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Il giardino nascosto dell’hotel Sheraton Diana Majestic – Nella zona di Porta Venezia, dall’ingresso dell’Hotel Diana, al numero 42 del trafficato Viale Piave si accede al folto giardino al centro del quale si erge una statua di Diana nel mezzo di un piccolo specchio d’acqua. La statua della dea ornava l’ingresso della prima piscina pubblica di Milano, aperta nel 1842 in una zona verdissima, a cui però era negato l’accesso alle donne. Le acque provenivano dalla Roggia Gerenzana, che scorreva poco distante e derivava dal vicino Naviglio della Martesana. Al posto della piscina poi fu costruito un luogo di svago e intrattenimento: il Kursaal Diana a cui Mussolini diede in seguito il nome italiano di Diana Maestoso.

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Un gatto di lamiera che osserva i passanti – In Corso Monforte, accanto all’uscio del civico 43, c’è una decorazione molto originale: un gatto in lamiera, dai lunghi baffi e la coda arrotolata sull’inferriata. Forse il gatto in lamiera fu un dettaglio aggiunto per arricchire la casa del palazzo che la ospita, risalente ai primi del Novecento.

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La corte allungata di Corso San Gottardo, il borgo dei Furmaggiatt – in Corso San Gottardo 18 si accede a una lunga e caratteristica sequenza di corti allungate che, attraversando l’intero isolato, si aprono sul Naviglio Pavese, sbucando dal portone di Via Ascanio Sforza 15. È uno dei pochi esempi superstiti di quelle casére che occupavano questa zona chiamate così perchè le forme di formaggio erano scaricate nelle case affacciate sul naviglio che erano impregnate dell’odore acre dei latticini. Il cortile è percorso dalle tipiche linghere: i lunghi ballatoi di accesso agli alloggi, in fondo ai quali si trovava l’unico servizio igienico del piano. Le case del corso formavano il pittoresco Borgo dei Furmaggiatt.

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Una statua presa a modello per la statua della Libertà? – Tra le statue del Duomo, sul balcone sopra l’ingresso centrale della cattedrale, si trova La Legge Nuova, eseguita nel 1810 da C. Pacetti. Secondo la leggenda, la figura femminile con il braccio alzato, la torcia in mano e quella corona di punte intorno al capo sarebbe stata presa a modello per la Statua della Libertà realizzata da Bartholdi nel 1885 per New York. Se sia vero o meno, nessuno lo può affermare con certezza, ma di misteri il Duomo ne ha tanti, come quel polpaccio lucente di uno dei flagellatori del Cristo, raffigurato sul portale.

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Una casa molto originale – i ferri battuti realizzati nei primi decenni del ‘900 da Alessandro Mazzucotelli sono una delle più belle testimonianze del Liberty milanese.

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