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CORONAVIRUS: Anche l’evento simbolo del made in italy e della creatività italiana paga il conto amarissimo degli effetti del Coronavirus

La notizia era nell’aria da giorni, ma la conferma è arrivata solo dopo un cda straordinario che ha preso atto dell’inevitabile: il Salone del Mobile di Milano è rinviato al 16-21 giugno. E così dopo Mido (la manifestazione dell’occhialeria), Cosmoprof e decine di altre manifestazioni fieristiche, anche l’evento simbolo del made in italy e della creatività italiana paga il conto amarissimo degli effetti del Coronavirus.

Il Consiglio di amministrazione di Federlegno Arredo Eventi si è riunito in seduta straordinaria e ha deciso di «posticipare l’edizione del Salone del Mobile.Milano a giugno, dal 16 al 21. La conferma della Manifestazione – fortemente appoggiata dal sindaco di Milano Giuseppe Sala – consente alle imprese, chiamate a un’importante prova di responsabilità, di presentare il proprio lavoro già finalizzato al pubblico internazionale che attende l’appuntamento annuale con il Salone del Mobile.Milano quale punto di riferimento della creatività e del design», conclude il comunicato.

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Intendiamoci: il caso del Salone è un po’ diverso dagli altri citati e anche questo spiega in parte la difficoltà e la riluttanza, da parte degli organizzatori, nel prendere questa decisione così drastica. Innanzitutto le tempistiche: le date previste erano quelle del 21-26 aprile quando – è l’auspicio di tutti – il picco di questa influenza sarà rientrato , assieme all’emergenza, a differenza dei casi di Mido (febbraio) e Cosmoprof (marzo).

Ma la portata di questo evento e l’importanza strategica per le aziende del settore – che proprio in fiera portano a casa mediamente il 30% degli ordinativi di tutto l’anno – ha reso necessario prendere la decisione con un certo anticipo. Per le imprese espositrici, infatti, si tratta di investimenti ingenti: solo la realizzazione dello stand – tra affitto, progetto e allestimento – può costare dai 600mila euro al milione, e superare ampiamente questa cifra nei casi degli espositori più grandi.

Uno sforzo che le aziende italiane (per lo più realtà di grande eccellenza manifatturiera, ma di piccole o piccolissime dimensioni ) possono permettersi solo a fronte di un ritorno economico – quest’anno fortemente a rischio vista la situazione di emergenza determinata dal coronavirus. Problema degli incastri nel calendario.

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