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Partite Iva e PMI, come funzionano i contributi a fondo perduto: Requisiti, calcolo del contributo a fondo perduto e domanda all’Agenzia delle Entrate.

Contributi a fondo perduto anche dall’INAIL nel Decreto Rilancio per l’acquisto di dispositi di sicurezza.

Il Decreto Rilancio, annunciato mercoledì sera dal presidente del Consiglio e in attesa che arrivi il testo, conterrà fra le altre cose gli attesi contributi a fondo perduto (sovvenzione statale) a favore di PMI, lavoratori autonomi e titolari di reddito agrario che fatturano meno di 5 milioni all’anno e che nel mese di aprile 2020 abbiano un fatturato inferiore ai due terzi di quello dello stesso mese 2019. In pratica, deve esserci stata una riduzione superiore a un terzo di fatturato.

Il contributo minimo è pari a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le imprese. La somma precisa – evidenzia il sito delle piccole-medie imprese pmi.it – dipende dal fatturato, il decreto stabilisce con precisione come si calcola.

Per alcune tipologie di soggetti, ad esempio coloro che hanno iniziato l’attività a partire dal primo gennaio 2019 (Startup o nuove Partite IVA), il contributo spetta indipendentemente dalla riduzione di fatturato.

Chi ne ha diritto
“Soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le imprese esercenti attività agricola o commerciale, anche se svolte in forma di impresa cooperativa, con fatturato nell’ultimo periodo d’imposta inferiore a 5 milioni di euro”.
Dunque, hanno diritto al contributo a fondo perduto le imprese o le Partite IVA che nel 2019 hanno avuto ricavi o compensi fino a 5 milioni di euro. Il requisito fondamentale è la riduzione degli incassi di aprile 2020 superiore ad un terzo (ammontare del fatturato e dei corrispettivi inferiore ai due terzi rispetto a quello di aprile 2019). Importante: per effettuare correttamente questo calcolo, bisogna fare riferimento alla data di effettuazione dell’operazione.


Contributi a fondo perduto, no al cumulo con bonus 600

finanziamenti a fondo perduto previsti in favore dei professionisti non spettano a chi ha ricevuto il bonus 600 euro. Infatti, le partite Iva iscritte alla Gestione separata INPS, alle Casse di previdenza private e i lavoratori dello spettacolo non potranno cumulare i due aiuti pubblici

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Importo
Il contributo  non concorre alla formazione del reddito o della base imponibile, quindi è esentasse. Per conoscere la somma a cui si ha diritto bisogna prima di tutto calcolare la differenza di fatturato aprile 2020/aprile 2019. A questa cifra si applica poi una percentuale, che varia nel seguente modo:

  • 20% per chi nel 2019 ha ricavi o compensi fino a 400mila euro;
  • 15% per imprese e partite IVA con incassi 2019 fra 400mila e 1 milione di euro;
  • 10% per chi ha fatturato l’anno scorso fra 1 e 5 milioni di euro.

In ogni caso, ci sono dei tetti minimi: il contributo non può essere inferiore ai mille euro per le persone fisiche e ai 2mila euro per le imprese.

Esempi (fonte pmi.it)
Impresa con differenza di fatturato pari a 50mila euro.

  • Fatturato 2019 900mila euro: contributo a fondo perduto pari al 15% di 50mila euro, quindi a 7mila 500 euro.
  • Fatturato 2019 2 milioni di euro: sovvenzione di 5mila euro.
  • Fatturato 2019 300mila euro: contributo di 10mila euro.

Per ottenerli bisognerà presentare domanda all’Agenzia delle Entrate in modalità digitale, autocertificando la sussistenza dei requisiti previsti. I controlli da parte dell’Agenzia e della Guardia di Finanza verranno effettuati solo in seguito, in modo da accorciare i tempi di erogazione. 

I beneficiari potranno presentare la richiesta entro 60 giorni dalla data che sarà comunicata dall’Agenzia delle Entrate, e la domanda dovrà essere accompagnata dalla autocertificazione di regolarità antimafia. A quel punto, il contributo verrà erogato tramite accredito diretto sul conto corrente o postale del beneficiario.

Controlli successivi all’erogazione

Solo in seguito all’erogazione del contributo, l’Agenzia delle Entrare comunicherà i dati ricevuti alla Guardia di Finanza, che li riscontrerà con quelli in possesso dal Ministero dell’Interno. E se si verificasse che ai beneficiari non spettavano contributi richiesti, nella loro totalità o in parte, il rischio è quello di incappare nell’accusa di indebita percezione e truffa ai danni dello Stato. L’importo erogato sarebbe recuperato e sarebbero applicate le sanzioni previste dalla legge.


Contributi a fondo perduto anche dall’INAIL nel Decreto Rilancio

lI decreto Rilancio approvato dal Governo lo scorso 13 maggio,   tra le numerose misure di sostegno alle imprese prevede anche all’art. 102 importante norma che  riguarda i  fondi già disponibili per il Bando ISI 2019 .
Si tratta  di una dote di 403 milioni di euro che saranno destinati  anche a  finanziare a fondo perduto le spese per la sicurezza anticontagio da Coronavirus sostenute dalle imprese , di tutte le dimensioni, per rispettare gli obblighi previsti dalle linee guida INAIL /ISS e dal  Protocollo  aziende sindacati del 24 aprile 2020. 

Il Bando ISI 2019 quindi  contemporaneamente viene revocato dallo stesso art. 102..
Potranno rientrare nel finanziamento i costi per :

  •  apparecchiature e attrezzature per l’isolamento o il distanziamento dei lavoratori, compresi i relativi costi di installazione;
  •  dispositivi elettronici e sensoristica per il distanziamento dei lavoratori;
  • apparecchiature per l’isolamento o il distanziamento dei lavoratori rispetto agli utenti esterni e rispetto agli addetti di aziende terze fornitrici di beni e servizi;
  • dispositivi per la sanificazione dei luoghi di lavoro; sistemi e strumentazione per il controllo degli accessi nei luoghi di lavoro  (ad esempio i rilevatori di temperatura corporea)
  • dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale.

Tutti i dispositivi dovranno essere certificati secondo le normative vigenti in materia.
Gli importi massimi dei contributi  sono fissati a:

  •  15mila euro per le imprese fino a 9 dipendenti,
  •  50mila euro per quelle da 10 a 50 dipendenti,
  • 100mila euro per le aziende con oltre 50 addetti.

Coome detto l’intervento straodinario è destinato a tutte le imprese, anche individuali, iscritte al Registro delle imprese o all’Albo delle imprese artigiane ed alle imprese sociali.

La procedura sarà gestita da INVITALIA, sulla base delle indicazioni INAIL,   come  successo per la dote di 50 milioni inserita nel Decreto Cura Italia di marzo, e già attivata con il Bando “Impresa sicura” .

(In merito si veda l’articolo “Invitalia rimborsa l spese per i DPI”: la fase di prenotazione dei fondi scade il 18 maggio 2020).

La norma nel decreto Rilancio specifica che questi ulteriori fondi Inail sono incompatibili con altre agevolazioni, anche fiscali,   previste per questo tipo di spese;  non dovrebbero quindi essere  cumulabili con il credito di imposta del 50% già previsto dal Cura Italia e ora in attesa di  un decreto del Mise per l’attuazione.

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