Alla riapertura post-Covid, Milano si muove più lentamente. In diverse zone della città, tavolini e sedie di bar e ristoranti occupano strade e piazze che fino a poco tempo fa erano esclusiva dei motori.
Complici il divieto di creare assembramenti in luoghi chiusi e il piacere di consumare un drink o un pasto all’aperto nelle serate estive, la movida si è spostata sui marciapiedi e sulle carreggiate. La strategia dei dehors, necessaria per la ripresa di un settore in carenza di ossigeno dopo il lock-down, ha creato nuove mini-isole pedonali e Zone a traffico rallentato, dove il limite è di 30 o addirittura 15 chilometri orari. E’ quanto sta accadendo ad esempio a Col di Lana, corso San Gottardo e Premuda.
I numeri testimoniano la rilevanza di questo cambiamento della mappa di Milano. In due mesi, il Comune ha autorizzato 1.800 nuove occupazioni di suolo pubblico, corrispondenti a 50.000 metri quadrati di tavolini e sedie all’aperto che si aggiungono ai 78.000 finora presenti. E così interi quartieri hanno cambiato volto, diventando luogo di socializzazione e mondanità, come accaduto a NoLo e Isola.
In alcune zone non è stato possibile accogliere le richieste dei commercianti, come in via Cevedale o viale Umbria, snodi critici che non possono essere ridotti o rallentati. Ma le nuove isole, Zone 15 e Zone 30 indicano la direzione ad una Milano che forse vuole diventare più lenta e vivibile, concedendo più tempo alla convivialità. L’assessore all’urbanistica Maran infatti non esclude che l’esperimento possa continuare anche a settembre, magari mutando a seconda delle stagioni, con occupazioni più estese in primavera ed estate.