“Esploro Milano finché non è brutta”: la Torre Velasca finisce sotto accusa, ma merita davvero?
Il format di Natasha Gupta, influencer di Singapore che esplora le città con Google Street View fermandosi solo quando incontra un luogo “brutto”, ha scatenato discussioni su TikTok, soprattutto dopo il suo passaggio per Milano. Mentre molte zone della città hanno passato il test con successo, il suo viaggio si è interrotto in Piazza Velasca, proprio davanti alla storica Torre Velasca. E qui è scoppiata la polemica: la ragazza ha etichettato la Torre come “ugly”, provocando la reazione indignata di molti milanesi e amanti dell’architettura.
Il format e la “polemica” TikTok
Il video segue un format che ha già fatto il giro dei social, dove gli utenti esplorano a caso le città e si fermano solo davanti a luoghi esteticamente poco piacevoli. Fin qui, nulla di nuovo. Tuttavia, quando Natasha Gupta ha applicato il suo format a Milano, non si aspettava probabilmente di trovarsi davanti a una delle icone più discusse dell’architettura cittadina: la Torre Velasca. Dopo aver attraversato diverse zone della città, inclusa la Galleria Vittorio Emanuele, il suo viaggio si è interrotto in Piazza Velasca, con la torre brutalista sullo sfondo. E mentre molti si aspettavano un commento positivo, la sua sentenza è stata sorprendentemente negativa: “ugly.”
Le reazioni non si sono fatte attendere. Molti utenti hanno criticato la sua opinione, sottolineando l’importanza storica e culturale della Torre Velasca, mentre altri, forse meno affezionati all’edificio, hanno concordato con il suo giudizio. “Cmon Torre Velasca UGLY?!? Try again gurrrrrl” ha scritto un utente in difesa dell’architettura milanese. Ma la discussione non si è fermata qui: alcuni hanno ironizzato suggerendo altre zone di Milano che, secondo loro, avrebbero potuto meglio incarnare il concetto di “brutto”.
La Torre Velasca: icona o mostro architettonico?
Ma cosa rappresenta davvero la Torre Velasca e perché suscita reazioni così forti? Costruita tra il 1955 e il 1958 dal celebre gruppo BBPR, la torre è uno dei simboli più riconoscibili dello skyline di Milano. Il suo stile brutalista, con influenze medievali che richiamano le torri storiche lombarde, la rende un esempio unico di architettura del dopoguerra. La struttura, con la sua base slanciata e la parte superiore sporgente, è un omaggio all’evoluzione verticale delle città e alla capacità di coniugare passato e modernità.
Quando fu costruita, la Torre Velasca rappresentava un momento di rinascita per Milano, che stava emergendo dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante il suo stile non convenzionale, l’edificio è diventato negli anni un simbolo dell’innovazione e dell’identità architettonica della città. È inserita tra i palazzi più importanti del modernismo italiano e fa parte di numerose guide turistiche, proprio per la sua singolarità.
Tuttavia, la Torre Velasca non è amata da tutti. Il suo design audace ha sempre diviso l’opinione pubblica: alcuni la considerano un capolavoro del design moderno, mentre altri la vedono come un pugno nell’occhio, in netto contrasto con le eleganti facciate milanesi. Questa polarizzazione si riflette nelle reazioni al video di Natasha Gupta: chi ama la torre ne apprezza l’unicità e il valore storico, mentre i detrattori non riescono a digerirne le forme spigolose e la struttura massiccia.
Un simbolo di resilienza
Al di là del giudizio estetico, la Torre Velasca è un simbolo di resilienza per Milano. È stata costruita durante un periodo cruciale di ricostruzione, e la sua presenza ricorda l’importanza di innovare anche nei momenti di difficoltà. In un’epoca in cui le città si uniformano sempre di più, edifici come la Torre Velasca rappresentano un’importante testimonianza dell’identità culturale e architettonica della città.
La reazione al video di Natasha Gupta ci ricorda che la bellezza è soggettiva, e ciò che per qualcuno può apparire “brutto” può invece rappresentare un’icona culturale per altri. La Torre Velasca, con la sua storia e il suo impatto visivo, continuerà a essere discussa e, forse, proprio questa capacità di dividere l’opinione pubblica ne consolida lo status di simbolo milanese. Siamo certi che Natasha, tornando a Milano, potrebbe riscoprire la torre sotto una luce diversa, magari apprezzandola per ciò che rappresenta oltre il suo aspetto esteriore.
E voi? In quale angolo di Milano si sarebbe dovuta fermare secondo voi?