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Per il presidente americano l’articolo 5 della Nato “è un obbligo sacro”. Per il Cremlino “gli insulti Usa riducono lo spazio delle trattative”. Il capo gabinetto di Zelensky: “Delusi dai vertici Nato e Ue. Ci aspettavamo più coraggio, decisioni più forti”

“Vladimir Putin è un macellaio”.Lo afferma Joe Biden durante l’incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia. Il presidente Usa ha poi ribadito il sostegno americano alla Polonia. “Riteniamo l’articolo 5 della Nato un obbligo sacro”, ha detto Biden riferendosi a quella parte del trattato secondo cui un attacco armato, contro uno o più membri dell’Alleanza, sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti. Biden ha poi sottolineato come Putin sia un dittatore che “cerca di ricostruire un impero” e “un  dittatore non può restare al potere“.

Le parole del presidente americano hanno scatenato l’ira del Cremlino: “Trattative più difficili con gli insulti, non decide Biden su chi governa in Russia”.

Le parole del presidente americano hanno immediatamente provocato la reazione del Cremlino. “Non è qualcosa che decide Biden. È solo una scelta dei cittadini della Federazione Russa”, ha fatto sapere il portavoce Dmitry Peskov. Poco dopo è stata la stessa Casa Bianca ad aggiustare il tiro, spiegando che Biden “non stava parlando di un cambio di regime in Russia”.

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Biden: “Al fianco dell’Ucraina fino alla vittoria” –

Incontrando, sempre a Varsavia, i ministri di Esteri e Difesa di Kiev, Biden ha poi assicurato che gli Stati Uniti resteranno al fianco dell’Ucraina fino alla vittoria.”Niente costringerà gli Stati Uniti a voltare le spalle all’Ucraina o indebolirà il nostro sostegno. Al contrario, questo sostegno non potrà che crescere”, ha aggiunto il presidente Usa.

Biden: “Nuove sanzioni per Mosca e ulteriori aiuti per Kiev” –

Biden ha poi garantito “ulteriori sforzi per aiutare l’Ucraina a difendere il suo territorio” e per far sì che il presidente russo Vladimir Putin “risponda per la brutale aggressione da parte della Russia, comprese nuove sanzioni”.

Cremlino: “Insulti Biden a Putin riducono spazio trattative” –

 Dopo le parole di Biden non si è fatta attendere la reazione di Mosca. “I nuovi insulti di Biden a Putin restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti”. Lo afferma il Cremlino, citato dalla Tass. “E’ strano sentire accuse contro Putin da Biden, che ha invitato a bombardare la Jugoslavia e
a uccidere le persone”, ha quindi aggiunto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Biden: “Prepariamoci ad una lunga battaglia per la libertà” 

– “Prepariamoci ad una lunga battaglia per la libertà”, ha detto poi Biden nel corso della visita al Castello Reale di Varsavia. “L’Ucraina è in prima linea nella battaglia per la libertà. Siamo con il popolo ucraino”, ha aggiunto il presidente Usa, sottolineando che le azioni della Russia minacciano di portare “decenni di guerra” e che Mosca sta “strangolando la democrazia” e vuole farlo “non solo in casa sua”: “non ci sono giustificazioni per l’invasione dell’Ucraina”.

Biden cita Papa Giovanni Paolo II – 

Biden ha poi citato le parole di Giovanni Paolo II. “Non abbiate paura”, ha detto infatti il presidente americano, ricordando come quelle parole, con cui il Papa inaugurò il suo pontificato, “cambiarono il mondo”

Capo gabinetto di Zelensky: “Delusioni da vertici Nato e Ue” –

 “Siamo molto delusi dal risultato dei vertici della Nato e dell’Ue”: lo ha affermato Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente ucraino Zelensky, intervenendo in video all’Atlantic Council di Washington, uno dei principali think tank Usa. Yermak, riporta il Washington Post, ha quindi criticato la linea portata avanti da Stati Uniti ed Europa definendola di “acquiescenza”. “Ci aspettavamo più coraggio, decisioni più forti. Invece la Nato sembra preoccupata più a non provocare la Russia e ad evitare una escalation del conflitto. Mentre noi abbiamo bisogno di cose molto concrete e siamo costretti a ricordarvelo ripetutamente”.

Joe Biden apre alla possibilità di un uso delle armi nucleari in “circostanze estreme”.

Sotto pressione da parte degli alleati, il presidente americano avrebbe sposato nuovamente il tradizionale approccio americano, tradendo la sua promessa elettorale di voler la minaccia del nucleare con l’ “unico scopo” di deterrenza contro attacchi nucleari. Ora, invece, tramite un’attenta scelta di parole,  la Casa Bianca parla di “ruolo fondamentale” dell’arsenale nucleare, lasciando di fatto aperta la porta alla possibilità di un suo uso in “circostanze estreme” come deterrente per le armi convenzionali, biologiche, chimiche e forse i cyberattacchi.

Secondo fonti dell’amministrazione citate dal Wall Street Journal, il cambio di rotta non sminuisce l’obiettivo di lungo termine di Biden di ridurre la dipendenza dalle armi nucleari ma riflette il bisogno di rafforzare il sostegno di fronte alle minacce della Russia e all’ascesa della Cina. Durante la campagna elettorale del 2020, Biden aveva scritto sul magazine Foreign Affairs che riteneva il “solo principio dell’arsenale nucleare” sarebbe dovuto essere quelle di deterrenza a un attacco nucleare, e se necessario in ritorsione. Biden voleva così limitare le circostanze in cui gli Stati Uniti avrebbero potuto considerare l’uso delle armi nucleari, escludendo la possibilità di un loro ricorso in risposta ad attacchi convenzionali o minacce non nucleari.

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