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Sciopero dei tassisti a Milano

Secondo giorno di sciopero dei tassisti a Milano che protestano contro l’articolo 10 del DDL Concorrenza. Lunghe file di auto bianche ferme davanti la stazione Centrale e gli aeroporti di Linate e Malpensa.

I tassisti temono che i giganti del digitale globale (Uber fra tutte) possano stravolgere la mobilità urbana, rischiando di cancellare l’intera categoria di lavoratori. Lo striscione, bene in vista, è chiaro: “Mai schiavi, Milano non molla”.

Lo sdegno, come prevedibile, è ulteriormente aumentato dopo le rivelazioni del giornale inglese Guardian, che ha scoperto migliaia di file a dimostrazione delle pressioni di Uber nei confronti noti esponenti politici europei, primo fra tutti Macron.

I tassisti provano a spiegare le loro ragioni ai passeggeri rimasti a piedi: qualcuno è solidale, nonostante il disagio; molti però sono arrabbiati e non lesinano invettive.

Rammentiamo che Uber è un’azienda americana che fornisce servizi di mobilità urbana in oltre 600 città di 77 nazioni del mondo, utilizzando un’applicazione mobile che mette in contatto passeggeri e autisti.

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