ristoranti milano
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Sono 19.644 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, a fronte di 177.669 tamponi eseguiti. Venerdì i contagi erano stati 19.143. La Regione con più casi giornalieri è la Lombardia (+4.959). Sono 151, invece, i decessi nelle ultime 24 ore, per un totale di 37.210 dall’inizio della pandemia. A livello nazionale aumentano di 79 unità le terapie intensive (1.128 in tutto), mentre sono 738 in più i pazienti ricoverati nei reparti Covid.

E’ in corso una conference call tra il presidente del Consiglio e i capigruppo di maggioranza e opposizione: si discute delle nuove misure restrittive che saranno introdotto nel prossimo decreto. Nel pomeriggio confronto tra Speranza e il comitato tecnico scientifico.

Le novità per i servizi di ristorazione – L’esecutivo è intenzionato a chiudere i servizi di ristorazione la domenica e i giorni festivi e, durante la settimana, a partire dalle 18. Resterebbe invece consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive “limitatamente ai propri clienti”. Tra le novità previste ci sarebbe anche il limite di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. La stretta è prevista “a decorrere dal 26 ottobre 2020” e le attività dei servizi di ristorazione sono: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. “Dopo le 18”, si legge nella bozza, “è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Resta invece, “sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”. Infine, “continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente”, conclude.

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Spostamenti – Nella bozza inoltre non si prevede più un divieto di spostamento, come fu per il lockdown in primavera, ma “è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.

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