Un inverno anomalo: Milano tra temperature elevate e assenza di neve
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha fatto sentire i suoi effetti in maniera sempre più evidente, e Milano non fa eccezione. L’inverno 2024-2025 si è rivelato uno dei più caldi degli ultimi 128 anni, un segnale preoccupante che conferma un trend in costante crescita. Le temperature medie registrate tra dicembre e febbraio sono state decisamente superiori alla norma, con una media di 7°C, ben 1,8°C sopra la media del periodo 1991-2020 e addirittura 3°C rispetto al trentennio 1961-1990, spesso utilizzato come parametro di riferimento per monitorare i cambiamenti climatici.
Un inverno caldo e asciutto: dati e confronti
Il dato più impressionante riguarda i picchi di temperatura: per diversi giorni consecutivi, le temperature massime hanno superato i 16 gradi, rendendo alcune giornate più simili a quelle primaverili che a quelle tipicamente invernali. Un altro fenomeno rilevante è stato il lungo periodo di siccità: ben 17 giorni consecutivi senza una goccia di pioggia. Le nevicate, simbolo per eccellenza dell’inverno, sono state del tutto assenti. L’unico accenno di bianco è arrivato sotto forma di graupel, conosciuto come “neve tonda”, un fenomeno insolito per la città.
Secondo l’Osservatorio Meteorologico Milano Duomo, questa stagione è stata “decisamente più calda del normale”, confermando un trend che sta plasmando gli inverni milanesi. Gli ultimi quattro anni, dal 2020 al 2024, sono stati i più caldi nella storia recente, un segnale inequivocabile di quanto le condizioni climatiche stiano mutando.
Le conseguenze del cambiamento climatico a Milano
Il cambiamento climatico non si manifesta solo con temperature più elevate, ma anche con una serie di conseguenze che hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana della città e dei suoi abitanti. Gli inverni più caldi e secchi aumentano il rischio di siccità, riducendo le riserve idriche e mettendo sotto pressione l’agricoltura lombarda. Inoltre, la mancanza di nevicate nelle aree circostanti le Alpi ha conseguenze sul turismo invernale e sulle risorse idriche utilizzate durante i mesi estivi.
Un altro aspetto preoccupante riguarda la qualità dell’aria. Gli inverni più miti favoriscono una maggiore concentrazione di inquinanti atmosferici, dato che il freddo intenso e le piogge contribuiscono a “pulire” l’aria dalle particelle dannose. Questo aumento delle temperature potrebbe esacerbare i già noti problemi di inquinamento che affliggono Milano, con effetti negativi sulla salute dei cittadini.
Uno sguardo al futuro
Se da un lato gli inverni più caldi possono sembrare piacevoli per chi non ama il freddo, dall’altro sono un segnale di allarme per la salute del nostro pianeta. Il riscaldamento globale sta accelerando e, senza interventi concreti, il futuro potrebbe riservare stagioni ancora più estreme.
Le istituzioni locali e internazionali stanno cercando di mettere in campo strategie per ridurre le emissioni di gas serra, ma è fondamentale anche l’impegno dei cittadini e delle imprese. Milano ha già avviato diverse iniziative per diventare una città più sostenibile, come la promozione della mobilità elettrica e la piantumazione di nuovi alberi, ma serve un ulteriore sforzo collettivo per affrontare una sfida che tocca ognuno di noi.
Il cambiamento climatico è una realtà che richiede azioni immediate e concertate per mitigare i suoi effetti e proteggere il nostro futuro. Gli inverni più caldi e secchi di Milano sono solo una delle molte facce di questa complessa crisi globale.