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MILANO: luoghi insoliti e sconosciuti, collezioni private, sculture e simboli misteriosi nascosti nella città

Il Duomo, il Castello Sforzesco, Palazzo Reale sono solo alcune delle ricchezze di Milano che folle di turisti visitano ogni giorno. Molti però ignorano l’esistenza di luoghi nella città, inaspettati e curiosi, illustrati dalla guida “Milano insolita e segreta” di Massimo Polidoro, che fanno del capoluogo lombardo una città con uno tra i più importanti patrimoni culturali italiani, per chi sa dove andare a scovarli.

Ecco alcuni dei luoghi raccontati da questa Guida

Il tetto dell’Armani Hotel – situato tra Via Manzoni e Via dei Giardini. Elegantissimo, a cinque stelle, l’hotel si sviluppa su otto piani, su cui troviamo anche negozi, ristorante e caffè. Ma la sua particolarità è data dalla sua forma. La pianta del palazzo, infatti, forma una gigantesca “A”, visibile dall’alto.

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Un angolo di Barcellona a Milano – il Palazzo Berri-Meregalli, capolavoro dell’architetto Giulio Ulisse Arata, fu edificato tra il 1911 e il 1914. Si tratta di una costruzione ad angolo che unisce diversi stili architettonici: dal romanico (le pietre, i mattoni a vista, gli archi, le logge) al gotico, dal rinascimentale allo stile Liberty  e al modernismo catalano di Gaudì. Oltre la cancellata in ferro battuto, che ricorda la grata di un castello medievale, si può ammirare l’androne fatto di marmi, bugnati, archi in cotto, soffitti a cassettoni e mosaici multicolori realizzati da Angiolo D’Andrea: si direbbe quasi una cattedrale bizantina. In fondo all’ingresso, infine, è conservata una preziosa scultura di Adolfo Wildt: una testa di donna con un velo e un paio di ali, chiamata infatti la “Vittoria alata”.

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La partenza dei deportati – Dal “Binario 21” partivano i deportati ebrei mandati a Fossoli o Bolzano o, più spesso, nei campi di Auschwitz, Mauthausen, Bergen-Belsen. La posizione a livello della strada di via Ferrante Aporti lo rendeva invisibile agli occhi dei passanti che non dovevano accorgersi di ciò che accadeva.Oggi rimangono quattro vecchi carri bestiame risalenti alla Seconda Guerra Mondiale e questo luogo è la sede del Memoriale della Shoah di Milano, non solo un museo ma anche luogo di confronto, studi, ricerca.

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Il pozzo del martirio di San Calimero – Sul fondo della chiesa di San Calimero, si trova la cripta in cui è conservata un altare-tomba che custodisce i resti di Calimero, quarto vescovo di Milano di cui si sa poco o nulla. Nel VIII secolo, il vescovo Tomaso, dopo aver trovato la cripta allagata dai canali che si trovano nel sottosuolo di Milano, fece costruire il pozzo ancora presente (e funzionante) nella cripta per fare defluire l’acqua. Più tardi nacquero delle leggende, una secondo cui Calimero sarebbe stato martirizzato dai pagani, da lui perseguitati, e poi gettato in fondo a un pozzo come segno di spregio per il battesimo che lui stesso imponeva a ogni romano o pagano che incontrasse, l’altra secondo cui le acque del pozzo erano miracolose. Per questo, il 31 luglio, giorno della festa di San Calimero, si era soliti far bere l’acqua del pozzo agli ammalati per aiutarli a guarire. Inoltre, in periodi di siccità, durante la messa, il sacerdote era solito raccogliere acqua dal pozzo per versarla poi sul sagrato come in un rituale propiziatorio.

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Il museo del manifesto cinematografico – Nel 2013 è stato inaugurato un museo dedicato a manifesti, locandine, foto di scena, foto buste, soggettoni, affiches pubblicitarie che riguardano il mondo del cinema per un totale di oltre 150.000 pezzi esposti. il museo si trova nella storica Via Gluck resa celebre da Adriano Celentano.

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Una cripta che divenne mausoleo ai caduti delle Cinque Giornate – Da Via Sforza o dal cortile dell’Università Statale, oltre una porta, scendendo una scalinata ci si ritrova nella cripta sotto la Chiesa dell’Annunciata, edificata nel 1637. Sotto la cripta si trovava il sepolcreto dell’Ospedale Maggiore che ha dato sepoltura,tra il 1473 e il 1695, a circa 500mila milanesi. Successivamente durante le Cinque Giornate di Milano, fu impiegata nuovamente come camera sepolcrale dove trovarono posto i 141 caduti durante i combattimenti. La Cripta divenne un luogo di celebrazione dei patrioti milanesi e nel 1860 fu trasformato in mausoleo cittadino, poi abbandonato quando nel 1895 i resti dei caduti vennero trasferiti nel Monumento alle Cinque Giornate.

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