A Milano una grande mostra su Adrian Piper
Dal 19 marzo al 9 giugno, il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta Race Traitor, la prima retrospettiva europea dedicata all’artista Adrian Piper (New York, 1948) dopo oltre vent’anni.
Adrian Piper, vincitrice del Leone d’Oro come miglior artista alla Biennale di Venezia del 2015, si è affermata come artista concettuale, minimalista e performer nella scena artistica newyorkese degli ultimi anni Sessanta.
Le sue opere sollevano domande fondamentali sulla politica, sull’identità razziale e di genere, spingendo le persone a confrontarsi con verità scomode su sé stesse e sulla società. Al centro della sua pratica filosofica, artistica e attivista c’è la lotta permanente contro il razzismo, la xenofobia, l’ingiustizia sociale e l’odio.
La mostraripercorre oltre sessant’anni di carriera di Adrian Piper, con importanti prestiti internazionali provenienti da alcuni dei musei più prestigiosi al mondo, come il MoMA e il Guggenheim di New York, il MoMA di San Francisco, il MCA di Chicago, il MOCA di Los Angeles e la Tate Modern di Londra.
Sono più di cento le opere presenti, che ripercorrono oltre sessant’anni di carriera: installazioni, video, fotografie, dipinti e disegni. Ad aprire la mostra sono le LSD paintings, opere realizzate negli anni Sessanta, quando l’Lsd era ancora legale, da una giovanissima Piper desiderosa di andare a fondo delle cose senza fermarsi alla superficie.
Fra le ultime opere esposte ‘Das-Ding-an-Sich bin ich’ installazione realizzata nel 2018 a Berlino, dove vive dal 2005. Il titolo è una citazione kantiana (La cosa in sé sono io) e mostra come nell’arte concettuale e minimalista, Adrien sia riuscita a portare un discorso politico sulla società e sull’essere umano. E farlo anche con ironia, come in ‘Race traitor’ la serie del 2018 in cui accosta il suo autoritratto con cliché su di sé.