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martedì, Agosto 5, 2025
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Ristorazione: a Milano apre Empanadas del Flaco

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Ristorazione: a Milano apre Empanadas del Flaco.

Se non si fosse già capito dal nome, EMPANADAS del Flaco porta in città una delle specialità argentine per eccellenza: le empanadas! Il nuovo locale ha da poco aperto in via San Maurilio, nel cuore di Milano.

Il classico street food che ricorda i nostri panzerotti, ha aperto alla fine del 2020 portando in città i colori del Mercato de la Boca di Buenos Aires grazie ai tre grandi chef Simon Press, Matias Perdomo e Thomas Piras.

Al momento, da EMPANADAS del Flaco si possono trovare le farciture classiche argentine come pollo, pesce, manzo, verdure, prosciutto e formaggio o formaggio e cipolla, ma la promessa dei tre giovani, che poi è quello che li accomuna di più, è quella di sperimentare tante nuove varianti.

Ma le novità non finiscono qui, perché presto il trio inaugurerà anche un nuovo pastificio in via degli Orti!

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Ariosto Social Club store: porta energia positiva aprendo in tempo di Covid

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Non è da tutti aprire un negozio nel bel mezzo di una pandemia. Ma c’è chi invece l’ha fatto per cercate di portare una ventata di energia positiva a tutti. Stiamo parlando di Valeria Benatti e del suo Ariosto Social Club inaugurato alla fine del 2020.

Ariosto Social Club store

Giornalista, scrittrice e voce di Radio Rtl 102.5 Valeria Benatti ha girato tutta l’Italia alla ricerca di oggetti per il suo negozio-bazar che ha da poco aperto a Milano. Si chiama Ariosto Social Club e qui non vi sono solo oggetti belli e a poco prezzo, ma anzi prima di tutto vi sono storie e racconti.

E’ così che al suo interno potrete trovare abiti morbidi, accessori originali, gioielli artigianali e mala tibetani, e tante idee per regali da fare e da farsi. Non mancheranno le proposte solidali, per sostenere idee e progetti meritevoli. Tanti modi diversi per fare acquisti a fin di bene.

Il negozio fa parte di un progetto più ampio di ristrutturazione dell’intero palazzo che un tempo ospitava l’Hotel Ariosto.

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Teatro alla Scala: dopo 11 mesi l’Opera torna sul palco

teatro alla scala
teatro alla scala

Sono passati 11 mesi da quanto lockdown ha fermato l’Opera al Teatro alla Scala di Milano. Oggi, dopo alcuni concerti e spettacoli, è pronta a tornare con “Così fan tutte”.

Teatro alla Scala presenta l’Opera Cosi fan tutte

L’appuntamento è previsto per sabato 23 gennaio 2021 con Così fan tutte di Mozart. Naturalmente lo spettacolo si svolgerà senza pubblico così come nel rispetto delle norme vigenti, ma verrà trasmesso in diretta streaming sul sito e da RaiCultura su RaiPlay rimanendo poi disponibile anche nei giorni successivi.

Nel cast della rappresentazione vi saranno Giovanni Antonini, Eleonora Buratto (Fiordiligi), Emily d’Angelo (Dorabella), Bogdan Volkov (Ferrando), Alessio Arduini (Guglielmo), Federica Guida (Despina) e Pietro Spagnoli (Don Alfonso).

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AMAZON apre due nuovi centri, 1.100 posti di lavoro totali a tempo indeterminato

magazzino Amazon 2
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Amazon aprirà nel 2021 due nuovi centri in Italia, creando così 1.100 nuovi posti di lavoro. L’annuncio del gigante dell’e-commerce riguarda un centro di distribuzione a Novara, e uno di smistamento a Spilamberto (Modena).

Amazon afferma che creerà 1.100 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni. La multinazionale conta già 8.500 impiegati nel nostro Paese.

In una nota si legge: “Il lancio di questi due nuovi siti comporterà un ulteriore investimento di oltre 230 milioni di euro, che si aggiungeranno ai 5,8 miliardi di euro già investiti in Italia negli ultimi dieci anni”.

Nel centro di distribuzione situato ad Agognate, frazione di Novara, si avranno 900 posti di lavoro entro tre anni dall’apertura. Il sito sarà dotato dell’avanzata tecnologia Amazon Robotics con un’attenzione particolare alla salute e al benessere dei dipendenti.

Invece a Spilamberto, provincia di Modena, aprirà il secondo centro di smistamento Amazon in Emilia Romagna, dopo quello di Castel San Giovanni, e il terzo a livello nazionale. Lì sono previsti oltre 200 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato entro il 2023.

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Giacomo Poretti: tutti i lunedì sera un salotto virtuale

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Prende il via lunedì 18 gennaio 2021 il nuovo progetto culturale di deSidera Teatro: un piccolo salotto virtuale che ha come protagonista Giacomo Poretti e tanti ospiti.

Il salotto virtuale di Giacomo Poretti

Il Teatro del Lunedì è questo il nome che deSidera ha dato al nuovo appuntamento cultural del lunedì sera. Una rubrica settimanale di incontri, pensata per rispondere al desiderio di dialogo degli spettatori ma anche per commentare le criticità attuali perché diventino una strada verso il futuro. Appuntamento dunque ogni lunedì, su Zoom, alle ore 18.30!

Il TEATRO DEL LUNEDÌ nasce da un’idea di Luca Doninelli, Giacomo Poretti e Gabriele Allevi, direttori della stagione milanese di deSidera al Teatro Oscar. Tantissimi i contenuti che verranno proposti nella nuova rubrica, a partire da un editoriale firmato da Giacomo Poretti, le perle etimologiche della docente e linguista Cristina dell’Acqua, le presentazioni del critico d’arte Giuseppe Frangi, le note del compositore Roberto Andreoni, e molto altro ancora. E, soprattutto, l’incontro vero e proprio: Luca Doninelli dialogherà con ospiti speciali, mettendo ogni volta sul tavolo una parola diversa: il Teatro, certo, ma anche la Città, che dà vita ai suoi teatri, e poi la Poesia (cosa sarebbe il teatro senza poesia?), il Linguaggio, la Politica (il teatro è sempre politico perché è un atto comunitario), l’impero delle immagini; e ancora temi vertiginosi ma necessari (che cos’è la verità? e la natura? la libertà?).

L’ospite della prima serata sarà MARCO MARTINELLI, del Teatro delle Albe, con cui si parlerà della forza, della bellezza e della necessità del teatro per tutti, anche sui social. DeSidera c’è e vi farà saltare sulla poltrona anche questa volta.

Per partecipare al primo incontro su zoom, CLICCA QUI.

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BLUE MONDAY: il lunedì più “triste” di ogni anno, ecco come affrontarlo al meglio

tristezza
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BLUE MONDAY – Non poteva dunque che chiamarsi “Blue” il lunedì più triste dell’anno. Nato però da una trovata commerciale, La formula fu elaborata dallo psicologo Cliff Arnall, dell’Università di Cardiff incrociando alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi dopo le feste del Natale e la crescente necessità di darsi da fare.

Piangere mi tranquillizza, mi fissa sulla gravità dei problemi della vita”. Lo diceva Tristezza, uno dei personaggi del cartoon Inside Out, rappresentato in blu, colore che ricorre, nella tradizione angloamericana per identificare il “feeling blue”, il sentirsi “tristi”.

Nella musica c’è il “blues” con la sua vena di malinconia che deve il suo nome forse ai “blue devils”, portatori di tristezza.

Non poteva dunque che chiamarsi “Blue” il lunedì più triste dell’anno.

In questo periodo dell’anno riceviamo meno luce naturale rispetto alle altre stagioni e questo finisce per alterare il nostro ritmo circadiano, il nostro riposo e il nostro umore.

Anche se ormai tutti conoscono la storia della “bufala”, quando si avvicina il terzo lunedì di gennaio, puntuali arrivano consigli, studi, pubblicità e, ovviamente, l’hashtag “bluemonday” balza in cima ai trending topic.

Anche quest’anno, nonostante i giorni bui non siano certo mancati.

PROPOSTE CONTRO LA “TRISTEZZA” DEL BLUE MONDAY

Ecco dunque qualche proposta per contrastare la tristezza del Blue Monday, ma anche quella di un qualsiasi altro giorno dell’anno non propriamente felice, che Fabiana Pavone, psicologa e psicoterapeuta, ha elaborato:

1.Via allo sport. Anche una semplice camminata può essere un antidoto alla tristezza

2. Persone negative? No, grazie. Circondati di persone positive che ti facciano sorridere.

3. La solitudine può essere una risorsa: iniziamo a dedicare del tempo alla persona più importante della nostra vita: noi stessi.

4. Mai abbandonare i buoni propositi. Se gli obiettivi fissati a inizio anno iniziano a tentennare, allora, perché no, riformuliamoli.

5. Largo al cambiamento. Eliminiamo dalla nostra quello che non ci piace e impegniamoci per ottenere un nuovo obiettivo ( il decluttering)

Il decluttering è un ottimo punto di partenza per dare il via alla nostra fase di cambiamento.

Fare spazio nell’ambiente circostante è sinonimo di riordinare la propria vita, per questo il decluttering diventa una vera e propria pratica terapeutica. Si inizia con il liberare camera dopo camera, togliendo tutto il superfluo che non serve: oggetti, vestiti e persino mobili che non sono indispensabili, che ci permettono di lasciare libero spazio a pensieri freschi, nuove idee, progetti e nuovi inizi. Curiosità: analizzando la top ten dei prodotti di seconda mano più venduti nel 2020 su eBay, è emerso che lo scorso anno gli italiani hanno deciso di rivendere per la maggior parte libri: quasi 113.000 i volumi di narrativa di seconda mano a disposizione sul marketplace nel 2020 e oltre 100.000 i saggi. Seguono giochi, fumetti e graphic novel (quasi 88.000) e cellulari (quasi 56.500). E orologi – oltre 56.000 – e articoli di abbigliamento (oltre 50.000), senza tralasciare i pezzi da collezionismo: Pokémon (48.600), cartoline di paesaggi italiani (oltre 47.000) e vinili (41.600). In testa alla classifica delle regioni dove si è rivenduto di più su eBay la Lombardia, con oltre 7 milioni di articoli, davanti a Lazio (quasi 5 milioni e 200 mila) e Emilia-Romagna, con quasi 4 milioni di prodotti rivenduti.
Rivendere gli oggetti che decidiamo di dismettere incentiva un approccio sostenibile e circolare: l’acquisto di un oggetto di seconda mano impatta sull’ambiente fino a 2,5 volte in meno rispetto a un oggetto nuovo. La piattaforma si è impegnata per ridurre di 3 milioni di tonnellate le emissioni di carbonio entro il 2025, anche attraverso la promozione della rivendita di oggetti tra privati sul sito, che rappresenta un’opportunità non solo per guadagnare, ma soprattutto per dare una nuova vita a qualcosa che non ci è più utile e che può invece rendere felici altre persone.

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MILANO: da domani scatta il divieto di fumo, ma niente multe (per ora)

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MILANO – Pronti, via. Domani scatta il divieto di fumo all’aperto nei parchi, nelle fermate di tram, autobus e filobus, nei cimiteri, nella aree cani e allo stadio di San Siro, che comunque resterà chiuso ai tifosi fino a data da destinarsi a causa dell’emergenza Covid.

La partenza dei nuovi divieti anti-fumo sarà soft, gli amanti di sigarette, sigari e pipe potranno stare tranquilli almeno per qualche altro giorno.

Il Comune non ha previsto nessuna campagna informativa ad hoc, ma i milanesi saranno informati sulle nuove regole “no smoking’’ con cartelli posizionati nei parchi, nelle fermate e nei cimiteri.

Cartelli che, a quanto si apprende dal Comune, non saranno già tutti posizionati entro domani, il giorno di partenza del divieto, negli spazi dove non si potrà più accendere una sigaretta. Ci vorrà qualche altro giorno per completare l’installazione dei cartelli.

L’obiettivo del Comune e del comando della Polizia locale sembra quello di non prevedere subito multe a raffica per i trasgressori dei divieti.

Si darà qualche giorno ai fumatori per conoscere le nuove regole e poi si passerà alle sanzioni. Oggi saranno distribuite ai “ghisa’’ le disposizioni operative sui divieti anti-fumo. Il punto più delicato è quello relativo ai parchi, perché il regolamento del Comune non prevede un divieto assoluto di fumare nelle aree verdi: lo si potrà fare se distanti almeno dieci metri dagli altri frequentatori del parco. Un modo per attenuare, almeno inizialmente, la stretta della crociata “no smoking’’.

Attenzione, però. Nel documento approvato dal Consiglio comunale lo scorso novembre c’è già scritto che il 1° gennaio 2025 scatterà il divieto di fumo in tutte le aree pubbliche, quindi anche strade e piazze.

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Le Isole Canarie sempre più ambite da chi lavora in remote working

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le bellissime spiagge delle canarie view of famous beach and ocean lagoon playa de las teresitas tenerife canary islands spain 828 3b5d

Cento spazi digitali dedicati al lavoro web,clima mite, regime fiscale agevolato e splendide spiagge con natura incontaminata. Ecco perchè si scelgono le Canarie.

Le Canarie sono a tutti gli effetti territorio spagnolo, in quanto tale godono di tutti i vantaggi che offre l’Unione Europea.

Si stima che 14.000 “lavoratori” digitali abbiano visitato le Isole Canarie negli ultimi cinque anni: un numero che è destinato a crescere come effetto dell’attuale pandemia che ha spinto molti professionisti a ripensare al lavoro e ai suoi luoghi

I remote workers che scelgono le Isole Canarie come “ufficio” arrivano soprattutto dalla Germania, la nazionalità più rappresentata con una quota del 20% del totale. Seguono il Regno Unito e gli Stati Uniti con rispettivamente il 15% e il 10%.

Sono in genere programmatori, grafici, responsabili marketing digitale, esperti in tecnologia, ma anche giovani imprenditori, traduttori, giornalisti e content manager.

Ottime infrastrutture – Non è solo l’ottima infrastruttura ad attirare i nomadi digitali alle Canarie, ma anche l’elevata qualità della vita.

A una manciata di ora di volo dai vari Paesi europei, l’arcipelago li accoglie con un clima primaverile costante e 4.800 ore di luce all’anno, ma anche splendide spiagge, una natura lussureggiante e la possibilità di dedicarsi agli sport più disparati, dal parapendio alle immersioni subacquee. 

L’arcipelago ha 146 spazi naturali protetti tra cui quattro parchi nazionali, attività culturali uniche e bellissime spiagge distribuite su oltre 1.500 chilometri di costa. L’UNESCO ha riconosciuto gli ambienti unici dell’arcipelago atlantico assegnando alle isole sette riserve della biosfera, due siti del patrimonio naturale dell’umanità e tre siti culturali.

Basso costo della vita – Il costo della vita alle Canarie è in genere più basso rispetto al resto dell’Europa. L’offerta di alloggi soddisfa tutti i gusti e include anche soluzioni di co-living che favoriscono ancora di più la creazione di una solida rete di contatti. Gli spazi di co-living assicurano una maggiore flessibilità in termini di soggiorno, che varia di solito tra poche settimane a sei mesi.

Primato digitale – Nel 2018 Wifi Tribe ha classificato Gran Canaria tra le prime quattro città consigliate per lavorare da remoto. Gran Canaria è nota come un hub globale per i nomadi digitali ed è uno dei pochi luoghi in Europa dove è possibile godere del bel tempo durante tutto l’anno. Non mancano però gli svaghi culturali, il buon cibo e le esperienze in mezzo alla natura che solo queste isole sanno offrire. Inoltre, la destinazione è eccezionalmente sicura e ha fatto un ottimo lavoro per contrastare il Covid-19″.

Per maggiori informazioni: www.ciaoisolecanarie.com


Il regime fiscale delle Isole Canarie nel 2020

Allo stesso tempo però le Isole Canarie sono anche considerate Regione Ultraperiferica e in quanto tali hanno il risvolto positivo di poter beneficiare di un regime fiscale molto ridotto rispetto a quello di tutti gli altri stati Europei.

Con il termine Ultraperiferica si definiscono quegli stati europei che si trovano però distanti fisicamente dall’Europa e che in base agli articoli 349 e 355 del trattato sul funzionamento dell’UE gli venga riconosciuto il disagio di dover affrontare delle difficoltà derivanti proprio dalla loro posizione e dal fatto che spesso la loro economia dipende da un solo settore (turistico) e non godono di un mercato diversificato che offre particolari sbocchi.

Non parliamo di uno dei così detti paradisi fiscali, ma semplicemente di un territorio che gode di alcune agevolazioni. È la stessa Spagna a voler promuovere questa area come centro di affari internazionali, grazie anche alla sua posizione strategica nelle principali rotte marine ed aeree derivanti dall’Africa occidentale e dall’America Latina.

Per quanto riguarda le realtà imprenditoriali possono contare su una tassazione ridotta all’osso, si parla del 4% che permetterà loro di reinvestire i loro ricavi senza doversi preoccupare del peso gravoso dell’Agenzia delle Entrate.

Quella che noi chiamiamo IVA per loro è la IGIC cioè la tassa sulle transazioni interne che dal 2020 si piazza a un’Aliquota del 7%.

Inoltre la IGIC ha anche il ruolo di dazio doganale in quanto per le Canarie è prevista la libera circolazione delle persone, ma non delle merci.

Per quanto riguarda l’Irpef le aliquote applicate sono di tipo proporzionale.

Le aliquote previsto sono allo 0% sui beni di consumo basilari come l’energia, acqua e telefonia, 2% per quanto riguarda le merci e il 5% sui servizi.

Per quanto riguarda i prodotti di lusso l’aliquota si assesta sul 13,5%.
Tutto ció da una forte spinta all’economia del paese e lo rende una realtà perfettamente vivibile che non va ad asfissiare i commercianti con tassazioni elevate, rivelandosi uno dei regimi fiscali migliori d’Europa.
Per quanto riguarda gli sgravi essi vanno in aiuto delle famiglie, che siano esse numerose o meno.

Sono previsti:

1700 euro di sgravio se si ha un figlio che studia su un’altra isola dell’arcipelago
Circa 2000 euro per ogni figlio al di sotto dei 13 anni;
1500 euro per ogni figlio che ha piú di 15 anni;
Qualora si abbiano 3 o piú figli si è considerati famiglia numerosa, quindi si ha diritto ad ulteriori sgravi.

I coniugi possono inoltre decidere se presentare dichiarazione separata o in comune. Non solo se si hanno a carico dei figli, ma delle agevolazioni sono previste anche nei seguenti casi:

Se si ha piú di 65 anni e si lavora è possibile avere riduzioni doppie rispetto a quelle di un normale lavoratore.I costi del mutuo sono scaricabili se vi si abita o se si è stati costretti a spostarsi per lavoro.

Le donazioni sono deducibili.

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PROCIDA sarà la città italiana della cultura 2022, l’anno della rinascita

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PROCIDA – La vincitrice è stata annunciata dal Ministero dei beni culturali tra una rosa di dieci finaliste.

Sarà Procida la Città italiana della Cultura 2022. Lo ha annunciato il ministero per i Beni culturali.

Procida è stata scelta da una giuria presieduta dal prof. Stefano Baia Curioni tra 10 finaliste su un totale di 28 che hanno presentato la propria candidatura: Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Solito e le Terre Alte della Marca Trevigiana, Taranto e la Grecìa Salentina, Trapani, Verbania, Volterra e, appunto, Procida.

«È un anno – ha detto il ministro per i Beni Culturali e il Turismo Franceschini aprendo la cerimonia della proclamazione – complicato per tutti: stiamo cercando di sostenere in ogni modo le attività culturali e turistiche e la designazione oggi della Capitale italiana della cultura per il 2022 è un segnale per il futuro, la ripresa. Nel 2022 saremo tornati alla normalità e la cultura e il turismo torneranno importanti e fortissimi come lo erano prima della pandemia».

Il ministro, che ha fatto i complimenti a Procida e al sindaco che era in collegamento, ha sottolineato come «l’ideazione della capitale italiana della cultura che risale al 2014, determina un percorso di valorizzazione di tutte le città al di là della vincitrice, mettendo in moto un meccanismo virtuoso e attrattivo, come per i candidati all’Oscar».

Le vincitrici delle edizioni passate

Nel 2015 lo scettro era stato condiviso da Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. Nel 2016 era salita sul podio Mantova, nel 2017 Pistoia, nel 2018 Palermo, nel 2019 Matera (che era anche Capitale europea della cultura). Nel 2020 e 2021 Parma, a causa dell’annullamento degli eventi nel eventi 2020 in seguito all’emergenza.

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L’INTER cambia nome e logo : la squadra di calcio si chiamerà INTER MILANO

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“Inter Milano” e nuovo logo: ecco la rivoluzione nerazzurra in arrivo

La bella vittoria contro la Juventus di domenica sera e la corsa verso lo scudetto (aspettando il Milan) hanno allietato la serata dei tifosi dell’Inter. Ma non è stata la sola sorpresa di queste ore. La Gazzetta dello Sport afferma che Suning, proprietari del club nerazzurro, hanno deciso di cambiare nome e logo della “Beneamata”. A partire dal 1 marzo l’Inter non si chiamerà più “Football Club Internazionale Milano”, ma semplicemente “Inter Milano”. Cambierà anche il logo: addio a quello originario del 1980 (solo rivisto nel tempo) e spazio a uno stemma più essenziale, che dovrebbe ricordare quello della Juventus.

L’Inter cambia nome nome: si chiamerà “Inter Milano”

Come ha anticipato “La Gazzetta dello Sport”, la società sta lavorando da tempo al restyling del nome e del logo. L’idea è quella di creare una riconoscibilità più immediata anche per i tanti fans della squadra che vivono all’estero.

Lo stemma, ideato nel 1908 dall’illustratore Giorgio Muggiani, è stato modificato nel corso dei decenni, ma mai stravolto del tutto . Dovrebbe raffigurare le iniziali “I” ed “M”, a richiamare il nuovo nome della squadra. Una notizia che ha lasciato perplessi i tifosi nerazzurri, affezionati alla loro “Internazionale Milano”. Nelle intenzioni di Suning c’è di modernizzare sia il nome che il logo (più semplice e immediato nell’utilizzo sul web e sui social) e soprattutto di portare il nome di “Milano” accanto a quello della squadra per dare maggiore identità al club nerazzurro. I proprietari della squadra nerazzurra sono cinesi e puntano molto a rendere ancora più popolare la squadra di Conte nel loro paese.

Arriva anche il nuovo sponsor

Intanto, oltre a nome e logo, la società milanese si prepara a sostituire anche lo sponsor principale presente sulle magliette da diversi anni. Com’è noto, a fine stagione scadrà il contratto con lo storico marchio “Pirelli”. Al suo posto dovrebbe arrivare “Evergrande Group”, la seconda azienda di sviluppo di vendite immobiliari in Cina

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MUSEO DEL NOVECENTO: ART TALK 04. BRUNO CORÀ RACCONTA ALBERTO BURRI

AlbertoBurri
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MUSEO DEL NOVECENTO: ART TALK 04. BRUNO CORÀ RACCONTA ALBERTO BURRI

MUSEO DEL NOVECENTO: ART TALK 04. BRUNO CORÀ RACCONTA ALBERTO BURRI
MUSEO DEL NOVECENTO: ART TALK 04. BRUNO CORÀ RACCONTA ALBERTO BURRI
MERCOLEDÌ 20 GENNAIO
ORE 18:30

#Raccontidel900, ciclo di lectio magistralis in live streaming

Per #Raccontidel900, ciclo di lectio magistralis in live streaming sul sito del Museo, storici e critici dell’arte presentano il lavoro degli artisti tra i più importanti in collezione. Introduce gli incontri la direttrice del Museo del Novecento Anna Maria Montaldo.

Mercoledì 20 gennaio, ore 18.30 “Art Talk 04. Bruno Corà racconta Alberto Burri”.

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LIBRI: storie di ieri e oggi per addolcire queste nuove giornate di zona rossa

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LIBRI: storie di ieri e oggi per addolcire queste nuove giornate di zona rossa. Da Mordecai Richler a D’Avenia e Bartlett

Omero: un professore cieco che riesce a vincere la sfida di continuare ad insegnare ma sopratutto riesce a creare un’ inedita relazione con i suoi studenti. La “Donna degli alberi” che ci invita a fare appello alla grande forza d’animo che non ci rendiamo conto di avere. Il personaggio fuori misura di Barney Panofsky, insofferente a tutto ciò che ottunde la vita.
Oggi, 18 gennaio, nel giorno più triste dell’anno, ulteriormente appesantito dalla pandemia, possiamo trovare nei libri un grande aiuto a tirarci un po’ su di morale. Dai classici alle nuove uscite, lasciando da parte i manuali tecnici, alzare lo sguardo verso le storie di chi ha saputo combattere, sognare e guardare alle cose con ironia per superare le tragedie e difficoltà della vita ci fa sentire meno soli ed entrare in altri mondi è sempre un toccasana.
Una spinta a coltivare la bellezza del minuscolo e dell’essenziale, ad avere coraggio e a sostenersi a vicenda viene da due libri diversi fra loro ma con tanta poesia che illumina la vita. Sono tra gli altri: “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo” (Salani) di Charlie Mackesy, caso editoriale in Inghilterra e negli Stati Uniti nel 2019 con un milione di copie vendute in un anno, che è una storia universale, per tutti, dagli 8 agli 80 anni, con disegni in bianco e nero come acquerelli, sull’amicizia e la capacità di chiedere aiuto.
Della gentilezza e del coraggio” (Feltrinelli) ci parla, con tutt’altro registro, anche Gianrico Carofiglio in un saggio con suggerimenti per una nuova pratica della convivenza civile.
Mostra la possibilità di potersi continuamente reinventare Massimo Gramellini in “C’era una volta adesso” (Longanesi) con Mattia, 9 anni e l’arrivo della pandemia.
L’Appello“(Mondadori) di Alessandro D’Avenia ci fa capire come maestri e allievi imparino gli uni dagli altri.
Il Giappone con le sue preziose leggende ci regala con “Finché il caffè è caldo” (Garzanti) di Toshikazu Kawaguchi un romanzo con alcune regole per essere felici a partire da una caffettiera centenaria. E mentre si aspetta il nuovo romanzo di Laura Imai Messina, “Le vite nascoste dei colori” (Einaudi), si può fare con la scrittrice un viaggio sentimentale nella metropoli di “Tokyo tutto l’anno“.

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Zona Rossa, la rabbia dei centri estetici: ‘Scelta ingiusta e immotivata’ chiusi senza motivo

zona rosssa chiusura centri estetici
zona rosssa chiusura centri estetici

Tra le attività di servizi alla persona consentite nella “Zona rossa” sono stati esclusi i centri estetici. 

Con la Lombardia che da domenica 17 gennaio torna in zona rossa i centri estetici devono rimanere di nuovo chiusi.                                                                                             Protestano nuovamente per la grave crisi economica in cui si trovano, “senza mai aver avuto casi di contagio e dopo aver speso ingenti somme per dispositivi di protezione, mascherine, visiere e disinfettanti”.

A denunciarlo è l‘Unione Artigiani di Milano e di Monza-Brianza che esprime particolari critiche guardando alla realtà vissuta dai centri estetici che, a differenza dei negozi di parrucchiere, rientrano tra le attività che dovranno restare chiuse almeno fino al 31 gennaio.

“Benchè queste attività si siano distinte per aver sempre rispettato i protocolli anti Covid ed aver investito molto sui dispositivi di protezione per il personale e per la clientela – afferma Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani -, da domani anche loro saranno costretti nuovamente alla chiusura forzata determinata dalla zona rossa. Se il problema è quello di delimitare e controllare la diffusione del contagio quello dei centri estetici allora non rappresenta una criticità. Non ci sono evidenze di alcun contagio legato a queste attività e, ribadiamo, si tratta di professionisti che hanno sempre dimostrato grande attenzione alla sicurezza e alla salute.”

“Chiediamo con vigore di consentire agli estetisti – conclude Accornero – di restare aperti, evitando peraltro la pericolosa diffusione di servizi a domicilio, del tutto fuori da ogni regola e perciò altamente pericolosi per il contagio.

 

Negozi chiusi e quali aperti

Vengono chiusi tutti i negozi al dettaglio, tranne i rivenditori di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, i tabaccai, le edicole. Sono aperti anche parrucchieri e barbieri, lavanderie, ferramenta, ottici, fiorai, librerie, cartolerie, informatica, negozi di abbigliamento per bambini e di giocattoli, profumerie, pompe funebri, distributori automatici. Per quanto riguarda i centri commerciali, le uniche attività aperte al loro interno sono i gli alimentari, le farmacie, le parafarmacie e i tabaccai, mentre tutti gli altri negozi verranno chiusi. I mercati possono vendere solo generi alimentari.

Tutto il reparto ristorazione, dai bar ai ristoranti, deve rimanere chiuso, ma può continuare ad effettuare servizio d’asporto fino alle 18 (i bar) e fino alle 22 (ristoranti e pizzerie). È sempre consentita, invece, la consegna a domicilio .

Palestre e piscine chiuse, ok sport individuale

Nelle regioni rosse rimangono chiuse palestre, piscine e circoli, tranne quelli dove si allenano sportivi professionisti. Vietato anche praticare pesca dilettantistica o sportiva, così come la caccia. Sospese tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto di carattere amatoriale, così come gli allenamenti. Si può fare sport “esclusivamente all’aperto e in forma individuale” e in prossimità della propria abitazione, sempre con la mascherina e rispettando il distanziamento sociale.

 

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Letizia Moratti attacca il Ministro Speranza : sospendere la zona rossa per 48 ore

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Lombardia zona rossa, Moratti: “Sospenderla immediatamente per 48 ore, Iss valuti Rt il 19 gennaio

“Sospendere per 48 ore l’ordinanza che colloca la Lombardia in zona rossa in attesa dei dati di martedì che certificheranno il minor grado di rischio”. E’ la richiesta del vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, al ministro della Salute Roberto Speranza. “La revisione sollecitata per martedì – spiega Moratti – potrà essere molto più puntuale e oggettiva e dimostrare il minor grado di rischio della Lombardia”.

“La revisione sollecitata per martedì – spiega Moratti – potrà essere molto più puntuale e oggettiva e dimostrare il minor grado di rischio della Lombardia. Si tratta di una sospensiva di 48 ore che sono certa troverà poi una conferma definitiva per l’intera Regione a seguito del ricalcolo aggiornato degli indici che il 16 gennaio a Regione Lombardia risulterebbe di 1,01”.

MInistro Boccia: “Lombardia? Rispettiamo le regole decise assieme”

“Pensare di ripartire senza la Lombardia è impossibile,è il cuore pulsante del Paese, quei numeri (i parametri per stabilire le fasce di colore), li abbiamo condivisi insieme, rispettiamoli”. Così il ministro Francesco Boccia su Rai Tre a Che tempo che fa. “Mi sento spesso con il presidente Fontana (che ha annunciato ricorso contro la zona rossa, ndr), la Lombardia ha pagato un prezzo altissimo nella prima fase, quando è stata la regione del mondo più colpita dall’epidemia”, ha detto ancora Boccia rispondendo a Fabio Fazio.

BOLLETTINO DI OGGI IN LOMBARDIA 

Nelle ultime 24 ore +1.603 casi e 65 morti

Con 25.051 tamponi effettuati (di cui 21.077 molecolari e 3.974 antigenici), sono 1.603 i nuovi positivi in Lombardia con il tasso di positività in leggera crescita al 6.3% (ieri 6%). Diminuiscono i ricoverati sia nelle terapie intensive (-2, 452 in totale) che negli altri reparti (-54, 3.610 in totale). I decessi sono 65 per un totale complessivo di 26.237 morti in regione dall’inizio della pandemia. I guariti/dimessi sono 3.394. Per quanto riguarda le province, ci sono 440 nuovi casi nella Cittàmetropolitana di Milano di cui 167 a Milano citta’, 335 a Brescia: 335, 147 a Como, 124 a Mantova, 117 a Monza e Brianza e 101 a Pavia
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Zangrillo vaccinatore nelle Rsa: “Una delle esperienze più belle della mia vita”

zangrillo
zangrillo

Il primario del San Raffaele: «Do una mano, è qualcosa di speciale. Il mio vuole essere un riconoscimento di attenzione per i più anziani: e lo faccio anche per i miei figli, stiamo rubando loro il futuro»

“Non è un lavoro di secondo piano. È una delle più belle esperienze della mia vita. Senti che fai qualcosa di speciale per persone che potrebbero correre grandi rischi a causa del virus. E ti immedesimi” racconta il professor Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e rianimazione all’ospedale San Raffaele in un’intervista al Corriere della Sera commentando l’esperienza di vaccinatore in una Rsa di Milano. “Ho deciso una settimana fa. Ho chiesto alla Regione e mi è stato detto che avrei potuto essere di supporto nelle strutture in capo all’Asst Fatebenefratelli-Sacco. Nei giorni scorsi ho preso conoscenza della procedura e iniziato le vaccinazioni alla Rsa Quarenghi e al centro Girola con i miei collaboratori”
Chi vaccina?
«Gli operatori sanitari delle Rsa e gli anziani. La loro età va dagli 85 ai 102 anni».

“Numero contagi non è per forza emergenza sanitaria”

Il primario di terapia intensiva e rianimazione dell’Irccs San Raffaele di Milano e prorettore dell’università Vita-Salute all’Adnkronos Salute: “Io lavoro e osservo: le strutture sanitarie della mia regione non sono in sofferenza. Dal 22 dicembre nel mio ospedale ricoveriamo una media di 4 pazienti Covid al giorno”

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GALLI: “La variante brasiliana è bella tosta, giusto chiudere i voli verso il Brasile”

Massimo Galli
Massimo Galli

Dopo la variante Covid inglesecresce la preoccupazione per quella brasiliana.

 A non nascondere i suoi timori è Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano: “E’ bella tosta, che ci tocca studiare e studiare parecchio. E chiudere i voli dal Brasile“, da parte del ministro della Salute Roberto Speranza, “è stata una decisione necessaria e sacrosanta”.

“La variante brasiliana, che ha fatto già chiudere l’Inghilterra, è una cosa pesante purtroppo”, avverte l’esperto. “Quello che è capitato a Manaus – sottolinea – mette la pietra tombale sulla strategia di chi ha in mente di far circolare il virus indisturbato per arrivare a un’immunità di gregge a furia di infezioni. A Manaus è accaduto invece che, lasciando girare il virus come gli pare, si è avuta sì una percentuale importante di gente che si è infettata e quindi immunizzata, ma non importante abbastanza per creare una vera barriera. E’ successo quindi che il virus ha sviluppato la mutazione giusta per tornare a essere in grado di colpire non solo quelli che non aveva ancora infettato, ma in qualche caso a quanto pare anche quelli che si erano già ammalati. E’ un elemento di notevole preoccupazione”, ammonisce l’esperto.

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Autocertificazione 2021 : ritorna il modulo obbligatorio per gli spostamenti

polizia controllo coronavirus blocco stradale
polizia controllo coronavirus blocco stradale

Autocertificazione 2021 per gli spostamenti, il modulo rimane uguale al precedente

I cittadini sono tenuti a portare con sé un modulo di autocertificazione anzitutto nel momento in cui devono spostarsi tra una Regione e un’altra: il decreto, infatti, ha prorogato il divieto di spostamento tra Regioni fino al 15 febbraio, fatta eccezione per i motivi di lavoro, salute o necessità, o per rientrare presso il proprio domicilio o residenza.

Anche per spostarsi durante l’orario di coprifuoco – dalle ore 22 alle ore 5 – è obbligatoria l’autocertificazione e sono contemplati soltanto gli spostamenti comprovati dai tre suddetti motivi (lavoro, salute o necessità).

Con la suddivisione delle Regioni in fascia arancione e rossa, infine, l’autocertificazione torna necessaria ogni qual volta si esce dal proprio Comune di residenza (per le zone arancioni) e per giustificare qualsiasi spostamento (per le zone rosse). Soltanto l’introduzione della zona bianca – ipotesi ancora lontana per tutte le Regioni italiane – comporterebbe l’eliminazione dell’obbligo di autocertificazione

Per scaricare l’autocertificazione, clicca QUI

Quando serve l’autocertificazione nelle zone rosse

In zona rossa l’autocertificazione è sempre richiesta. Sono vietati tutti gli spostamenti anche all’interno del proprio Comune, se non in caso di necessità, per esigenze di lavoro e salute, tutti motivi che dovranno essere comprovati dall’autocertificazione. Restano chiusi i negozi, tranne quelli considerati di prima necessità. Resta la possibilità di spostarsi verso l’abitazione di parenti o amici una volta al giorno, massimo due persone, esclusi disabili a carico e minori di 14 anni. Stop agli spostamenti nella regione e tra regioni diverse, e ovviamente coprifuoco confermato tra le 22 e le 5, salvo comprovati motivi di necessità, lavoro o urgenza da dichiarare nell’autocertificazione. Scuole chiuse, con dad al 100%.

Per scaricare l’autocertificazione, clicca QUI

Lombardia contro la zona rossa, la mossa di Attilio Fontana

La Lombardia entra in zona rossa da domenica 17 gennaio fino al 31 gennaio. In attesa di capire cosa accadrà col ricorso preannunciato dal presidente della Regione Attilio Fontana, l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza firmat

La Lombardia è nuovamente in zona rossa, ma Attilio Fontana ha criticato la decisione subìta, a suo dire, dalla Regione. Il governatore si è scagliato contro i dati su cui si è basata la scelta, definendoli vecchi: secondo lui, infatti, i parametri sono basati sui numeri del 30 dicembre e non tengono conto di alcuni dati importanti come l’Rt sull’ospedalizzazione.

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LOMBARDIA ZONA ROSSA dal 17 al 31 gennaio firmata ordinanza dal Ministro della Salute Roberto Speranza

02desk1 dentro apertura speranza conte
02desk1 dentro apertura speranza conte

La Lombardia entra in zona rossa da domenica 17 gennaio fino al 31 gennaio. In attesa di capire cosa accadrà col ricorso preannunciato dal presidente della Regione Attilio Fontana, l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza firmata oggi, sabato 16 gennaio, mette nero su bianco quello che era già stato anticipato ieri dallo stesso Fontana e dalla riunione della Cabina di regia. “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Sars-Cov-2, fermo restando quando previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (il Dpcm, ndr) 14 gennaio 2021, alla Regione Lombardia si applicano le misure di cui all’articolo 3 del medesimo decreto”.

Lombardia contro la zona rossa, la mossa di Attilio Fontana

La Lombardia è nuovamente in zona rossa, ma Attilio Fontana ha criticato la decisione subìta, a suo dire, dalla Regione. Il governatore si è scagliato contro i dati su cui si è basata la scelta, definendoli vecchi: secondo lui, infatti, i parametri sono basati sui numeri del 30 dicembre e non tengono conto di alcuni dati importanti come l’Rt sull’ospedalizzazione.

A spalleggiare il presidente della Regione c’è la sua vice, nonché nuova assessora al Welfare al posto di Giulio Gallera, Letizia Moratti. Per l’ex sindaca di Milano, infatti, la Lombardia sarebbe stata penalizzata pur avendo un’incidenza di contagi per abitanti nettamente inferiore non solo a diverse altre Regioni, ma anche alla media nazionale.

 Lombardia zona rossa: le regole

bar e ristoranti: è consentito il servizio d’asporto entro le 22 per i ristoranti ed entro le 18 per i bar (nessun limite, invece, per il servizio a domicilio). Restano aperti gli autogrill lungo le autostrade e i bar in stazioni e aeroporti;

  • gli unici negozi aperti sono: rivenditori di generi alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccai, edicole, parrucchieri, barbieri, lavanderie, ferramenta, ottici, fiorai, librerie, cartolerie, informatica, negozi di abbigliamento per bambini e di giocattoli, profumerie, pompe funebri e distributori automatici. Nei centri commerciali resteranno aperti solo alimentari, farmacie, parafarmacie e tabaccai;
  • non si potrà fare qualsiasi sport salvo attività motoria all’aperto e in forma individuale; si potrà fare jogging o andare in bici individualmente;
  • gli spostamenti sono consentiti solo per ragioni lavoro, salute, necessità e tra questi rientra l’assistenza ad una persona non autosufficiente; si potrà rientrare nella propria residenza, nel domicilio o nell’abitazione in cui ci si ritrova abitualmente con il partner; si potrà andare a fare la spesa e a messa oltre che in farmacia e dal tabaccaio. In caso di controlli, deve sempre essere mostrata o compilata al momento l’autocertificazione;
  • restano le limitazioni agli spostamenti dalle 22 alle 5;
  • ci si potrà recare a casa di altre persone (in due, ma nel totale non sono contati gli under 14) con spostamenti all’interno del proprio comune.
 

 

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La Pizza è stato il cibo take away più popolare del mondo nel 2020

pizza napoletana
pizza napoletana

Il cibo è stato una delle (poche) consolazioni che ci sono rimaste nel 2020 segnato dalla pandemia di Coronavirus. Pizza, cinese, e sushi sul podio della classifica mondiale.

E quando c’è bisogno di tirarsi su, poche cose fanno miracoli come la pizza, che non caso è stata la specialità da asporto e da consegna a domicilio più richiesta nel mondo.

Questa notizia arriva proprio in occasione della Giornata mondiale della Pizza.

Il sito di comparazioni di assicurazioni MoneyBeach ha indagato i cibi più popolari per il takeaway in 109 paesi, in base al flusso di ricerche su Google: la pizza ha dominato in 44 nazioni, dando un discreto distacco alla seconda classificata, la cucina cinese.

In particolare in Europa è stato un plebiscito con poche eccezioni: ha messo d’accordo italiani e francesi, tedeschi e spagnoli, e poi islandesi, norvegesi, polacchi, belgi, svizzeri, austriaci, croati, sloveni, bulgari, montenegrini e albanesi. Fra gli altri paesi del mondo, la pizza ha vinto in Argentina, Giamaica, Marocco, Egitto, Madagascar, Arabia Saudita, India e Corea del Sud.

Il cinese, secondo classificato, ha invece conquistato le preferenze di 29 paesi, nella sua madrepatria come prevedibile e quindi ad esempio nel Regno Unito, in Irlanda, in Grecia, negli Stati Uniti, in Messico, in Colombia e in Cile.

Terzo il sushi, il preferito in Portogallo, Svezia, Romania, Brasile, Vietnam e Giappone (ça va sans dire).

Altre scelte curiose: il takeaway più apprezzato in Russia è stato il kebab, nei Paesi Bassi e in Israele l’indiano, in Turchia la pasta, in Canada il fish and chips, in Thailandia il burrito, in Cambogia e nel Laos il pollo fritto, in Libano e nell’Oman il coreano.

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Bonus auto elettrica o ibrida 2021 : nuovi fondi disponibili, via alle prenotazioni dai concessionari

Ecobonus
Ecobonus

ECOBONUS AUTOMOTIVE: OLTRE 700 MILIONI DI EURO PER L’ACQUISTO DI NUOVI VEICOLI

Nuovi bonus per l’acquisto di auto, in particolare elettriche e ibride, sono stati aggiunti con la legge di bilancio 2021, ma anche per veicoli a benzina e diesel, a bassa emissione.

Sono stati nuovamente finanziati dal Governo gli incentivi per l’acquisto di veicoli nuovi a basso impatto ambientale, allargando la “platea” di veicoli che beneficiano del bonus e prevedendo anche uno sconto sulla base dell’Isee di chi acquista.

Sconto auto elettriche con Isee sotto i 30mila euro

Chi appartiene a un nucleo familiare con Isee inferiore a 30mila euro potrà usufruire di un contributo del 40% delle spese per l’acquisto, anche in leasing, di automobili nuove ad alimentazione esclusivamente elettrica, purché di potenza inferiore o uguale 150 kW, destinata al trasporto di massimo 8 persone oltre al conducente (categoria M1) e che abbiano un prezzo di listino inferiore a 30mila euro, al netto dell’Iva

Ecobonus: chi può aderire

Chi nel 2021 vuole acquistare una nuova auto ha dunque a disposizione due opzioni: usufruire dell’Ecobonus e degli incentivi aggiuntivi previsti per il 2021, o sfruttare lo sconto del quaranta per cento applicato sulle auto elettriche per chi ha un Isee annuale inferiore a trentamila euro.

L’Ecobonus resta uguale a quello del 2019, a cambiare sono gli incentivi. I fondi a disposizione sono in totale 490 milioni di euro così suddivisi: 250 milioni per gli incentivi sull’acquisto di auto a benzina, diesel, mild o full hybrid, 120 milioni per l’acquisto di auto elettriche, e i 120 milioni già previsti nella legge di bilancio 2019 per le vetture ibride ricaricabili ed esclusivamente a batteria.

Beneficia dei bonus chi acquista un veicolo M1 (omologato come autovettura) nuovo di fabbrica, e l’importo varia – come già detto – a seconda della quantità di emissioni di CO2 rilevate secondo il protocollo Wltp. Il limite massimo è di 135 grammi per chilometro percorso, e all’interno sono state stabilite tre fasce che danno diritto a tre diversi incentivi.

Nella fascia che comprende veicoli che emettono da 0 a 20 grammi di CO2 per km – di fatto le auto elettriche – con prezzo massimo di cinquantamila euro (Iva, Ipt e spese di messa escluse) si arriva sino a diecimila euro di incentivi con rottamazione, seimila senza.

Rottamando un veicolo M1 inferiore a Euro cinque e più vecchio del primo gennaio 2011 (oltre dieci anni), dunque, si ottengono seimila euro di Ecobonus, duemila di incentivi previsti dalla legge di bilancio 2021, e duemila di sconto dal concessionario. Senza la rottamazione l’Ecobonus è di quattromila euro, cui si aggiungono mille euro della legge di bilancio e altri mille scontati dal concessionario.

Ecobonus, quando scade

Sul fronte scadenze, per le prime due fasce il bonus può essere richiesto entro il 31 dicembre 2021, per la terza fascia entro il 30 giugno 2021, e comunque (in entrambi i casi) sino a esaurimento dei fondi disponibili. Per verificare gli incentivi e il plafond rimanente è necessario consultare il sito del Mise.

 

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