiera a Milano.

Il governatore della Lombardia ha annunciato che la Giunta ha approvato una delibera con la quale viene affidata alla ‘Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano‘ la messa in esercizio della nuova struttura ospedaliera temporanea realizzata alla Fiera di Milano.

“In pratica – ha spiegato Fontana – diventerà un ‘reparto’ del Policlinico che gestirà il personale, le degenze, i beni e i servizi”.

ospedale fiera milano quando apriràQuando aprirà il nuovo ospedale Covid-19 in FieraMilano come Wuhan?

I primi quattro moduli con 32 posti letto saranno resi disponibili nella prima settimana di aprile.

Gli altri apriranno nelle settimane successive. Una volta completato, l’ospedale in Fiera comprenderà circa 200 posti letto dedicati esclusivamente a due reparti: terapia intensiva e sub-intensiva. Non è chiara però la percentuale: dipenderà dall’andamento dell’epidemia in Lombardia. Sarà in tutto e per tutto un vero ospedale con tutti i servizi diagnostici, e non un ospedale da campo come stanno sorgendo in diverse città del Nord: l’ospedale in Fiera avrà una sala operatoria, un reparto di radiologia e uno di cardiologia, per poter gestire al meglio i pazienti con un quadro clinico complesso, oltre a stanze per la decontaminazione, sale di svago per il personale sanitario e tutto quello che si trova negli ospedali delle grandi città.

I lavori sono andati avanti su turni di 24 ore.

“Ieri sera con il commissario all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, abbiamo dato l’ok alla richiesta di Guido Bertolaso di lasciare in Lombardia la dotazione di ventilatori russi arrivata nei giorni scorsi. I ventilatori sono a disposizione della Regione Lombardia che potrà decidere se destinarli all’hub in Fiera a Milano così come da richiesta di Bertolaso o ad altri ospedali del territorio. Lo Abbiamo riferito al Vice Presidente della Regione Lombardia Sala a Bergamo che ne ha preso atto ringraziando il Governo”.

Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, rientrando da Bergamo dopo aver accompagnato i primi 21 medici della task force del governo.

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EMERGENZA COVID-19: Come disdire viaggi, scuole, rate e affitti

internet tv scaled
internet tv scaled

EMERGENZA COVID-19: Un vademecum sui diritti del consumatore con un primo elenco delle ‘spese rimborsabili’ dopo il varo degli ultimi decreti del Governo che hanno esteso a tutta Italia i provvedimenti che prima valevano solo per le zone rosse.

E’ quello diffuso dall’Unione nazionale consumatori. “In pratica – spiega il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona – attualmente sono vietati per legge gli spostamenti, le vacanze, tutte le manifestazioni sportive, ogni tipo di evento, la frequentazione di palestre, corsi, scuole, università. A ciò si aggiunga che sono stati chiusi gli impianti nei comprensori sciistici ed anche musei, bar, ristoranti e la maggior parte dei negozi, garantendo solo i servizi essenziali come alimentari, farmacie, distributori di carburante, edicole, ottici, ferramenta, banche, poste, assicurazioni e trasporti, idraulici, elettricisti”.

Questi provvedimenti, dice, “pur doverosi per la salute pubblica, hanno generato, però, numerosi contenziosi tra consumatori e fornitori di servizi: i più frequenti riguardano tutti coloro che devono disdire dei viaggi (aerei, ferroviari o marittimi) oppure soggiorni presso strutture alberghiere o interi pacchetti turistici. Su alcune di queste situazioni, le regole per i rimborsi sono stabilite dagli stessi decreti pubblicati in questi giorni dal governo, mentre per altre fattispecie dobbiamo far riferimento alle regole generali contenute nel Codice civile e nel Codice del consumo”.

“In generale, infatti, i consumatori – sottolinea Dona – non potendo usufruire di un determinato servizio, ci chiedono come comportarsi nei confronti dei fornitori con i quali hanno sottoscritto contratti per abbonamenti o corsi. Qui la disciplina è data dal Codice civile che, in materia di obbligazioni, prevede la fattispecie dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione (art. 1463 del Codice civile ‘Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’indebito’)”.

“Chi paga – avverte – per avere un servizio che poi, non per colpa sua, non viene effettuato, ha diritto di essere rimborsato (neppure il fornitore, ovviamente, è responsabile, ma altrimenti si gioverebbe di un arricchimento ingiustificato). E’ bene ricordare, però, che nell’attuale situazione di emergenza, al rimborso non si aggiunge il diritto del consumatore a ricevere indennizzi o risarcimenti del danno, proprio per il fatto che la mancata prestazione non dipende da una colpa di chi doveva eseguirla: insomma, sì alla restituzione di quanto versato dal consumatore; no al risarcimento di ulteriori danni”.

Ecco dunque un vero e proprio vademecum per aiutare i consumatori ad orientarsi in queste situazioni, a seguire del decreto valido fino al 3 Aprile.

Viaggi
Viaggi fino al 3 aprile 2020: in caso di trasferimenti aerei, ferroviari o marittimi il legislatore dell’emergenza è intervenuto con alcuni provvedimenti (dl 2 marzo 2020, n. 9) precisando che i divieti dell’autorità integrano il caso di impossibilità sopravvenuta con la conseguenza che sussiste il diritto del viaggiatore di vedersi rimborsato l’intero costo del viaggio (se questo deve svolgersi entro il 3 aprile 2020).

I consumatori interessati devono richiedere il rimborso entro 30 giorni dalla data prevista per la partenza, allegando la documentazione richiesta (ad esempio il titolo di viaggio). Suggeriamo, quindi, ai viaggiatori, anche se hanno già presentato al vettore una richiesta di rimborso, di ripresentarla, così da fare riferimento al decreto del 2 Marzo 2020 e specificare in quale situazione rientrano. Il vettore, entro quindici giorni dalla richiesta, procede al rimborso del corrispettivo versato per il titolo di viaggio ovvero all’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione.

Viaggi successivi al 3 aprile 2020: per i trasferimenti in aereo previsti per date successive al 3 aprile 2020 si applica la disciplina generale, cioè il Regolamento (CE) n. 261/2004 e quindi, in caso di cancellazione del volo da parte della compagnia, il passeggero ha diritto al rimborso del biglietto o alla riprenotazione.

Il rimborso deve avvenire entro 7 giorni (non 15 come previsto nel decreto) ed è il passeggero a scegliere tra rimborso o imbarco su di un volo alternativo per la destinazione finale in data successiva a lui più conveniente (a seconda della disponibilità di posti). Quanto all’ulteriore compensazione pecuniaria, bisognerà valutare se la cancellazione del volo sia determinata da circostanze eccezionali o da semplici strategie commerciali dell’operatore.

Qualora, invece il volo sia confermato, bisognerà comprendere in quale situazione ci troveremo alla data prevista per la partenza per determinare il diritto del consumatore a recedere dal contratto: in simili casi, infatti (ad esempio viaggi estivi), pur comprendendo l’ansia di chi attualmente è preoccupato per gli sviluppi dell’emergenza, dobbiamo invitare i consumatori alla calma anche perché attualmente la normativa non consente di disdire questo tipo di viaggi.

Viaggi consentiti: per chi può ancora viaggiare e deve prendere un aereo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, oppure rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, se è la compagnia a cancellare il volo pur in assenza di specifici divieti sanitari, allora scatta il Regolamento (CE) n. 261/2004 e il passeggero ha diritto, a sua scelta, al rimborso entro 7 giorni o alla riprotezione su un volo successivo. Anche in questo caso, per valutare se sono dovuti anche gli indennizzi pecuniari previsti dalle norme europee, bisognerà valutare se la cancellazione del volo sia determinata da circostanze eccezionali o da semplici strategie commerciali dell’operatore.

Pacchetti tutto-compreso: secondo il dl 2 marzo 2020 n.9 (art. 28, 5 comma) per i pacchetti turistici ‘tutto compreso’, fino al 3 aprile 2020, permanendo il divieto degli spostamenti decisi dal governo, si applica l’articolo 41 del Codice del turismo che dà al consumatore la possibilità di recedere dal contratto: l’organizzatore può offrire al viaggiatore un pacchetto sostitutivo di qualità equivalente o superiore oppure può procedere al rimborso (nei termini previsti dai commi 4 e 6 dell’articolo 41 del Codice), ma può anche emettere un voucher da utilizzare entro un anno dalla sua emissione.

Anche per questo genere di vacanze, se previste per i prossimi mesi (ad esempio viaggi estivi), pur comprendendo l’ansia di chi attualmente è preoccupato per gli sviluppi dell’emergenza, dobbiamo invitare i consumatori alla calma, anche per il fatto che attualmente la normativa non consente di disdire pacchetti programmati troppo in là nel tempo.

Alberghi
Alberghi: per espressa previsione del decreto cura-Italia (articolo 88), le disposizioni di cui all’articolo 28 del dl 2 marzo 2020, numero 9 si applicano anche ai contratti di soggiorno da svolgere entro il 3 aprile 2020. Ne consegue che chi aveva prenotato un albergo, ha diritto alla restituzione delle somme versate: insomma, l’albergatore non può trattenere l’anticipo o la caparra, non essendo il consumatore inadempiente. Anche chi aveva prenotato un hotel per lavoro, se non ritiene che sussistano comprovate esigenze per viaggiare, ha diritto alla restituzione di quanto versato. Come per i pacchetti turistici, ricordiamo che per i soggiorni prenotati oltre il 3 aprile 2020 (ad esempio vacanze estive), la normativa non consente attualmente di disdire questo tipo di viaggi.

Viaggi scolastici
Viaggi scolastici e d’istruzione: i provvedimenti del governo hanno sospeso fino al 3 aprile 2020 anche i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. In questo caso, quindi, si può ancora considerare applicabile il dl 2 marzo 2020, n. 9 che, per i casi di sospensione dei viaggi ed iniziative d’istruzione organizzati dalle scuole, sia sul territorio nazionale sia all’estero, nel riconoscere il diritto di recesso dei viaggiatori, ha precisato che il rimborso può essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione.

I consumatori interessati devono comunicare richiedendo entro 30 giorni dalla data prevista per la partenza, allegando la documentazione richiesta (ad esempio il titolo di viaggio). Il fornitore, entro quindici giorni, procede al rimborso del corrispettivo versato per il titolo di viaggio ovvero all’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione.

Nido, asilo e mense scolastiche
Nido, asilo, mense scolastiche: essendo sospesi i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, il consumatore ha diritto di interrompere i pagamenti, ma anche di chiedere la restituzione delle somme versate limitatamente al periodo in cui non può fruire del servizio. Stesso discorso per le mense scolastiche. Questa regola prevale su eventuali clausole contrattuali, ivi comprese quelle che dovessero stabilire decadenze o interessi di mora. Se si è stipulato un contratto di finanziamento si può interrompere il versamento delle rate comunicando alla finanziaria per iscritto l’impossibilità di frequentare. Qualora la scuola dovesse proporre l’attivazione di corsi a distanza, si può ritenere che il consumatore resti libero di accettare o meno la nuova offerta di servizi didattici, valutando la sua possibilità/interesse di usufruire di corsi online (in caso contrario è bene comunicare per iscritto il rifiuto di servizi a distanza).

Corsi vari
Corsi vari lingua, musica, cucina, etc: è sospesa su tutto il territorio nazionale la circolazione delle persone e gli assembramenti e non è quindi consentito frequentare alcun genere di corso (lingua straniera, musica, cucina, scuola guida, etc.): ne deriva che il consumatore ha diritto di interrompere i pagamenti e, se avesse versato degli anticipi, può anche chiedere la restituzione delle somme versate limitatamente al periodo in cui non può fruire del servizio. Questa regola prevale su eventuali clausole contrattuali, ivi comprese quelle che dovessero stabilire decadenze o interessi di mora.

Se si è stipulato un contratto di finanziamento si può interrompere il versamento delle rate comunicando alla finanziaria per iscritto l’impossibilità di frequentare. Qualora la scuola dovesse proporre l’attivazione di corsi a distanza, si può ritenere che il consumatore resti libero di accettare o meno la nuova offerta di servizi didattici, valutando la sua possibilità/interesse di usufruire di corsi online (in caso contrario, è bene comunicare per iscritto l’eventuale rifiuto di servizi a distanza).

Università
Università: qualora l’università sia in grado di sostituire i corsi frontali con iniziative a distanza, in questo caso (a differenza di altri corsi privati) il decreto cura-Italia (articolo 101, 5 comma) ha espressamente stabilito che le attività formative svolte a distanza sono valide ai fini del computo dei crediti formativi universitari, previa attività di verifica dell’apprendimento nonché ai fini dell’attestazione della frequenza obbligatoria. Dunque, se l’ente universitario fornisce servizi adeguati, il consumatore non può opporsi alla prosecuzione del contratto e quindi ai relativi oneri. Se si è stipulato un contratto di finanziamento per la palestra o la piscina si può interrompere il versamento delle rate comunicando alla finanziaria per iscritto l’impossibilità di frequentare.

Concerti e spettacoli
Concerti, spettacoli teatrali, eventi vari: sono sospese in tutta Italia le manifestazioni organizzate e gli eventi in ogni luogo, sia pubblico sia privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri. In questi casi, per espressa previsione del decreto cura-Italia (art. 88, 2 comma), ricorre la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta in relazione ai contratti di acquisto di titoli di accesso per spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, e di biglietti di ingresso ai musei e agli altri luoghi della cultura.

I consumatori hanno quindi diritto al rimborso presentando, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, apposita istanza di rimborso al venditore, allegando il relativo titolo di acquisto. Il venditore, entro trenta giorni dalla presentazione della istanza, provvede all’emissione di un voucher di pari importo al titolo di acquisto, da utilizzare entro un anno dall’emissione. Anche queste disposizioni si applicano fino alla data di efficacia delle misure previste dal decreto del presidente del consiglio 8 marzo 2020, quindi fino al 3 aprile.

Partite di calcio
Partite di calcio: sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. In questi casi, si applicano le regole dell’impossibilità sopravvenuta per cui il consumatore, in linea teorica, avrebbe diritto non solo al rimborso (da parte del vettore) dei costi di trasferta di aereo o treno, ma anche (da parte della società sportiva) al rimborso del prezzo del biglietto o, in caso di abbonamento, alla quota parte del servizio non usufruito (anche se le condizioni contrattuali lo escludono, perché in questo caso sarebbero vessatorie). Tuttavia, considerata l’incertezza circa la ripresa delle competizioni sportive, si consiglia di attendere per verificare la possibilità di riutilizzare in futuro il titolo di accesso allo stadio.

Abbonamento trasporti pubblici
Abbonamento trasporti pubblici (bus, treno): è sospesa su tutto il territorio nazionale la circolazione delle persone, dunque, per i trasporti bisogna distinguere se il servizio è rimasto attivo oppure no, perché ovviamente nel primo caso, il consumatore ha diritto al rimborso della quota parte di abbonamento non usufruita (per impossibilità sopravvenuta). Nel caso di servizi ancora attivi, invece, in linea teorica questi potrebbero essere utilizzati dall’abbonato per gli spostamenti consentiti (motivi di lavoro, salute o necessità), quindi per i consumatori che non intendono giovarsene è consigliabile di recedere per iscritto e sospendere i pagamenti (ad esempio, l’abbonamento era stipulato per spostamenti di lavoro e il consumatore è stato messo in smart-working).

Affitto
Affitto: bisogna distinguere tra locazioni commerciali (negozi, botteghe, etc.) e quelle ad uso abitativo. Per le prime, secondo quanto previsto dal decreto cura-Italia (articolo 65) al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento connesse all’emergenza, ai soggetti esercenti attività d’impresa è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1.

Per gli altri contratti di locazione ad uso personale è più difficile giustificare l’interruzione dei pagamenti anche qualora non si fosse nelle condizioni materiali di usufruire dell’immobile (pensiamo allo studente fuori sede che è rientrato nella sua residenza lasciando l’appartamento vuoto). In entrambi i casi applicabile sarebbe comunque il recesso per gravi motivi, che però prevede un termine di preavviso di sei mesi da parte del locatore.

Bollo auto e assicurazione rc auto
Bollo auto: trattandosi di una tassa di possesso, non si può sospendere il pagamento, anche per il fatto che l’auto potrebbe comunque circolare (per gli spostamenti consentiti).

Assicurazione rc auto: per motivi analoghi a quelli del bollo auto, non sembra giustificata una sospensione dei pagamenti, anche perché l’auto deve essere coperta da assicurazione anche se parcheggiata sulla pubblica via. Esistono comunque formule contrattuali per sospendere le coperture se si è certi di non utilizzare un veicolo che si trova parcheggiato in aree private e non aperte al pubblico.

Paytv
Paytv: per gli abbonamenti alla tv satellitare bisogna distinguere se si tratta di abbonamenti privati o business (pub, ristoranti, sale scommesse, etc). In questi ultimi casi, i divieti dell’autorità hanno generato una impossibilità sopravvenuta che potrebbe giustificare la sospensione dei pagamenti (o il recesso dal contratto). Per gli altri la questione riguarda la rimodulazione di alcuni palinsesti (ad esempio i canali sportivi) per i quali è legittima una richiesta di rimodulazione dei costi (o una richiesta di recesso).

Bollette
Bollette elettriche: l’Autorità per l’energia è intervenuta su alcuni termini che riguardano i contenziosi pendenti di luce, acqua e gas (allungando da 120 a 180 giorni il termine per le conciliazioni) e prevedendo che sospensioni e distacchi siano congelati fino al 3 aprile. Però, da parte del governo, nessun vantaggio è stato previsto per le famiglie sul pagamento delle bollette, neppure in termini di estensione dei bonus sociali. L’Unc aveva richiesto la sospensione della tariffa bioraria e applicazione, anche nelle ore di punta, della tariffa della fascia più bassa (F3), visto che, essendo gli italiani costretti a restare a casa, i consumi diurni sono destinati a crescere.

Bollette telefono/internet: vale quanto detto per le bollette elettriche. Il governo non ha emanato provvedimenti a favore delle famiglie eppure avevamo richiesto una riduzione dell’Iva dal 22% al 4%, per tutti i contratti telefonici a consumo (non quindi per le opzioni flat), che sono molto usati dalle persone anziane ed anche la cancellazione dei costi per lo scatto alla risposta.

Rata del mutuo e finanziamenti vari
Rata del mutuo: secondo il decreto cura-Italia (articolo 54), possono sospendere il pagamento delle rate del mutuo per un periodo di 9 mesi (in deroga alla ordinaria disciplina del Fondo previsto dall’articolo 2, commi da 475 a 480 della legge 244/2007) anche tutti i lavoratori autonomi e liberi professionisti che autocertifichino di aver registrato, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 (ovvero nel minor lasso di tempo intercorrente tra la data della domanda e la predetta data), un calo del proprio fatturato superiore al 33% del fatturato dell’ultimo trimestre 2019 come conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attivita? operata in attuazione delle disposizioni adottate dall’Autorita?.

Finanziamenti privati: su rate e finanziamenti privati il governo non è intervenuto, quindi si tratta di verificare caso per caso se si può sospendere il pagamento. Per esempio, nel caso del finanziamento attivato per un’auto che non è stata consegnata, per degli arredi la cui consegna è stata posticipata dal venditore: in queste situazioni, dovrebbe sussistere il diritto del consumatore di sciogliersi dal contratto.

Revisione auto
Revisione auto: in considerazione dello stato di emergenza, il decreto cura-Italia ha autorizzato fino al 31 ottobre 2020 la circolazione dei veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attività di visita e prova di cui agli articoli 75 e 78 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 ovvero alle attività di revisione di cui all’articolo 80 del medesimo decreto legislativo.

Scadenza documenti
Scadenza documenti/rinnovi: il decreto cura-Italia ha prorogato al 31 agosto 2020 della validità dei documenti di riconoscimento scaduti o in scadenza successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

Matrimoni-funerali-celebrazioni-compleanni
Matrimoni/funerali/celebrazioni/compleanni: secondo i provvedimenti del governo, sono vietati su tutto il territorio nazionale non solo gli assembramenti, ma per esplicita previsione normativa anche le cerimonie religiose: non solo i funerali pubblici, ma anche i matrimoni. Per questi ultimi ne consegue che i relativi contratti (location, catering, fiori, fotografo, etc) possono essere risolti dal consumatore senza addebito di costi (salvo quelli già sostenuti e documentati da parte del fornitore) a condizione che la data dell’evento rientri nel periodo di emergenza.

Anche in questi casi soccorre la disciplina civilistica dell’impossibilità sopravvenuta e il consumatore ha diritto al rimborso delle somme versate (anticipi, caparre), ma non al risarcimento di danni ulteriori non essendo l’annullamento ascrivibile al fornitore.

Ordini presso negozi chiusi e contratti vari
Ordini presso negozi chiusi e contratti vari: l’emergenza potrebbe giustificare il recesso del consumatore da contratti di acquisto stipulati prima dell’emergenza (dal noleggio a lungo termine dell’auto all’acquisto di arredamento, dalle sedute di estetica alla fisioterapia). Si tratta di situazioni da valutare caso per caso, ma nelle quali non è da escludere la facoltà del consumatore di esercitare il recesso giustificato recuperando le somme versate.

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CORONAVIRUS: il governo annuncia “i fiorai possono stare aperti”

AdWords fiorai
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CORONAVIRUS: I fiorai in Italia restano aperti: il governo ha chiarito “la vendita di piante e fiori è consentita”. Senza di essi sono a rischio 27mila imprese con 2,5 miliardi di fatturato”

Sul sito di Palazzo Chigi è stata pubblicata una Faq, relativa alle attività chiuse per l’emergenza coronavirus, nella quale si precisa che “la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita”.

“Abbiamo ottenuto finalmente il chiarimento dal Governo sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai”, ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte.

“Si tratta di un risultato importante poiché – continua Coldiretti – senza fiori e piante sono a rischio 27mila imprese con 2,5 miliardi di fatturato che ora si trovano in gravissime difficoltà con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali e le difficoltà alle esportazioni dove l’Italia ha svolto fino ad ora un ruolo di leader nel mondo con il record per le spedizioni florovivaistiche che nel 2019 hanno raggiunto ben 904 milioni di euro di piante, FIORI e fronde, dirette soprattutto in Francia (188 milioni di euro), Germania (159 milioni di euro) e l’Olanda (153 milioni di euro)”.

“Il risultato dell’emergenza con il blocco delle vendite è stato quasi un miliardo di fiori e piante appassiti e distrutti nei vivai in Italia dove – riferisce la Coldiretti – sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini”.

“Nel pieno rispetto di tutte le disposizioni sulle restrizioni per contenere il contagio i vivai ma continuano a lavorare per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani e – conclude la Coldiretti – si stanno organizzando per fare consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail, per consentire agli italiani di restare a casa senza rinunciare all’emozione di stare a contatto con la natura”.​

Sul sito del governo, alla domanda “Il nuovo Dpcm del 22 marzo prevede che sia sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna, tra l’altro, di prodotti agricoli e alimentari. La vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita?”, si precisa: “Sì, è consentita, in quanto l’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di ‘prodotti agricoli’, consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Peraltro tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm ‘coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali’, con codice ATECO ‘0.1.’, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa l’apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore”.

“Lanciamo ora un appello alla grande distribuzione, ai mercati e a tutti i punti vendita aperti affinché promuovano la vendita di fiori e piante Made in Italy”, afferma il presidente della Coldiretti Lazio, David Granieri, nell’invitare tutti gli italiani a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e balconi come segno benaugurante della primavera che segna il momento del risveglio con la mobilitazione #balconifioriti.

 

 

 

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LOMBARDIA: preoccupa Milano, in arrivo dalla Puglia 590 infermieri volontari

mascherine medici coronavirus bando
mascherine medici coronavirus bando

Nel pomeriggio, durante la consueta diretta Facebook,  l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha riportato i nuovi dati sul contagio. E’ la provincia di Milanoa crescere di più nel numero di contagi, +546 (ieri erano 314) con un totale di 8.329 casi, superiore al totale della provincia di Brescia.

Sono 1.592 i contagiati dal coronavirus in Lombardia nelle ultime 24 ore. Complessivamente sono ora 41.007. I pazienti che ieri hanno perso la vita sono 416, decisamente meno rispetto al giorno precedente quando il tragico calcolo quotidiano dei morti era arrivato a 542. I decessi, in totale, sono saliti a 6.360.

 I ricoverati non in terapia intensiva sono 11.613, con un aumento di 461 (ieri erano stati 15) mentre quelli in terapia intensiva salgono a 1328, nove in più rispetto a ieri. Sono in tutto 107.398 i tamponi compiuti e 9255 i pazienti dimessi.

 Il dato sui positivi al test riguarda “il numero dei tamponati, ma il dato reale è nettamente superiore”, ha spiegato l’assessore. Il numero dei decessi sarà “l’ultimo” a ridursi, ha sottolineato, aggiungendo poi che questo dato è “ogni giorno una pugnalata”.

Aumentano i contagiati a Milano città e nei comuni della provincia: nelle ultime 24 ore sono stati 546, più di quanto non abbiamo fatto registrare ieri Bergamo e Brescia, i due capoluoghi lombardi maggiormente flagellati dal virus. Nella sola città di Milano i nuovi contagianti sono 247 per un totale di 3.406.

Nella provincia di Bergamo i nuovi contagiati sono 178 (8.527 il totale), contro i 289 di ieri, in città sono scesi da 41 a 33. In provincia di Brescia i nuovi positivi sono 335 (ieri 373) per complessivi 8.013. In città i nuovi contagi registrati in un giorno sono scesi da 61 a 45. Sono 28, infine, i casi registrati in un giorno in provincia di Lodi.

RIPARTIZIONE PROVINCIA PER PROVINCIA

DATI DI MILANO E PROVINCIA:

MI: 8.329 (+546), di cui 3.406 a Milano citta’ (+247) OGGI
ieri: 7.783 (+314) di cui 3.159 a Milano citta’ (+150)
l’altro ieri: 7.496 (+547) di cui 3.009 a Milano citta’ (+261)
e nei giorni precedenti: 6.922 (+848) di cui 2.748 a Milano
citta’ (+310), 6.074 (+373) di cui 2.438 a Milano
citta’ (+141), 5.326 (+230) di cui 2.176 a Milano citta’
(+137), 5.096 (+424) di cui 2.039 a Milano citta’ (+210), 4.672
(+868) di cui 1.829 a Milano citta’ (+279), 3.804 (+526) di cui
1.550 a Milano citta’ (+172), 3.278 (+634) di cui 1378 a Milano
citta’ (+287), 2.644, 2.326, 1.983, 1.750, 1.551, 1.307, 1.146,
925, 592, 506, 406, 361“

Coronavirus: 590 infermieri Puglia pronti per la Lombardia

Sono 590 gli infermieri volontari pronti a lasciare la Puglia e raggiungere la Lombardia per aiutare i loro colleghi impegnati negli ospedali per l’emergenza Coronavirus. 

Complessivamente da tutta Italia hanno risposto al bando ‘Infermieri per Covid’ 9.448 professionisti, dei quali 590 dalla Puglia. Questi infermieri si aggiungono ai 397 medici volontari pugliesi pronti a partire per la Lombardia. Un medico di Bari è già operativo nell’ospedale di Piacenza, si è trasferito giovedì scorso assieme al primo gruppo di 21 camici bianchi.

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CORONAVIRUS: Ramazzotti dalla “Milano da bere” alla “Milano da sanificare”

ramazzotti disinfettante mani 1300x867 1
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CORONAVRUS: Lo storico stabilimento di Canelli produce bottigliette di disinfettante per le mani. Il gel Ramazzotti verrà infatti donato agli ospedali locali.

Ci fu nel 1985 quel famoso spot alcolico che spiegava che “Milano rinasce ogni mattina”. Che “Milano è da vivere, sognare, godere”. Che “Milano è da bere”. Era la réclame dell’amaro Ramazzoti che 35 anni dopo fa uscire dallo storico stabilimento di Canelli, Asti, con la stessa etichetta del famoso liquore, bottigliette di disinfettante per le mani. L’idea, del gruppo Pernod Ricard che oggi gestisce il marchio piemontese, è a fin di bene. Il gel Ramazzotti verrà donato agli ospedali locali. Un po’ amaro, gradi Covid-19 circa, è il perfetto contrappasso per la Milano, non più da bere ma da sanificare.

E’ dei giorni scorsi, peraltro, la notizia della preoccupazione dei produttori vinicoli italiani per le giacenze. Non tanto per il momento, quanto nella prospettiva dei prossimi mesi. Da qui l’idea, maturata insieme alla filiera delle distillerie di alcool: utilizzare una parte delle giacenze per produrre alcool denaturato, un prodotto povero, ma sempre più richiesto per igienizzare aziende, uffici, condomini, e anche case. Da due delle principali associazioni di settore, Alleanza cooperative agroalimentare e AssoDistil, la proposta si è subito concretizzata, ed è stata inviata al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova.

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Il medico pianista suona i Queen nella hall dell’ospedale a fine turno: “Don’t stop me now”

medico pianista ospedale
medico pianista ospedale

Coronavirus, medico suona “Don’t stop me now” al piano dopo il turno

Non si è nemmeno tolto il camice. Alla fine del suo turno nel reparto Covid dell’ospedale di Circolo di Varese è sceso nella hall, si è seduto al pianoforte e ha iniziato a suonare. Christian Mongiardi, giovane ecografista e pianista, ha regalato a pazienti e operatori sanitari un paio di canzoni fra cui “Don’t stop me now”. E ‘non fermiamoci’ è diventato il messaggio della Asst dei Sette Laghi che ha pubblicato il video sulla propria pagina Facebook.
Il medico pianista, in divisa e mascherina, è Christian Mongiardi, giovane ecografista che sceso con due colleghi per mangiare un panino, ha trovato lo spaccio chiuso e si è seduto al pianoforte, donato pochi mesi fa una onlus. Quando il video si è diffuso Mongiardi era contrariato. Ma il suo primario, il prof. Francesco Dentali, lo ha convinto: “Gli ho detto che era una cosa bella e avrebbe dato morale a tutti noi e a tutte le persone che hanno parenti e amici ricoverati per il Covid in questo periodo difficile”

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Medici e Infermieri arrivati dall’Albania : “Non abbandoniamo un amico in difficoltà”

Medici e Infermieri arrivati dallAlbania emergenza coronavirus
Medici e Infermieri arrivati dallAlbania emergenza coronavirus

Il premier albanese: “Oggi siamo tutti italiani e lʼItalia vincerà questa guerra anche per noi, per lʼEuropa e il mondo intero”

Medici e Infermieri arrivati dall’Albania

“Non siamo privi di memoria: non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l’Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e il mondo intero”. E’ quanto ha detto il premier albanese Edi Rama, salutando all’aeroporto di Tirana un team di 30 medici e infermieri albanesi partiti per l’Italia in aiuto ai colleghi impegnati nella lotta al coronavirus in Lombardia.

“Trenta nostri medici e infermieri partono oggi per l’Italia, non sono molti e non risolveranno la battaglia tra il nemico invisibile e i camici bianchi che stanno lottano dall’altra parte del mare. Ma l’Italia  è casa nostra da quando i nostri fratelli e sorelle ci hanno salvato nel passato, ospitandoci e adottandoci mentre qui si soffriva”, ha aggiunto l presidente Albanese Rama

“Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile. Le risorse umane e logistiche non sono illimitate, ma non possiamo tenerle di riserva mentre in Italia c’è ora un enorme bisogno di aiuto”. “E’ vero che tutti sono rinchiusi nelle loro frontiere, e paesi ricchissimi hanno voltato le spalle agli altri. Ma forse è perche noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non l’abbandonano”, ha concluso.

 

ECCO IL DISCORSO IN ITALIANO DEL PREMIER ALBANESE

 

https://www.facebook.com/edirama.al/videos/227847448575281/

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