deroghe green pass
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Obbligo di Super green pass per i lavoratori over 50: vale anche per chi lavora da casa

Chi viene trovato al lavoro senza certificato verde rafforzato, rischia (se over 50) una multa dai 600 ai 1.500 euro. Sanzioni anche per il datore di lavoro

Da oggi, martedì 15 febbraio, per gli over 50 scatta l’obbligo di Super Green Pass (o Green Pass rafforzato) per recarsi al lavoro.

Stop alla corsa ai tamponi, perché questo tipo di lasciapassare, a differenza del precedente Green Pass base, non può essere ottenuto con un tampone rapido o molecolare (ovviamente negativo). E’ invece necessario essersi vaccinati o essere guariti dalla malattia. Più precisamente: dopo la prima dose, è valido dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione e fino alla dose successiva; dopo la seconda dose, è valido per sei mesi; dopo la dose di richiamo è illimitato.

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Niente obbligo solo in caso di comprovate controindicazioni cliniche per il vaccino, “documentate e attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore”, come chiariscono le Faq dedicate del ministero. Quanto a chi ha contratto la malattia, “l’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il differimento della vaccinazione“. Chi viene trovato al lavoro senza certificato verde rafforzato, rischia – se over50 – una multa dai 600 ai 1.500 euro. E possono scattare sanzioni, se la mancanza si prolunga per oltre 4 giorni, fino alla sospensione dal servizio e dallo stipendio. Sanzioni anche per il datore di lavoro che non controlla: da 400 fino a mille euro. L’obbligo scadrà il 15 giugno. Nella stessa data potrebbe essere abolito anche il Green pass base.

Cosa deve fare il datore di lavoro

I datori di lavoro privati devono verificare il possesso del green pass rafforzato da parte dei lavoratori over 50 tenuti all’obbligo vaccinale, che accedono al luogo di lavoro. Le verifiche devono essere effettuate secondo le modalità previste dalla legge (app Verifica C-19 e le altre funzionalità di verifica previste dalla legge).
La legge n. 165/2021 (di conversione del D.L. n. 127/2021) ha inoltre previsto che i lavoratori possano consegnare al datore di lavoro una copia della propria certificazione verde Covid-19 (anche rafforzata), così da essere esonerati da successivi controlli. La mancata effettuazione delle verifiche comporta per il datore di lavoro una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro.
Permangono evidentemente in essere tutte le attività di controllo e verifica già previste per i soggetti under 50 che accedono al lavoro. Nessun controllo dovrà, e potrà, essere svolto per attività non rese in un luogo di lavoro (smart working, lavoro a domicilio, telelavoro), ovviamente qualora il lavoratore fosse chiamato a svolgere prestazioni nei locali aziendali si attiverebbe invece l’obbligo di verifica.

Viaggi da e per le isole: cancellato l’obbligo del super green pass

Mentre cade l’obbligo del green pass rafforzato per i viaggi da e per la Sardegna, e da e per le isole minori, l’Italia vede il traguardo della riapertura del paese. È l’inizio di un percorso che da qui alla fine di marzo, quando scadrà lo stato di emergenza, porterà ad un allentamento di tutte le altre restrizioni compreso il green pass, e che non è escluso possa avere anche un’accelerazione, con alcuni divieti che potrebbero cadere anche prima. Da oggi si potrà tornare a circolare per le strade con il viso scoperto, anche se sarà obbligatorio avere con sé la mascherina ed indossarla in caso di assembramento. Si tornerà anche a ballare, con la riapertura delle discoteche, che dovranno rispettare il 50% di capienza al chiuso e si potrà stare senza la mascherina solo in pista. Ma mascherine e discoteche sono solo i primi due step della road map annunciata dal presidente Draghi per riaprire il paese, che al momento ha altre due date: il 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza, e il 15 giugno, quando invece finirà l’obbligo vaccinale per gli over 50. Sul primo punto l’orientamento del governo è di non prorogarlo, soprattutto se si confermerà il calo dei contagi e dei ricoveri. E il 31 marzo potrebbe essere anche la data, come tra l’altro indicato nell’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, in cui diremo addio anche alle mascherine al chiuso.

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