Cambia ancora, per la quinta volta, il modulo per l’autocertificazione necessaria per spostarsi nel periodo dell’emergenza coronavirus. Lo ha annunciato ieri il capo della polizia, Franco Gabrielli, sottolineando che “sono state fatte ironie su questo continuo avvicendamento, ma cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornare il modulo, anche per intercettare i quesiti che arrivano dai cittadini”.
Le sanzioni emesse di recente, ammonteranno a un’ammenda di circa 200 euro. Ci sono però inasprimenti, per chi non rispetta la quarantena: arresto fino a 18 mesi e sanzione amministrativa fino a 5.000 euro. Il nodo da sciogliere è sulle disposizioni nazionali, non identiche a quelle regionali. Dai vertici delle Forze dell’ordine però arriva un ulteriore monito, indipendentemente dal comprensibile stato di difficoltà per tutti: i comportamenti scorretti nella mobilità, con ripercussioni sanitarie, a breve si sanzioneranno anche con l’articolo 452 del Codice Penale: pena fino a 12 anni di reclusione.
Non si fermano però, le verifiche e le denunce per violazioni e uscite ingiustificate.
Ieri a Milano,scappa dalla polizia buttandosi nel Naviglio,non si accorge però dell’acqua bassa e si frattura le gambe. Ma non è finita..
Dagli amanti che facevano sesso in auto al ragazzo che voleva vedere la fidanzata, fino agli amici usciti per un giro in auto che si inventano improbabili scuse. Non si ferma la lista degli incoscienti che non rispettano le restrizioni, nonostante le multe salate.
Tra le giustificazioni più ‘inverosimili’ raccolte da chi è stato fermato per strada dagli agenti, oltre a cani particolarmente ‘incontinenti’ e appassionati di jogging dell’ultima ora, c’è chi dice di non essere informato dei divieto, o quanto meno finge di non conoscere le nuove misure restrittive, chi non considera violazione essere andato a casa di un amico per bere una birra o essere uscito per controllare se il solito bar era davvero chiuso, fino a chi, semplicemente, dice di non curarsi affatto delle regole.
ECCO ALCUNE GIUSTIFICAZIONI DEI NOSTRI CITTADINI:
Sesso in auto in campagna – I carabinieri di San Bonifacio (Verona) hanno multato una coppia di amanti, scoperti mentre facevano sesso in auto. I due veronesi, 40enni, racconta “L’Arena”, erano seminudi in aperta campagna e si sono giustificati sostenendo che non sopportavano di vivere senza potersi vedere, implando di non sanzionarli.
Sul lungomare per uno spinello – In Sardegna un 27enne del Sulcis si è allontanato da casa in sella al suo quad per fumare uno spinello in spiaggia ed è stato multato dai carabinieri per aver violato le norme contro la diffusione del virus. I militari lo hanno sorpreso sul lungomare di Funtanamare, a Gonnesa, mentre si gustava la sua canna. Ai carabinieri ha detto di essere uscito perché in casa non resisteva più: per lui 533 euro di multa.
Fuori per vedere la fidanzata – Un altro ragazzo, un giovane di Arco (Trento), è stato multato dalla polizia per essere uscito di casa senza un motivo valido. Agli agenti ha raccontato che doveva incontrare la sua fidanzata e di aver concordato con lei un appuntamento a metà strada. Il giovane ha ricevuto una sanzione amministrativa di 280 euro.
Un giro in auto con gli amici – E ancora, tre giovani sono stati fermati e multati a Genova, in via Canevari, dove una volante li ha trovati giovedì sera mentre giravano in auto. I tre, di età compresa tra i 19 e i 26 anni, hanno mostrato ai poliziotti tre moduli con diverse motivazioni non previste. Uno di loro, in particolare, aveva scritto che stava andando a lavorare in un ristorante. Gli agenti gli hanno spiegato che i ristoranti sono chiusi e hanno sanzionato i tre con una multa da 400 euro a testa.
Con l’ambulanza in visita alla fidanzata Un volontario residente a Milano è stato denunciato, insieme alla compagna 33enne, perché si ha utilizzato un’ambulanza per andarla a trovare a Cucciago (Como). Le segnalazioni sono arrivate dai cittadini della zona che hanno avviato gli immediati accertamenti da parte dei carabinieri.
I culturisti che si allenano in palestra Indifferenti alle limitazioni degli spostamenti e al divieto di assembramenti alcuni culturisti si sono ritrovati in palestra a Fano per praticare attività fisica. Dopo una segnalazione la polizia ha fatto irruzione nella struttura trovandovi sei persone, tra cui due donne e il titolare della palestra, intenti a fare pesi e vari esercizi. All’arrivo degli agenti c’e’ stato il fuggi fuggi ma sono stati tutti rintracciati, identificati e denunciati. Il titolare, oltre alla denuncia, rischia di vedersi sospendere anche la licenza.
Cani finti al guinzaglio A Cassina Rizzardi (Como), il sindaco-infermier Piergiorgio Bonino ha denunciato alcuni episodi di “furbetti” che, pur di uscire di casa, si inventano qualsiasi cosa: “Vedo cose mai viste: nell’era precovid19, i cani a passeggio trascinavano i loro padroni con l’esuberanza di animali rinchiusi, con il desiderio di correre, saltare e giocare. Ora molti camminano dietro i loro padroni obbligati a turno dai vari componenti della famiglia a passeggiate estenuanti. Si sono visti a passeggio, al guinzaglio, gatti e cani finti. Sono molto preoccupato, da cittadino, da sanitario e da sindaco”.
SCUSE E GIUSTIFICAZIONI PIÙ DISPARATE IN SICILIA
A Mondello sono stati denunciati tre ciclisti provenienti da Brancaccio e un cittadino che stava facendo il bagno a mare.
Un uomo si è giustificato sostenendo che era impellente per lui andare dalla sua donna anche se si trovava dall’altra parte della città. A Ficarazzi alcune persone avevano organizzato una partita di calcetto in strada. Nel parcheggio di via Basile, una coppia è stata denunciata mentre si accingeva ad appartarsi e nei pressi di via Calatafimi il titolare di una parrucchiera è stato denunciato in quanto l’esercizio è stato trovato con un cliente, pure lui sanzionato.
Ma la storia più incredibile riguarda il caso di una coppia fermata in via Malaspina, davanti al carcere per i minorenni. I soggetti sono stati intercettati mentre stavano facendo esplodere fuochi d’artificio. Il motivo? Hanno detto adducendo che era il compleanno del figlio detenuto.