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Il premier Conte ha definito fake news le voci che parlavano di una stretta “imminente”. Eppure proprio oggi c’è chi fa scattare il conto alla rovescia per chiusure soft in vigore dal mese prossimo, se la curva dei contagi dovesse impennarsi.

“Diamo il tempo alle misure restrittive appena approvate di dispiegare appieno i loro effetti”, ha detto il premier. Attendere quindi, con l’obiettivo di riportare la curva “sotto controllo” e provare a riaprire, cautamente, entro Natale.

E per ironia della sorte proprio oggi si torna a parlare di un lockdown entro la data del 9 novembre.

Oggi, quasi a rispondere all’uscita di ieri sera di Conte, Il Messaggero scrive in un articolo a firma di Alberto Gentili, che se la curva dei contagi non dovesse stabilizzarsi il piano per il lockdown dovrebbe scattare da lunedì 9 novembre e durare fino a metà dicembre per salvare almeno il Natale.

Di più: secondo il quotidiano non è nemmeno escluso che i piani dell’esecutivo vengano anticipati in caso di peggioramento repetino della situazione.

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Il piano di LOCKDOWN NAZIONALE, mentre c’è chi fa circolare bufale su facebook e Whatsapp che danno invece “tutto deciso” per il 2 novembre, sarebbe più “morbido” o soft rispetto a quello dell’inizio del 2020, sulla scia di quello della Francia, e dovrebbe prevedere:

  • aziende, fabbriche e uffici aperti;
  • negozi chiusi tranne gli alimentari;
  • l’uscita solo per andare al lavoro, portare i figli a scuola, fare la spesa o per ragioni mediche
  • lo stop ai confini comunali e regionali con lockdown territoriali nelle città più colpite

Le prime candidate alla linea dura sono Milano e Napoli. E la soglia entro la quale il governo dovrebbe intervenire sarebbe quella dei 35-40mila contagi al giorno, in quello che viene definito “Scenario 4“: l’obiettivo sarebbe quello di ridurre al minimo i contatti tra familiari non conviventi e amici – che generano il 75% dei contagi – e fermare gli affollamenti sui trasporti pubblici:

Da qui l’obbligo di restare a casa, se non per esigenze di lavoro, di salute e per portare i bimbi al nido o alle elementari: soluzione indispensabile per permettere ai genitori lo smart working. Una stretta che, se fosse per il ministro della Salute Roberto Speranza e per Dario Franceschini, esponenti dell’ala rigorista del governo, dovrebbe essere introdotta ben prima del 9 novembre.

E anche La Stampa scrive oggi che la data cerchiata sul calendario è il 6 novembre, ogni venerdì c’è il rapporto dell’Iss, che dà il quadro della situazione.

E il sabato potrebbe uscire un nuovo Dpcm con effetto dal 9 novembre: “In quel caso – aggiunge il giornale – c’è chi vede pure la prospettiva di un governo di salute pubblica farsi largo, dopo l’appello di Zingaretti a coinvolgere le opposizioni e il guanto raccolto da Silvio Berlusconi”.

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