Lunedì 2 novembre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si presenterà in Parlamento per comunicazioni sulla emergenza Covid. Stando a fonti parlamentari il premier sarà alle 12 alla Camera mentre alle 17 è atteso al Senato.
Zone rosse imposte nei territori considerati più a rischio, ma pure l’ipotesi di fermare gli spostamenti tra regioni.
Sullo sfondo l’ombra lunga dl lockdown nazionale che al momento potrebbe essere solo rinviata. I contagi schizzati oltre 30mila per due giorni di seguito da una parte, la necessità secondo di attendere il tempo necessario perché le nuove misure messe in campo lo scorso week end possano dispiegare i loro effetti sulla curva, spingono il governo è al bivio.
E Giuseppe Conte ha deciso di accelerare anticipando a lunedì 2 Novembre l’intervento al Parlamento sulle nuove misure, per poi convocare in serata una riunione per discutere e definire un nuovo dpcm.
Prima di arrivare a lunedì, però, l’esecutivo sarà impegnato nell’ennesimo un fine settimana di vertici fiume. E sul tavolo, oltre alle varie misure, c’è anche la scuola: secondo fonti di maggioranza il premier Conte ha avanzato la proposta di conservare la didattica in presenza fino alla seconda media, mentre il resto delle lezioni si potrebbe svolgere a distanza.
Le riunioni fiume di sabato – Sabato il premier ha convocato Comitato tecnico scientifico con i capidelegazione della maggioranza. Erano presenti Silvio Brusaferro, Franco Locatelli, Agostino Miozzo e Domenico Arcuri, il sottosegretario Riccardo Fraccaro, il ministro Francesco Boccia. Il vertice è cominciato poco dopo le 13 a Palazzo Chigi ed è andato avanti ad oltranza nel pomeriggio fino alle 19. Durante l’incontro gli esperti hanno fornito l’interpretazione ragionata della curva epidemiologica alla luce del rapporto dell’ISS presentato ieri. Sono stati analizzati dettagliatamente lo scenario attuale, i trend della curva, e le varie situazioni di criticità. Alla fine del vertice il presidente Conte è rimasto in riunione con i soli capidelegazione per continuare il confronto politico. All’esito di questa seconda riunione il ministro Roberto Speranza ha chiesto al Cts di riunirsi e di fornire al governo indicazioni specifiche su quei territori che al momento presentano maggiori criticità e necessitano di ulteriori misure restrittive rispetto al quadro normativo attuale.
I vertici di domenica, il dpcm lunedì – La linea sembra tracciata: dopo il vertice fiume del premier con ministri e capi delegazione, nella mattinata di domenica il presidente del consiglio incontrerà le Regioni e il presidente dell’Anci Antonio Decaro. E metterà sul tavolo i dati sulle zone più a rischio aggiornati nel frattempo dal Comitato tecnico-scientifico nella riunione urgente di sabato. Nel pomeriggio, quindi, Conte si riaggiornerà con i capidelegazione e i capigruppo di maggioranza. Possibile, a questo punto, che incontri anche le opposizioni. Il tavolo con le forze parlamentari su informative e dpcm sarà guidata dal ministro Roberto Speranza.
Il nuovo Dpcm dovrebbe essere varato nella giornata di lunedì in serata, dopo che il premier comparirà in Parlamento per riferire sulle nuove misure. Per questo motivo il Cts ha riunito gli esperti a tappe forzate per riaggiornare l’elenco dei territori considerati più a rischio rispetto ai quali dovranno essere valutate nelle prossime ora misure più restrittive.
Lunedì 2 novembre il Premier dovrebbe quindi presentare al Parlamento il nuovo Dpcm in cui sarà vietato ogni spostamento tra Regioni, nuove chiusure per varie attività e misure più rigide per le città a maggiore rischio ( Zone Rosse), a cominciare da Milano e Napoli dove saranno previsti dei lockdown locali e sarà consentito uscire solo con un’autocertificazione.
Il Governo si riserva con il Cts un’ulteriore settimana prima di chiudere tutto il Paese, decisione che potrebbe arrivare già il prossimo 8 novembre se i contagi non dovessero diminuire.