Radioligandi per il cancro: una nuova frontiera nella terapia oncologica
Radioligandi per il cancro: una nuova frontiera nella terapia oncologica
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Radioligandi per il cancro: una nuova frontiera nella terapia oncologica

Negli ultimi anni è emersa una modalità terapeutica innovativa per alcune forme di cancro: la somministrazione di radioligandi, farmaci progettati per consegnare radiazioni direttamente alle cellule tumorali. Questa strategia rappresenta un significativo salto in avanti nel campo dell’oncologia di precisione, perché consente di concentrare l’azione terapeutica sulle neoplasie pur limitando al minimo i danni ai tessuti sani.

Come funziona

Il principio è semplice ma sofisticato: una molecola «ligando» si lega selettivamente a recettori presenti sulla superficie delle cellule tumorali. Successivamente, un isotopo radioattivo allegato alla molecola rilascia radiazioni che danneggiano e distruggono solo le cellule bersaglio. L’effetto terapeutico si sviluppa così in modo mirato, e la quantità di radiazioni assorbita dalle cellule sane risulta nettamente inferiore rispetto alle terapie tradizionali.

Quali tumori possono beneficiarne

Attualmente i radioligandi sono impiegati in Italia per trattare il carcinoma prostatico e i tumori neuroendocrini. Inoltre, sono in corso numerose sperimentazioni che mirano a estenderne l’utilizzo ad altre neoplasie come quelle del polmone, del pancreas e della mammella. Questo ampliamento rappresenta una speranza concreta per molti pazienti, anche se richiede ancora studi e autorizzazioni.

Quali differenze rispetto alla chemioterapia

Rispetto alla chemioterapia tradizionale, che agisce sull’intero organismo, i radioligandi operano con precisione chirurgica. In altre parole, mentre la chemioterapia può provocare effetti collaterali diffusi, la nuova terapia limita l’impatto alle cellule tumorali. Tuttavia, sono presenti comunque effetti indesiderati: anemia, riduzione dei globuli bianchi e stanchezza sono possibili, seppure più contenuti rispetto alla chemioterapia.

Quali sono gli ostacoli

Nonostante i progressi, la diffusione dei radioligandi è ancora limitata. Sono disponibili solo in alcuni centri specializzati e richiedono una valutazione clinica dettagliata per identificare i pazienti suscettibili di trarne beneficio. In tal senso, resta cruciale la collaborazione tra oncologi, specialisti in medicina nucleare e centri di riferimento. Inoltre, il costo e la logistica dell’utilizzo degli isotopi rappresentano barriere non banali.

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Perché è un momento importante

L’avvento di queste terapie segna un cambiamento significativo nell’approccio oncologico: non più solo «colpire tutto» ma «colpire bene». Il modello della «teranostica» — diagnosi e terapia con lo stesso agente — riflette questa nuova filosofia. Ciò significa che prima si verifica se il tumore presenta il bersaglio adatto e, solo in caso positivo, si procede alla terapia.

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