tamponi code farmacia
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Caccia al tampone introvabile: code di un’ora in farmacia

L’aumento di contagi che si stanno verificando sia nella popolazione adulta, sia fra i banchi, proprio a ridosso delle feste e delle partenze natalizie. Le Ats di tutta la Lombardia e la più grande, quella di Milano, in particolare non riescono a garantire in questi giorni i tamponi molecolari a tutti i cittadini e gli alunni che risultano positivi al rapido o contatti stretti di positivi. La maggior parte di chi nel fine settimana, ma anche ieri, si è messo a caccia di un molecolare è tornato a casa deluso. Migliaia di genitori ieri mattina si sono messi in coda con i figli ai drive through di Trenno (via Novara), o al San Paolo e al San Carlo, dove i test vengono fatti direttamente in auto. Ma già a mezzogiorno a Trenno avevano esaurito i tamponi, così come al San Carlo. Quasi tutti hanno ripiegato sui test rapidi mettendosi in coda fuori dalle farmacie. I medici di famiglia in effetti non eseguono tamponi, li possono però prescrivere, anche se a detta dello Snami, sindacato di categoria, ci sono molti problemi informatici in questi giorni che rendono la procedura complicata.

MILANO 

Nella farmacia di via Ravizza circa quaranta persone in coda, altrettante ad aspettare fuori da quella all’inizio di corso Buenos Aires, prenotazioni esaurite (e quindi nessun posto disponibile) per giorni in quella del centralissimo largo Augusto e pure in fondo a viale Monza: a Milano è corsa per fare i tamponi in vista del Natale. I contagi stanno aumentando e questo si è tradotto in lunghe code anche nei punti di drive through, come quello dell’ospedale per i bambini Buzzi dove in questi giorni il traffico è intenso. Esauriti in moltissime farmacie anche i test fai da te.

Molecolari o antigenici?

L’edizione torinese di Repubblica racconta che attualmente sono 1.200 le farmacie piemontesi che fanno tampone. Ma il 25 e il 26 saranno soltanto quelle di turno ad essere aperte. E fra queste non tutte eseguono i test. Per questo si formano le code. «La domenica arrivano anche persone da Alessandria e Cuneo – racconta un farmacista -. In questi giorni in fila ci sono anche moltissimi bambini». Chi è che si presenta in farmacia, a parte chi deve avere il Green Pass? Ci vanno anche persone che sospettano di essere state contagiate. E che non dovrebbero invece presentarsi, come ha spiegato il presidente di Federfarma regionale, Massimo Mana. E anche i titolari degli esercizi si preparano: «Noi facciamo il controllo della febbre nel locale dove facciamo i tamponi, spazi che abbiamo collocato all’esterno. Così, nel caso in cui si riscontri un positivo, possiamo rapidamente igienizzare quel locale e non intervenire su tutta la farmacia, dove l’attività deve andare avanti».

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Il Corriere della Sera invece dice che a Milano è difficile prenotarne uno prima del 2022. A Roma invece i farmacisti alzano le serrande mezz’ora prima per soddisfare la clientela. E in Campania si spendevano già a novembre 765 mila euro per i test. I test prima del cenone sono stati benedetti anche dal presidente del Veneto Luca Zaia, che li ha consigliati ai cittadini e lo ha effettuato durante uno dei punti stampa sull’emergenza. Mentre c’è chi usa gli auto-test, che però non sono validi per il tracciamento e devono essere convalidati dal tampone. Quelli molecolari fatti in via privata intanto aumentano. Anche se i costi sono alti.

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