Stop al Salva Milano
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Stop al Salva Milano

L’amministrazione comunale di Milano, guidata dal sindaco Beppe Sala, ha deciso di «non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta Salva Milano». La norma, che avrebbe dovuto sbloccare lo stallo sull’urbanistica, è stata approvata alla Camera ed è al momento in Senato: il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno scade il 12 marzo.

“Gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa” nei confronti dell’ex dirigente Giovanni Oggioni, che è stato arrestato, “inducono questa amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta ‘Salva Milano'”, sottolinea l’amministrazione, che considera la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario.

Nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Oggioni è riportata una chat tra lui e l’assessore Bardelli in cui quest’ultimo – sei mesi prima di diventare assessore – parlava della necessità di far cadere la giunta di cui poi sarebbe entrato a far parte, accusata di adeguarsi troppo alle contestazioni della Procura. Bardelli è citato anche a proposito delle manovre di Oggioni per far approvare il Salva Milano, la norma per sanare i presunti abusi nel capoluogo lombardo: Marco Cerri, un altro dirigente indagato, afferma di aver dato “in accordo con Guido” il testo dell’emendamento a Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia e attuale ministro agli Affari europei.

La parole del Sindaco: “Onestamente, con quello che abbiamo saputo mi è sembrata una cosa onesta e matura fare un passo indietro”. Poi allontana ogni responsabilità sui comportamenti dei dirigenti comunali sotto accusa: gli atti dell’inchiesta, dice, “mi fanno pensare che delle mele marce ci siano”, ma, aggiunge, “dalle ricostruzioni che tutti leggiamo, da un lato abbiamo sostenuto la necessità del Salva Milano, dall’altro lato ci siamo già molto allineati alle contestazioni della Procura. Abbiamo già cambiato modalità, sia nel modo in cui vengono concesse le autorizzazioni sia nei rapporti tra uffici e imprenditori. Dalle intercettazioni sembrerebbe che questo avesse dato fastidio a qualcuno”, afferma. E a proposito del pressing di Oggioni sul Salva Milano taglia corto: “Non ho avuto sospetti che all’interno della struttura dirigenziale ci fosse un comportamento illecito. Oggioni si muove su parti del governo e del Parlamento, e l’avrà fatto ma certamente non in nome del Comune ma per sua iniziativa privata e personale”.

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