Como, l’86 per cento delle sanzioni della polizia locale riferite a veicoli con targa straniera, nella maggior parte dei casi della Confederazione elvetica, restano lettera morta e non portano neppure un euro nelle casse comunali.
Le violazioni contestate agli svizzeri avrebbero dovuto portare nelle casse del Comune circa 340mila euro, ma l’ammontare effettivamente riscosso si ferma poco sotto la soglia di 50mila euro, meno del 15% del totale. Da quasi due anni, Palazzo Cernezzi si è affidato a una società di riscossione esterna, alla quale è stato affidato il compito di incassare i soldi delle multe comminate agli stranieri. L’appalto prevede che l’azienda venga pagata solo per le contravvenzioni effettivamente incassate, ma neppure questo si è rivelato sufficiente.
Nel periodo da gennaio a ottobre dello scorso anno, la polizia locale di Como ha comminato circa 72mila multe. Gli italiani, invece, in Svizzera per le contravvenzioni non pagate rischiano il carcere.
Le multe non pagate dagli svizzeri sono riferite in particolare a divieti di sosta e accessi alla Zona a Traffico limitato, sanzioni che non vengono accertate direttamente dagli agenti quando l’automobilista è presente, ma inviate successivamente con il relativo bollettino. E che restano carta straccia. Il Comune di Como sta valutando un nuovo piano di intervento che potrebbe partire in primavera con l’obiettivo di mettere un freno a questo malcostume e portare nelle casse comunali i soldi degli svizzeri che diventano indisciplinati al volante una volta varcato il confine.
Al punto tale che è nata una pagina Facebook intitolata «Svizzeri che in Italia sfanculano il Codice della Strada».