Covid, 78.313 nuovi casi su 1.034.677 tamponi e altri 202 decessi | Mai così tanti contagi da inizio pandemia
Tasso di positività al 7,6%. Aumentano terapie intensive e ricoveri negli altri reparti. I guariti odierni sono 16.746
Sono 78.313 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mai così tanti da inizio pandemia. I tamponi eseguiti sono stati 1.034.677 per un tasso di positività che si attesta al 7,6%. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 202. Aumentano di 19 unità le terapie intensive, mentre sono 366 in più di lunedì i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid. I guariti odierni sono 16.746.
Il tasso di positività è in calo rispetto all’8,9% di lunedì. Sono 1.145 i pazienti in terapia intensiva in Italia, i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 10.089. Analizzando i dati regione per regione si registra un picco di casi in Veneto, Lombardia, Basilicata, Campania, Valle d’Aosta e Piemonte. Sono 598.856 gli attualmente positivi, 61.352 in più rispetto a lunedì. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.756.412 e i morti 136.955. I dimessi e i guariti sono invece 5.020.601.
Più di 100mila casi al giorno con il picco a metà gennaio: è questa la previsione degli esperti sull’andamento dei contagi Omicron
L’ipotesi è basata sulle prove che vengono dal Sudafrica, prima nazione ad essere inondata dalla nuova variante del Covid: il ceppo ha raggiunto l’apice dei contagi dopo circa tre settimane dall’inizio intensivo della sua diffusione per poi scendere velocemente. I numeri europei e italiani, poi, dimostrano come Omicron raddoppi i contagi ogni settimana che passa: questo significa che a breve potremo contare circa 70-80 mila casi nell’arco delle 24 ore con la nuova variante. “È ragionevole pensare che a metà gennaio potremmo raggiungere il picco ma ci sono ancora troppe incognite su Omicron per considerarla una previsione altamente probabile“, afferma Paolo Bonanni, docente d’Igiene all’Università di Firenze.
La pensa così anche Fabrizio Pregliasco, membro del Cts Lombardia e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, che ipotizza il picco a metà gennaio con circa “100mila casi” al giorno. “L’evoluzione del Covid-19 dimostra che abbiamo a che fare con varianti sempre più contagiose. Anche chi ha completato il ciclo d’immunizzazione può infettarsi, pur se meno dei non vaccinati“, aggiunge Bonanni.
Cosa succede dopo 21 giorni
Altre prove che il picco di Omicron si esaurisca nel giro di tre settimane arrivano dai dati registrati in Scozia, Israele e Danimarca: nonostante la contagiosità, la discesa dei contagi avverrebbe dopo una ventina giorni. “Non ci sono evidenze sicure – afferma al quotidiano Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia alla Statale di Milano – La Scozia è un piccolo Paese. Della Danimarca non sappiamo quando sia effettivamente iniziata l’impennata di casi. Quel che è certo, invece, è che l’intero Regno Unito è alle prese con Omicron da inizio dicembre e l’ondata non accenna a frenare“.
La situazione in Europa
In Europa la variante corre veloce: soltanto la Germania vive una fase di calma apparente grazie al lockdown imposto ai no vax con i contagi che sono crollati da 74mila a 10mila al giorno, sette volte di meno.
Adesso che tutti possono circolare liberamente, il ministro della Salute tedesco Karl Lauterback ha il timore di “una grande, veloce ondata di Covid” nelle prime settimane di gennaio.
Il picco si raggiungerà presto in Inghilterra, con la capitale Londra che trova un infetto ogni 10 persone.
Situazione molto critica anche in Francia che prevede di superare 100mila casi al giorno entro la fine dell’anno. Sono queste ultime due, attualmente, le nazioni europee dove Omicron “corre” di più.
E l’Italia? Ha toccato il primo picco di contagi, il più alto da inizio pandemia, nel giorno di Natale con ben 54.762 casi su 969.752 tamponi e un tasso di positività al 5,6%. Nella giornata di ieri, il numero dei nuovi positivi è stato di 24.883 ma soltanto su 217.052 tamponi tant’é che il tasso di positività è schizzato all’11,5%, più del doppio di Natale. Questo significa, ahinoi, quanto scritto prima.
L’unica buona notizia viene dall’Imperial College di Londra e numerosi altri studi preliminari che mostrano come Omicron sarebbe meno pericolosa della variante Delta con un rischio ricovero più basso e compreso tra il 40 e il 60% in meno.