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Una donna residente in Lombardia è la seconda vittima del coronavirus in Italia.

Aveva 76 anni ed era di Casalpusterlengo, nel Lodigiano, la seconda vittima del coronavirus in Italia. Confermata dunque la notizia che il suo caso era legato al focolaio nato nel Lodigiano dove restano ricoverati diversi pazienti risultati positivi al test e molti altri restano in quarantena per il rischio contagio. La donna pare fosse ricoverata già in condizioni gravi per sintomi riconducibili al coronavirus ed è risultata positiva ai test effettuati in ospedale. Casalpusterlengo dove risiedeva la donna è uno dei comuni del Lodigiano dove sono state già sospesi e vietati eventi pubblici e attività lavorative per prevenire il contagio da coronavirus. Si tratta di Codogno, Casalpusterlengo, Maleo, Fombio, Somaglia, Castiglione d’Adda, Bertonico, San Fiorano, Castelgerundo, Terranova dei Passerini, tutti in provincia di Lodi.

casi di contagio sono 153 di cui 111 in Lombardia, 21 in Veneto, 9 in Emilia-Romagna, 3 in Piemonte, 3 in Trentino e 2 nel Lazio a cui si aggiungono i 3 deceduti più un paziente guarito. Primo infettato a Milano: si tratta di un medico del Policlinico. Università e scuole chiuse in Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte e Friuli. L’Austria ordina lo stop dei treni da e per l’Italia.

VADEMECUM PER LA PREVENZIONE, TRASMISSIONE, ESPOSIZIONE AL VIRUS

 Da lunedì 24 febbraio a sabato 29 febbraio le università della Lombardia che aderiscono alla Conferenza dei Rettori delle università italiane (Crui) chiuderanno al pubblico per l’emergenza coronavirus. Ad annunciare questa decisone il Rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, che attualmente presiede la Conferenza dei Rettori lombardi. In totale sono 14 gli atenei della Lombardia coinvolti: Statale, Cattolica, Politecnico, San Raffaele, Bocconi, Iulm, Humanitas, Bicocca a Milano; “Carlo Cattaneo” a Castellanza, le l’Università di Pavia, Brescia Bergamo, la Iuss di Pavia e l’Università dell’Insubria che ha sedi a Varese e Como.

Infezione di coronavirus anche a Milano. Lo riferisce la Regione Lombardia, secondo cui si tratta di un 78enne, “residente a Sesto San Giovanni, che è attualmente ricoverato all’Ospedale San Raffaele”. E’ uno “dei 7 nuovi casi appena confermati rispetto ai 39 già comunicati (due dei quali in provincia di Pavia e altrettanti in provincia di Cremona)”. Gli altri 6 provengono dalle zone già interessate dal contagio.

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Coronavirus, Sala: chiesto a Fontana chiudere scuole

“Anche a livello prudenziale penso che le scuole vadano chiuse a Milano e proporrò al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di allargare l’intervento a livello di Citta’ metropolitana”. Lo ha detto il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine del tavolo in Prefettura per fare il punto sull’emergenza di Coronavirus in Lombardia. “E’ un intervento prudenziale – ha concluso Sala -. Ad oggi vediamo di farlo per una settimana e ritengo che sarà sufficiente”.

Bloccate nuove accettazioni all’ospedale Sacco di Milano

L’Ospedale Sacco di Milano ha bloccato le accettazioni di nuovi pazienti, ma in modo selettivo, per disporre al meglio dei posti letto a disposizione. E’ in corso di applicazione, come si apprende da fonti qualificate, il piano previsto quando si deve gestire un elevato flusso di pazienti in ospedale.

Coronavirus: rinviata fiera del verde a Milano

E’ stata rinviata a settembre la fiera Myplant & Garden, il piú importante salone professionale del verde in Italia in programma a Milano dal 26 al 28 febbraio. Lo rendono noto gli organizzatori sottolineando che la decisione e’ motivata dalla “gravitá della situazione attuale” dovuta al coronavirus.

Giulio Gallera: “Il focolaio è nel basso lodigiano”

“Abbiamo la conferma che l’area del basso lodigiano è centro di un focolaio. Possiamo dirlo in maniera abbastanza certa, tutte le situazioni di positività hanno o avuto contatti nei giorni 18 e 19 con il pronto soccorso e l’ospedale di Codogno”. Lo ha detto l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, facendo il punto sulla situazione del coronavirus in Lombardia.

A Teolo, nel Padovano, scuole chiuse fino al 25 febbraio

Il comune padovano di Teolo, confinante con Vo’ Euganeo, terrà le scuole chiuse fino al 25 febbraio. Il sindaco ha emesso un’ordinanza che dispone “la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio comunale quale misura precauzionale al fine di evitare ogni possibile contagio”. Non è escluso che provvedimenti del genere siano presi anche in altre località della zona dei Colli Euganei.

Infermiere di Codogno ricoverato a Piacenza

E’ stato ricoverato a Piacenza l’infermiere dell’ospedale di Codogno che era venuto in contatto con il 38enne lodigiano contagiato dal Coronavirus al triage del pronto soccorso, e che si era messo in isolamento volontario nella sua abitazione piacentina. Nella notte avrebbe iniziato a mostrare i primi sintomi tipici della malattia e ha chiamato il 118: un’ambulanza lo ha trasportato, con tutte le precauzioni, nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Guglielmo Da Saliceto di Piacenza dove ora è in attesa delle analisi.

A Schiavona struttura da campo per il personale sanitario

Nella notte la Protezione civile del Veneto “ha montato a scopo precauzionale 12 tende per massimo 96 posti all’esterno dell’ospedale di Schiavonia (Padova), a disposizione degli operatori sanitari e del personale medico”. Lo scrive sui social il governatore del Veneto Luca Zaia. L’intervento rientra nelle operazioni di isolamento dell’area padovana dove si è sviluppato il contagio.

A Schiavona struttura da campo per il personale sanitario

Nella notte la Protezione civile del Veneto “ha montato a scopo precauzionale 12 tende per massimo 96 posti all’esterno dell’ospedale di Schiavonia (Padova), a disposizione degli operatori sanitari e del personale medico”. Lo scrive sui social il governatore del Veneto Luca Zaia. L’intervento rientra nelle operazioni di isolamento dell’area padovana dove si è sviluppato il contagio.


Scattato il protocollo di sicurezza

All’ospedale di Codogno gli accessi al pronto soccorso e le attività programmate sono state momentaneamente interrotti a scopo cautelativo. Sono, inoltre, in fase di individuazione le persone che sono state a contatto con il 38enne che saranno sottoposte ai controlli specifici. Il periodo di incubazione dura mediamente 5 giorni, ma per precauzione si tiene conto dei 14 giorni precedenti l’insorgere dei sintomi. “Abbiamo già ricostruito sia i contatti dei medici, degli infermieri, dei familiari più stretti a cui abbiamo già fatto i tamponi. Sono già stati messi tutti in isolamento o chiamati a stare in isolamento al loro domicilio” così ha spiegato l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. “La macchina quindi si è mossa con rapidità” ha aggiunto l’assessore. Il pronto soccorso era già stato chiuso a scopo precauzionale. “I reparti interessati dagli accertamenti sono anche la terapia intensiva e la medicina interna – ha spiegato Gallera – mentre gli altri funzionano normalmente”.

Il Primo caso di contagio avvenuto in Italia

Il 38enne di Castiglione d’Adda, primo caso di contagio in Italia da Coronavirus, non sarebbe stato di recente in Cina, ma a fine gennaio era stato a cena da un amico e collega di lavoro che era da poco rientrato dal Paese asiatico. L’uomo si era recato al pronto soccorso di Codogno una prima volta il 16 febbraio con febbre alta, era stato rimandato a casa ed era poi tornato in ospedale il 19 febbraio con una grave crisi respiratoria.

Il 38enne è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Codogno. Contagiati da Coronavirus anche la moglie del 38enne e il suo amico: la donna, insegnante di educazione fisica all’ottavo mese di gravidanza, è ricoverata come l’altro amico all’ospedale Sacco di Milano, attrezzato come lo Spallanzani di Roma per le bioemergenze.

Secondo le prime ricostruzioni il 38enne di Castiglione d’Adda avrebbe contratto il Coronavirus nel corso di una cena con un amico da poco rientrato dalla Cina. Da quanto riporto inzialmente da Rainews sarebbe un ristorante di Milano il locale in cui potrebbe essere avvenuto il contagio.

Dalle ultime informazioni reperite, risulta anche che il 38enne aveva partecipato a una mezza maratona il 2 febbraio a S.Margherita Ligure e il 9 aveva corso a Sant’Angelo Lodigiano con la sua squadra. “Quando abbiamo capito che la persona contagiata era lui, – racconta il presidente dell’associazione podistica – ho chiamato il 112 e mi hanno chiesto se stiamo tutti bene, dicendoci che verranno a casa a farci il tampone. Stiamo tutti e bene e siamo tutti a casa, ho fornito nomi di tutte le 40 persone che sono state a contatto con lui e aspettiamo di essere contattati”.

Domenica 16 febbraio, il contagiato avrebbe dovuto partecipare a un’altra gara “ma non si è presentato, – ricorda il presidente dell’associazione sportiva, – perché aveva già qualche linea di febbre”.

“Io ho saputo ieri – continua – che era in ospedale con la polmonite, poi è venuto fuori il coronavirus, perché la moglie si è ricordata che aveva avuto contatti con una persona tornata dalla Cina, ma fino a due giorni fa non avevano mai pensato alla possibilità di contagio”.

 Domenica prossima la squadra dovrebbe partecipare a un’altra gara, ma ha deciso di non presentarsi.

Anche la moglie del 38enne è una sportiva: “Corre con noi ma in questo momento è ferma perché incinta”, conclude il presidente dell’associazione. La donna è un’insegnante di educazione fisica alle scuole medie, ma aveva smesso di lavorare per lo stesso motivo. Ha frequentato un corso preparto, saltuariamente dava una mano alla madre che ha un’erboristeria in un paese vicino.

L’Unilever di Casalpusterlengo, azienda in cui lavora il 38enne risultato positivo al test sul Coronavirus, ha attivato le procedure di emergenza per prevenire e accertarsi che non ci siano altri casi di contagio. Si stanno già eseguendo le prime analisi sui dipendenti.

dipendenti della Serioplast, azienda che produce contenitori per i prodotti della Unilever, sede di lavoro del 38enne contagiato dal coronavirus, sono spaventati e aspettano istruzioni.

Questo qui è andato in giro per tutta la fabbrica per chissà quanti giorni, vuoi che non abbia contagiato nessuno?”. I dubbi sono tanti, anche perché ci sono aspetti da non sottovalutare, come ad esempio la mensa e i molti altri spazi che i dipendendi Unilever e Serioplast condividono tra loro.

Ricordiamo che nel perimetro dello stabilimento, che come detto ha contatti con Serioplast, operano quotidianamente più di 500 persone, in continuo movimento e contatto tra loro. Ecco perché la notizia di un contagiato di coronavirus non lascia dormire sogni tranquilli.

In altre parole molti temono di essere entrati in contatto con l’uomo che adesso è ricoverato in gravi condizioni a Codogno perché colpito dal Covid-19. I dipendenti sono titubanti: vorrebbero restare a casa ma non hanno ricevuto linee guida sul da farsi. Non hanno copertura sindacale e sono in apprensione per le continue notizie che arrivano in ambito sanitario.

Sono stati messi tutti in isolamento i famigliari del 38enne contagiato dal Coronavirus, e ricoverato all’ospedale di Codogno. Lo ha detto l’assessore Gallera a RaiNews: “Abbiamo già ricostruito sia i contatti dei medici, degli infermieri, dei familiari più stretti a cui abbiamo già fatto i tamponi. Sono già stati messi tutti in isolamento o chiamati a stare in isolamento al loro domicilio. La moglie, i genitori”. Gallera ha aggiunto che “la macchina quindi si è mossa con rapidità. Oggi siamo sul suo posto di lavoro” per fare “i tamponi a tutti i suoi colleghi”.

VADEMECUM PER LA PREVENZIONE, TRASMISSIONE, ESPOSIZIONE AL VIRUS

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