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martedì, Novembre 11, 2025
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ALFRED HITCHCOCK: a Monza la mostra che indaga il regista del brivido

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ALFRED HITCHCOCK: a Monza la mostra che indaga il regista del brivido. 70 fotografie scattate sul set e nel backstage dei film più celebri, diretti da Alfred Hitchcock. A cura di Gianni Canova.

Dal 9 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021, all’Arengario di Monza una mostra indaga la figura del regista del brivido (1899-1980), a quarant’anni dalla scomparsa.

Curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza, la mostra “Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures” presenta 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana che conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Hitchcock, facendo scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del regista inglese.

Celebrato come uno dei principali e più influenti innovatori della storia del cinema, Alfred Hitchcock è famoso per il suo ingegno, le trame avvincenti, la gestione delle camere da presa, l’originale stile di montaggio, l’abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma.

“Hitchcock, come hanno detto i critici della nouvelle vague – afferma Gianni Canova – è stato uno dei più grandi creatori di forme di tutto il Novecento. i suoi film, per quante volte li si riveda, sono ogni volta una sorpresa. ogni volta aprono nuove prospettive attraverso cui osservare il mondo e guardare la vita”.

Il percorso espositivo analizza i principali capolavori di Hitchcock, prodotti dalla Universal Pictures. Primo fra tutti Psycho (1960), una delle sue opere più controverse che riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico, che proprio quest’anno celebra i sessant’anni dall’uscita nelle sale.

Un’occasione per vedere il dietro le quinte del metafisico Motel Bates, conoscere il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion e la celebre scena della doccia.

Una sezione è dedicata a Gli Uccelli (1963), pellicola in cui introdusse numerose novità nel campo del suono e degli effetti speciali; con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.

L’itinerario nell’universo hitchcockiano prosegue con La Finestra sul cortile (1954), con James Stewart che interpreta il fotoreporter ‘Jeff’ Jeffries, costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba e che, per vincere la noia, spia le vite dei vicini dal proprio appartamento, fino a convincersi che in un appartamento si sia consumato un delitto. Il film fu un grande successo; uscito nell’agosto 1954, nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari.

E ancora, La donna che visse due volte (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione, che racconta una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, narrata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco.

Il materiale fotografico getta inoltre uno sguardo su altri celebri film come Sabotatori (1942), L’ombra del dubbio (1943), Nodo alla gola (1948), La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo(1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Topaz (1969), Frenzy (1972) e Complotto di famiglia(1976).

Lungo tutto il perimetro della mostra, il visitatore è accompagnato da una serie di approfondimenti video di Gianni Canova.

Durante il periodo di apertura della mostra, in collaborazione con il Teatro Binario 7 di Monza, si terranno alcune iniziative collaterali, tra cui lo spettacolo Odio Hitchcock di Corrado Accordino. Si tratta di una produzione della Compagnia Teatro Binario 7 che racconta la grandezza del genio e le ombre della sua umanità, ovvero quell’insieme di aneddoti, di discussioni, talvolta spiacevoli, tra il regista inglese e i suoi attori e collaboratori.

Chi si presenterà al Teatro Binario 7 con il biglietto della mostra potrà assistere allo spettacolo a un prezzo ridotto (€10,00); allo stesso modo, col biglietto di Odio Hitchcock, si riceverà uno sconto di €2,00 sul costo dell’ingresso all’Arengario.

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MALEDETTO MODIGLIANI : al cinema solo il 12-13-14 ottobre

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MALEDETTO MODIGLIANI : al cinema solo il 12-13-14 ottobre.

Il cinema celebra Modigliani a 100 anni dalla morte con un evento esclusivo.Artista maledetto, ribelle, genio scandaloso e maestro indiscusso dell’arte del Novecento: un ritratto che si spinge oltre la leggenda.
Nelle sale italiane il documentario dedicato a uno degli artisti più bohémien del secolo scorso, con gli interventi di Marc Restellini, Paolo Virzì, Simone Lenzi, Gérard Netter, Antonio Marras, Laura Dinelli, Emilia Philippot, Jacqueline Munck, Klaus Albrecht Schröder. Con le musiche originali di Maximilien Zaganelli e di Dmitry Myachin e il brano di Piero Ciampi “Fino all’ultimo minuto”

In occasione delle celebrazioni a 100 anni dalla morte di Modigliani, arriva al cinema solo il 12, 13, 14 ottobre MALEDETTO MODIGLIANI, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital. Diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi, il docu-film racconta la vita e la produzione di Amedeo Modigliani (1884-1920), un artista d’avanguardia diventato un classico contemporaneo amato e imitato in tutto il mondo.

Livornese dalla vita breve e tormentata, Dedo o Modì, come fu soprannominato, viene qui narrato da un punto di vista originale: quello di Jeanne Hébuterne, l’ultima giovane compagna, che si suicidò due giorni dopo la morte dell’amato, avvenuta all’Hôpital de la Charité di Parigi il 24 gennaio del 1920. All’epoca Jeanne era incinta e lasciava una figlia di un anno. È proprio a partire dalla sua figura e dalla lettura di un passo dai “Canti di Maldoror”, il libro che Modigliani teneva sempre con sé, che si apre il docu-film che trae ispirazione anche dalla mostra “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution” –curata da Marc Restellini e in programma all’Albertina di Vienna – ed è arricchito dalle immagini di opere esposte sia all’Albertina, sia alla National Gallery of Art di Washington, nei musei e nelle collezioni di Parigi e nella grande mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” del Museo della Città di Livorno.

Per comprendere Modigliani, quarto figlio di una famiglia di origini ebraiche sull’orlo di una crisi finanziaria, bisogna partire proprio dalla sua Livorno e da una provincia italiana che sin dagli albori gli è troppo stretta. Modigliani decide di partire e andare in cerca di altro. Va a Firenze, poi a Venezia. Arriva a Parigi nel 1906, a 21 anni. Sembrerebbe un approdo. È qui che nasce la sua leggenda: tombeur de femmes, alcolista, artista maledetto. In realtà è un uomo che maschera una malattia, che si aggrappa alla vita e alla propria arte. Ha una verità da trasmettere: valori universali racchiusi nella semplicità di linee e volti che ne fanno uno dei maggiori esponenti di primo Novecento e un classico del XXI secolo. 

Nel docu-film sono proprio i suoi dipinti ripresi in set dedicati, da “La Filette en Bleu” al ritratto di Jeanne Hébuterne, a parlarci. Giocando tra riprese della città di oggi e foto e filmati d’archivio in bianco e nero, la voce narrante di Jeanne racconta di quella Parigi di inizio secolo: la ville lumière, la metropoli, il centro della modernità, già mercato d’arte e polo d’attrazione per pittori e scultori da tutta Europa. Quelli che allora facevano la fame e oggi valgono milioni, primo fra tutti proprio Modigliani. Durante il suo errare da un alloggio di fortuna all’altro, Amedeo Modigliani, povero, affamato, ma pieno di entusiasmo, incontra un’aspirante poetessa russa, la ventenne Anna Achmatova, e la giornalista e femminista inglese Beatrice Hastings. Tutte donne che raffigura e i cui volti, tra cariatide e ritratto, diventano icone stesse della sua arte. Il suo orizzonte immaginativo – comune a Pablo Picasso, a Constantin Brancusi e a molti altri – è del resto quello del primitivismo: l’interesse per le culture extraeuropee e antiche, un altrove nello spazio e nel tempo in cui gli artisti delle avanguardie cercano il ritorno alla natura, minacciata dalla modernità. Ma Modigliani declina il primitivismo in una maniera unica, fondendolo con la tradizione classica e rinascimentale. 

Il docu-film percorre le tracce dell’artista nei suoi luoghi più tipici: le strade, le piazze, il quartiere livornese della Venezia Nuova, la sinagoga, il mercato centrale, le montagne vicine e la campagna in cui aveva imparato il mestiere di pittore coi macchiaioli e dove trova poi materia per le sue statue, l’arenaria e il marmo. Scopriamo poi Modigliani nel confronto con le opere degli altri artisti a lui coevi, primi fra tutti proprio Brancusi e Picasso raccontati attraverso opere e spazi (l’Atelier Brancusi del Centre Pompidou e il Musée Picasso Paris). Tra i pittori dell’École de Paris, c’è anche Soutine, ebreo come lui, con il quale per un periodo condivide una casa-studio ancora rimasta inalterata. Ritroviamo Modigliani anche al caffè La Rotonde con Jean Cocteau che ne fissa per sempre la presenza sulla “terrace” insieme a Picasso, André Salmon e Max Jacob. Di nuovo riusciamo a individuare tracce di Modigliani nella Parigi di oggi: il vagare notturno scendendo le scalinate di Montmartre verso Montparnasse nuovo centro di aggregazione, le passeggiate intorno al Pantheon, le cancellate chiuse del Jardin du Luxembourg. E poi i carri immaginifici della nuit blanche parigina che rappresentano possibili allucinazioni provocate dalle droghe – l’hashish, l’oppio e l’assenzio – che aprono le porte della visione. Ci sono poi i suoi mercanti e collezionisti: Paul Alexandre, il medico mecenate; Paul Guillaume il dandy parvenu ritratto più volte; Léopold Zborowski, l’ultimo mercante dell’artista, un poeta avventuriero, capace – grazie alla conoscenza del collezionista Jonas Netter – di garantirgli un piccolo salario mensile. 

Modigliani, però, morirà povero e non riconosciuto. Solo in seguito diventerà uno degli artisti più quotati al mondo. E tra i più copiati. Il suo stile sembra semplice, ma è solo apparenza. Lo scopriremo al porto franco di Ginevra, nel laboratorio di Marc Restellini. Restellini, tra i maggiori esperti al mondo di Modigliani, autore di ricerche e scoperte sull’opera dell’artista che si avvalgono anche di analisi tecnologico-scientifiche condotte all’Institut Restellini, ha in preparazione il suo catalogo ragionato delle opere di Modigliani (pubblicazione prevista nel 2020). Nel docu-film racconta la cifra dell’arte di Modigliani e la sua evoluzione. Andremo poi a Londra, tra le fiere d’arte e lo studio di un pittore – falsario dichiarato – che ora firma le sue opere d’imitazione alla luce del sole. Solo pochi decenni fa – nel 1984, a 100 anni dalla nascita dell’artista – le teste ripescate nei fossi livornesi hanno sconvolto il mondo con una delle truffe più celebri che la storia dell’arte ricordi.

Tra gli interventi del docu-film, oltre a quelli dello storico dell’arte e specialista di Amedeo Modigliani Marc Restellini, quelli di Ann L. Ardis, professoressa e Dean al College of Humanities and Social Sciences della George Mason University, esperta di letteratura modernista inglese; Chloe Aridjis, scrittrice e studiosa di poesia francese dell’Ottocento; Harry Bellet, giornalista di Le Monde, studioso e critico d’arte; Giovanna Bertazzoni, Co-Chairman Impressionist and Modern Art Department Christie’s; Laura Dinelli,responsabile Musei Civici di Livorno; Pier Francesco Ferrucci, Direttore Unità di Bioterapia dei Tumori, IEO che da studente è stato tra gli autori della famosa “beffa delle teste” del 1984 a Livorno; l’ebraista Paolo Edoardo Fornaciari; lo scrittore Simone Lenzi, attualmente assessore alla Cultura del Comune di Livorno; il gallerista David Lévy; la pittrice Mira Maodus; lo stilista, costumista e artista Antonio Marras; la pittrice Isabelle Muller; la curatrice del Musée d’Art Moderne de Paris Jacqueline Munck; l’artista John Myatt che grazie al suo talento per l’imitazione, tra il 1986 e il 1995 ha falsificato e collocato sul mercato – insieme al suo complice John Drewe – 200 opere di maestri moderni; il collezionista Gérard Netter; l’artista Jan Olsson; lacuratrice del Musée Picasso Paris Emilia Philippot; il Direttore Generale dell’Albertina di Vienna Klaus Albrecht Schröder; il Vicepresidente della Comunità Ebraica di Livorno, Guido Servi; il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Paolo Virzì.

A Milano, è in programmazione nei seguenti cinema:

Per conoscere la programmazione nelle altre città lombarde, clicca qui.

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Apre la Sala del Cenacolo al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano

Domenica al Museo: il 5 ottobre ingresso gratuito nei luoghi della cultura
Domenica al Museo: il 5 ottobre ingresso gratuito nei luoghi della cultura

Da martedì 13 ottobre il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia riapre al pubblico le esposizioni permanenti EXTREME, dedicata alla fisica particelle elementari, Telecomunicazioni, un viaggio tra le più recenti trasformazioni digitali e la storia di telegrafi, telefoni, radio e reti, il viaggio intorno al cibo FoodPeople e, per la prima volta all’interno del percorso di visita, la Sala Cenacolo, l’antico refettorio del Monastero Olivetano di San Vittore.

La Sala del Cenacolo al Museo della Scienza e della Tecnologia

Il Museo include per la prima volta all’interno del percorso di visita, la Sala del Cenacolo , l’antico refettorio del monastero di cui è parte. L’edificio infatti, occupa  gli spazi di un antico Monastero Olivetano, ampliamento di un precedente convento benedettino, sorto su quella che era la più vasta area cimiteriale della Mediolanum romana.

La Sala del Cenacolo è interamente decorata con stucchi e affreschi di Pietro Gilardi e rievoca i fasti barocchi del XVIII secolo. Costruita tra il 1709 e il 1712, in occasione dell’ampliamento del Monastero Olivetano di San Vittore, la Sala è una delle poche rimaste a Milano a testimonianza del Barocchetto Lombardo.

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Riapre l’Arena Civica di Milano

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Verrà inaugurata il 15 ottobre la nuova Arena Civica, simbolo di Milano, che però ha già visto i suoi primi corridori nella giornata di domenica 11 ottobre.

La nuova Arena Civica di Milano

Dopo la ripartenza di domenica 11 ottobre con l’atletica leggera di Mi-Teen è davvero tutto pronto per l’imminente inaugurazione dell’Arena Civica di Milano. Sono proprio i più giovani che hanno avuto modo di testare il nuovo manto della pista verde, pensato sia per le gare professionistiche che per lo sport di base.

L’Arena infatti è chiusa da più di un anno durante il quale ha ristrutturato tutta la pista, rinzollato il campo da calcio, adeguato l’impianto di illuminazione e le pedane. Ora, situazione Covid permettendo, è pronta a ripartire e lo fa inaugurando la nuova Arena Civica di Milano il prossimo giovedì 15 ottobre.

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FELTRINELLI DUOMO: stasera incontro gratuito con Luca Bottura e Enrico Bertolino

immagini.quotidiano.net
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FELTRINELLI DUOMO: stasera incontro gratuito con Luca Bottura e Enrico Bertolino

Stasera, a partire dalle 18,30 presso la Feltrinelli di Piazza del Duomo, Luca Bottura ed Enrico Bertolino dialogheranno a partire dai loro libri: “Buonisti un cazzo” (Feltrinelli) e “Le 50 giornate di Milano” (Solferino).

Il libro di Luca Bottura

“Nell’Italia che forse si sente sovranista bisogna mettere in chiaro le cose. A sentire le urla di Matteo Salvini, il pezzo di paese ch non lo vuole è un esercito di ricchi, comunisti, col Ro- lex. C’è una parola per evocarli tutti insieme: loro son i buonisti. Ma la verità è che queste sono tutte cazzate”.

L’autore

Luca Bottura è giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e autore televisivo. È stato “altro direttore” del settimanale “Cuore” sotto la direzione di Michele Serra e ideatore e conduttore di Lateral, su Radio Capital. Tiene su “la Repubblica” la rubrica Marziani. Ha scritto, tra gli altri, per Gene Gnocchi, Maurizio Crozza, Victoria Cabello, Fabio Volo, Antonio Cornacchione, Luciana Littizzetto, Adriano Celentano. Ha vinto il premio satira Forte dei Marmi per il libro Mission To Marx. Ha co-ideato il portale comico-satirico “Niente”. Ha un popolare account Twitter (del resto, chi non lo ha?).

Il libro di Enrico Bertolino

“Ha cominciato a far danni nella Settimana della Moda, ha cancellato il Salone del Mobile e il rito dell’apericena: il Coronavirus, flagello globale, sembra uscito dall’incubo di un milanese. E ora che dovremo imparare a conviverci, da Milano può partire qualche considerazione su come ripensare il nostro stile di vita. Per esempio: lo smart working funziona solo se hai un armadio capiente dove rinchiudere i figli. Con il proprio coniuge è possibile parlare di persona e non solo a mezzo post-it attaccati sul frigo. E c’è un limite alla quantità di passeggiate che il cane è disposto a fare in un giorno”. Enrico Bertolino (che resta a casa da tempi non sospetti, non essendosi mai mosso in tutta la vita dal quartiere Isola) racconta strategie, tormenti e risvolti filosofici della quarantena in una esilarante «cronaca virale»: dal decalogo del buon accaparratore da supermercato all’istituzione dello smart-apericena, dai dilemmi del look anticontagio alle crisi d’astinenza da Inter.

L’autore

Bertolino è un comico, cabarettista, conduttore televisivo e attore italiano. Su Rai 2 è impegnato prima con “Festa di classe” e poi con Convenscion; dal 2001 al 2003 è ospite fisso in due edizioni de “Le Iene Show”. A inizio 2003 conduce su Italia 1 Ciro presenta Visitors. Successivamente presenta “Bulldozer” con Federica Panicucci.

Nell’autunno del 2004 è nel cast di “Super Ciro” in onda su Italia 1 mentre a inizio 2005 è di nuovo al timone di Bulldozer. Dal 2004 al 2006 è stato assessore alla cultura al comune di Ravello. Dal 2006 al 2010 ha condotto “Glob – L’osceno del villaggio”. Fa parte dei comici di Zelig. Bertolino ha inoltre scritto due libri, partecipato ad alcuni film e commedie teatrali.

L’incontro del 12 ottobre è gratuito.

 
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Quartiere Porta Venezia a Milano premiato dagli inglesi

porta venezia
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Trendy ma autentico, è così che il quartiere milanese di Porta Venezia è stato definito dalla rivista Time Out inglese.

Porta Venezia a Milano è Trendy

Oltre 40 luoghi cool del pianeta, ma Porta Venezia è l’unico quartiere italiano che ha ottenuto la menzione nella classifica annuale della rivista inglese Time Out. Posizionata al trentacinquesimo posto per il suo stile Liberty e l’Art Nouveau, i ristoranti multietnici, gli spazi Lgbt, l’Elfo Puccini, il cinema Arcobaleno e per i suoi locali trendy.

Tra i vari fattori per la realizzazione della classifica, oltre a 40 mila interviste ai cittadini, prezzi e cultura, quest’anno è stata inserita anche la capacità a reagire all’allerta Covid e di saper creare inclusione.

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Margaret Bourke-White in 11 film alla Cineteca di Milano

prima donna palazzo reale ghandi Margaret Bourke White
prima donna palazzo reale ghandi Margaret Bourke White

In occasione della mostra Prima, donna. Margaret Bourke-White (Palazzo Reale, dal 25 settembre 2020 al 14 febbraio 2021), Cineteca Milano MIC presenta una rassegna cinematografica dedicata alla figura più rappresentativa del fotogiornalismo internazionale.

Margaret Bourke-White alla Cineteca

Nella rassegna cinematografica proposta presso Cineteca Milano MIC vengono percorsi gli 11 gruppi tematici delineati nella mostra di Palazzo Reale che, in una visione diacronica, rintracciano il filo del percorso esistenziale della fotografa americana. Ogni film è idealmente legato a una sezione, rappresentandone in modo visivo ed emozionale il momento storico o personale che Margaret Bourke-White ha scelto consapevolmente di immortalare attraverso i suoi scatti.
In programma l’anteprima del notevole Double Exposure: the Story of Margaret Bourke White, biopic realizzato da Lawrence Shiller e mai distribuito in Italia, in cui la star internazionale Farrah Fawcett interpreta magistralmente la vita e la carriera della fotografa americana.

Il programma

  • Martedì 13 ottobre ore 15.00 Double Exposure: the story of Margaret Bourke White. Sezione mostra L’INCANTO DELLE ACCIAIERIE
  • Martedì 13 ottobre ore 17.00 La via del tabacco.
    Sezione mostra CONCA DI POLVERE
  • Mercoledì 14 ottobre ore 15.00 Notte e nebbia.
    Sezione mostra NEI CAMPI
  • Mercoledì 14 ottobre ore 17.00 I sogni segreti di Walter Mitty.
    Sezione mostra LIFE
  • Giovedì 15 ottobre ore 15.00 Gandhi.
    Sezione mostra L’ INDIA
  • Venerdì 16 ottobre ore 17.15 Una fragile armonia.
    Sezione mostra LA MIA MISTERIOSA MALATTIA
  • Sabato 17 ottobre ore 17.00 Green Book.
    Sezione mostra VOCI DEL SUD BIANCO
  • Domenica 18 ottobre ore 17.00 La Madre.
    Sezione mostra SGUARDI SULLA RUSSIA
  • Martedì 20 ottobre ore 15.00 Patton, generale d’acciaio.
    Sezione mostra SUL FRONTE DIMENTICATO
  • Mercoledì 21 ottobre ore 17.15 Green Book.
  • Giovedì 22 ottobre ore 15.00 Koyaanisqatsi.
    Sezione mostra IN ALTO E A CASA
  • Venerdì 23 ottobre ore 15.00 Il colore della libertà.
    Sezione mostra SUD AFRICA
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IL PARCO TERMALE DI MILANO: al via il progetto

San Siro vasca ad anfiteatro
San Siro vasca ad anfiteatro

IL PARCO TERMALE DI MILANO: al via il progetto

A fine settembre, il Comune ha firmato il contratto preliminare di vendita con la società che svilupperà il progetto dello Studio Marzorati Architettura, S+J srl vincitore di Reinventing cities, il bando internazionale lanciato da Milano insieme alla rete di città green <C40> per rigenerare siti abbandonati e degradati. L’offerta è stata di 1,2 milioni di euro su una base d’asta fissata a 1 milione 183.500 euro. Il progetto prevede di preservare gli edifici storici delle scuderie, di riqualificare le decorazioni Liberty delle facciate e di utilizzare la presenza di acque termali nel sottosuolo per creare le «TERME DI MILANO», oltre alla progettazione di un vasto parco urbano. Il contratto definitivo verrà stipulato a inizio 2021 e darà il via ai lavori che si prevede di ultimare a fine 2022. Nel frattempo è arrivato il via libera fondamentale da parte della Sovrintendenza in quanto il complesso in stile Liberty delle scuderie costruito tra il 1915 e il 1917-18, è sotto vincolo monumentale. «Sarà uno dei luoghi più sorprendenti della Milano dei prossimi anni — dice l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran — Abbiamo fatto Reinventing cities perché Milano ha bisogno di progetti che fanno brillare gli occhi e questo lo è decisamente».

IL PARCO TERMALE DI MILANO: al via il progetto
IL PARCO TERMALE DI MILANO: al via il progetto

Il progetto delle terme a San Siro 

L’Ingresso da via Achille e area verde di 1.700 metri quadrati a uso pubblico con due vasche e spazi per mercati ed esposizioni, i punti qualificanti saranno il recupero delle acque termali del sottosuolo e un vasto parco urbano.

Alla fine del viale si arriverà all’edificio delle scuderie, restaurato rispettando il gusto dell’epoca e con tecnologie a risparmio energetico tra cui tetti verdi e pannelli fotovoltaici. Il cortile interno avrà due vasche d’acqua e una ricca varietà di essenze. Infine un anfiteatro con grande vasca semicircolare – all’aperto ma sempre “attiva” e attorno un prato, più un’ulteriore vasca più contenuta.

Quanto all’edificio, al piano terra si troveranno le vasche con acque provenienti dal pozzo esistente e dotate di idromassaggio, cascate cervicali e sedute effervescenti. Poi le saune e la hall per l’anfiteatro esterno, infine l’area umida, con gli hamam e i bagni di vapore. Tra le “perle”, la stanze per il relax del “bosco immaginato” allestita con tronchi di betulla e il “casolare contadino” con arredi vintage, infine la zona per i massaggi. Il secondo piano dell’edificio ospiterà sale meeting per associazioni di quartiere.

Un nuovo edificio, lungo il muro di via Fetonte, ospiterà le aree tecniche per gli impianti. Qui ci saranno anche stazioni di car sharing elettrico, bike sharing, casa dell’acqua. Da via Fetonte si raggiungerà anche il parcheggio interrato. Il Teatro delle Terme ospiterà al massimo 600 persone al giorno e darà occupazione a 60 persone, stando a quanto avevano spiegato dal comune che ha scelto il progetto nell’ambito dell’iniziativa “Reinventing cities”, che ridisegnerà il futuro di Milano.
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5 locali di Milano da provare

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Milano è piena di locali e chissà perchè poi si finisce a trovarsi con gli amici sempre negli stessi posti. Ecco allora cinque locali di Milano da provare!

Iter

I più grandi viaggiatori della storia sono italiani e qui da Iter capirete il perché. Un piccolo locale con angoli di mondo sparsi negli arredi ma soprattutto nel menù e nei cocktail. Un menù in continuo cambiamento che viene creato dai viaggi dei gestori che cercano in prima persona nuovi sapori. Non ci credete? Provate a scannerizzare il qrcode sul menù e vedrete con i vostri occhi!

Notthingam forest

Uno dei locali sicuramente più noti di Milano e questo rende complicato potervi accedere. Piccolo ma di stile con arredi in stile fusion, orientali e in legno, tutti in ricordo di viaggi passati. La vera particolarità però sono i cocktail sia nel gusto sia nella loro presentazione. Potrebbe infatti capitarvi una provetta da scienziato o, addirittura, una piccola vasca con tanto di paperella di gomma!

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Shhh! Questo locale è un segreto! In pieno stile anni ’20 qui potrete accedere solo su passaparola. Anche se doveste trovare l’indirizzo del bar non lo riconoscereste e difficilmente potrete accedervi. Una volta ottenuto ‘il pass’ però scoprirete un altro mondo. Arredi anni ’20, sigari, cocktail di classe e stanza fumatori! Un consiglio per accedervi? Fatevi amici qualcuno dei gestori degli altri bar della famiglia Mag (Iter compreso!)

Lu bar

Un bar di cultura, accanto al GAM a Milano. L’atmosfera è quella siciliana – vera specialità della casa i cannoncini siciliani perfetti per colazione o una merenda veloce. Ma se riuscite provate a chiedere un tavolino interno e rimarrete stupiti dall’ambiente, quasi magico. Vero indirizzo imperdibile per ogni instagramers di Milano!

Mulligans

Un vero e proprio pub irlandese, a partire dall’arredamento, tutto proveniente dall’Irlanda. Ovviamente la parola d’ordine è, neanche a dirlo, il Whisky, grande passione dei proprietari. Chiedete a loro e non sbaglierete!

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Tre parchi di Milano per scoprire la magia dell’autunno

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Pian piano le foglie cominciano a cadere colorandosi di mille sfumature rossastre, tutte da scoprire. Per chi dice che Milano è una città grigia, questo è il momento di dimostrare il contrario, ecco allora tre parchi di Milano dove scoprire i mille colori dell’autunno!

Parco Sempione

Il Parco Sempione è definito il polmone verde di Milano e fa da cornice al Castello Sforzesco di Milano. Al suo interno tante opere d’arte, un laghetto, percorsi running, campi di gioco e il noto Bar Bianco. Da non dimenticare poi la Palazzina Appiani, bene FAI situato nei pressi dell’Arena Civica.

CityLife

Uno dei più recenti polmoni verdi della città, CityLife si snoda intorno al centro commerciale, alle tre torri e al polo fieristico di Fieramilanocity. Una passeggiata a CityLife vuol dire perdersi ad ammirare la nuova Milano ma anche la vecchia riportata alla luce come la bellissima Fontana Quattro Stagioni.

Orto Botanico di Brera

Qui sarà possibile non solo ammirare i mille colori dell’autunno, ma anche scoprire tantissime specie di piante, alberi secolari, erbe e scorci indimenticabili in un angolo fuori dal tempo nel pieno centro di Milano.

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Ma noi ricostruiremo: la nuova mostra delle Gallerie d’Italia

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Una mostra che vuole essere un monito per ricordarci che dobbiamo sempre ricominciare a ricostruire. Alle Gallerie d’Italia apre al pubblico dal 9 ottobre al 22 novembre “MA NOI RICOSTRUIREMO. La Milano bombardata del 1943 nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo”.

Ma noi ricostruiremo alle Gallerie d’Italia

70 immagini di undici luoghi simbolo della città – tra cui il Cenacolo, la Galleria Vittorio Emanuele, Sant’Ambrogio, Brera, l’Università Statale e piazza Fontana – devastati dagli attacchi aerei del 1943. Le immagini mostrano il volto di una città distrutta ma allo stesso tempo coraggiosa, scatti cruciali che ne raffigurano l’orgoglio e la capacità di rinascere. Con la testimonianza storica di eventi così drammatici, la mostra vuole, pur nella grande differenza di origini, situazioni ed effetti rispetto a quel periodo storico, essere di stimolo alla ripartenza attuale della città.

Ai documenti storici sono affiancati gli scatti degli stessi luoghi realizzati durante il lockdown dal fotografo torinese Daniele Ratti.
La mostra è il primo appuntamento del progetto ‘Viaggio nell’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo’ che intende aprire il patrimonio fotografico, pari a circa sette milioni di fotografie analogiche, per lo più in bianco e nero, alla disponibilità del pubblico.

Informazioni utili

La mostra sarà visitabile sino al 22 novembre da martedì a domenica 11.00-19.00 (ultimo ingresso ore 17.30).
Dal 9 al 29 ottobre ingresso da Via Manzoni 10, dal 30 ottobre in poi ingresso da Piazza della Scala 6.

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VIMINALE: la mascherina resta obbligatoria se si passeggia, no per jogging

corsa al parco coronvirus
corsa al parco coronvirus

Chi fa attività motoria all’aperto dovrà indossare obbligatoriamente la mascherina?

Chi fa jogging o footing non deve indossare la mascherina. Lo precisa il Viminale dopo la circolare del capo di gabinetto Bruno Frattasi. Per attività motoria, sottolinea il ministero, “deve intendersi la mera passeggiata e non la corsa, anche quella svolta con finalità amatoriali, in quanto riconducibile ad attività sportiva”. Quindi, conclude la precisazione, “jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina”. Anche la bicicletta è equiparata all’attività sportiva.

Il Viminale, in una circolare firmata nella serata di ieri dal capo di Gabinetto Bruno Frattasi, aveva pscritto che si esentavano dall’obbligo di utilizzo della mascherina “solo coloro che abbiano in corso l’attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall’obbligo in questione”.

La frase aveva portato a diverse interpretazioni e dubbi, chiariti ora dal ministero: l’attività motoria della circolare era il semplice camminare, tutto quanto riconducibile ad allenamento, anche a passo sostenuto come nel footing, noto anche come “corsa lenta”, non obbliga a portare la mascherina.

Viene, infine, ricordato ai Prefetti che è già in vigore il divieto per i governatori delle Regioni di introdurre misure riduttive rispetto a quelle prese dal governo per ragioni di salute pubblica, essendo stato perimetrata la loro possibiità di intervento alla sola restrizione rispetto a quando deciso su scala nazionale da palazzo Chigi e ministero della Salute.


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Visite alla Pinacoteca di Brera Gratis fino al 31 dicembre . Ecco tutte le informazioni

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Ad annunciarlo è il direttore James Bradburne, il cui obiettivo è quello di trasformare il “concetto del museo” e avvicinarlo di più alla sua comunità. “I visitatori non hanno una voce, ma i soci sì. Libertà è partecipazione”, dichiara dalle pagine del Corriere della Sera.

D’ora in poi, quindi, invece del consueto ticket ci sarà una specie di abbonamento, che sarà a titolo gratuito fino al prossimo 31 dicembre, e che permetterà di visitare le gallerie e di avere accesso ai contenuti digitali di Brera Plus. Sarà valido per l’accesso illimitato per la durata di tre mesi.

Un abbonamento, una sorta di “tessera soci” che consentirà non solo l’ingresso alla Pinacoteca, ma anche l’accesso ai contenuti digitali di Brera Plus. La Pinacoteca nel cuore di Milano si veste di nuovo e per accedervi si utilizzerà una tessera trimestrale. Gratis fino al 31 dicembre, l’abbonamento costerà poi quanto il biglietto singolo.

La Pinacoteca di Brera è più di una visita, è partecipazione!

Non più un semplice biglietto ma una tessera gratuita, un vero e proprio abbonamento.

Con la prenotazione dell’ingresso per la Pinacoteca di Brera, potrai accedere a BreraPlus+, la piattaforma online che arrichisce l’esperienza del museo con contenuti multimediali, programmi speciali, concerti, eventi in diretta streaming. Inoltre riceverai la newsletter mensile e la BreraBox con suggerimenti dedicati a te.

Giorni e orari di apertura:

mar – mer – gio – ven – sab, 9.30 > 18.30 (ultimo ingresso 17.00); dom, 14.00 > 18.30 (ultimo ingresso 17.00)

ogni primo e terzo giovedì del mese 9.30 > 22.00 (ultimo ingresso 20.20)

Per prenotare la tua visita, clicca QUI


 

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Peck lancia il suo nuovo brunch della domenica

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Arrivato dagli USA, il brunch è oggi un rito sempre più amato anche in Italia, al punto da diventare un appuntamento ricercato della scena gastronomica milanese. E’ da qui che nasce l’idea del brunch domenicale da Peck. Ecco il menù e tutte le informazioni!

Il brunch da Peck

Alla base del menù sono proprio i piatti della tradizione americana e inglese interpretati con una selezione di materie prime straordinarie: Uova alla Benedict, Strapazzate e Fritte, Hamburger, Bagel, Omelette e una selezione speciale di Pancake ripensati nell’impasto e negli abbinamenti dal Pastry Chef Peck Galileo Reposo.

Il “Brunch da Peck” è disponibile ogni domenica nel ristorante di Peck Citylife in Piazza Tre Torri, dalle 12.00 alle 15.00. Si compone di un piatto principale salato, da scegliere tra 8 differenti proposte, e uno dolce, anche questo a scelta tra 6 differenti opzioni. Inclusi nel prezzo (che va dai 35 ai 39 euro) sono il coperto, l’acqua e il caffè.
A fare da accompagnamento una speciale drink list, creata dal Bar Manager di Peck CityLife Riccardo Brotto, tra cocktail e centrifugati.

Il menù

  • Simbolo per eccellenza del brunch, l’Uovo che, nel caso di Peck, è quello del Trentino.
    Da Peck vengono proposte in 4 differenti versioni: Fritte con pancetta Peck croccante; alla Benedict, con spinacio fresco saltato su crostone di pane ai cereali e topping di salsa olandese; Strapazzate accompagnate da luganega Peck e Parmigiano Reggiano DOP; Omelette con prosciutto cotto, Bettelmatt d’Alpeggio 2019 e cipolla rossa di Tropea;
  • Immancabile è l’hamburger. La versione di Peck si compone di un macinato di carni di prima qualità – bovina e salsiccia fresca Peck – accompagnato da pancetta croccante, emmentaler e maionese fatta in casa. L’hamburger viene proposto anche in versione vegetariana, con una ricetta a base di verdure stagione, emmentaler, maionese allo yogurt e cipolla di Tropea;
  • Altra icona del brunch è il Bagel: da Peck viene servito con salmone marinato all’aneto, robiola fresca, limone e avocado;
  • Una piccola deviazione verso la Francia si ha con il Croque Monsieur: tra i piatti più amati della tradizione d’Oltralpe è proposto con pane di semola di grano duro, besciamella Peck, Asiago DOP, prosciutto cotto e Parmigiano Reggiano DOP;
  • Base per eccellenza della colazione americana, i Pancake sono presenti nel “Brunch da Peck” con un impasto creato ad hoc dal Pastry Chef Galileo Reposo: farina di grano antico macinata a pietra, albumi montati e aromatizzati con vaniglia, limoni e arance fresche, lievito di birra.
    Quattro le versioni:
    – classica con mirtillo e sciroppo d’acero;
    – al cioccolato con sorbetto al cioccolato, crema alla nocciola e salsa al cioccolato;
    – alla banana con caramello e gelato alla vaniglia;
    – alla frutta fresca con crema di mandorle, pesche e mandorle caramellate;
  • Altre proposte sono il Plumcake all’arancia, classico dolce inglese, e la torta Absolute Chocolate a base di cioccolato fondente al 66% in tre diverse consistenze.
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Il brunch della domenica a Le Biciclette

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Torna a le Biciclette il brunch della domenica! Ecco le novità e il menù!

Il brunch a Le Biciclette

Il nuovo Brunch che viene proposto si chiama Happy Sunday Brunch, e consiste in una selezione sfiziosa, portata comodamente al tavolo, senza file ne attese, che prevede, come base:

  • salsine di vario genere (da quelle al formaggio, alle melanzane sott’olio, al pesto di pomodoro secco, al miele aromatizzato);
  • tagliere misto composto da salumi e formaggi;
  • in accompagnamento vengono proposti panini integrali, focaccia alle olive, panini al latte, pan brioche e pane in cassetto;
  • acqua, spremuta o centrifuga;
  • differenti tipologie di uova (strapazzate, con bacon o con verdure, all’occhio di bue, alla benedettina..) con opzione alternativa per i vegani, che potranno ordinare tofu strapazzato alla curcuma e verdure;
  • per gli amanti degli hamburger, al posto delle uova, è possibile scegliere tra differenti tipologie che vanno dal classico al cheese al vegano;
  • una selezione di dolci tra cui poter scegliere, oltre al servizio previsto di mini brioche e caffè.

Informazioni utili

  • Tutte le domeniche dal 4 ottobre dalle 12.00 alle 16.00
  • € 25  per persona
  • Informazioni e prenotazioni: 02-58104324 e 02-8394177
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Oktoberfest in Darsena: doppio appuntamento

cartolina boccale birra 1b
cartolina boccale birra 1b

Per la prima volta l’evento più atteso dell’autunno, l’Oktoberfest sul Molo di Vista Darsena (giunto alla 5a edizione) cambia veste e, per attenersi alle regole del distanziamento e garantire la sicurezza a chi partecipa, si svolge durante due weekend di Ottobre: da venerdì 16 a domenica 18 e da venerdì 23 a domenica 25, il venerdì a partire dalle 18.00, sabato e domenica per tutto il giorno.

Oktoberfest in Darsena

Cucina Bavarese e birre tedesche in abbinamento, circondati dalle tipiche bandierine e palloncini azzurri e bianchi, ma divertendosi nel rispetto delle normative, quindi seduti all’aperto, su molo del mare di Milano. Un trio jazz suonerà live in momenti dedicati.

Novità di questa edizione è dovuta alle norme di distanziamento sociale: ci si dovrà accomodare ai tavoli senza assembramento, dove mangiare e bere degustando i piatti tipici della cucina bavarese.

La proposta food&beverage è ormai un atteso classico: Stinco di maiale al forno con patate al forno (14 euro), l’amato Panino Wurstel e Crauti (6 euro), i fragranti Bretzel, anelli di pane salato dalla caratteristica forma annodata, qui in formato gigante (3 euro) e lo Strudel caldo con crema pasticcera (5 euro). In abbinamento le immancabili pinte di birra tedesca (5 euro): quest’anno la Sternquell Pils, una German Pils dalla schiuma fine e compatta, aderente e persistente, e la Erdinger Weiss, birra di frumento bavarese, prodotta ancora secondo il disciplinare del 1516. Per i vegetariani amanti della birra resta disponibile la carta di cucina che include il piatto VEG, uno sfizioso tortino di patate con farro e ratatouille di verdure. La prenotazione è ovviamente consigliata

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Nelle ex scuderie De Montel sorgeranno le prime terme green d’Europa

Scuderie del montel milano
Scuderie del montel milano

Nelle ex scuderie De Montel sorgeranno le prime terme green d’Europa. “Milano ha bisogno di progetti che fanno brillare gli occhi e questo lo è decisamente” 

Nelle ex scuderie De Montel sorgeranno le prime terme green d'Europa
Nelle ex scuderie De Montel sorgeranno le prime terme green d’Europa

Le prime terme green d’Europa sorgeranno proprio a Milano, nelle ex scuderie De Montel a San Siro. Palazzo Marino ha siglato il contratto preliminare di vendita con la società che svilupperà il progetto dello Studio Marzorati Architettura, S+J srl vincitore di Reinventing cities, il bando internazionale lanciato da Milano insieme alla rete di città green per rigenerare siti abbandonati e degradati. L’offerta è stata di 1,2 milioni su una base d’asta fissata a 1 milione 183.500 euro. Il progetto prevede di preservare gli edifici storici delle scuderie, di riqualificare le decorazioni Liberty delle facciate e di utilizzare la presenza di acque termali nel sottosuolo per creare le “Terme di Milano”, oltre alla progettazione di un vasto parco urbano. Il contratto definitivo verrà stipulato a inizio 2021 e darà il via ai lavori che si prevede di ultimare a fine 2022. Nel frattempo è arrivato il via libera fondamentale da parte della Sovrintendenza in quanto il complesso in stile Liberty delle scuderie costruito tra il 1915 e il 1917-18, è sotto vincolo monumentale.

“Sarà uno dei luoghi più sorprendenti della Milano dei prossimi anni” Ne è convinto l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran.

“Abbiamo fatto Reinventing cities perché Milano ha bisogno di progetti che fanno brillare gli occhi e questo lo è decisamente”

Si tratterà non solo del più grande complesso termale italiano in una grande città, ma anche delle prime terme green d’Europa, essendo a zero emissioni di CO2. L’accesso sarà da via Achille mediante un’area verde a uso pubblico. All’interno, dopo la biglietteria, tutto quello che ci si aspetta di trovare in un complesso termale: vasche, idromassaggi, hammam, solarium, area beauty. All’esterno quattro vasche termali. Al primo piano ci sarà una ampia area relax mentre il secondo ospiterà aule e sale meeting a disposizione delle associazioni di quartiere per dibattiti e convegni.

Nelle ex scuderie De Montel sorgeranno le prime terme green d'Europa
Nelle ex scuderie De Montel sorgeranno le prime terme green d’Europa

LA STORIA

Le scuderie furono costruite dal nobile banchiere ebreo Giuseppe De Montel. I lavori iniziarono nel 1915 e furono conclusi tre anni dopo. In breve divennero fra le più prestigiose d’Italia, in diretta concorrenza con quelle leggendarie di Federico Tesio. La zona era una vasta distesa di prati dove correvano e si allenavano purosangue come Macherio, Ortello e Orsenigo. E qui venivano a galoppare anche i cavalieri del Savoia cavalleria di via Vincenzo Monti. L’arrivo del fascismo e delle legge razziali, però, azzopparono De Montel. Fu costretto a vendere tutto e a scappare. La struttura passò così alle Pie opere missionarie che nel Dopoguerra le affittò ad altri allevatori, ma la costante mancanza di manutenzione finì per comprometterne la competitività. Seguirono un lento declino, l’abbandono e poi, negli anni Ottanta, col passaggio di proprietà al Comune nell’ambito di una grossa lottizzazione, il completo degrado. In termini architettonici, le scuderie rappresentano una commistione tra lo stile Liberty Milanese e quello francese delle scuderie del duca di Condè a Chantilly dove sorge un ippodromo internazionale. Le scuderie sono adiacenti all’ippodromo di San Siro. Come questo edificio sotto la protezione delle Belle Arti, furono costruite dall’architetto milanese Vietti Violi, uno dei maggiori nel campo di queste corstruzioni. E’ di metà 2019 la notizia che tra i vincitori di “Reinventing cities”, il bando internazionale lanciato nel 2017 dal Comune di Milano insieme a C40, per trasformare siti inutilizzati o in stato di degrado in spazi di rigenerazione ambientale e urbana, c’è anche il progetto che vede come protagonista le Scuderie de Montel e la sua trasformazione in “Teatro delle terme” attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione dell’edificio storico e dell’area.

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Fiori e Sapori d’autunno sul Naviglio

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Una giornata alla scoperta dei colori e dei sapori dell’autunno. Domenica 11 ottobre torna Fiori e Sapori d’autunno sul Naviglio.

Fiori e Sapori d’autunno

Fioristi da tutta Italia riempiranno le sponde del Naviglio Grande di colori, odori e sapori. Un mercato per ammirare e acquistare i colori dell’autunno senza dimenticare laboratori artistici a tema e bancarelle enogastronomiche.

La visita è libera a partire dalle ore 8.30.

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Area B: riattivata dal 15 ottobre 2020

areab milano
areab milano

Novità per la mobilità in città: dal 15 ottobre viene ripristinata l’Area B e anche la sosta regolamentata extra filotranviaria negli ambiti 8, 25, 31, 34, 35, 36, 38, 42, 43. Entrambi i provvedimenti erano stati sospesi lo scorso 12 marzo con l’adozione delle misure straordinarie per l’emergenza sanitaria e il “lockdown”.

Area B riattivata

Ritorna da giovedì 15 ottobre l’Area B, la zona a traffico limitato circoscritta da 187 varchi che, vietando in modo graduale e progressivo l’accesso ai veicoli più vecchi e responsabili delle emissioni più inquinanti, consente di delimitare un’area a basse emissioni nocive per la salute e l’ambiente.

La decisione di riattivare Area B matura in seguito alle verifiche effettuate sull’evoluzione dei flussi di traffico in città con un’indice di congestione nella settimana tra il 21 e il 25 settembre supera quello pre-Covid del 2,5%. In particolare l’indice nelle ore di punta del mattino, tra le ore 7 e le 9, è inferiore di circa due punti percentuale, mentre nelle ore di punta del pomeriggio è superiore di circa il 10%. Gli ingressi dei veicoli in città, misurati dalle telecamere di area B nella settimana compresa tra il 28 settembre il 2 ottobre 2020, sono il 90% di quelli in ingresso nelle settimane di gennaio e febbraio pre-Covid.

Ricordiamo che attualmente sono attivi 45 varchi ma nei prossimi giorni è prevista l’attivazione di altri 10 per un totale di 55 varchi.

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Mercatino Enogastronomico della Certosa a Morimondo

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L’11 ottobre il MEC-Mercatino Enogastronomico della Certosa sulla Strada delle Abbazie ritorna a Morimondo.

Mercatino Enogastronomico della Certosa a Morimondo

Dalle 9.30 di domenica 11 ottobre 2020 a Morimondo si potranno gustare e acquistare alcune delle eccellenze italiane: pane appena sfornato, formaggi, miele, vini, salame di Varzi e salumi d’oca dalla Lomellina,  confetture, vino e distillati, olio, olive e taralli, verdure sott’olio. E ancora le pluripremiate offelle di Parona, i formaggi del Canavese, le lumache, i prodotti da forno.

E oltre al palato si potrà soddisfare anche il senso della vista ammirando un luogo bellissimo, carico di storia e spiritualità dove arte e cultura si fondono.

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