In merito all’allungamento dei tempi della Didattica a distanza, che oggi porterà nuovamente in piazza gli studenti per due manifestazioni di protesta, Fontana ha precisato: “Le scuole chiuse sono la questione più grave dal punto di vista sociale. Abbiamo fatto tutto quanto ci è stato richiesto dal governo, anche per quanto riguarda i trasporti. Avevamo fatto un progetto assolutamente preciso e ben fatto. Siamo tutti consapevoli dell’importanza delle lezioni in presenza.
L’improvviso peggioramento dei numeri ci ha però costretto a cambiare opinione sulla riapertura. Ci dispiace, è un lavoro anche abbiamo buttato via anche noi”.
Tutti quanti noi siamo convinti della necessità che la scuola si svolga in presenza, ma non possiamo neppure negare le risultanze che emergono da numeri, dati e le preoccupazioni di medici e scienziati”. Fontana ha spiegato come “l’attenzione verso il mondo della scuola e in particolare degli studenti sia particolarmente alta e costante da parte di tutti”. “E’ chiaro – ha concluso – che se ci fosse un passaggio alla zona rossa si proseguirebbe automaticamente con la didattica a distanza al 100% per la scuole superiori”.
L’indagine: alta percentuale infettati tra 14 e 19 anni
Fontana ha poi motivato il prolungamento della Dad con gli esiti di una recente indagine svolta in Regione Lombardia, che ha evidenziato come “ci sia un’alta percentuale di infettati nella fascia che va dai 14 ai 19 anni. Sono tutte persone pauci sintomatiche, asintomatiche o senza alcun tipo di sintomo che però possono contribuire a diffondere il virus. Io e tutti i miei colleghi governatori siamo assolutamente convinti della necessità che la scuola si svolga in presenza, è assolutamente evidente che non possiamo continuare a lasciare i ragazzi a casa. Ciò non toglie tuttavia che non possiamo negare le risultanze che emergono dai numeri e dalle preoccupazioni che tutti nostri medici e scienziati evidenziano. Non possiamo scindere le due esigenze”