Il Museo Leonardo3 di Milano rischia di chiudere
Il Museo Leonardo3 di Milano rischia seriamente di chiudere per sempre i battenti. Il motivo? Un contenzioso con il Comune che avrebbe deciso di non rinnovare la concessione dei prestigiosi spazi situati in galleria Vittorio Emanuele II, a un passo da piazza della Scala. I numerosi appelli da parte sia del direttore del museo Massimiliano Lisa, sia del professor Martin Kemp, il più grande studioso di Leonardo al mondo, sono caduti nel vuoto, e ora il destino del museo è appeso a un filo.
Il problema nasce perché il museo ha un accordo di collaborazione col concessionario degli spazi, e il Comune, decadendo il secondo, ha deciso di non potere, o volere, trovare una soluzione di continuità per il primo. Il museo rischia dunque d’essere sfrattato nonostante sia in perfetta regola con i pagamenti. Secondo Palazzo Marino, il problema sarebbe che non si tratterebbe di collaborazione ma di “subconcessione non autorizzata”, affermazione contestata dalla direzione del museo che infatti ha ottenuto lo scorso novembre una sospensione dell’ordinanza da parte del TAR. Inoltre, il Comune afferma che lo spazio deve essere assegnato con bando a evidenza pubblica. Ma il museo contesta che proprio uno spazio sopra al museo è stato assegnato senza alcuna gara. Ora una seconda pronuncia del tribunale amministrativo è attesa per il 1° aprile. Nel frattempo, il Comune rimanda ogni decisione a dopo questa sentenza. Continuando a rifiutare un confronto vis-à-vis con Massimo Lisa.
Lisa ha annunciato un gesto estremo: dal 1° marzo inizierà lo sciopero della fame per protestare contro la chiusura del museo.
“Il Museo Leonardo3 – afferma Giulio Gallera, consigliere regionale della Lombardia – non è solo una semplice esposizione, ma un centro studi che ha saputo innovare e divulgare la grandezza di Leonardo da Vinci con un approccio scientifico, interattivo e senza alcun contributo pubblico. Un’istituzione che rappresenta Milano nel mondo, con mostre richieste da Tokyo a New York, e che oggi si trova ostaggio di una gestione comunale che, anziché trovare soluzioni, ha scelto la via della chiusura. Il Comune aveva la possibilità di garantire la continuità del museo, come fatto per altre realtà culturali in Galleria, ma ha preferito ignorare questa opportunità.”
Gallera sottolinea inoltre l’importanza del museo per l’economia e l’occupazione: “Questa decisione mette a rischio il lavoro di 25 famiglie e l’indotto di molte altre. In un momento in cui dovremmo investire sulla cultura come motore di sviluppo, l’Amministrazione comunale agisce nella direzione opposta.” Infine, l’appello alla politica: “Serve un intervento immediato per fermare questa decisione assurda. La cultura è una risorsa strategica per Milano e va valorizzata, non ostacolata. La libertà e l’iniziativa privata sono motori di crescita anche per il settore culturale: la politica deve sostenerle, non soffocarle.”