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No al ritorno alla didattica a distanza voluta dall’ordinanza di Regione Lombardia per contrastare l’aumento dei contagi da Coronavirus. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, scrive al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana per chiedergli di “trovare soluzioni differenti da quella adottata”.

“Il Dpcm del 18 ottobre 2020 ha previsto indicazioni molto chiare per la gestione delle misure da adottare con riferimento alle istituzioni scolastiche, prevedendo in primo luogo la prosecuzione, in ogni caso, in presenza, delle attività didattiche ed educative della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”, aggiunge la titolare della scuola.

 “In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse”, conclude Azzolina.

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MOLTI SINDACI CONTRO FONTANA

Si schierano accanto al Ministro molti sindaci lombardi. Primo fra tutti il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala: “Bisogna alternare presenza in aula e didattica a distanza in tutti i gradi d’istruzione. Siamo contrari alla sola didattica a distanza per le scuole superiori e ci opporremo”.

A prendere posizione su Facebook, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: “Con l’ordinanza emanata ieri si prevede che le lezioni per le scuole superiori siano svolte totalmente a distanza. In realtà questo provvedimento non è stato concordato con i sindaci. C’è stato forse un malinteso”.

Si fa sentire anche Emilio Del Bono da Brescia: “La parte dell’ordinanza regionale relativa alla sospensione della didattica in presenza per i ragazzi delle superiori a partire da lunedì 26 ottobre non è stata concordata con i sindaci delle città capoluogo. Il testo originario faceva convivere la didattica a distanza con quella in presenza”.

La pensa allo stesso modo il primo cittadino di Mantova Mattia Palazzi: “Le lezioni vanno garantite in classe il più possibile. E’ sbagliato imporre la didattica a distanza per le scuole superiori, a maggior ragione oggi che il Governo ha stanziato 360 milioni di euro in più per il trasporto scolastico.


Coronavirus, contagi in sei classi su 7: chiusa scuola elementare a Cologno Monzese

Contagiati anche sindaco e vicesindaco del comune a nord di Milano

A causa di una decina di casi di positività al Coronavirus è stata chiusa una scuola elementare a Cologno Monzese, comune a Nord di Milano dove fra l’altro sono contagiati anche il sindaco Angelo Rocchi e il vicesindaco Dania Perego.

Si tratta della prima scuola primaria chiusa da Ats Milano. “Lunedì sono emersi contagi in 4 delle 7 classi, e i dirigenti scolastici hanno chiuso la scuola per una sanificazione straordinaria – spiega Perego, in quarantena ma in via di guarigione -. Poi martedì è arrivato il provvedimento di Ats che ha disposto la chiusura per due settimane. E oggi si contano casi in 6 classi: 6 docenti, 2 bambini e un addetto dell’Ata. Così era difficile andare avanti con le lezioni, anche perché si stanno ancora facendo le nomine e i supplenti faticano ad accettare supplenze brevi”.

“Comunque – aggiunge il vicesindaco, con delega all’edilizia scolastica e all’educazione – la scuola ha avviato la didattica a distanza, con i tablet distribuiti alle famiglie durante il lockdown. E il Comune ha attivato l’assistenza educativa a distanza per gli alunni disabili”.

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