Finora questa modalità alternativa di reperimento fondi è stata sperimentata solo sulla Metropolitana 5, la lilla: il polo assicurativo Allianz-Generali ha siglato un accordo per la stazione Tre Torri, la casa automobilistica giapponese Nissan per la pubblicità in esclusiva alla stazione Garibaldi, Mediaset Premium si è assicurata il capolinea di «San Siro Stadio» e la banca on line Widiba la stazione Cenisio.
Sulle tre linee storiche della metropolitana milanese non è ancora avvenuto nulla di tutto questo poichè il contratto per la pubblicità siglato tra Atm e «IGPDecaux» esclude la possibilità di percorrere la via del naming. Ma la gara dell’anno prossimo rimetterà in discussione anche questo accordo aprendo la possibilità di estendere il modello della sponsorizzazione anche alla rossa, alla verde e alla gialla. «È una possibilità che potremmo prendere in considerazione – fa sapere Marco Granelli, assessore comunale alla Mobilità –. Il bando sul trasporto pubblico locale del 2018 è un’occasione per ripensare il servizio in tutti i suoi aspetti».
In realtà una pionieristica forma di «naming» arrivò sulla gialla. Correva l’anno 1991 quando la stazione «Lodi» della linea 3, quella che sbuca nell’omonimo piazzale, venne battezzata «Lodi TIBB», dove quel «TIBB» è l’acronimo di un’azienda, la storica «Tecnomasio Italiano Brown Boveri».