PORTE STORICHE DI MILANO: ciò che rimane dei bastioni della città nelle varie epoche, divenuti punti caratteristici di Milano. Ecco quali sono e la loro storia.
Le undici porte di Milano ( Porta Garibaldi, Porta Nuova,Porta Romana,Porta Sempione,Porta Ticinese,Porta Venezia,Porta Volta,Porta Magenta,Porta Lodovica,Porta Vittoria,Porta Vigentina) sono quello che resta delle cinte murarie costruite nei secoli per difendere la città. Risalgono a diverse epoche storiche: romana, medievale, spagnola (la maggior parte completamente rifatte in epoca napoleonica),per questo motivo non sono tutte uguali e non sono tutte visibili oggi. Le sei visibili si identificano con i relativi sestieri in cui era divisa la città.
Porta Garibaldi: a nord di Milano, era chiamata un tempo Porta Comasina, così chiamata perché da qui si usciva dal recinto della città per raggiungere Como, prese l’attuale nome nel 1860 in ricordo dell’ingresso, qualche anno prima, di Giuseppe Garibaldi, proveniente da Como. È caratterizzata dalla presenza dell’arco neoclassico del Moraglia e sorge al centro di piazza XXV Aprile, allo sbocco di corso Garibaldi. L’attuale Porta Garibaldi è nata sulle rovine di una simile struttura di epoca romana e poi medioevale.
Porta Nuova: si contrappone alla Porta Vecchia che sorge nei pressi di via Manzoni. Anch’essa è ricavata all’interno dei bastioni delle città, aprendosi lungo la strada per Monza. Oggi sorge al centro di piazzale Principessa Clotilde, allo sbocco di corso di Porta Nuova e a fronte del Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli. Costruita in epoca romana, fu restaurato durante il dominio spagnolo di Milano. Fu poi demolita in epoca napoleonica, quando si avviò un progetto per convertire le principali porte dei bastioni ad una funzione daziaria e ornamentale. Nel 1840 qui venne inaugurata anche “Porta Nuova”, la prima stazione ferroviaria della città. L’edificio principale è stato trasformato nel 2010 nell’albergo di lusso Maison Moschino.
Porta Romana: chiamata così perchè, attraversandola, si percorreva una strada che portava direttamente nella Città Eterna. Si trova a Sud Est di Milano, sorge al centro di piazza Medaglie d’Oro, allo sbocco di corso di Porta Romana. È caratterizzata dalla presenza di un arco monumentale fatto erigere alla fine del Cinquecento da Filippo III di Spagna in occasione del passaggio della principessa Margherita d’Austria-Stiria, sua promessa sposa. E’ stata riconvertita nel 2010 in struttura termale, chiamata per l’appunto Terme di Milano. Da qui scorrevano ben undici chilometri di mura a forma di cuore, la cui punta era occupata dal Castello Sforzesco. Secondo alcune leggende popolari, pare che questo luogo del centro storico fosse abitato dal diavolo, trasfigurazione popolare del marchese Ludovico Acerbi.
Porta Sempione (o Arco della Pace): risale all’epoca napoleonica ed è stata costruita con l’intento di unire metaforicamente Milano a Parigi. Si trova vicinissimo al Castello Sforzesco, all’interno della famosa piazza d’Armi. L’Arco, realizzato dall’architetto Luigi Cagnola, rappresenta ancora oggi uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano. È ricordato nei libri di storia perché nel 1859, quattro giorni dopo la vittoria di Magenta, vi fecero il loro ingresso trionfale nella città meneghina Napoleone III e Vittorio Emanuele II.
Porta Ticinese: il suo nome è dovuto al fatto che attraversandola si andava verso il fiume Ticino. Nota come Porta Marengo in epoca napoleonica, ma chiamata dai residenti Porta Cicca, è posta a Sud della città in direzione Pavia, al centro di piazza XXIV Maggio. Rappresenta uno dei resti delle mura spagnole che circondavano Milano, posizionata in modo da costringere al pagamento del dazio chi entrava. La struttura neoclassica che la caratterizza è opera dall’architetto Cagnola, lo stesso che progettò l’Arco della Pace.
Porta Venezia: fino al 1860 era chiamata Porta Orientale e in epoca napoleonica Porta Riconoscenza, la sua costruzione originale risale all’epoca romana e fu in seguito ricostruita dal celebre architetto Giuseppe Piermarini alla fine del Settecento. Oggi sorge al centro di piazza Oberdan, allo sbocco di Corso Venezia, che collega la Porta a piazza San Babila, ed è caratterizzata dalla presenza dei caselli neoclassici dell’architetto Rodolfo Vantini.
Porta Volta: chiamata in passato Porta Tenaglia, è una delle più recenti costruite a Milano, ricavata nel 1880 all’interno dei Bastioni per consentire una più diretta comunicazione fra la città e il Cimitero monumentale, e aperto lungo il tracciato delle mura spagnole. La porta, composta di due caselli daziari inquadranti una cancellata, fu progettata da Cesare Beruto. Si trova al centro di piazzale Baiamonti, in cui è possibile ammirarne i bastioni.
Porta Magenta: nota in passato come Porta Vercellina almeno fino al 1860, era una delle sei porte principali di Milano, ricavata all’interno dei bastioni spagnoli, oggi demoliti. Sorgeva un tempo nell’attuale piazzale Baracca, allo sbocco dell’attuale corso Magenta, di cui prese il nome già alla fine dell’Ottocento. Nel 1885, infatti, iniziò la demolizione delle mura spagnole anche in questa zona della città, con le quali distrutta anche Porta Vercellina per cui non esistono tracce dei bastioni, della porta e dei caselli daziari.
Porta Lodovica: sorgeva in quello che è l’attuale piazzale di Porta Lodovica, di cui però non rimane alcuna traccia della struttura, ed era uno degli accessi alla città di Milano all’interno delle mura spagnole, succursale della Porta Ticinese. L’arco che lo caratterizzava venne smontato alla fine dell’Ottocento per motivi di traffico ed esigenze derivanti dal nuovo piano edilizio della città. Rivestiva una importanza soprattutto religiosa perché garantiva l’ingresso dei pellegrini per raggiungere le chiese di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso e quelle di S. Eufemia e San Paolo Converso, per il raccordo con Porta Romana sino al ponte in via San Damiano.
Porta Vittoria: conosciuta un tempo come Porta Tosa e ribattezzata Porta Vittoria subito dopo l’Unità d’Italia, faceva parte delle mura spagnole della città. L’arco dell’antica porta venne abbattuto e oggi si può ammirare solo l’obelisco circondato da una piazza, intitolata alle Cinque Giornate di Milano, e che voleva simboleggiare lo sforzo compiuto dal popolo italiano per raggiungere la libertà.
Porta Vigentina: si tratta di una succursale della più famosa e ancora visibile Porta Romana, da cui partiva la Strada Vigentina, che univa Milano all’Abbazia di Mirasole alla città di Pavia. Essendo, dunque, considerata una porta minore, non si hanno molte notizie su questa costruzione. Si sa solo che nel XVII secolo venne aperto un “portello” anche nella parte dei Bastioni che collegavano la Strada Romeria, l’attuale corso Lodi, alla Strada del Vigentino, che comprendeva anche l’attuale via Ripamonti.