Il Coronavirus sembra rallentare, ma è ancora presto per capire come gli italiani trascorreranno le feste di Natale. «Dipenderà dai dati dell’epidemia. Vedremo dopo la scadenza dell’ultimo Dpcm, il 3 dicembre», spiega Francesco Boccia.
Il ministro degli Affari regionali promette «rigore», perché «la priorità è mettere in sicurezza sul piano sanitario il Paese», ma nel governo più d’uno spera di salvare almeno il cenone della vigilia, e quello di Capodanno.
Ma un eventuale allentamento si deciderà in base ai dati, anche alla luce dei risultati alla scadenza del Dpcm, ovvero il 3 dicembre. «Di regole per vivere il Natale non c’è bisogno, gli italiani sono responsabili», taglia corto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ma tra i virologi c’è chi frena, temendo che il “liberi tutti” torni a far crescere il virus. Come è successo la scorsa estate.
UN NUOVO “DECRETO NATALE”. Secondo indiscrezioni, il governo sarebbe comunque già al lavoro per un nuovo decreto con le misure da osservare fino a Capodanno, anche per rilanciare un po’ l’economia. Tra le ipotesi, se i dati lo consentiranno, quella di rivedere l’orario del coprifuoco per permettere quantomeno il cenone tra parenti stretti. Altro capitolo riguarda l’apertura dei negozi. Qui l’auspicio è che le regioni oggi in zona rossa (Campania, Toscana, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana) possano almeno passare in fascia arancione, risolvendo così il problema della chiusura. I
l nuovo “decreto Natale” potrebbe quindi prevedere un progressivo allentamento delle restrizioni dopo il 3 dicembre a partire dalle regioni più virtuose. Successivamente l’allentamento potrebbe essere esteso anche alle altre regioni, prevedendo anche un allungamento degli orari dei locali pubblici (con limiti di capienza) e permettendo gli spostamenti tra regioni. Con la speranza di arrivare a ridotto del Natale con tutte le regioni in zona gialla e un indice Rt intorno o addirittura sotto l’1%. Non sembrano destinati a riaprire, invece, i tradizionali mercatini di Natale, il cui stop è arrivato con l’ultimo Dpcm del 3 novembre.
«NON SARÀ UN NATALE COME GLI ALTRI». «L’auspicio è di arrivarci con l’Rt più basso possibile, ma non possiamo poi pensare di fare eccezioni in quel periodo dando luogo ai festeggiamenti cui eravamo abituati», sostiene il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, secondo cui «andranno tenute presenti tutte le misure per non vanificare gli sforzi che faremo fino al periodo natalizio». Se il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, respinge quelle che definisce «visioni catastrofiche», Giovanni Di Perri, virologo responsabile delle Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, è categorico: «Sconsiglio di incontrarsi, se no rischiamo di ricominciare da capo, come con i rientri dalle vacanze estive – sostiene -. C’è da augurarsi per la salute pubblica, per il bene di tutti, per far ripartire l’economia che vengano proibite» feste e cenoni. Insomma in attesa delle regole per ora il buon senso detta un «Natale con i tuoi», ma pochi e a casa. Questa volta con tanto di mascherine e distanziamento.