MILANO: il progetto servirà a rendere più salubre l’ambiente e a purificare l’aria circostanti, assorbendo circa 12 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
Un edificio “mangia smog”, una facciata prismatica in vetro in grado di riflettere una luce diversa a seconda delle condizioni atmosferiche e poi balconi con piastrelle di ceramica riflettente che consentiranno di illuminare gli oltre 20 mila metri quadrati di uffici con luce naturale riducendo di quasi il 50% il consumo di quella artificiale. Ancora, copertura con pannelli fotovoltaici per ridurre l’emissione di Co2 di circa 13 tonnellate l’anno.
Sembra il palazzo del futuro, sarà invece una realtà tra circa un anno. Lo garantisce l’architetto Massimo Roj, amministratore delegato di “Progetto Cmr” incaricato da Unipol-Sai di continuare i lavori su quel palazzo rimasto abbandonato per 14 anni nel quartiere Isola e che adesso, con i lavori che procedono già speditamente, diventerà la nuova sede milanese della società e soprattutto il fiore all’occhiello di un quartiere che già a due passi gode dell’ormai famosissimo bosco verticale. Unipol-Sai ha ereditato la proprietà dell’edificio, la cui costruzione era stata iniziata da Salvatore Ligresti (su un altro progetto), in seguito alle note vicende giudiziarie e finanziarie dell’immobiliarista.
L’edificio (nome ufficiale “De Castilla 23”) è contraddistinto inoltre dall’impiego di impianti di ultima generazione, che utilizzano fonti rinnovabili per la produzione energetica. Il sistema fotovoltaico integrato in copertura produce circa 40.000 kWhel/anno di energia pulita evitando l’emissione in atmosfera di 13 tCO2/anno. Una pompa di calore ad acqua di falda ad altissima efficienza sfrutta l’energia geotermica sia per il riscaldamento che per il raffreddamento degli uffici, senza rilasciare inquinanti localmente.
I 2.000 mq a verde previsti nel progetto concorreranno poi a rendere più salubre l’ambiente e a purificare l’aria circostanti, assorbendo circa 12 tonnellate di anidride carbonica all’anno e rilasciando 9 tonnellate di ossigeno, secondo le ricerche condotte dal team di Ricerca & Sviluppo di Progetto CMR.
Ma la grande particolarità rimane quella caratteristica “mangia smog”. Di cosa si tratta? Si è scelto di trattare parte delle superfici esterne in gres con biossido di titanio, un rivestimento innovativo che contribuisce attivamente a ridurre l’inquinamento atmosferico locale. Il materiale innesca infatti un processo fotocatalitico che permette lo “scioglimento” degli agenti inquinanti che, nel caso specifico, si traduce in una riduzione attesa di 36 kg di ossido di azoto in meno all’anno, equivalente all’azione stimata di 122.000 mq di aree verdi.
Una Milano sempre più attenta all’ambiente e una progettazione, quella curata dall’architetto Roj, che in maniera naturale, è proprio il caso di dirlo, realizza lavori ad impatto zero in grado di cambiare il volto dell’edilizia.
Progetto Cmr, con diverse sedi in Italia e nel mondo, in Cina da oltre 16 anni, su Milano lavora su altre due aree: Santa Giulia, con interventi di riqualificazione edilizia, e su Corso Buenos Aires dove un ex cinema cambierà presto volto. Per una città che, sì, vive ogni giorno il problema dello smog ma che forse, davvero come poche, mette in campo misure che la rendono unica e all’avanguardia.