15.2 C
Milano
giovedì, Maggio 8, 2025
Advertisement

Duomo illuminato fino a Pasqua in segno di fiducia e incoraggiamento per la città

duomo illuminato
duomo illuminato

Dal Duomo fiducia e incoraggiamento alla città

duomo illuminato

Dalla sera del 18 marzo 2020, il Duomo di Milano si rivestirà di luce, con l’attivazione della cosiddetta “illuminazione di gala”, fino a Pasqua. Normalmente, tale illuminazione viene azionata solo nei giorni festivi e prefestivi. Per decisione della Veneranda Fabbrica del Duomo, essa sarà ora accesa 7 giorni su 7, per rischiarare la notte di Milano e rappresentare un segno di positività, di fiducia e di incoraggiamento per la città in un momento difficile e carico di sofferenza.

Molte sono le persone, infatti, che, pur restando a casa, cercano la Cattedrale dalle proprie finestre, attraverso le numerose webcam presenti in rete o nelle immagini dei telegiornali.

Con un messaggio di luce che ci accompagnerà idealmente fino alla Pasqua del Signore, la domus di tutti i milanesi conferma così, ancora una volta, la propria partecipazione, nella sua secolare storia, alle vicende della città che ha edificato uno dei più splendidi monumenti all’ingegno e alla creatività lombarda.

Tale illuminazione prevede l’accensione dell’impianto perimetrale e della parte alta del Duomo, comprendente le coperture e le guglie, con oltre 500 proiettori a LED, allocati sulle Terrazze del Duomo e distribuiti sui pali e i palazzi circostanti.

L’impianto è stato inaugurato il 20 dicembre 2018. Il progetto, curato dall’Ing. Pietro Palladino, approvato dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Milano, è stato frutto di un accordo stipulato dalla Veneranda Fabbrica con il Comune di Milano e A2A per la valorizzazione dell’illuminazione esterna della Cattedrale.

Tale tecnologia prevede anche un consumo energetico estremamente ridotto: il nuovo impianto ha infatti permesso la riduzione del 52% dei consumi annui di energia elettrica rispetto al sistema precedente, evitando 23.000 tonnellate di emissioni di CO2.

Restate a casa, ma restiamo uniti.

 

La voce di Andrea Bocelli risuonerà in ogni dove il giorno di Pasqua in occasione di un grande concerto in streaming organizzato dal Comune di Milano in collaborazione con la Curia del capoluogo lombardo.

L’eccezionale evento si terrà in Duomo e sarà rigorosamente senza pubblico a causa dell’emergenza coronavirus.

Per tutte le informazioni clicca QUI

Advertisement

Papa Francesco dona 60 mila euro all’Ospedale di Bergamo

15235800 1240598319295592 256872362429462405 o
15235800 1240598319295592 256872362429462405 o

Attraverso la Diocesi di Bergamo, Papa Francesco ha donato 60mila euro all’ospedale Papa Giovanni XXIII, tra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus

papa francesco dona

Il segno di vicinanza del Papa a una struttura che è sul fronte della lotta al Covid-19. Profonda riconoscenza da parte del vescovo della città, Francesco Beschi

Anche oggi la conta è di quelle che potrebbero scoraggiare, se non fosse che ormai si lavora oltre il senso dello stremo. Nella Bergamasca le ultime 24 ore hanno aumentato il bilancio delle vittime, altre 66, e di nuovi contagiati da coronavirus, 144, 12 più di ieri. E allora è il coraggio di cui hanno bisogno soprattutto medici, infermieri e personale sanitario dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, cui il Papa ha fatto giungere la somma di 60 mila euro, un segno – sottolinea un comunicato della diocesi – “della sua premura e della sua carità”.

La diocesi lombarda, che è presieduta dal vescovo Francesco Beschi, ha voluto aggiungere qualche particolare in più su quanto messo in campo dal Santo Padre, specificando come “L’espressione della sua paternità come è comprensibile, raggiunge tutte le diocesi colpite dalla violenza del contagio, ma nello stesso tempo desidera manifestarsi particolarmente a quelle comunità che ne sono maggiormente colpite”. E Bergamo è di sicuro tra le comunità “maggiormente colpite” in Italia e nel mondo. A metà marzo, Francesco si era già distinto per aver donato 100mila euro alla Caritas.

Alla notizia del dono del Papa, monsignor Beschi ha fatto giungere a Papa Francesco la gratitudine sua e della diocesi attraverso il cardinale Krajewski e il Capitolo di San Pietro. Ed è stato lo stesso capo della Chiesa bergamasca, informa la diocesi, a trasmettere “al direttore Generale dell’Ospedale Papa Giovanni il dono del Santo Padre, accogliendo la sua profonda riconoscenza e quella di tutti coloro che vi sono curati e vi lavorano”. L’Ospedale, si afferma, “impiegherà questo concreto segno della paternità del Santo Padre anche nella struttura nata alla Fiera che dai prossimi giorni risponderà ai bisogni di tutti i bergamaschi”.

papa francesco dona

Advertisement

Ospedale di Bergamo : per la prima volta più dimessi che ricoverati

ospedale di bergamo coronavirus
ospedale di bergamo coronavirus

“Eʼ un segnale, ma la guardia deve restare alta”, ha spiegato il direttore sanitario

ospedale di bergamo

Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza coronavirus all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo sono state più le persone dimesse di quelle ricoverate: 26 contro 20. A riportare il dato è L’Eco di Bergamo, che registra anche una diminuzione delle pagine dei necrologi: sette, mentre nei giorni scorsi erano arrivate ad essere una dozzina. “E’ un segnale – ha spiegato il direttore sanitario Fabio Pezzoli – ma la guardia deve restare alta”.

Il calo dei ricoveri, inoltre, si affianca a un cambiamento negli accessi al pronto soccorso del Papa Giovanni. “Il 2 aprile – ha detto Pezzoli – gli accessi totali al pronto soccorso sono stati una settantina, per essere precisi 38 accessi riguardavano persone con sospetto Covid o già malate, mentre altri 30 invece sono stati gli accessi per altre patologie. Insomma, stiamo riprendendo l’attività anche riferita a ricoveri, diciamo così, ordinari, rispetto alla pandemia”.

Il direttore sanitario dell’ospedale ha quindi ribadito che “va evitato e scongiurato qualunque fenomeno di rebound nei prossimi giorni, bisogna restare sulle barricate e verificare gli andamenti almeno per le prossime due o tre settimane. Il nostro ospedale resta e resterà per diverso tempo un caposaldo nella lotta al coronavirus, non si dimentichi che abbiamo ancora ben oltre 400 persone ricoverate per Covid-19. E molte sono gravi: la Terapia intensiva di fatto è ancora satura,con oltre 90 malati Covid”.

Grazie al rallentamento dei contagi da coronavirus, confermato anche dall’Iss, “gli ospedali respirano”. Lo afferma Angelo Borrelli, secondo cui “dobbiamo andare avanti con massimo rigore. Il capo della Protezione civile non dà date sulla fine del lockdown: “A casa anche il Primo maggio? Dipende dalla curva”. Il trend rimane costante in Lombardia dove, ha spiegato l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, “si registrano 7.520 positivi, con 1.455 contagi in più su un numero di tamponi ancora elevato”.

Advertisement

EMERGENZA PASTA IN GERMANIA : partono treni speciali dall’Italia con tonnellate di rifornimenti

emergenza pasta germania
emergenza pasta germania

La catena di supermercati Aldi ha già inviato treni speciali nel nostro Paese per fare scorta

emergenza pasta in germania

Anche in Germania gli scaffali di molti supermercati si stanno svuotando. I tedeschi temono quindi di rimanere senza pasta a causa dell’emergenza coronavirus, tanto che la catena di supermercati Aldi sta mandando treni speciali in Italia per poter fare scorta .

«Diversi treni speciali hanno già portato oltre 60mila pacchi di fusilli, più di 75mila pacchi di penne e 250mila pacchetti di spaghetti dall’Italia a Norimberga, come prima consegna», si legge in un comunicato diffuso oggi dall’Aldi. Le domande di pasta sono aumentate in questo periodo in Germania e la catena di supermercati spiega di avere delle difficoltà a soddisfarle, così come anche a importarla. La Schenker, il dipartimento di logistica delle ferrovie tedesche Deutsche Bahn, ha spiegato di aver già provveduto alla presa in consegna di oltre duecento tonnellate di pasta.

Le domande di pasta sono aumentate in questo periodo in Germania e la catena di supermercati spiega di avere delle difficoltà a soddisfarle, così come anche a importarla. La Schenker, il dipartimento di logistica delle ferrovie tedesche Deutsche Bahn, ha spiegato di aver già provveduto alla presa in consegna di oltre duecento tonnellate di pasta.

Ecco il video pubblicato sui canali social della catena di supermercati tedesca  

https://www.facebook.com/ALDI.SUED/videos/168862727517273/

 

 

La situazione contagi Coronavirus in Germania

I casi sono rilevati positivi sono 84.600 mentre si sono superati i mille decessi. Questo secondo il bilancio fatto dalla Dpa sulla base dei dati forniti dai 16 Land.

Un totale di 113 pazienti malati di Covid-19 provenienti da altri Paesi dell’Unione Europea sono stati accolti negli ospedali della Germania per essere curati. Di questi 85 provenivano dalle zone più colpite dal virus in Francia, 26 dall’Italia e due dall’Olanda. Negli ospedali tedeschi restano disponibili 81 posti letto per malati provenienti dal nostro paese, 13 per pazienti trasferiti dalla Francia. La Germania ha anche offerto disponibilità ad accogliere pazienti dalla Spagna. Da ieri inoltre è attivo a Napoli un team di medici ed infermiere dell’ospedale Universitario di Jena. La Germania ha infine inviato sette tonnellate di aiuti in Italia, tra cui respiratori e maschere per l’ossigeno. Sono 73.522 i casi di contagio accertati in Germania. Le cifre sono state fornite oggi dal Robert Koch Institut, che ha riferito inoltre di 872 decessi. Secondo l’istituto in una giornata si è registrato un aumento di 6.156 casi e 140 decessi in più.

Advertisement

Coronavirus : Campari con Intercos iniziano la produzione di gel alcolici per le mani da destinare agli ospedali

campari gel mani ospedali
campari gel mani ospedali

EMERGENZA CORONAVIRUS: CAMPARI GROUP E INTERCOS GROUP INSIEME PER PRODURRE GEL ALCOOLICI PER L’IGIENE DELLE MANI

Dalla collaborazione tra le due aziende verranno prodotti gel alcoolici destinati agli operatori sanitari degli ospedali lombardi

Campari Group, tra i maggiori protagonisti a livello globale nel settore degli spirit, e Intercos Group, azienda leader nello sviluppo e produzione di prodotti per la cosmetica, uniscono le proprie forze in una collaborazione per la produzione di gel igienizzanti a base alcoolica, destinata agli operatori sanitari degli ospedali lombardi, in prima linea nella lotta all’emergenza Coronavirus Covid-19.

L’alcol donato da Campari Group è stato trasformato e imbottigliato dallo stabilimento Cosmint (Olgiate Comasco) del Gruppo Intercos. Questa collaborazione porterà a una prima produzione di 15 mila bottiglie di gel igienizzante per le mani.

Consapevoli del continuo bisogno di gel igienizzante negli ospedali e in tutti i presidi medici, abbiamo deciso di donare una quantità di alcool puro, originariamente destinato alle nostre produzioni, in quanto materia prima essenziale per questa tipologia di prodotti – ha dichiarato Bob Kunze-Concewitz, CEO di Campari Group – Abbiamo quindi deciso di unire gli sforzi con Intercos Group, un’azienda leader mondiale nel proprio settore e come noi di origine lombarda, per la produzione e l’imbottigliamento del prodotto finito. Anche in questo modo, dopo aver contribuito con una donazione all’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, intendiamo testimoniare il nostro impegno nel contrastare l’epidemia dando supporto agli operatori sanitari del territorio lombardo, che sono in prima linea nell’assistenza dei malati di Covid 19” ha concluso Kunze-Concewitz.

Siamo felici di dare il nostro contributo sostenendo gli ospedali lombardi in questo momento di emergenza sanitaria. Il Gruppo Intercos è ormai da mesi in prima linea, prima nei suoi stabilimenti cinesi e oggi in quelli europei e americani, e conosce quindi bene l’importanza di sostenere le strutture sanitarie locali. Per questo motivo, siamo orgogliosi di mettere in campo le nostre formule e la nostra capacità produttiva e di unirci a Campari Group in questa iniziativa.” – ha dichiarato Renato Semerari, CEO di Intercos Group.

Campari Group e Intercos si faranno carico anche della logistica del prodotto finito, per far giungere il gel disinfettante laddove è più urgente il bisogno.

Continuano le donazioni : CAMPARI sceglie l’ospedale Sacco con un contributo di 1 milione di euro

Advertisement

Coronavirus: primo vaccino supera fase test sugli animali,crescono le speranze

vaccino coronavirus
vaccino coronavirus

Coronavirus, il primo vaccino è un cerotto e supera i test sugli animali

Lotta al Covid-19. Speranze arrivano dal vaccino. Arriva nella giornata di oggi la notizia che il vaccino per il Coronavirus potrebbe passare per un cerotto. Un primo test, riuscito sui topi, sembra molto incoraggiante.

Ne dà comunicazione l’Università of Pittsburgh, riferendo delle ricerche condotte e coordinate dall’italiano Andrea Gambotto , da tempo al lavoro presso l’ateneo americano. “Una volta testato sui topi, il vaccino, che ha la forma di un cerotto grande come un’impronta digitale, produce anti corpi specifici per Sars-CoV-2 in quantità ritenute sufficienti per neutralizzare il virus”, recita un comunicato.

Chiamato PittCoVacc è una specie di cerotto con 400 microaghi – spiega Gambotto – che non entrano profondamente nella pelle e in 2-3 minuti si sciolgono, senza dolore e senza sanguinamento”, rilasciando l’antigene che scatena la risposta immunitaria, la subunità “S1” della proteina virale “spike”. “La possibilità che questo vaccino protegga dal virus Sars Cov 2 è alta – sostiene – ora stiamo verificando la capacità di neutralizzare il virus su cellule umane in provetta usando gli anticorpi isolati dai topi vaccinati”. Gli autori dello studio stanno ora sottoponendo il vaccino al vaglio dell’Food Drug Administration (FDA) e se riceveranno l’autorizzazione inizieranno la prima sperimentazione su pazienti al più presto entro un paio di mesi: “Crediamo che i test sulle scimmie non siano necessari – precisa Gambotto – altri vaccini sono entrati in sperimentazione clinica senza alcun test animale. La nostra vision è di inserirlo insieme al vaccino dell’influenza stagionale”.

 

Advertisement

Del Vecchio di Luxottica dona 10 milioni di euro e 6 respiratori all’ospedale Fiera Milano

del vecchio luxottica donazione
del vecchio luxottica donazione

Il patron di Luxottica ha voluto contribuire a titolo personale

Del Vecchio luxottica
Dieci milioni di euro sul conto corrente del’ Ospedale Fiera Milano. Sono arrivati da Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica e milanese d’adozione,  fu accolto dai Martinitt ( celebre struttura che occoglie orfani e piccoli abbandonati ) da bambino. L’imprenditore, che ha 84 anni, giovedì scorso ha fatto consegnare sei respiratori pagati di tasca sua per il nuovo ospedale allestito nei padiglioni di Fieramilanocity, mentre il giorno successivo ha effettuato la donazione attraverso la Fondazione Del Vecchio, di cui è presidente, creata circa tre anni fa.
Per la costruzione della struttura lombarda serviva denaro subito disponibile e lui ha firmato un mandato di pagamento immediato come presidente della Fondazione Del Vecchio. Denaro personale, non di Luxottica.

Da una altra segnalazione emerge che il patron del gruppo Luxottica ha deciso che integrerà la cassa integrazione per coronavirus dei suoi 12 mila dipendenti in modo da garantire loro il 100 per cento dello stipendio. L’accordo, che è stato sottoscritto questa mattina dai sindacati, comprende un taglio fino al 50 per cento nelle buste paghe dei manager e un bonus di 500 euro che sarà versato a chi è impegnato in servizi essenziali. I lavoratori hanno accettato come contropartita la riduzione da tre a una settimana degli stabilimenti ad agosto.

Advertisement

ESAME DI STATO,ecco tutte le ipotesi: date, bocciati, maxi prova orale e tesina

scuola aula
scuola aula

ESAME DI STATO: corsa contro il tempo per la maturità 2020. Ecco tutte le ipotesi sul tavolo del ministero

E’ un gigantesco punto di domanda la maturità 2020, che deve fare i conti con l’emergenza Coronavirus. L’esame di Stato verrà declinato e plasmato anche in base alla data di riapertura delle scuole. L’ipotesi di tornare sui banchi a maggio c’è ancora, non è stata affatto accantonata. Nessuna conferma al momento sulla voce secondo cui nell’anno scolastico 2019-2020 non ci sarà alcun bocciato, nemmeno tra gli studenti rimasti indietro in qualche materia, con eventuale recupero delle materie l’anno prossimo.

La titolare del ministero dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una diretta Faceboook mercoledì ha spiegato: “Ragazzi, so che attendete risposte sull’esame di Stato, ho letto tutte le vostre richieste. Abbiamo bisogno di un veicolo normativo: presto lo avremo e potremo dare risposte sull’esame di Stato e di terza media”, ha detto.

Per modificare maturità ed esame di terza media si deve per forza mettere mano al decreto legislativo 62 del 2017. Non una sottigliezza. Al momento la prima prova dell’esame di maturità è fissata per il 17 giugno. Sarà in ogni caso una maturità light con 6 commissari interni e uno esterno e molto probabilmente con una tesina al posto della seconda prova scritta. Non si terrà conto delle prove Invalsi e dell’alternanza scuola lavoro. Se si tornerà a scuola a maggio – il 17 è secondo molti la data limite oltre la quale è impossibile pensare di tornare a scuola – tutti gli studenti, anche quelli con insufficienze, potrebbero essere ammessi all’esame di Stato.

Se non si tornerà sui banchi, si potrebbe invece pensare di impostare la maturità con un’unica maxi-prova orale, della durata di almeno 60 minuti, con svolgimento di esercizi o traduzioni in base all’indirizzo di studi. In altri casi d’emergenza, come il post-terremoto de L’Aquila, si agì così. In tal caso l’orale potrebbe valere 60 punti nel computo complessivo del voto finale. Solo ipotesi, sia chiaro. Ma anche per l’esame di terza media l’ipotesi del maxi-colloquio è in piedi.
Advertisement

ERIC CLAPTON : il concerto di Milano sarà rinviato al 26 maggio 2021

eric clapton concerto
eric clapton concerto

Eric Clapton in concerto a Milano nel 2021

Il concerto di Eric Clapton a Milano, previsto per il 6 giugno 2020 è stato rinviato a mercoledì 26 maggio 2021.

A seguito della situazione creatasi con la diffusione del CoronaVirus il tour europeo di Eric Clapton è stato riprogrammato come segue:
6 giugno Assago (Mi), Mediolanum Forum – POSTICIPATO AL 26 maggio 2021
8 giugno Casalecchio di Reno (Bo), Unipol Arena – POSTICIPATO AL 28 maggio 2021

I biglietti già acquistati restano validi per la nuova data corrispondente.

Sono sempre di più le manifestazioni che, in seguito all’emergenza sanitaria che da decine di giorni sta colpendo il nostro Paese, hanno subito cancellazioni o cambiamenti.

In merito alla tappa a Milano del tour di Eric Clapton, TicketOne comunica che tutti i biglietti acquistati per la data iniziale restano validi. Appuntamento, dunque, a mercoledì 26 maggio 2021 al Mediolanum Forum di Assago!

Per info e biglietti clicca QUI

Advertisement

LA CASA DI CARTA quarta stagione : i nuovi episodi di una delle serie tra le più amate di Netflix

casa di carta nuova serie
casa di carta nuova serie

La Casa di Carta 4, guai in vista nel nuovo trailer !

Mentre il mondo attende che i contagi da coronavirus calino, cresce l’attesa per il ritorno della serie non in lingua inglese più vista su Netflix.

Venerdì 3 aprile esce in streaming ‘La casa di carta – Parte 4’ . Tornano in scena Rio, Tokyo, Nairobi, il Professore e tutti gli altri protagonisti e finalmente scopriremo cosa succederà a tutti loro, dopo che la ‘Parte 3’ era terminata con una serie di colpi di scena e lasciando in sospeso tantissime cose.

Creata da Álex Pina e inizialmente destinata a concludersi dopo la prima stagione, ‘La casa di carta’ è andata in onda sulla televisione spagnola e, dopo la distribuzione internazionale ad opera di Netflix, è letteralmente esplosa, diventando uno dei prodotti più seguiti della piattaforma di streaming. Sull’onda del successo Pina ha scritto la seconda stagione e, a proposito di stagioni, vale la pena di fare chiarezza: la prima è composta da quelle che gli utenti di Netflix conoscono come ‘Parte 1’ e ‘Parte 2’, mentre la seconda dalla ‘Parte 3’ e dall’imminente ‘Parte 4’.
Ci sono già in rete diversi spoiler e anticipazioni, ma resistiamo ormai manca poco !

Advertisement

MILANO: il Comune offre un tetto ai rider senza casa!

Riders deliveroo
Riders deliveroo

MILANO: il Comune offre un tetto per i rider che non hanno casa e che in questi giorni di emergenza rischiavano di restare in strada!

Un tetto per i rider che non hanno casa e che in questi giorni di emergenza rischiavano di restare in strada. Il Comune di Milano ha messo a loro disposizione una struttura per una ventina di persone a Villapizzone e se le richieste dovessero aumentare si troveranno altri posti. Si tratta di un ex centro diurno che è stato riadattato a casa famiglia e concesso gratuitamente ai giovani rider. Prima dell’emergenza coronavirus molti di loro, stranieri con lo status di richiedenti asilo, la sera andavano a dormire a Casa Jannacci, in viale Ortles, ma ora, per evitare troppo affollamento, l’amministrazione ha sfoltito le presenze. I rider in questi giorni sono una delle categorie di lavoratori più sotto pressione e con meno tutele, visto che lavorano a cottimo e che non hanno previdenza né sindacati. L’iniziativa del Comune è per loro una piccola salvezza in questo momento difficile.

Ma la richiesta del Comune è ancora più estesa: individuare strutture e alloggi di accoglienza per personale sanitario operativo e lavoratori nei servizi essenziali, cittadini sottoposti a quarantena (anche Covid-19 con sintomi lievi) che non hanno la possibilità di dimorare presso il proprio domicilio e persone in difficoltà sociale e abitativa. Questo è l’obiettivo dell’avviso pubblico lanciato oggi e rivolto a soggetti che vogliano mettere a disposizione appartamenti, hotel e strutture ricettive idonee a rispondere all’offerta abitativa temporanea necessaria nella fase di emergenza sanitaria. “Abbiamo bisogno di arginare uno dei problemi più critici di questa epidemia, il contagio in ambito familiare o tra chi vive in strutture collettive, a oggi non sappiamo dalle autorità sanitarie quale sarà il fabbisogno di posti letto in isolamento nelle prossime settimane, ma vogliamo essere pronti ad avere nuovi luoghi idonei e accoglienti per arginare con tempestività la diffusione del virus”, spiegano gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Politiche Sociali e Abitative). Si cercano quindi alloggi temporanei per l’ospitalità di personale sanitario (medici e infermieri), lavoratori nei servizi essenziali, persone che rientrano in città a cui è richiesta la quarantena e persone dimesse dagli ospedali che non possono rientrare nel proprio alloggio. Gli ospiti potranno prenotare autonomamente le abitazioni tramite piattaforme di booking per un costo di massimo 15 euro al giorno (nel caso di alloggi) e di 30 euro nel caso di alberghi di cui si mantiene e garantisce la gestione. Si cercano anche strutture ricettive come alberghi – il primo già attivo è l’hotel Michelangelo -, ostelli e residence per cittadini positivi al Covid-19 che necessitano isolamento. In questo caso è prevista l’attivazione di una convenzione tra il Comune e la proprietà che preveda, eventualmente, la preparazione di pasti da parte di Milano Ristorazione e costi di gestione a carico dell’istituzione pubblica. Gli aspetti sanitari e di sorveglianza nei confronti dei soggetti sottoposti a quarantena saranno gestiti dalle rispettive autorità competenti, ATS e Prefettura.

Ha subito aderito l’hotel dei Cavalieri, in pieno centro città, che da oggi ospiterà il personale sanitario del Fatebenefratelli: l’albergo ha messo a disposizione le proprie stanze per quei medici che necessitano di un luogo in cui poter soggiornare in sicurezza, senza far correre rischi ai familiari. Tra i primi a scrivere all’albergo, un’infermiera del pronto soccorso del Fatebenefratelli, che ha spiegato ai gestori di non poter far ritorno serenamente a casa dove ci sono suo marito e due bambini piccoli.

Coronavirus, il centro sportivo di Milano diventa dormitorio per i senza fissa dimora

ntanto continua il lavoro per alleggerire il sovraffollamento di Casa Jannacci in viale Ortles. Dopo il centro sportivo Saini, è la volta della tensostruttura del Social Music City nell’ex Scalo ferroviario di Porta Romana, dove ieri pomeriggio sono stati trasferiti altri 120 ospiti di Casa Jannacci. Circa 20mila metri quadrati concessi in comodato gratuito al Comune e dati in gestione a Spazio Aperto Servizi. All’allestimento hanno preso parte anche A2A Unareti che ha provveduto gratuitamente all’allacciamento dei contatori per il potenziamento dell’impianto elettrico e che si farà carico dei consumi, e ENGIE che ha offerto il rifornimento per un mese di riscaldamento. “Abbiamo raggiunto in una settimana il nostro obiettivo – spiega l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – alleggerire Casa Jannacci, in modo da ridurre il più possibile il rischio di contagio all’interno della struttura e da rendere più gestibile il sistema di accoglienza delle persone senza casa. L’attivazione delle nuove postazioni ci ha anche dato la possibilità di inserire nel mondo del lavoro alcuni ex ospiti di Casa Jannacci che hanno iniziato con noi un percorso di inserimento occupazionale. Una cosa molto bella, che dimostra come anche in questo momento, dentro alle difficoltà, resta lo spazio per tenere vive le iniziative che il Comune mette in campo per chi ha più bisogno”. Il piano di alleggerimento era partito settimana scorsa con tre palestre del centro sportivo Saini dove sono già state portate 150 persone delle 550 che ospitava viale Ortles.

Advertisement

CORONAVIRUS: i lombardi restano a casa! Calano i dati sui movimenti dei cellulari

coronavirus app 1188387537 1 1
coronavirus app 1188387537 1 1

CORONAVIRUS: Secondo la Regione gli spostamenti risultano “sempre più in discesa, anche nei giorni feriali”. Dati ottenuti attraverso le celle telefoniche

Prosegue la lotta al coronavirus a Milano e in Lombardia. E prosegue il monitoraggio degli spostamenti dei cittadini attraverso le celle telefoniche. Dopo l’obbligo di restare in casa per ridurre al minimo le possibilità di contagio, la regione ha infatti chiesto aiuto alle compagnie telefoniche per fare una stima – generale e assolutamente anonima – delle persone che si muovono in regione attraverso l’analisi delle celle telefoniche, che indicano i movimenti dai 5-600 metri in su.

Gli spostamenti risultano “sempre più in discesa anche nei giorni feriali. Ieri e l’altro ieri eravamo al 36%” dopo il 24% registrato nella giornata di domenica” ha spiegato il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala.

“In due settimane anche nei giorni feriali la mobilità è scesa di ben 7-8 punti percentuali”, fanno sapere dalla Regione. Ciò significa che centinaia di migliaia di persone sono rimaste a casa ad eccezione delle attività produttive essenziali per l’approvvigionamento delle materie di prima necessità e per le filiere alimentari e farmaceutiche.

Il monitoraggio dimostra chiaramente “che le misure stanno funzionando e i riflessi positivi di questi sacrifici li possiamo vedere giorno dopo giorno. Qui in Lombardia – ha precisato il vicepresidente Sala – è sbagliato allentare la morsa. Abbiamo visto che l’isolamento produce risultati, il tasso di contagi è sceso e diminuiscono gli accessi in ospedale, siamo sulla strada giusta e le misure si sono rivelate efficaci”.

 
Advertisement

Olimpia Milano : la squadra dona agli ospedali 1 milione di euro riducendosi lo stipendio

olimpia milano dona 1 milione dagli stipendi
olimpia milano dona 1 milione dagli stipendi

Giocatori e coach Messina dell’Olimpia Milano donano 1 milione di euro agli ospedali

L’Olimpia Milano targata Armani Exchange scende in campo direttamente nella lotta contro il coronavirus con una donazione di 1 milione di euro. Dopo che nei giorni scorsi il Presidente e coach Ettore Messina aveva confermato la disponibilità dei propri giocatori a rinunciare a parte dello stipendio, visto lo stop forzato a causa della pandemia, è arrivata la comunicazione ufficiale da parte del club.

Giorgio Armani e il Presidente Leo Dell’Orco comunicano che :

“i giocatori l’allenatore della Pallacanestro Olimpia Milano hanno deciso di rinunciare a una parte del proprio stipendio per sostenere le strutture ospedaliere lombarde impegnate a contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e che Olimpia Milano effettuerà inoltre una corrispondente donazione – si legge -. L’importo totale della donazione è pari a 1 milione di euro e si aggiunge alle donazioni effettuate dal Gruppo Armani a favore di alcuni ospedali italiani e della Protezione Civile e alla conversione degli stabilimenti per la produzione di camici monouso recentemente annunciate”.

armani e olimpia milano donano 1 milione di euro

Armani dona oltre 1 milione di euro per ospedali e protezione civile a sostegno dell’emergenza virus

Armani converte la sua produzione di moda per fare camici destinati al pesonale sanitario

 

Advertisement

Fontana non cambia idea : “Contagi stabili. No a passeggiate inutili “, in Lombardia vale la nostra ordinanza

no passeggiate con bambini
no passeggiate con bambini

Il governatore della Lombardia ribadisce: “qui non cambia nulla”

“Da noi non cambierà nulla di quello contenuto nella mia ordinanza”. Così il presidente della Lombardia Attilio Fontana rispetto alle misure di distanziamento per evitare la diffusione del Coronavirus dopo la circolare emessa n dal Viminale. “La nostra ordinanza rimane in auge e vale fino al 4 aprile”.

Una gran confusione. La circolare del ministero dell’Interno sulla possibilità di far fare una passeggiata ai bambini, ha determinato uno stato di incertezza, tanto che in piena notte il Viminale ha fatto uscire una nota esplicativa. Che alla Lombardia non basta: “Speriamo che l’ordinanza venga revocata”.  Come non basta a moltissimi amministtratori da Nord a Sud. A Verona il sindaco Sboarina dice: “Da noi le passeggiate restano proibite. Resta in vigore la mia ordinanza”.  Deciso anche il no dei sindaci del Piacentino.

“Le regole sugli spostamenti – si legge – non cambiano. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di  spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute“.

Bisogna mandare messaggi chiari

«É una follia, un atto gravissimo». Così l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, riferendosi sempre alla circolare. «Abbiamo bisogno di mandare messaggi precisi e forti, ora stiamo vedendo un leggerissimo allentamento della pressione nei pronto soccorso, bisogna dare un messaggio come questo che rischia di essere devastante, se questo però arriva dagli organi del governo è un atto irresponsabile” chiosa Gallera.

Presidente Fontana, ecco la dichiarazione:

In Lombardia non cambia nulla rispetto a prima. Il contenuto dell’ordinanza regionale, che scadrà il 4 aprile, continua ad essere valida e fino ad allora i comportamenti che stiamo assumendo dovranno essere mantenuti. Ho parlato con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in merito alla circolare emanata nella serata di ieri e oggi, con una lettera ai sindaci, ho ribadito che nella nostra regione tutto resta immutato.

Advertisement

Coronavirus : segnali positivi dagli ospedali lombardi, accessi in calo ai pronto soccorso

prontosoccorso coronavirus
prontosoccorso coronavirus

Segni positivi dagli Ospedali Lombardi,ma importante non abbassare la guardia

Coronavirus ospedali

Coronavirus, segnali positivi dagli ospedali di Lodi, Bergamo e Brescia
All’ospedale di Lodi, provincia del primo focolaio italiano, il quadro pare in lieve miglioramento. Non ci sono dati precisi a disposizione, ma la percezione degli operatori, secondo quanto verificato da Fanpage.it, è questa: gli accessi rimangono significativi, ma meno pesanti rispetto ai giorni scorsi. Una “tenuta” che fa ben sperare. Al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove nelle scorse settimane l’afflusso di pazienti con sintomi da coronavirus è stato enorme, così come il numero delle vittime, la pressione sembra essere calata. “Abbiamo avuto un miglioramento già alla fine delle scorsa settimana”, spiegano dall’ospedale, “ma è presto per rilassarsi. I reparti sono ancora molto pieni, è una malattia lunga e ci vorrà tempo”. Identica risposta arriva anche dal Civile di Brescia: anche qui è confermata la percezione di un calo degli ingressi al pronto soccorso. “Ma non cantiamo vittoria e soprattutto stiamo ancora a casa”, è l’invito dei medici della struttura.

A Crema e Cremona accessi in calo

Negli ospedali di Crema e Cremona, tra i primi a finire in “apnea” già negli ultimi giorni di febbraio per l’altissimo numero di malati, i numeri sono incoraggianti. Nelle ultime settimane la media di accessi era di 80-100 persone in coda. I presidi sono meno affollati, ma c’è anche un altro segnale confortante. Si sentono meno ambulanze. Prima ne sfrecciavano diverse ogni ora, adesso il passaggio è più diradato. “Ma non si deve abbassare la guardia. Le regole vanno rispettate e bisogna stare in casa. Il contagio ancora molto molto rischioso”, è la raccomandazione che arriva dal nosocomio cremonese.

Pavia, accessi al pronto soccorso in calo del 40 per cento in una settimana

Da lunedì scorso, 23 marzo al 30 marzo, nell’ospedale di Pavia si è registrato un calo del 40 per cento degli accessi. Lo conferma a Fanpage.it un portavoce dell’ospedale, spiegando che negli ultimi giorni si è verificato un calo della pressione sul presidio sanitario, dove rimangono moltissimi i malati in cura nei reparti di malattie infettive. I dati aggiornati relativi alla provincia di Pavia confermano la curva dei contagi in calo. Stando al bollettino di oggi, martedì 31 marzo, sono 2133 i casi confermati, in aumento di 97 rispetto ai 2036 del giorno precedente.

Milano resta sotto pressione, ma i numeri sembrano stabilizzarsi

Un po’ più delicata la situazione milanese. Il capoluogo è da ieri la provincia con più casi in Italia, avendo sorpassato anche Bergamo. In città e nell’hintlerand i casi aumentano in modo costante. Non c’è stata finora l’esplosione di contagi che si temeva nella metropoli, ma nemmeno un trend in calo. Un piccola luce però si intravede anche a Milano. All’ospedale di Niguarda, grande presidio a nord della città, da qualche giorno i numeri sono costanti. “Non c’è stata una diminuzione, ma dal fine settimana osserviamo una fase costante”, ha spiegato a Fanpage.it un portavoce dell’ospedale. “Sono numeri che vanno valutati a distanza di qualche giorno, è difficile dare una valutazione con una tempistica così breve. Era già successo che ci fosse un giorno o due con dati positivi, che hanno fatto ben sperare, ma poi il trend è peggiorato di nuovo”. Difficile dire se è stato superato il picco dei ricoveri, i reparti restano affollatissimi, ma anche a Milano le sensazioni degli operatori sono “moderatamente positive”. Una conferma arriva anche da un portavoce dall’ospedale Sacco: “Sì, dagli ultimi giorni un lievissimo calo c’è stato”. L’invito dei medici resta sempre lo stesso: ora più di prima, non abbassare la guardia e rimanere in casa

Gallera: circolare del Viminale mette a rischio sforzi fatti finora

Non nasconde la sua preoccupazione l’assessore della Regione Lombardia Giulio Gallera riguardo alle indicazioni del Viminale sulle attività motorie: “Non è questo il momento di abbassare la guardia. La circolare diffusa dal ministero dell’Interno rischia di creare un effetto psicologico devastante, vanificando gli sforzi e i sacrifici compiuti finora”.

“Il provvedimento ministeriale – secondo Gallera – potrebbe essere inteso come un segnale di allentamento delle misure di contenimento assunte finora. Misure rigide, importanti, che hanno però consentito di contenere la curva dei contagi del coronavirus”. Per l’assessore, “la luce in fondo al tunnel rischia di allontanarsi o di spegnersi del tutto nel momento in cui vengono trasmessi messaggi ambigui: l’indicazione utile per tutti deve essere quella di rimanere a casa, ancora per qualche settimana. Solo così riusciremo a sconfiggere questo nemico subdolo e invisibile”.

 

Advertisement

INPS: BONUS 600 euro, ecco tutte le informazioni e la procedura per la richiesta

inps 600 euro
inps 600 euro

Bonus 600 euro, quando e come si potrà inoltrare la domanda.

inps bonus 600 euro

Tra le misure contenute nel decreto Cura Italia, insieme al bonus baby sitter e al congedo parentale, c’è il bonus di 600 euro che il governo ha predisposto per le imprese e i lavoratori autonomi, cioè per tutti coloro che hanno partita Iva, in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus. Dopo svariate polemiche, la platea che avrà diritto all’aiuto economico è stata ampliata anche a libero professionisti, lavoratori iscritti a ordini professionali (architetti, ingegneri ecc.), co-co-co, iscritti alla gestione separata dell’Inps, artigiani, commercianti, agricoltori e coltivatori diretti, stagionali, addetti al turismo, lavoratori dello spettacolo.

Come fare domanda

Nel caso dei lavoratori iscritti a ordini professionali, può fare domanda direttamente alla propria cassa chi ha dichiarato fino a 35 mila euro di reddito esentasse ed è a totale carico del fondo ultima istanza. Il bonus lo riceverà anche chi dichiara un reddito tra 35 mila e 50 mila euro ma che può dimostrare di aver subito cali di attività di almeno il 33% nei primi tre mesi del 2020.

Dopo aver ottenuto il Pin, questa è la procedura da seguire: entrare in MyINPS con il Pin cittadino o lo Spid, accedere, procedere per Accesso servizi on line. Nella barra di ricerca selezionare “Domande per prestazioni al sostegno del reddito” e selezionare “Indennità COVID-19″

Per quanto riguarda gli iscritti all’Inps, la domanda può essere inviata in via telematica direttamente sul portale, a partire dalla mezzanotte di mercoledì 1° aprile.

Come richiedere il Pin durante l’emergenza Covid-19

La richiesta del PIN può essere effettuata attraverso il sito internet www.inps.it, utilizzando il servizio “Richiesta PIN”; oppure attraverso il Contact Center, chiamando il numero verde 803 164 (gratuito da rete fissa), oppure 06 164164 (a pagamento da rete mobile).

Una volta ricevute (via SMS o e-mail) le prime otto cifre del PIN, il cittadino le può immediatamente utilizzare in fase di autenticazione per la compilazione e l’invio della domanda on line per i bonus 600 euro previsti e per tutte le altre misure previste per l’emergenza Covid-19.

Con riferimento alla sola prestazione “bonus per i servizi di baby-sitting”, nell’ipotesi che la domanda sia stata inoltrata con il PIN semplificato, il cittadino dovrà venire in possesso anche della seconda parte del PIN, al fine della necessaria registrazione sulla piattaforma Libretto di Famiglia e dell’appropriazione telematica del bonus.

CHI PUO’ RICHIEDERLO :

L’indennità non viene riconosciuta ai percettori di reddito di cittadinanza.

Il decreto interministeriale estende il bonus a professionisti con cassa (previa domanda a quest’ultima) e reddito 2018 minore di 35mila. Fra 35 e 50 mila bisogna dimostrare un calo fatturato del 33%.

Liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi – liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo, iscritti alla Gestione separatadell’Inps; collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo alla predetta data del 23 febbraio 2020 e iscritti alla Gestione separata dell’Inps: non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria.

Lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (Artigiani – Commercianti – Coltivatori diretti, coloni e mezzadri) – non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto; non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria ad esclusione della Gestione separata Inps.

Lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali – devono aver cessato il rapporto di lavoro dal 1° gennaio 2019 alla data del 17 marzo 2020; non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono essere titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.

Lavoratori agricoli (operai agricoli a tempo determinato e altre categorie di lavoratori iscritti negli elenchi annuali) – possano fare valere nell’anno 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo dipendente; non siano titolari di pensione

Lavoratori dello spettacolo (lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo) – almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo; che abbiano prodotto nel medesimo anno un reddito non superiore a 50.000 euro; non siamo titolari di un trattamento pensionistico diretto, né di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.

Coronavirus, Inps: “Nessun click day per bonus 600 euro”

Nessun click day per il bonus di 600 euro per gli autonomi e per tutte le altre prestazioni previste dal decreto Cura Italia. Lo afferma il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. “Non ci sarà alcun ordine cronologico e le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al primo aprile – dice – collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato”.

Advertisement

CORONAVIRUS: all’Hotel Michelangelo arrivano i primi ospiti in quarantena

unnamed 12
unnamed 12

CORONAVIRUS:  i primi ospiti al Michelangelo, l’hotel a 4 stelle. Grazie a un accordo tra il Comune di Milano e il Gruppo Finleonardo sarà la prima struttura privata di accoglienza

“Il Comune di Milano sta lavorando senza sosta e talvolta al di là del proprio ambito di competenza per dare risposte concrete all’emergenza sanitaria in corso, perché prima di tutto viene la salute delle persone – dichiarano la vicesindaco Anna Scavuzzo e gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Politiche sociali e abitative) -. Con estrema rapidità e spirito di collaborazione abbiamo concordato con la Prefettura e le Autorità sanitarie la possibilità di studiare un progetto da sottoporre alla Protezione civile. Ringraziamo la proprietà che ha tempestivamente e generosamente messo a disposizione la struttura in un momento così delicato”.

Il Gruppo Finleonardo ha messo a disposizione gratuitamente l’immobile: nell’ambito dell’accordo con il Comune è previsto il solo rimborso delle spese vive durante il periodo del progetto.

Presso l’hotel potranno essere ospitati soggetti CoViD positivi o contatti stretti con quarantena obbligatoria che sono stati dimessi o non hanno avuto percorsi ospedalieri, che non hanno alloggi idonei alla quarantena, soggetti CoViD positivi o stretti contatti con quarantena obbligatoria appartenenti alle Forze dell’Ordine e che vivono in strutture collettive, CoViD positivi o contatti stretti con quarantena obbligatoria senza fissa dimora o alloggianti temporaneamente in strutture comunitarie.

Questa prima settimana vedrà l’avvio della struttura che allargherà la capacità di accoglienza almeno fino al 30 maggio, salvo eventuali proroghe. Le stanze dell’hotel a disposizione sono 290 distribuite su due corpi di fabbrica, uno di 4 e l’altro di 17 piani.

Il Comune di Milano gestirà la struttura per tutto il periodo necessario, effettuando gli interventi di pulizia, lavaggio e sostituzione biancheria, fornitura dei pasti in monoporzione termosaldata tramite Milano Ristorazione, manutenzione ordinaria e sanificazione.

La Protezione civile nazionale rimborserà le spese sostenute dal Comune di Milano per la gestione dell’immobile.

Il sistema sociosanitario regionale tramite ATS Milano metropolitana e ASST Milano nord garantirà per ciascun paziente ospitato la sorveglianza sanitaria e il controllo dell’attuazione da parte del paziente delle prescrizioni mediche per tutto il periodo di permanenza. ATS e ASST metteranno a disposizione operatori socio-sanitari 24 ore su 24, oltre a un presidio di medici afferenti all’Associazione medici volontari onlus e uno sportello telefonico di sostegno psicologico. Sarà inoltre compito delle Autorità sanitarie regionali eseguire i tamponi e/o gli esami necessari presso l’hotel per accertare la negativizzazione dei soggetti ospitati e dichiarare la fine della quarantena, autorizzandone il rientro al proprio domicilio. Saranno in carico ad ATS tutte le spese relative alla gestione della sorveglianza sanitaria che provvederà a propria rendicontazione.

La Prefettura di Milano provvederà infine alla sicurezza della struttura.

Oltre all’Hotel Michelangelo, il Comune è impegnato nella gestione di strutture di accoglienza collettive e per quanti hanno difficoltà abitative. Per far questo sta riorganizzando le strutture presso il Centro sportivo Saini, il complesso di appartamenti di via Carbonia 14 e le strutture allo Scalo Romana e all’Ostello Rotta al QT8.

Advertisement

FIERA DI MILANO: “L’ospedale dopo il coronavirus potrebbe rimanere per future emergenze”

maxresdefault 1
maxresdefault 1

FIERA DI MILANO: L’ospedale realizzato per l’emergenza coronavirus potrebbe rimanere come hub di rianimazione e punto di riferimento del Nord

L’ospedale realizzato nella Fiera di Milano per curare per persone positive al covid-19 potrebbe rimanere in modo permanente anche dopo l’emergenza. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, durante la conferenza stampa di presentazione della struttura che a pieno regime avrà 200 posti di terapia intensiva e altrettanti medici anestesisti, che dovrebbero arrivare a 220, con circa 500 infermieri. “Sarà il simbolo di una battaglia vinta contro il coronavirus e della ripresa della regione”, ha aggiunto il governatore.

Fontana: L’ospedale alla Fiera di Milano potrebbe rimanere come hub
“Dai colloqui che ho avuto con il ministro Speranza e il presidente Conte ci può essere la decisione di lasciare definitivamente questo hub di rianimazione come punto di riferimento del Nord”, ha detto il governatore lombardo rispondendo a chi gli chiedeva se la struttura sarà smontata. Fontana ha ricordato che Palazzo Chigi sta valutando l’apertura di tre grandi centri nazionali dedicati alle emergenze sanitarie “in previsione che eventi del genere si possano ripetere”. L’idea potrebbe essere quindi quella di “lasciare la struttura in difesa di eventuali estreme situazioni” ma sono “scelte che faremo insieme al governo”.

Pazzali (Fondazione Fiera): Non vedo l’ora di smontarlo

Ma sul futuro dell’ospedale sembrano esserci idee molto diverse. Il presidente della fondazione Fiera, Enrico Pazzali, alla stessa domanda ha espresso la speranza di poter smontare l’ospedale presto, perché significherebbe che la pandemia è finita. “Questa struttura rimarrà finché sarà necessario che sia una diga o un faro della speranza, non so quando finirà ma non vedo l’ora di smontarla, abbiamo già predisposto con il Policlinico lo smontaggio e lo stoccaggio in magazzino per riutilizzare i materiali”.

Da 1200 donatori 21 milioni per ospedale Fiera
Sono stati oltre 1200 i donatori che hanno contribuito alla costruzione dell’ospedale in Fiera Milano, ha spiegato Pazzali, ringraziando “la signora che ha dato 100 euro e chi ha dato 10 milioni”. È grazie a loro che “abbiamo raccolto 21 milioni di euro”. Il numero uno della Fondazione Fiera ha rivendicato che “abbiamo fatto in 10 giorni ciò che in maniera ordinaria si fa in qualche anno”.

Belleri: è la più grande terapia intensiva Italia
Quello realizzato nei padiglioni milanesi non è un ospedale da campo. “È una struttura ospedaliera a tutti gli effetti” e ospiterà “il più grande reparto di terapia intensiva d’Italia”, ha sottolineato Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano che gestirà i padiglioni. L’ospedale “rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la battaglia contro il covid”, ha aggiunto.

 

Advertisement

SANITA’: in Lombardia dal 3 aprile la ricetta arriva via sms. Ecco le istruzioni

imm red ricette ambulatorio
imm red ricette ambulatorio

SANITA’: Il servizio  è dedicato a tutti coloro che hanno un account per i servizi digitali regionali, ma sarà attivabile anche dagli altri cittadini

Per fronteggiare il coronavirus, la Sanità in Lombardia si evolve e diventa completamente digitale: ora è possibile ritirare i medicinali in farmacia senza la copia cartacea della ricetta, semplicemente presentando la tessera sanitaria e il codice della ricetta. E dal 3 aprile tutti coloro che hanno attivato il Fascicolo sanitario elettronico (e che hanno quindi fornito alla Regione i propri dati) riceveranno il codice via email e sul cellulare.

La Regione Lombardia ha informato i propri cittadini che la Sanità regionale “sta attivando il servizio di trasmissione automatica del codice della ricetta all’indirizzo e-mail e al numero di cellulare registrato sul sito del Fascicolo sanitario elettronico o su altri servizi digitali della Regione.

Dal 3 aprile 2020, pertanto, riceverà i codici ricetta (NRE, Numero Ricetta Elettronica) per le prescrizioni farmaceutiche sia tramite e-mail, sia tramite sms, qualora abbia reso disponibile anche un numero di cellulare”.

Inoltre, sempre dal 3 aprile, “se tra i suoi contatti è presente una persona che vorrebbe usufruire del servizio di notifica tramite SMS, ma non ha mai avuto modo di accedere ai servizi digitali di Regione Lombardia, questa persona potrà attivare il servizio di invio del codice della ricetta via SMS senza necessità di autenticarsi, bensì collegandosi semplicemente al sito www.fascicolosanitario.regione.lombardia.it e inserendo il proprio numero di cellulare”.

La Regione ha anche attivato un Contact Center al numero verde 800.030.606 o via e-mail all’indirizzo di posta elettronica .

Advertisement

QUARANTENA probabile fino a metà aprile, poi la graduale riapertura

64617282 2429987807023298 1948995110259654656 n
64617282 2429987807023298 1948995110259654656 n

Quarantena almeno fino a Pasqua. Poi, forse a riaprire i battenti per primi saranno gli artigiani. A seguire parrucchieri, centri estetici e palestre. In coda cinema e teatri. Concerti a rischio

Per dichiarare vinta la guerra al coronavirus serviranno ancora diverse settimane.

 ​​​​​La serrata totale durerà almeno fino a Pasqua, poi, se il numero dei malati continuerà a calare drasticamente, il governo valuterà una possibile riapertura graduale.

Ma prima di maggio niente passeggiate, né saranno aperti bar e ristoranti. Anche quando potremo di nuovo uscire, non solo per urgenze, bisognerà mantenere la distanza di almeno un metro e indossare SEMPRE la mascherina nei luoghi pubblici.


Le attuali restrizioni verranno prorogate?
Il nuovo provvedimento del governo entrerà in vigore sabato 4 aprile e durerà per due settimane, fino al 18 aprile. Quel che è certo già da ora, è che fino al 12 aprile ci saranno le attuali restrizioni, le più rigide.

Quali sono le attività che ripartiranno per prime e per ultime?

Nei giorni successivi, come riporta Il Corriere della Sera, potrà invece essere valutata la riapertura di alcune attività imprenditoriali collegate alla filiera alimentare e farmaceutica finora non comprese tra i servizi essenziali. Ad esempio le imprese di meccanica legata all’agroalimentare oppure quelle chimiche che dovranno comunque dimostrare di essere in regola con le norme sulla distanza di sicurezza tra i dipendenti e la dotazione dei dispositivi di protezione.

Si studiano aperture scaglionate a seconda della tipologia degli esercizi commerciali. E’ probabile, riferisce La Repubblica, che inizialmente verrà dato il via libera a chi non ha particolari contatti con i clienti, come chi fa riparazioni oppure certi artigiani. Potrebbero essere costretti ad aspettare un po’ di più estetisti e parrucchieri, così come le palestre.

Per quanto riguarda bar, pub e ristoranti, potrebbero essere rintrodotte le misure già individuate subito prima della chiusura. Si dovrà quindi assicurare il distanziamento dei tavoli ed evitare che le persone stiano a contatto davanti ai banconi. Dovrà essere rispettata la regola della distanza minima di un metro tra gli avventori.

Fanalino di coda, in fatto di riapertura, sono cinema e teatri, che dovranno comunque far rispettare le distanze di sicurezza agli avventori, come già imposto prima del blocco. Anche grandi eventi, come concerti e partite, dovranno essere attentamente valutati. Gli esperti restano preoccupati dai grandi assembramenti.

L’uso di test sierologici per tornare al lavoro

I tecnici ipotizzano la possibilità di utilizzare test sierologici per individuare chi ha avuto la malattia: chi è stato contagiato, infatti, almeno per un po’ non rischia di infettarsi di nuovo e quindi può riprendere immediatamente il lavoro. Si tratta però di un’operazione alquanto complessa, perché i test devono essere validati.

Non ci resta che aspettare il prossimo Decreto del Governo, che analizzerà assieme al comitato scientifico la situazione e il trend dei contagi nelle prossime settimane.

 

Advertisement
Milano
poche nuvole
15.2 ° C
15.8 °
13.4 °
84 %
2.6kmh
20 %
Gio
15 °
Ven
17 °
Sab
21 °
Dom
22 °
Lun
22 °