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UBER sfida i colossi Amazon e Google. Ecco UberRush.

Il progetto riguarda l’integrazione di UberRush, il servizio di consegna in un’ora che rende fattorini gli autisti di Uber. Gli sviluppatori hanno aggiunto poche righe di codice per renderlo integrabile in altre piattaforme online.

UberRush è stato lanciato ufficialmente lo scorso ottobre in tre città degli Stati Uniti: New York, Chicago e San Francisco,  riscuote un discreto successo nelle consegne dei pasti caldi. Va ricordato che in Italia il servizio dopo il bando di Uber Pop si limita al noleggio di auto Ncc in alcune città.

Rendere Rush integrabile in qualsiasi sito può avere effetti importanti sul business, perché anche un piccolo ristorante, o un piccolo negozio di ogni genere, può offrire un servizio di consegna a domicilio con un’implementazione nel proprio sito web.

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UberEats. Come funziona

Per ora il servizio è attivo, oltre che a New York e Los Angeles, in città come Chicago, Washington D.C., Seattle, Atlanta, Houston, San Francisco.

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IL modello – che come sempre sfrutta la possibilità di visualizzare sulla mappa le auto più vicine disponibili in tempo reale – è stato testato a Toronto, dove la compagnia è nata, e permette di ordinare cibo scegliendo tra decine di ristoranti per riceverlo comodamente entro i successivi tenta minuti con un sovrapprezzo di 5 dollari.

E soprattutto, confermandosi estremamente efficiente, come dimostrano resoconti e recensioni che hanno inondato la rete a pochi giorni dal lancio dell’iniziativa.

Oggi (a 5 anni dallo sviluppo del progetto) Uber può contare su milioni di autisti affiliati sul territorio americano e questo gli permetterà di competere al pari livello di realtà già presenti sul mercato, quando non addirittura dimostrare di saper sostenere un servizio più efficiente, che da marzo potrà usufruire del sostegno di Apple e Google per lo sviluppo di un’app ancora più funzionale.

E presto gli autisti saranno in grado di evadere anche più ordini contemporaneamente, facendosi carico di consegnare i pasti richiesti da più di un cliente ad un ristorante con un solo viaggio, riducendo ulteriormente tempi e costi del servizio. In cambio, i ristoranti che vorranno far parte del circuito pagheranno una piccola commissione a Uber (esattamente come i clienti finali) e gli utili saranno condivisi dalla compagnia con gli autisti.

E presto in servizio potrebbe arrivare anche in Europa, a Parigi, dove Uber ha già testato nei mesi scorsi la consegna relativa alla pausa pranzo. Proprio nella capitale francese, infatti, la società ha aperto una posizione come general manager di UberEats.

Mentre si pensa già a privilegiare le preferenze dei clienti, potenziando circuiti particolarmente apprezzati dai consumatori , diversi in ogni città; a Toronto, per esempio, è il cibo thai a trainare il settore.

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