DECRETO SOSTEGNI: nel pomeriggio il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri alle 16, al termine conferenza stampa Draghi.
È quanto prevede l’ultima bozza del decreto, risalente alla serata di giovedì 18 marzo. Il testo si compone di 44 articoli.
E conferma le anticipazioni delle prime versioni: sono previste cinque fasce di ricavi con percentuali differenziate dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi.
La bozza è di 44 articoli ed è attesa sul tavolo del Consiglio dei ministri: la riunione a Palazzo Chigi è stata convocata per le 16. Al termine dell’incontro, alle 18:30, il presidente del Consiglio Mario Draghi terrà una conferenza stampa.
Allo stato attuale non c’è ancora l’accordo sulla proroga dello stop dei licenziamenti e sullo stralcio delle cartelle. Si cercherà di trovare la quadra su entrambi i dossier in Consiglio dei ministri.
Undici miliardi previsti dal Decreto Sostegni per il sostegno alle imprese, 3,3 per il rifinanziamento della cassa Covid fino a fine anno e la stessa cifra per Regioni ed enti locali, aiuti a fondo perduto per 800mila professionisti, cinque miliardi per la campagna vaccinale.
Sono solo alcune delle cifre del decreto Sostegni che oggi alle 15.00 andrà in Consiglio dei ministri.
Le cartelle – Sul tavolo in primis la questione dell’azzeramento delle vecchie cartelle fiscali: l’ipotesi contenuta nelle prime bozze del Decreto Sostegni e portata avanti finora era quella di cancellare gli importi fino a 5mila euro affidate alla Riscossione dal 2000 fino al 2015.
Sono cinque le fasce di percentuali per il contributo, al 60% per le imprese fino a 100mila euro, al 50% tra 100mila e 400mila, 40% tra 400mila e 1 milione, al 30% tra uno e milioni e 20% tra 5 e 10 milione.
Blocco licenziamenti e bonus baby sitter – Sul tavolo anche la scadenza del blocco dei licenziamenti, che sarà prorogato a fine giugno, e dovrebbe essere rimosso in maniera graduale fino a fine anno per chi usufruisce della cassa Covid. Mentre sul fronte welfare la ministra Elena Bonetti, supportata da tutta Iv, insiste per l’estensione anche ai lavoratori dipendenti in smartworking e agli operatori sanitari del bonus baby sitter per occuparsi dei figli piccoli che frequentano le scuole dell’infanzia e primarie.
Gli aiuti alle imprese – La parte più corposa del decreto – finanziato con i 32 miliardi di scostamento di bilancio autorizzato a gennaio – è destinata agli aiuti alle imprese che hanno subito a cause delle chiusure imposte per l’emergenza Covid perdite di almeno il 30% del fatturato, senza più l’indicazione dei codici Ateco.
Sono cinque le fasce di percentuali per il contributo, al 60% per le imprese fino a 100mila euro, al 50% tra 100mila e 400mila, 40% tra 400mila e 1 milione, al 30% tra uno e milioni e 20% tra 5 e 10 milione. I pagamenti dovrebbero scattare a metà aprile con una procedura accelerata garantita da una piattaforma che sarà messa in piedi da Sogei e Agenzia delle entrate e dovrà essere pronta entro fine mese.
Per 800mila autonomi e professionisti iscritti agli ordini dovrebbe arrivare un bonus da 3mila euro, mentre per i lavoratori stagionali è prevista un’indennità una tantum di 2.400 euro. Al settore sciistico, che ha perso la stagione, dovrebbe andare un fondo da 600 milioni. Ristori anche per il sistema fieristico, a quello del wedding (cui andrebbero 100 milioni), turismo, sport, cultura e spettacolo (un altro miliardo) e la scuola (300 milioni).
I pagamenti dovrebbero scattare a metà aprile con una procedura accelerata garantita da una piattaforma che sarà messa in piedi da Sogei e Agenzia delle entrate e dovrà essere pronta entro fine mese.
Sempre sul fronte lavoro dovrebbe ammontare a 3,3 miliardi lo stanziamento previsto per la cassa integrazione con causale Covid cui le aziende potranno accedere fino alla fine del 2021 uscendo dunque dalla logica delle settimane utilizzata finora, mentre i contratti per i navigator- che scadevano a fine aprile – dovrebbero essere prorogati fino al 31 dicembre 2021.
1,5 miliardi per esonero contributi autonomi
Nella bozza è previsto un miliardo e mezzo di euro per sovvenzionare l’esonero dei contributi previdenziali dovuti da lavoratori autonomi e professionisti che «abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro e abbiano subito un calo del fatturato, o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33%, rispetto a quelli dell’anno 2019». Beneficiari della misura saranno gli iscritti alla gestione separata dell’Inps, gli associati agli Enti di previdenza privati e privatizzati e gli iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (Assicurazione generale obbligatoria).
Cinque miliardi andranno per il potenziamento del piano vaccini e il potenziamento delle cure anti Covid. E 500 milioni sono riservati alle modifiche parlamentari: dopo le polemiche degli ultimi decreti approvati in fretta e furia – ai tempi del precedente governo, l’esecutivo Draghi ha assicurato che ci saranno tre letture piene per consentire a deputati e senatori di intervenire.
Enti locali – A Regioni ed enti locali vanno altri 3,3 miliardi. Nello specifico 100 milioni a province e città metropolitane e 900 milioni ai comuni; 260 milioni vanno alle Regioni a statuto speciale; un miliardo alle Regioni, 200 milioni per il ristoro della tassa di soggiorno, 800 milioni per il Trasporto pubblico locale.