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Il 7 luglio ha aperto al pubblico il nuovo Ristorante Andrea Aprea: dove gusto, memoria e tempo si incontrano.

Il Ristorante di Andrea Aprea

Posto all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati – in un magnifico edificio storico che ospiterà il Museo d’Arte della Fondazione – il Ristorante raccoglie in una cornice estetica dalle proporzioni pure tutti i valori dell’esperienza gastronomica che Aprea ha definito in un percorso di ricerca ventennale.
L’ambiente, progettato dall’architetto Flaviano Capriotti, è caratterizzato da uno spazio dal grande impatto scenografico, dove una sorprendente vetrata panoramica apre lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città.
Gli interni sviluppano in chiave contemporanea il rapporto tra attesa e riconsegna dell’esperienza gastronomica, creando sottili relazioni di senso con la nuova vocazione del Palazzo, il contesto di segni, i materiali nobili e il dialogo continuo con le opere d’arte site specific realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin.

Il ristorante si sviluppa su 400 mq, suddivisi in 210 mq di sala, private dining, cantina, hall d’ingresso e 190 mq di cucina. 36 coperti abitano lo spazio, con otto tavoli disposti nella sala centrale, dove lo sguardo degli ospiti incontra l’ineffabile linearità espressiva della cucina: completamente a vista.
La grande sala centrale del Ristorante è caratterizzata da pareti rivestite di bucchero, la caratteristica ceramica nera con cui gli etruschi realizzavano i loro vasi. Uno scenografico lampadario circolare in vetro di Murano e foglia d’oro, realizzato su disegno, detta la centralità e dialoga con le prospettive inclinate che rendono l’intero spazio una sorta di proscenio per osservare l’alta cucina all’opera.

Una scenografia dei sensi, dove vivere il rapporto con il cibo, tra attesa delle premesse e condivisione delle conseguenze gustative: in una dimensione di continua sorpresa estetica, tra intimità e completezza.
La cucina di Aprea, si propone infatti di innescare un processo di scambio tra differenti luoghi dell’esperienza – nel ricordo, nello sguardo, nell’olfatto, nel palato – alla ricerca di nuove esperienze attraverso cui definire il sapore della contemporaneità.
Concetti che ritroviamo nei tre percorsi gastronomici proposti al pubblico:
– Contemporaneità, un percorso di 5 portate dedicato al rapporto tra memoria e innovazione
– Partenope, viaggio in 6 portate nelle suggestioni della Campania
– Signature, esperienza assoluta nella filosofia dello chef in 8 portate.

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