giorgio armani dona agli ospedali milioni di euro coronavirus scaled
giorgio armani dona agli ospedali milioni di euro coronavirus scaled
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Un gesto davvero nobile da parte di Giorgio Armani, che ha deciso contribuire al fondo “MilanoAiutaUcraina” versando una somma pari a mezzo milione di euro.

La guerra sembra non finire, e con essa anche l’arrivo dei profughi ucraini che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e case in Ucraina. Attualmente, in Lombardia i profughi ammontano a 40 mila (8mila solo a Milano) e poco meno della maggior parte sono adolescenti.

Il fondo “MilanoaiutaUcraina”

Costituito da Fondazione di Comunità Milano su impulso del Comune di Milano, vuole sostenere progetti di aiuto e accoglienza della popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Il fondo ha raggiunto quasi un milione di euro (981.708 euro in totale), merito di 300 tra milanesiimprese ed enti che hanno fatto donazioni.

 

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Il Fondo è aperto a tutti i cittadiniimprese e associazioni che vogliano partecipare o dare una mano attraverso il loro contributo. Per maggiori informazioni clicca qui

Gli interventi grazie ad Armani

Grazie alla sostanziosa somma donata da Giorgio Armani, il fondo si è arricchito notevolmente e numerosi interventi potranno essere effettuati. Non bisogna dimenticare anche che all’inizio della guerra il gruppo regalò abiti di prima necessità che vennero distribuiti dalla rete della Comunità di Sant’Egidio.

In seguito alla donazione gli interventi previsti saranno l’acquisto di beni di prima necessità o l’erogazione di buoni spesa da distribuire ai profughi. In aggiunta, per le famiglie ospitanti è prevista la copertura dei costi per interpreti che stanno aiutando le famiglie ucraine a sistemarsi e a orientarsi in città. Sempre per i profughi è previsto un sostegno psicologico per il trauma che hanno vissuto e stanno vivendo.

Dichiarazioni

Carlo Marchetti, presidente della Fondazione di Comunità Milano onlus, ha dichiarato:

“La Fondazione di Comunità Milano accoglie la loro generosità e opera al fianco delle istituzioni in un sistema integrato e coordinato di risposte tra pubblico e privato per trasformare le risorse donate non in sussidi, ma in progetti concreti. Così da favorire l’inclusione dei profughi nella nostra comunità e far germogliare i frutti dello sforzo collettivo”.

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