GALLERIA VITTORIO EMANUELE
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GALLERIA: Il 13 settembre cena di beneficenza, già prenotati 700 dei 900 posti. Menu da 500 euro destinati alla Caritas. I tavoli allestiti nei 4 bracci

In questi giorni lo chef d’eccezione, Carlo Cracco, ha sciolto le ultime riserve.

Risotto giallo, uovo marinato e ossobuco alla milanese. Vini tutti lombardi, bottiglie di acqua minerale del Savini e dessert della pasticceria Marchesi (Prada).

Tutto è pronto per la grande cena di gala del 13 settembre, la prima mai organizzata nella Galleria Vittorio Emanuele II che festeggia i suoi primi 150 anni di storia. Settecento invitati hanno già confermato la presenza (con offerta da 500 euro a testa), altri duecento sono in arrivo. Si confida nel sold out. Gli organizzatori (Comune, Caritas, Confcommercio, Fipe ed Epam, le associazioni degli esercizi pubblici) hanno lavorato a stretto contatto con le griffe della moda e i ristoratori del Salotto: co-autori dell’evento sono Biffi, Camparino, Locanda del gatto rosso.

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E lo scopo della celebrazione è anche benefico. In pieno spirito ambrosiano, i proventi (già raccolti 350 mila euro, obiettivo mezzo milione) sono destinati al progetto «Cena sospesa» della Caritas, che regala pasti a chi non può permetterseli.

CARLO CRACCO


Il tavolo del sindaco al centro dell’Ottagono e altri novanta, con dieci posti ognuno, distribuiti lungo i quattro «bracci» del passaggio coperto ideato dall’architetto Giuseppe Mengoni, inaugurato, nella sua prima parte, il 15 settembre 1867.

Carlo Cracco coordinatore, i ristoranti della Galleria a preparare pietanze e servirle, anche con l’aiuto di volontari. Un numero elevatissimo di ospiti in uno scenario strepitoso e mondano, tra stucchi e griffe, pur con i jersey antisfondamento appena installati e con un servizio di sicurezza che sarà studiato nei mini dettagli. «Ci incontriamo dall’inizio di luglio per decidere insieme – racconta Cracco -. Ogni piatto vuole rappresentare un valore di Milano. Lo zafferano arriva da luoghi lontani, per noi era il simbolo dell’accoglienza, l’ossobuco di forma rotonda il cerchio che comprende idealmente tutti», dice lo chef. E aggiunge: «È la prima volta che si organizza una cena in Galleria, potrebbe restare l’unica per chissà quanto tempo».

Gli ultimi venti tavoli, da 5 mila euro l’uno, dovrebbero essere prenotati in questi giorni. La molla è anche il progetto solidale, «cuore della città»: nato con Expo, finora ha coinvolto 35 ristoranti e distribuito 60 mila euro in buoni pasto, a sostegno di 150 disoccupati impegnati nei programmi di riqualificazione professionale. La cena di gala, dunque, lussuosa. Ma anche quella sospesa per chi non ne ha.

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