Per il rilancio dell’economia affossata dall’emergenza Covid-19, e allo stesso tempo per migliorare l’efficienza energetica degli appartamenti, lo Stato italiano ha pensato all’introduzione di un superbonus 110% valido fino al 31 dicembre 2021.
Per il superbonus del 110% arriva una proroga breve al 30 giugno 2022 ma con una finestra fino al termine dell’anno per completare i lavori già avviati nel primo semestre e siano stai effettuati per almeno il 60 per cento.
Attenzione però: il credito d’imposta in questo caso si potrà utilizzare in quattro anni e non in cinque come prevede il decreto Rilancio.
Vedremo qui di seguito in cosa consiste, chi lo può richiedere e quali sono le regole da seguire per includere anche lavori cosiddetti minori o trainati.
Prima però una breve premessa.
Si fa un po’ di confusione tra ecobonus 110% e superbonus.
Il primo, infatti, prevede l’estensione al 110% di lavori un tempo in percentuali differenti di detrazione; Il superbonus invece comprende anche una serie di interventi di miglioramento sismico degli edifici.
In realtà i significati nell’uso oramai quotidiano si sono sovrapposti e si parla di superbonus 110% alla stregua di ecobonus 110 %.
Che cos’è il superbonus 110%
A introdurre questo super bonus è stato il Decreto Rilancio e consiste in una detrazione fiscale del 110% sulle spese sostenute per chi effettua dei lavori di ristrutturazione su edifici esistenti (quindi sono escluse le case costruite ex novo), atte a migliorarne la classe energetica.
Gli interventi interessati, detti trainanti come da decreto legge, sono:
- Isolamento termico;
- sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale;
- riduzione del rischio sismico (questo rientra nel sismabonus 110%).
La detrazione 110% comprenderà sia le case private, sia interi condomini.
Il problema, nel secondo caso, nasce dal fatto che bisognerà migliorare l’efficienza energetica di tutti gli appartamenti. Una sola unità abitativa non potrà usufruire del bonus ristrutturazione 110 per cento.
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