Foto Regione Lombardia 3
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“A Milano ci sono due grandi problemi: la disomogeneità dei quartieri e le abitazioni troppo care. Serve un nuovo modello che tenga conto dell’istanza ambientale ma anche di un tema di equità sociale, che è ancora più evidente che in passato. Un modello che si allontani un po’ da quello occidentale basato sui consumi”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala nella giornata di mercoledì 13 aprile in occasione della presentazione del libro ‘Raccontami.

Sala ha sottolineato che c’è ancora molta strada da fare: “Alcune cose sono state risolte, molte altre no. In funzione di quello che siamo riusciti ad offrire (scuole, sanità, servizi, verde, sport) spesso c’è una grande differenza tra centro e periferie. Alcune di queste hanno fatto progressi altre no. Primo dovere della istituzioni: omogeneizzare questi squilibri, anche con l’aiuto dei privati”.

Sul caro abitazioni il sindaco ha sottolineato che “Mette in difficoltà giovani e deboli, le categorie che non hanno una stabilità economica. Abbiamo 70mila appartamenti di edilizia pubblica tra noi e la Regione, vuol dire 150mila persone, più del 10% dei milanesi, che vivono in quelle che una volta chiamavamo case popolari”. Non solo, il comune di Milano si è attivato anche con appositi regolamenti sul piano di governo del territorio: tutte le volte che si danno autorizzazioni a investire sugli immobili viene chiesto che “più di un terzo venga destinato all’housing social e all’edilizia convenzionata”, ma nonostante ciò i prezzi delle case a Milano sono in crescita.

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“Dobbiamo tutelare, attrarre e proteggere i giovani, che saranno la linfa di Milano e hanno la naturale predisposizione a scegliere la nostra città perché offre le opportunità di una grande metropoli internazionale – ha concluso Sala -. Essere il traino del Paese non vuol dire solamente misurazioni in termini di Pil ma essere un esempio di nuova modalità e socialità. Milano ha 26 secoli di storia e tutte le volte che è sembrata in difficoltà ha trovata la forza di rialzarsi”.

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