FRAGILITY AND BEAUTY: attraverso le nuove immagini, il visitatore intraprende un viaggio per esplorare i luoghi più straordinari e remoti della Terra.
Presso il Museo della Scienza e della Tecnologia è in corso fino al 31 ottobre la mostra “Fragility and Beauty – Taking the pulse of our planet from space”, promossa dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), per un nuovo allestimento con le più recenti immagini della Terra scattate dai satelliti.
L’esposizione, curata da Viviana Panaccia, vuole creare un collegamento tra ricerca scientifica, tecnologia spaziale e pubblico sul tema dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile, del loro impatto sugli ecosistemi terrestri e le conseguenze sul futuro del pianeta.
La visione sempre più precisa dei satelliti è la protagonista indiscussa della mostra.
Attraverso le nuove immagini, il visitatore intraprende un viaggio per esplorare i luoghi più straordinari e remoti della Terra e “toccare con mano” gli aspetti più evidenti e meno conosciuti dell’ambiente e dei cambiamenti climatici.
I satelliti, strumenti insostituibili per la diagnosi di tali cambiamenti, ci inviano un grido di allarme sulla fragilità e vulnerabilità del nostro pianeta: frequenti fenomeni climatici sempre più estremi, calotte polari in fase di scioglimento, temperature in aumento e conseguente inaridimento, mancato accesso all’acqua potabile per molte popolazioni.
Il percorso espositivo parte da un esame della rapida crescita della popolazione mondiale e mostra le regioni e le megalopoli in cui nei prossimi anni sarà più sostenuta. Con l’aiuto di un touch table si vedono in dettaglio gli impatti del sovraffollamento del pianeta sui suoi ecosistemi, sia rispetto allo sfruttamento delle risorse naturali (acqua, foreste, terreni agricoli) che al rilascio di rifiuti ed emissioni di gas serra.
Inoltre si osservano lo stato delle calotte polari, i processi di scioglimento dei ghiacci e la situazione degli oceani.
Il percorso espositivo si conclude con uno sguardo al contributo che possono fornire i satelliti per il raggiungimento di alcuni dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile – SDG (Sustainable Development Goals) fissati dalle Nazioni Unite per il 2030.
L’esposizione si avvale di immagini e installazioni multimediali di grande suggestione e impatto visivo, che intendono sottolineare la necessità di un cambio di rotta dei processi di sviluppo dell’uomo, per una crescita sostenibile che soddisfi i suoi bisogni senza compromettere il futuro delle nuove generazioni.
Una video-installazione, ispirata alla serie televisiva “One Strange Rock” e firmata da Darrel Aronofsky per National Geographic, offre l’opportunità di riflettere sul futuro del nostro Pianeta.
INFORMAZIONI PRATICHE
La mostra e’ inclusa nel biglietto di ingresso al Museo.
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Via San Vittore 21, Milano
http://www.museoscienza.org/visitare/