Edith BrucK
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Murale dedicato a Edith BrucK

A Milano è apparso un nuovo murale dell’artista contemporaneo aleXsandro Palombo che ha voluto rendere omaggio a Edith Bruck, una delle ultime testimoni italiane della Shoah sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.

Attraverso quest’opera, l’artista intende dare voce a una delle pagine più oscure della storia, sottolineando l’importanza della memoria in un contesto di crescente antisemitismo.

Nata in Ungheria nel 1931, la scrittrice e poetessa ebrea nel 1944, all’età di 13 anni, venne deportata ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi. Fu liberata insieme alla sorella nell’aprile del 1945. Dal 1954 vive a Roma. Nell’oprea di Palombo dedicata a Edith Bruck appare la scritta Arbeit macht frei (il motto posto all’ingresso di Auschwitz e di altri campi di sterminio), parole che rappresentano il più grande inganno della storia, un forte richiamo all’attenzione verso le nuove generazioni, sempre più vulnerabili alla propaganda negazionista. In un momento storico in cui l’antisemitismo dilaga ovunque, l’arte diventa un potente veicolo di memoria.

Nell’opera Edith Bruck appare sotto grandi finestre con vetri rotti e inferriate arrugginite da cui si scorge un vecchio muro di mattoni. La scrittrice indossa la divisa a righe dei lager mentre con tenacia stringe tra le mani la bandiera d’Israele che le copre le spalle con la grande stella blu di David. L’opera e’ un invito alla riflessione per aggrapparsi alla Memoria, contro i rischi dell’oblio che il trascorrere del tempo porta con se.

La presenza di murali dedicati a testimoni come Bruck non è solo un omaggio estetico, ma un richiamo alla consapevolezza storica, utile per preservare la memoria e combattere contro le forme di odio e ignoranza che continuano a manifestarsi. Quest’opera in particolare si pone come faro di speranza e ammonimento, incitando a non dimenticare mai.

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