Scuola e intelligenza artificiale: Lombardia prima, ma a metà del guado
Siamo nel 2025. L’intelligenza artificiale è ovunque: automatizza email, prepara presentazioni, scrive lettere di scuse per il ritardo al lavoro. In alcuni casi, sembra persino in grado di sostituire interi processi creativi. Ma se si entra nelle scuole italiane, il contrasto è evidente: mentre fuori il mondo evolve a ritmo serrato, dentro le aule l’innovazione sembra ancora un concetto lontano.
Una recente indagine condotta da GoStudent – piattaforma digitale per il supporto allo studio – ha fotografato in modo impietoso lo stato dell’IA nella scuola italiana. Il dato più eclatante riguarda la formazione degli insegnanti: il 66% dei docenti italiani non ha alcuna preparazione sull’intelligenza artificiale. Nelle scuole pubbliche, la percentuale sale al 76%. Si tratta di numeri allarmanti, che segnalano un divario sempre più profondo tra il linguaggio del presente e gli strumenti del sistema educativo.
Lombardia prima, ma a metà del guado
La Lombardia emerge come la regione “più pronta” a integrare l’IA nel contesto scolastico. Tuttavia, anche qui i numeri non sono entusiasmanti: solo il 24% degli insegnanti ha ricevuto una formazione specifica sull’uso dell’intelligenza artificiale in classe. E di questi, solo uno su quattro si sente davvero a proprio agio nell’utilizzarla.
Lo stesso vale per l’accesso degli studenti alle tecnologie digitali. In Lombardia, il 48% degli alunni può contare su strumenti adeguati per l’apprendimento digitale, il dato più alto a livello nazionale. Ma resta comunque sotto la soglia della metà: una situazione che evidenzia come anche nei contesti più “avanzati”, l’innovazione sia parziale e disomogenea.
Genitori tra dubbi e timori
A frenare ulteriormente l’integrazione dell’IA nella didattica è anche la scarsa fiducia delle famiglie. Solo il 22% dei genitori italiani si dichiara favorevole all’uso dell’intelligenza artificiale nella scuola. La maggioranza resta diffidente, forse per mancanza di informazioni chiare, forse per timore che si sostituisca l’interazione umana con un rapporto freddo e meccanico. Una reazione comprensibile, ma che rischia di rallentare ulteriormente il percorso di innovazione.
Bambini digitali ma fragili
Un dato particolarmente interessante riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte dei più piccoli. In Lombardia, il 23% dei bambini ha già utilizzato strumenti basati su IA. Tuttavia, solo il 78% è in grado di riconoscere contenuti affidabili rispetto a fake news e disinformazione. È un campanello d’allarme importante: l’accesso alla tecnologia, da solo, non basta. Serve anche un’educazione digitale strutturata, che insegni ai giovanissimi come orientarsi criticamente in un contesto informativo sempre più complesso.
Le altre regioni arrancano
Se la situazione lombarda è sufficiente ma non brillante, nel resto d’Italia i dati sono ancora più critici. In Campania e Lazio, ad esempio, solo il 20-21% degli studenti ha accesso a tecnologie adeguate. La formazione degli insegnanti sull’IA si ferma rispettivamente al 18% e al 6%. Anche in regioni considerate all’avanguardia, come l’Emilia-Romagna, la situazione è stagnante: solo il 7% degli studenti ha accesso agli strumenti digitali necessari e nessun docente si dichiara formato sull’intelligenza artificiale.
Il rischio di restare indietro
L’insieme dei dati mostra con chiarezza un rischio concreto: la scuola italiana si sta avvicinando al futuro con un’impostazione ancora legata al passato. Senza una strategia nazionale chiara, senza investimenti mirati e senza formazione diffusa, l’intelligenza artificiale rischia di restare una sigla poco compresa, utilizzata più come slogan che come risorsa concreta.
Il problema, in fondo, non è solo tecnologico: è soprattutto culturale. Non basta introdurre strumenti nuovi. Occorre sapere quando usarli, perché usarli e come renderli parte di un percorso educativo che coinvolga davvero studenti, insegnanti e famiglie.
Solo così si potrà trasformare l’intelligenza artificiale da minaccia confusa a reale opportunità formativa.
Collegamento allo studio completo https://www.gostudent.org/it-it/education-report/2025/