Coronavirus, curva dei contagi si appiattisce: per metà dicembre possibile discesa.
Arcuri: “La curva cresce, ma 10 volte meno di un mese fa. Il vaccino ai primi italiani a partire da fine gennaio”
La curva dei contagi che continua a crescere, ma “10 volte meno di un mese fa”.
La somministrazione del vaccino anti-Covid ai primi italiani fissata per “fine gennaio“. L’intenzione del governo di alleggerire la pressione sugli ospedali attraverso “nuovi Covid hotel” su tutto il territorio nazionale.
Durante la sua consueta conferenza stampa, il commissario all’emergenza Domenico Arcuri fa il punto della situazione dell’emergenza sanitaria del nostro Paese, ribadendo quanto già dichiarato dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nei giorni scorsi. “Ci sono Regioni in cui si avvertono i primi segni di raffreddamento dell’epidemia, mentre in altre la situazione resta critica e c’è bisogno di intervenire per continuare a raffreddare la crescita dei focolai”.
Arcuri fa un’importante premessa a tutto il suo discorso: “Non è il momento di abbassare la guardia“, specie se si pensa che ieri “abbiamo superato il milione di contagiati. Più dell’1% della popolazione italiana ha ancora il virus in corpo”. Stando ai numeri, però, è possibile osservare i primi segnali di miglioramento della diffusione del virus. “I contagiati il 10 ottobre erano 5.724, cioè il 102% in più rispetto a 7 giorni prima”, spiega il commissario. “Il 24 ottobre erano 19.644, +80% rispetto a 7 giorni prima. Oggi sono stati 37.978, +10% rispetto a 7 giorni fa. Continuiamo a crescere, ma 7 volte di meno rispetto a 20 giorni fa e 10 volte di meno rispetto a un mese fa”.
Picco contagi atteso agli inizi di dicembre
Tornando però al tasso di crescita dei contagi «usando i dati disponibili per calcolare il tasso di crescita – ha detto Battiston – possiamo estrapolare l’andamento del totale del numero degli infetti attivi nel corso delle prossime settimane. Se l’attuale tendenza di riduzione del tasso di crescita si mantiene, e il Dpcm degli inizi di novembre dovrebbe contribuire in tal senso, si prevede che a livello nazionale si raggiunga il picco agli inizi di dicembre per poi iniziare a scendere dalla seconda metà del mese».
Per Battiston «una crescita esponenziale come quella di ottobre non si sarebbe potuta gestire a lungo» e le misure previste nei due Dpcm di ottobre, «fortunatamente, sembrano avere ottenuto l’effetto di invertire l’andamento del tasso di crescita», mentre gli effetti dell’ultimo Dpcm si vedranno a partire dal 14-15 novembre.
La corsa dei contagi ripresa ad ottobre
Il totale nazionale dei casi continua ad aumentare al ritmo di 20-30.000 unità al giorno a causa di un andamento inerziale dell’epidemia. Se la crescita fosse continuata allo stesso ritmo, i casi sarebbero già adesso arrivati a 1,3 milioni. Attualmente, invece, sembra proseguire il rallentamento osservato dalla quarta settimana di ottobre.
«Dopo la riapertura del 14 giugno il totale dei casi positivi «nonostante una crescita lieve – ha aggiunto Battiston – è rimasto negativo fino ai primi di agosto ed è improvvisamente raddoppiato poco dopo la settimana di ferragosto, quando si è registrato il massimo di concentrazione e movimento di persone in tutta Italia e non solo». In settembre, però, il ritmo dei contagi ha «ripreso a scendere, nonostante la riapertura delle attività produttive: l’epidemia e la ripartenza sembravano potere convivere, grazie a tutte le norme del distanziamento sociale e alla minuziosa attività di tracing dei focolai».
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