Milano punta sulle cargo-bike: cosa sono e perché potrebbero cambiare la mobilità
Milano sta investendo molto nelle cargo-bike, ossia biciclette progettate per trasportare merci di vari tipi. L’obiettivo è rendere la città più sostenibile. Inoltre, il mezzo offre vantaggi ecologici ed economici.
Cos’è accaduto
Di recente è stato organizzato il Cargo Bike Day Experience, un evento promosso dal Comune con Legambiente Milano, Clean Cities Campaign e altri partner. Durante l’iniziativa, amministratori, tecnici e politici hanno provato le cargo-bike in prima persona. In questo modo si è cercato di integrare la bici cargo nei futuri progetti di mobilità sostenibile.
Perché le cargo-bike servono
Le cargo-bike non sono una novità recente: esistono da fine Ottocento. Oggi possono però sostituire molti mezzi tradizionali delle consegne, molto più costosi e meno ecologici. Attualmente coprono circa il 2% delle consegne e-commerce a Milano, ma potrebbero arrivare al 30% nell’Area C se sostenute da politiche adeguate.
Sono vantaggiose anche per costi: meno bollo, meno carburante, assicurazioni più leggere. Inoltre, se sono elettriche, il vantaggio ambientale e pratico cresce.
Chi le usa già
A Milano esistono già alcuni operatori che impiegano le cargo-bike:
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UBM – Urban Bike Messengers: è l’operatore principale nel campo della logistica in bici. Hanno decine di corrieri su cargo aziendali, collaborano con grandi corrierie.
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So.De – Social Delivery: impresa nata nel 2021 che unisce consegne sostenibili a un progetto sociale. Impiega persone provenienti da contesti di marginalità, rifugiati o con problematiche diverse.
Quali passi avanti servono
Perché le cargo-bike diventino una realtà diffusa, servono:
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Incentivi all’acquisto sia per aziende logistiche sia per privati.
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Infrastrutture dedicate, come hub logistici per la distribuzione urbana.
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Supporto istituzionale, cioè politiche comunali chiare che integrino le bici cargo nei piani ambientali e di mobilità.
Le cargo-bike rappresentano una concreta alternativa ecologica e funzionale. A Milano esistono già esempi concreti. Tuttavia, per diventare parte integrante della mobilità urbana serve un impegno coordinato tra amministrazione, aziende e cittadini.